Sonríe cada día, Vive cada instante. 61° viaggio di solidarietà e speranza in Colombia. Don Gigi, uomo delle opere di carità cristiana e “Il tatuaggio”

Don Gigi mostra il libretto Tatuaggi
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[Korazym.org/Blog dell’Editore, 02.06.2024 – Vik van Brantegem] – Mons. Luigi (Don Gigi) Ginami ha aggiornato al 23 maggio 2024 l’edizione del 13 settembre 2022 del suo libretto Il tatuaggio, aumentando il volume a 160 pagine [QUI]. La storia di un tatuaggio fatto nel tempo: Gerusalemme 9 settembre 2022 ore 13.30-18.30 – Bogotà 3 maggio 2024 ore 10.30-13.00. Ricordando la data 21 giungo 1986 e il riferimento ai Salmi: «Vengono meno la mia carne e il mio cuore; ma la roccia del mio cuore è Dio, è Dio la mia sorte per sempre» (Sal 72,26). Tatuare l’anima.

Nel Report 61/5 Ventuno giugno del 61° viaggio di solidarietà e speranza in Colombia che Don Gigi ha scritto ad Istanbul, che abbiamo pubblicato il 12 maggio 2024 [QUI], ci ha spiegato fondamento e senso del suo impegno con la Fondazione Santina, nonché la ragion d’essere di sacerdote, il carattere sacerdotale, vivere “in persona Cristi”, il senso della sua vita. E questo espresso in modo indelebile sul suo corpo con un tatuaggio molto particolare, effettuato in tempi diversi e in luoghi diversi nel mondo. In particolare, ha sviscerato il significato di quanto si è tatuato a Bogotá.

Papa Francesco apprezza il tatuaggio, se esprime segno di appartenenza. “Il tatuaggio indica appartenenza. Tu, che ti sei tatuato o tatuata così, cosa cerchi? Quale appartenenza esprimi?” (Udienza Generale, 19 marzo 2018). E quale tatuaggio può esprimere più appartenenza del tatuare il 21 giugno 1986, la data della sua ordinazione sacerdotale?

L’edizione del 23 maggio 2024 (a sinistra) e l’edizione del 13 settembre 2022 (a destra).

Il tatuaggio
Indice

La sua effige qui è stata calpestata
Preghiera alla Madonna Calpestata
Tatuaggio
L’icona tatuata viene da Mosul
La Madonna Calpestata
La Madonna Calpestata a Cartagena
La frase ebraica del tatuaggio
Nuovo tatuaggio a Bogotà il 3 maggio 2024
Geografia di un tatuaggio ed i luoghi presenti in esso
Papa Francesco ed i tatuaggi
ETIOPIA e la Chiesa Ortodossa: Dio è nei dettagli e nei tatuaggi
MESSICO Sheila tatuaggio, sangue, Santa Muerte ed il grande amore di un cuore buono
COLOMBIA Frangelis ed il sacro valore del tatuaggio del figlio Job
COLOMBIA Frangelis ed il sacro valore del tatuaggio del figlio Ismael David
Quando il tatuaggio è un segno di devozione
Storia e tecnica del tatuaggio
GERUSALEMME Quando a tatuarsi erano i pellegrini cristiani
LORETO Tatuaggi lauretani ed i Marcatori di Loreto

Il libretto Il tatuaggio in formato cartaceo [QUI].

Nell’articolo precedente, dal titolo Sonríe cada día, Vive cada instante. 61° viaggio di solidarietà e speranza in Colombia. Yanira e la vita di strada [QUI], abbiamo riportato la testimonianza della forte conversione di Yanira López di Bogotà, che Don Gigi racconta nel libretto N. 47 della collana #VoltiDiSperanza.

Di seguito riportiamo l’Introduzione al libretto, a firma del Dott. Marco De Murtas, un noto psichiatra e neurologo di Roma, attualmente Dirigente Responsabile dell’attività clinica presso il reparto SPDC dell’Ospedale S. Eugenio di Roma. Ha una lunga carriera accademica e clinica, avendo insegnato presso diverse istituzioni, tra cui l’Università La Sapienza di Roma e l’Ospedale Sant’Andrea Oltre alla sua attività clinica, De Murtas è autore di numerosi articoli scientifici e libri. Ha partecipato a molte missioni umanitarie, lavorando come psichiatra in Brasile e nella Striscia di Gaza per valutare il disagio psicologico nei bambini. È anche diplomato in ipnosi medica presso il Centro Italiano di Ipnosi Clinica e Sperimentale di Torino Nella sua carriera, ha ricoperto ruoli importanti in vari centri di salute mentale e ha partecipato a progetti di ricerca in neuroscienze a livello europeo. Inoltre, è stato coinvolto in molte iniziative per sensibilizzare l’opinione pubblica sui temi della salute mentale.

