Carlo Acutis e don Giuseppe Allamano: nuovi santi della Chiesa

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Carlo Acutis (1991-2006) e don Giuseppe Allamano (1851-1926), fondatore dell’Istituto delle Missione della Consolata, saranno proclamati santi, in quanto papa Francesco ha autorizzato il dicastero a promulgare i Decreti riguardanti i miracoli attribuiti all’intercessione dei due beati. Contestualmente è stato anche autorizzato il decreto sulle virtù eroiche di Enrico Medi (1911-1974), scienziato (allievo di Enrico Fermi) e politico (fu padre costituente per la DC), figura del laicato cattolico del secolo scorso.

Il miracolo per la canonizzazione del beato Allamano riguarda la guarigione miracolosa, attribuita alla sua intercessione, del signor Sorino Yanomami, indigeno della foresta amazzonica, che il 7 febbraio 1996 fu aggredito da un giaguaro che gli fratturò la scatola cranica. Mentre al beato Acutis è stata attribuita la guarigione miracolosa di una giovane costaricana che, trasferitasi a Firenze nel 2018 per motivi di studio, la mattina del 2 luglio 2022, cadde dalla sua bicicletta mentre percorreva una strada del centro cittadino, riportando un trauma cranico molto grave.

Inoltre papa Francesco ha autorizzato i decreti riguardanti il miracolo attribuito all’intercessione di don Giovanni Merlini, sacerdote e moderatore generale della Congregazione dei Missionari del Preziosissimo Sangue; nato a Spoleto nel 1795 e morto a Roma nel 1873, che così diventerà beato. E inoltre il martirio del prete polacco don Stanislao Kostka (1902-1938) e della laica ungherese Maria Maddalena Bódi (1921-1945), entrambi uccisi dai comunisti, che saranno proclamati beati.

In occasione della canonizzazione del beato Allamano l’arcivescovo di Torino, mons. Roberto Repole, ha scritto una lettera ai fedeli, ricordando la sua ‘passione’ per le missioni: “La missione partì dall’amato Santuario della Consolata e oggi è diffusa in tutto il mondo, dove i Missionari e le Missionarie della Consolata continuano a testimoniare la fede in Gesù, spesso in condizioni di grande povertà materiale e spirituale.

E’ l’impegno missionario di tutta la Chiesa, anche di quella torinese che sull’esempio dell’Allamano e dei ‘santi sociali’ che illuminarono la città nell’Ottocento e nel Novecento si sente chiamata a portare il Vangelo nella vita di tutti gli uomini e tutte le donne, qui ed oggi”.

Anche il vescovo di Assisi-Nocera Umbra-Gualdo Tadino e di Foligno, mons. Domenico Sorrentino, ha ringraziato il papa per la canonizzazione di Carlo Acutis: “La Chiesa di Assisi è in festa. Sia lode al Signore, che sta facendo grandi cose, per dare un colpo d’ala al nostro entusiasmo nella coerenza cristiana e nell’annuncio del Vangelo. Grazie anche al Santo Padre che sta assecondando l’opera di Dio… Voglia il Signore continuare la sua opera attraverso la testimonianza del beato Carlo.

Egli potrà essere chiamato ‘Santo’ e venerato con il culto liturgico dovuto ai Santi solo dopo la canonizzazione. Liturgicamente, pertanto, tutto rimane come prima. Ma esprimiamo con esultanza la nostra gioia in unione con la famiglia, specie il papà Andrea e la mamma Antonia, e tutti i devoti di Carlo sparsi nel mondo. Egli ci ottenga dal Signore di amarlo come lo ha amato lui, soprattutto nella Santa Eucaristia. In attesa di rivedervi, vi benedico di cuore”

Per consolidare l’unione spirituale che lega l’arcidiocesi di Milano a Carlo Acutis, dall’aprile 2023 una lampada votiva offerta dagli oratori della FOM (Fondazione Oratori Milanesi) è stata collocata in forma stabile vicino alla tomba del Beato, a cui fa riferimento mons. Mario Delpini: “C’è un segno per incoraggiare gli adolescenti ad avere stima di sé, a coltivare speranze audaci, a smentire la tristezza del mondo. Carlo Acutis riconosciuto santo per i miracoli che si compiono per sua intercessione ascolti tutte le nostre preghiere.

