Papa Francesco invita a costruire la pace
“Ci siamo! Ci siamo! E’ iniziata l’avventura della GMB, la Giornata Mondiale dei Bambini. Ci siamo radunati qui allo Stadio Olimpico, per dare il ‘calcio d’inizio’ a un movimento di bambine e bambini che vogliono costruire un mondo di pace, dove siamo tutti fratelli, un mondo che ha un futuro, perché vogliamo prenderci cura dell’ambiente che ci circonda. ‘Bello mondo’, dice il vostro canto. Grazie di questo!”
Entrando allo stadio Olimpico davanti a 50.000 persone papa Francesco ha ribadito la necessità di costruire la pace, partendo dai bambini: “In voi, bambini, tutto parla di vita, di futuro. E la Chiesa, che è madre, vi accoglie, vi accompagna con tenerezza e con speranza. Lo scorso 6 novembre ho avuto la gioia di accogliere in Vaticano alcune migliaia di bambini di tante parti del mondo. Quel giorno avete portato un’ondata di gioia; e mi avete manifestato le vostre domande sul futuro.
Quell’incontro ha lasciato un’impronta nel mio cuore e ho capito che quella conversazione con voi doveva continuare, doveva allargarsi a tanti altri bambini e ragazzi. Ed è per questo che oggi siamo qui: per continuare a dialogare, a porci domande e risposte”.
E prima di rispondere alle domande papa Francesco ha spiegato il motto della giornata: “Sentite bene. Voi sapete qual è il motto di questa Giornata Mondiale dei Bambini? Sapete qual è il motto? Il motto è una frase presa dalla Bibbia: ‘Ecco io faccio nuove tutte le cose’… Questo è il motto. E’ bellissimo. Pensate: Dio vuole questo, tutto ciò che non è nuovo passa. Dio è novità. Sempre il Signore ci dà la novità”.
Dopo gli intermezzi musicali papa Francesco ha risposto alle loro domande sulla pace: “La pace è sempre possibile, ma come si fa la pace? Pensiamo per esempio nella scuola: Io ho un problema con un altro bambino… [un bambino dice: domando scusa…] Ma guarda… dillo tu vieni, vieni… Come devo fare quando io ho un problema con un altro bambino? Dillo qui… [Il bambino risponde: Perdonare e chiedere scusa] Chiedere scusa e perdonare… e chiedendo… Vieni, vieni, vieni…dillo, dillo qui, forte! Cosa dobbiamo fare? Dillo, dillo… [Risponde il bambino: fare la pace] Fare la pace… Nel nostro quartiere quando noi giochiamo con i bambini nella scuola delle volte c’è qualche cosa, qualche lotta, si o no? [Rispondono: sì] Sì… E è importante andare avanti con la lotta? [Rispondono: no] Non capisco… [Rispondono: no] Cosa dobbiamo fare? [Rispondono: dobbiamo fare pace] E come si fa la pace? [Rispondono: Perdonando e chiedendo scusa] Dice: perdonando e chiedendo scusa, ma io vi farò vedere un gesto di pace. Guardate bene, guardate bene, dammi la mano… questo è un gesto di pace”.
E quindi tutti possono collaborare per la pace: “La domanda è cosa posso fare io perché il mondo sia migliore. Voi rispondete alle domande che io farò. State attenti. Cosa posso fare io perché il mondo sia migliore? Litigare? [I bambini rispondono]: “No!”. Non sento. Litigare? [I bambini rispondono]: “No!”. Parlarci amabilmente? [I bambini rispondono]: “Sì!”. Giocare insieme? [I bambini rispondono]: “Sì!”. Aiutare gli altri? [I bambini rispondono]: “Sì!”. Facendo queste cose, il mondo sarà migliore. Avanti e coraggio. Brava, ragazza. Che il Signore ti benedica”.