Nella notte stellata di Gaza
di Marco De Murtas

È bello tornare a parlare di un grande uomo quale Monsignor Luigi Ginami (per gli amici Don Gigi); non ho intenzione di dilungarmi sulle tante opere di beneficenza che ha effettuato tramite l’Associazione Amici di Santina Zucchinelli Onlus, da lui fondata con il nome della mamma, che ha saputo forgiare quell’uomo che è diventato.

Oggi, vorrei in questa introduzione concentrarmi sull’uomo più che sulla sua opera. Innanzitutto, è una persona che ha una forza mentale senza dubbio eccezionale. Ho un bellissimo ricordo della nostra esperienza a Gaza: lui in missione per le sue opere di carità, io lo seguivo da medico, come supporto per il suo progetto di adozioni a distanza. Dopo una giornata pesantissima trovammo rifugio presso l’abitazione di un missionario. Eravamo nella stessa stanza arrangiata per la notte. Dopo cena io mi addormentai subito. Dopo alcune ore sentì un rumore: uscii fuori la stanza e poi da casa e vidi che Gigi, nella notte stellata di Gaza ancora piena di macerie per i bombardamenti, era ancora seduto a chiacchierare col missionario sulle scalette dell’ingresso per il suo desiderio instancabile di conoscere quella realtà, di scoprire le problematiche di quella piccola comunità cristiana che viveva lì; tornai a dormire; non so bene quando tornò a letto ma quello che mi stupii al mattino mentre io ancora sonnecchiavo, è che lui era già pronto per una nuova giornata, fresco e sorridente e mi esortava a prepararmi. Quindi ha una tempra eccezionale.

Ma veniamo alla sua mente: la sua cultura è sconfinata, conosce e parla fluentemente molte lingue ed ha una intelligenza fuori dal comune ma quando ci parli con la sua umiltà ti mette sempre a tuo agio.

Il coraggio certo non gli difetta, nonostante abbiamo passato alcune situazione diciamo molto complicate non ho mai percepito nei suoi occhi o nella sia voce la paura: anzi sapeva infondere un senso di pace e di tranquillità, anche in chi gli stava intorno. Le capacità di adattamento credo siano un portato della sua umiltà. Si è adattato a qualsiasi situazione alloggiativa, a qualsiasi condizioni climatica, si è alimentato con qualsiasi cibo; sempre pronto al sorriso, alla battuta, quasi fosse sempre felice per quel poco che riusciva ad ottenere. Non l’ho mai sentito lamentarsi. Era costantemente polarizzato alla realizzazione delle opere di bene che si era prefissato ma, e questo vorrei sottolinearlo, era sempre a disposizione per le persone amiche che avevano un momento di difficoltà. Lo posso testimoniare di persona che per quanto fosse impegnato tutte le volte che gli ho chiesto “aiuto “ lui ha sempre trovato il tempo di ascoltarmi e darmi dei consigli.

Dove trova tutta questa forza?

Cito un suo piccolo brano, in cui parla di sé, che mi ha sempre emozionato:

”Dopo la morte di Santina (nds la mamma), molte volte avverto dentro di me difficoltà, buio e solitudine. Allora trovo ristoro nella preghiera e riparto con forza nuova, proprio nel buio sembra infatti accendersi una forte luce che rassicura, che regala al mio cuore pace e serenità. Il gesto di preghiera e di imposizione delle mani su di me, riscalda il mio cuore, mi sento amato e protetto da questa gente…”

Monsignor Gigi si riferisce a tutte le persone povere a cui porta soccorso. Ecco quello che mi ha sempre incantato: dentro di sé ha una luce e una forza inspiegabile ma questa nasce proprio da un buio e solitudine che dalla morte di sua madre si sono insidiate nel suo cuore.

Questo lo rende un esempio da seguire, un uomo da ammirare ed apprezzare per le sue qualità non comuni. Attraverso la preghiera riesce a ritrovare la gioia nella vita e a donarsi agli altri con le sue opere di carità.

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