Carlo Acutis abita per sempre nell’età della adolescenza per farsi amico di tutti coloro che transitano, ora e in futuro, per questa età e per incoraggiarli a desiderare di diventare adulti, di riconoscere la propria vocazione alla santità.

Un santo adolescente, vicino a san Francesco, con lo sguardo alle cime, con i suoi blue jeans e la sua felpa in giro per le strade di ogni giorno, sia per tutti noi testimone della voglia di vivere, del gusto per il bene, dello stupore per la bellezza e sia esempio da seguire per coloro che alimentano la lampada che abbiamo acceso in Assisi”.

“La nostra Associazione ‘Bambino Gesù del Cairo’ è, da sempre, molto legata alla figura del Beato Carlo Acutis. La sua prima statua è stata realizzata da noi e, successivamente, fatta pervenire al Santo Padre, dal quale è stata benedetta il 17 marzo 2021”, ha dichiarato mons. Yoannis Lazhi Gaid, già Segretario personale di papa Francesco, il quale ha aggiunto:

“Il 15 maggio abbiamo ospitato a Latina la statua del Beato nella nostra parrocchia di Santa Domitilla. La Cappella della nostra Casa di Accoglienza ‘Oasi della Pietà’, inaugurata il 5 maggio scorso al Cairo, in Egitto, è dedicata al giovane Santo. Siamo molto felici che il Santo Padre abbia approvato il decreto per la canonizzazione del Beato Acutis, il quale rappresenta una figura moderna davvero molto straordinaria, che conduce a Cristo tantissimi giovani e persone”.

Mons. Yoannis Lahzi Gaid ha concluso: “Il Beato Carlo Acutis è un maestro della fede, della pratica cristiana, della carità operosa, del rosario e della messa quotidiana. A lui chiedo di aiutarci a collocare Dio al centro della nostra vita, di benedirci e di guidarci con il suo esempio concreto”.

Inoltre don Emanuele Lupi, moderatore generale della Congregazione dei Missionari del Preziosissimo Sangue, ha espresso gratitudine per don Giovanni Merlini, che presto sarà beato: “Con affetto filiale ed esultanza in unità, rivolgiamo al Santo Padre Francesco sentimenti di profonda gratitudine per aver arricchito la Chiesa Universale di un nuovo Beato, uomo di sapienza e di discernimento, operatore di riconciliazione e di pace, missionario della misericordia, testimone del mistero del Sangue Prezioso di Cristo”.

Mentre Nicla Spezzati, postulatrice della Causa, ha evidenziato: “Come era questo sacerdote e missionario, che ha attraversato negli Stati della Chiesa (1785 al 1873) una temperie storica non facile, dalla Repubblica Romana ai moti risorgimentali, con il brigantaggio postnapoleonico, la caduta del potere temporale del Papa, la presa di Roma, l’unità d’Italia? Univa in se stesso i contrari in una ammirabile sintesi.

Uomo dai mille talenti: esuberante e riflessivo, metodico e artista, puntuale, preciso, ma con una apertura di mente e di cuore su un orizzonte vasto. Un uomo in carne ed ossa dal tratto democratico e amico, coerente con i principi professati, inflessibile nell’esigere da se stesso più che dagli altri, indulgente nel comprendere gli altri più che se stesso…

Consigliere stimato di Papa Pio IX e, insieme, missionario tra i ‘briganti’ della campagna romana cui si faceva prossimo di misericordia e operatore di pace. Uomo appassionato dell’umanità quotidiana, convinto che ogni debolezza e fragilità può essere portata a vita, nell’incontro con il Cristo del Vangelo”.

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