Mentre Luis Gabriel ha domandato sulla necessità di un lavoro e di una casa per tutti: “E’ una domanda molto reale. È una domanda non facile a cui rispondere. Perché ci sono persone che non hanno casa e lavoro? Io domando a voi: questo, che ci siano persone che non hanno casa e lavoro, è giusto? [I bambini rispondono]: ‘No!’ Non capisco. È giusto? [I bambini rispondono]: ‘No!’ Questa è un’ingiustizia e purtroppo c’è tanta gente che non ha lavoro, non ha casa, abita nelle tende. Tante volte non ha da mangiare. Noi oggi siamo contenti, ma questo amico nostro, Luis Gabriel ci fa la domanda: ‘Perché? Perché?’. Questo è il frutto della malizia, questo è il frutto dell’egoismo. E questo è il frutto della guerra”.
E’ stato un invito ad essere bambini di pace: “Tanta gente, tanti Paesi spendono soldi per comprare armi per distruggere e c’è gente che non ha da mangiare. Bambini e bambine pensate a questo. Ci sono bambini che non hanno da mangiare, c’è gente che non ha lavoro e questo è una colpa dell’umanità. Io vi chiedo un favore: che tutti i giorni, quando fate le preghiere, pregate per i bambini che soffrono questa ingiustizia.
Oggi Luis Gabriel ci ha toccato il cuore. Facciamo un poco di silenzio, tutti in silenzio, un po’ più di silenzio. Non ascolto il silenzio, più silenzio, più silenzio. E adesso in questo silenzio, ognuno pensi ai bambini e alle bambine che non hanno da mangiare. In silenzio, ognuno pensa. E preghiamo il Signore perché aiuti a risolvere questa ingiustizia della quale tutti abbiamo qualcosa di colpa”.
Ed allora ha spiegato come aiutarli: “. Ci sono bambini che non hanno il necessario… dobbiamo essere tutti uguali, ma non è così. Perché accade questo? Questo accade per l’egoismo, per l’ingiustizia… è per quello che tu hai fatto la domanda… Questo accade perché la gente è egoista, perché la gente è ingiusta. Grazie Federico e spetta a tutti noi cercare di essere più giusti e lavorare perché non ci siano tante ingiustizie nel mondo. Siamo tutti uguali, ma questo purtroppo non sempre accade”.
E non è mancata una domanda sui nonni: “E tu cosa pensi? È giusto o non è giusto? Cosa pensi? [Risponde: è sbagliato] è sbagliato, brava! Grazie! Prendi la caramella… voi sapete che ci sono tanti anziani che hanno dato la vita, hanno fatto una famiglia, hanno educato i figli, hanno educato i nipotini e adesso si trovano soli, abbandonati in una casa di riposo. Domando a tutti voi: è giusto o non è giusto? [Rispondono: Non è giusto] non sento… Si o no? [Rispondono: no] Non è giusto, per questo noi dobbiamo visitare i nonni, andare a trovarli, se sono in casa, andare a trovarli e se qualcuno è da un’altra parte, andare a trovarli”.
Infine una domanda: se i bambini sono capaci di aprire il cuore dei giovani: “La domanda è una domanda intelligente. Lei nel film ci ha fatto vedere come è stata commossa dalla povertà della gente povera che dorme sulla strada. Il suo cuore si è aperto. E lei ha una domanda: ma c’è tanta gente con il cuore chiuso, con il cuore duro, con il cuore che sembra un muro. Come si fa a aprire il cuore dei grandi?
Non è facile questo… Voi dovete bussare alla porta dei grandi: papà, mamma, perché ci sono bambini che non hanno da mangiare? Papà, mamma, perché c’è gente che dorme sulla strada? Papà, mamma, perché c’è gente che non ha lavoro? Voi dovete fare queste domande e, anzi, dovete farle a Dio! Dio, perché questo? Che il Signore ci aiuti. Voi bambini potete fare una vera rivoluzione con queste domande e con queste inquietudini”.
Al papa sono consegnati i disegni e le lettere giunte da tutto il mondo. Padre Ibrahim Faltas porta un dono dai bimbi della Terra Santa. Una ragazza musulmana cieca, alunna di una scuola francescana per non vedenti, ha intonato uno struggente canto di pace. Infine un saluto è arrivato dal ‘nonno’ Lino Banfi.
(Foto: Santa Sede)