CNCA: i servizi di riduzione del danno fanno bene alla salute e fanno risparmiare

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I servizi di Riduzione del danno (Rdd) e Limitazione del rischio (Ldr) non offrono soltanto un importante presidio per la tutela della salute delle persone e della collettività, ma consentono di generare risultati che, senza la loro presenza, comporterebbero un costo molto più alto, in termini economici, per gli individui e le istituzioni: è stato questo il messaggio che il Coordinamento Nazionale Comunità di Accoglienza (CNCA) ha lanciato nei giorni scorsi durante la tavola rotonda ‘Quanto vale la Riduzione del danno? Il CNCA presenta la valutazione di impatto sociale dei suoi servizi di Diduzione del danno e Limitazione del rischio’.

Al termine dell’incontro la federazione ha presentato un documento che traccia il percorso di valutazione di impatto sociale dei servizi di Rdd e Ldr offerti da 10 organizzazioni della rete, presenti in 7 regioni (Piemonte, Lombardia, Friuli Venezia-Giulia, Emilia-Romagna, Toscana, Umbria, Lazio): Alice, Arnèra, Borgorete, Cat, Centro Sociale Papa Giovanni XXIII, Cooperativa di Bessimo, Magliana ‘80, Nuovi Vicini, Open Group, Parsec.

I servizi di Rdd e Ldr sono azioni che si rivolgono alle persone che decidono di assumere sostanze psicoattive, per ridurre al massimo le conseguenze negative di tale consumo come, ad esempio, assumere sostanze particolarmente pericolose per la salute, contrarre l’Hiv o l’epatite per uso di siringhe o altri strumenti già usati da persone che potrebbero tramettere la malattia, provocare incidenti stradali per guida sotto l’effetto di sostanze stupefacenti. Per raggiungere questo obiettivo, i servizi di Rdd e Ldr forniscono ai consumatori spazi, strumenti e informazioni che minimizzano la possibilità di tali rischi.

Il CNCA, in collaborazione con la start-up ‘Open Impact’, ha raccolto un grandissimo numero di dati sulle attività svolte dai servizi di Rdd e Ldr delle 10 organizzazioni citate a partire dal novembre 2022, tramite una piattaforma online dedicata, implementata da Open Impact. I dati presentati si riferiscono al periodo fino a febbraio 2024. Sono state censite 2.505 uscite dei servizi, che hanno registrato un totale di 103.601 contatti.

Grazie a questa raccolta di dati, alla definizione degli impatti attesi (connessi a determinati Obiettivi di Sviluppo Sostenibile dell’ONU e ad alcuni indicatori nazionali del Benessere Equo e Sostenibile – BES) e degli indicatori di impatto, è stato possibile determinare il moltiplicatore d’impatto (SROI – Ritorno sociale sull’investimento) dei servizi censiti, che risulta essere pari ad € 2,23. Quindi, per 1 euro investito per finanziare le attività di Rdd e Ldr, si è stimato (prudentemente) che ci sarebbero voluti € 2,23 per assicurare gli interventi socio sanitari necessari, in assenza dei servizi oggetto della sperimentazione, secondo la sottolineatura di Caterina Pozzi, presidente del CNCA:

“I servizi di Riduzione del danno e Limitazione del rischio, sono un presidio fondamentale per la salute delle persone sul territorio, coprendo anche rilevanti bisogni sociali, specie delle fasce più marginali della popolazione come i senza dimora. Il recente ritrovamento del fentanyl in Umbria l’ha mostrato con chiarezza: il consumatore che si è rivolto all’unità di strada di Perugia aveva già stabilito in precedenza una relazione di fiducia con questo servizio.

In questo modo i servizi di Rdd fanno da antenna per l’intero sistema, oltre che ridurre i danni e limitare i rischi associati all’uso di sostanze. Tuttavia, a fronte di questo fondamentale lavoro e dei risparmi economici che questi servizi generano per le persone e per la collettività, resta ancora del tutto inadeguata la loro diffusione e il loro finanziamento sul territorio nazionale.

Occorre che i servizi di Riduzione del danno e Limitazione del rischio siano implementati e garantiti su tutto in territorio nazione come previsto nei Livelli essenziali di assistenza (Lea) con finanziamento dedicato ed appropriato e che a questo si accompagni un piano nazionale di misurazione dell’impatto di tali servizi”.

Dal documento risulta che gli utenti dei servizi censiti sono principalmente uomini, di età compresa tra i 18 e i 30 anni e italiani (58% nei dati disponibili). Il 48% sono frequentatori con pattern di consumo o comportamenti potenzialmente rischiosi, il 25% senza dimora. La sostanza più consumata è l’alcool (27,96%), seguita da cannabis (23,51%), oppioidi (17,86%) e cocaina (17,77%).

Quanto ai presidi di prevenzione distribuiti, prevalgono le siringhe distribuite (207.555 unità) e le siringhe restituite (106.567 unità). Seguono i preservativi distribuiti (28.515 unità), i pippotti (8.106 unità), i lacci (1.972 unità) e il Naloxone, usato nei casi di sovradosaggio acuto o overdose da oppioidi (1.472 unità). Il beneficiario dei servizi nel 42,10% dei contatti ha assunto comportamenti protettivi per la salute (come ad esempio l’uso di una siringa o altri strumenti nuovi, non utilizzati da altri) e nel 36,78% dei contatti comportamenti protettivi sul piano sociale (ad esempio per la conservazione dell’alloggio o del permesso di soggiorno o per l’ottenimento di un sussidio).

Per questo il CNCA ha posto questi obiettivi: promozione della diffusione dei servizi attraverso l’implementazione di politiche e incentivi che favoriscano l’espansione e l’accessibilità dei servizi di Rdd e Ldr in tutte le regioni italiane, creando reti di collaborazione tra organizzazioni locali, istituendo incentivi fiscali per le aziende che sostengono tali servizi e sensibilizzando l’opinione pubblica sull’importanza di questi servizi;

misurare l’impatto sociale con l’utilizzazione di metodologie chiare e affidabili, come l’analisi dei costi e dei benefici, l’analisi costi-efficacia e l’analisi costi-utilità per quantificare in modo preciso i benefici generati dai servizi in termini di salute pubblica, sicurezza sociale ed economica;

garanzia di investimenti adeguati: utilizzare almeno l’80% dei risparmi economici misurati dalla valutazione di impatto sociale per finanziare la diffusione e la continuità dei servizi di Rdd e Ldr su tutto il territorio nazionale. Questo assicurerebbe che i servizi ricevano le risorse necessarie per operare in modo efficace e sostenibile;

ed infine un coinvolgimento di tutte le parti interessate, inclusi operatori sanitari, organizzazioni della società civile, esperti di valutazione e ricerca e le persone che utilizzano direttamente i servizi nel processo decisionale e nella valutazione dell’impatto dei servizi di Rdd e Ldr.

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