La profezia alla scuola del cardinale Martini
Il 9 ottobre è stata la data della prima uscita pubblica della Fondazione Carlo Maria Martini, dopo la presentazione a Papa Francesco. È ripartita infatti la serie di incontri, voluti negli anni passati proprio dal Cardinal Martini, basati sul dialogo interreligioso tra ebrei e cristiani. Il primo di questi, tenutosi all’Auditorium San Fedele di Milano, prevedeva una lettura a due voci sulla figura del profeta dal titolo “Tra la catastrofe e la salvezza, l’esistenza del Profeta in Israele. Per un’introduzione alla profezia”. Protagonisti, padre Enzo Bianchi, priore di Bose, e il rabbino capo emerito della comunità di Milano, Giuseppe Laras. Proprio quest’ultimo era stato promotore negli anni passati dei primi incontri tra ebrei e cristiani insieme a Martini ed è attualmente il presidente del comitato scientifico, della Fondazione Maimonide, che ha organizzato questa serie di incontri insieme alla Fondazione Martini e alla Fondazione culturale San Fedele. Moderava l’incontro monsignor Pier Francesco Fumagalli.
Un incontro, questo del 9 ottobre, molto importante dal punto di vista dell’ecumenismo, per rinsaldare ancora una volta l’amicizia tra ebrei e cristiani, non solo cattolici: erano presenti in sala, infatti, molti esponenti importanti di diverse comunità, come il valdese Gioachino Pistone, ex presidente del Consiglio delle Chiese Cristiane di Milano, oltre a padre Bartolomeo Sorge, monsignor Gianfranco Bottoni, monsignor Franco Buzzi, prefetto della biblioteca ambrosiana, e il presidente della Fondazione Maimonide, Enrico Schwarz. Tutti riuniti per ricordare con affetto il Cardinale Martini e il suo impegno nel dialogo tra le religioni. Prima dell’incontro è stato anche annunciato il completamento della foresta in Galilea dedicata proprio alla memoria di Martini.
Prima delle riflessioni dei due relatori (abbastanza brevi rispetto a tutta la presentazione precedente, a dire il vero) sono stati letti alcuni brani di Abraham Yeoshua Heschel da parte dell’attrice Gabriella Gado.
L’intervento di Laras partiva dalla figura del profeta Osea (che è al centro di tutti gli incontri). Un profeta minore, che vive la condizione di marito di una prostituta e padre di figli che forse non sono suoi. «Osea è un simbolo vivente del rapporto tra Dio e popolo di Israele», ha detto Laras, «Dimostra con tutta la propria vita il dramma del tradimento di Israele verso Dio». Da Osea, Laras è passato all’analisi a tutto tondo della figura del profeta, anche attraverso le definizioni della teologia medievale: «La profezia è la maggior espressione dello spirito umano quando viene in contatto con quello divino. Per Mosè Maimonide la profezia è in relazione al livello intellettuale posseduto dal profeta». Un ignorante non può essere profeta, deve avere sempre perfezione morale e un livello massimo di immaginazione, «anche se Dio può sempre negare la profezia nonostante questi requisiti». Per Filone di Alessandria, invece, «solo quando l’intelletto si spegne è possibile avere un contatto con Dio. Da qui la famosa estasi filoniana».
Interessante inoltre l’accostamento di Laras tra dialogo interreligioso e profetico. In entrambi infatti è indispensabile l’aspetto provvidenziale.
Padre Enzo Bianchi si è inserito nel solco di quanto già detto dal rabbino Laras, aggiungendo che il profetismo non è un fenomeno specificatamente israelitico. La stessa Bibbia testimonia di profeti al di fuori di Israele: «Ciò che certo è che nella storia di Israele non si diventava profeti per eredità, a differenza dei sacerdoti e della stirpe regale». Un profeta è sempre un terzo tra Dio e gli uomini. Un «pendolare» che deve sempre agire mediando il rapporto tra Dio e gli uomini, e che, quando non basta la parola, ricorre ai gesti, a volte anche eversivi. Così come accade a Geremia con il giogo o allo stesso Gesù, quando entra a Gerusalemme.
Le letture a due voci tra ebrei e cristiani continueranno all’auditorium San Fedele fino al prossimo marzo, mentre il prossimo incontro è previsto per il 23 ottobre e avrà come tema la storia di Osea.