Papa Francesco ha ringraziato la Commissione di Archeologia Sacra per le aperture delle Catacombe

Oggi papa Francesco ha incontrato i partecipanti alla Plenaria della Pontificia Commissione di Archeologia Sacra, in cui è avvenuta la presentazione dell’ideazione delle Giornate delle Catacombe, con il coinvolgimento delle nuove generazioni di studenti e studiosi di archeologia cristiana:
“In tal senso, l’ideazione delle Giornate delle Catacombe, con il coinvolgimento di famiglie e di ragazzi nei laboratori didattici; la presentazione delle diverse catacombe sia in programmi televisivi sia sui social media; l’assegnazione di Borse di studio; i cantieri annuali di ricerca archeologica in collaborazione con diverse Università; tutte queste iniziative contribuiscono a favorire la conoscenza delle catacombe e la loro frequentazione qualificata”.
Il papa ha collegato le catacombe al tema giubilare, oltre a possibili convegni di interesse storico e scientifico: “Ma è stato soprattutto il tema del prossimo Giubileo a occupare la vostra riflessione. In questo grande evento le catacombe cristiane saranno naturalmente una delle mete più significative.
Il tema del Giubileo, ‘Pellegrini di speranza’, trova, infatti, una sua singolare e suggestiva declinazione proprio nei percorsi catacombali. Lì si trovano i tanti segni del pellegrinaggio cristiano delle origini: penso, ad esempio, agli importantissimi graffiti della cosiddetta triclia delle catacombe di San Sebastiano, la Memoria Apostolorum, dove si veneravano insieme le reliquie degli Apostoli Pietro e Paolo”.
Infatti nelle catacombe si possono scoprire testimonianze della speranza della Resurrezione: “Scopriamo poi, in questi percorsi, i simboli e le raffigurazioni cristiane più antiche, che testimoniano la speranza cristiana. Nelle catacombe tutto parla di speranza, tutto: parla di vita oltre la morte, di liberazione dai pericoli e dalla morte stessa per opera di Dio, che in Cristo, il Pastore buono, ci chiama a partecipare alla beatitudine del Paradiso, evocata con figure di piante rigogliose, fiori, prati verdeggianti, pavoni e colombe, pecorelle al pascolo… Tutto parla di speranza e di vita!”
Quindi il ‘pellegrinaggio’ nelle catacombe è un itinerario esperienziale della Resurrezione: “Il pellegrinaggio nelle catacombe si configura, pertanto, come un itinerario in cui fare esperienza del senso dell’attesa e della speranza cristiana; ci ricorda che siamo tutti pellegrini, in cammino verso la meta dell’incontro con Dio, che in Cristo Risorto ci chiama a condividere la sua beatitudine e la sua pace. Le prime generazioni cristiane comunicano ed esprimono questa fede attraverso le parole augurali e le preghiere che continuamente ritornano negli epitaffi tracciati sulle tombe dei loro cari: Vivas in pace – Vivas in Deo, Vivas in Christo!”
E la speranza cristiana è testimoniata dai martiri: “La speranza cristiana viene testimoniata soprattutto dai Martiri, le cui memorie costellano i percorsi catacombali. Per questo mi rallegro vivamente con voi per la proposta di evidenziare, in vista del Giubileo, le tombe dei Martiri, proponendole ai pellegrini come tappe significative dei percorsi di visita. Sostare davanti ad esse ci fa confrontare con l’esempio coraggioso di questi cristiani, sempre attuale, e ci invita a pregare per tanti fratelli che oggi subiscono persecuzione per la fede in Cristo”.
Infine ha ringraziato la Pontificia Commissione di Archeologia Sacra per aver aperto altri luoghi catacombali per le visite: “Propizia e opportuna appare, pertanto, la decisione di ampliare il numero dei siti catacombali accessibili ai pellegrini, per permettere a un maggior numero di visitarli e di rafforzarsi così nella fede e nella speranza…
Vi ringrazio per il vostro servizio e vi esorto a portarlo avanti sempre con competenza e passione. E’ un servizio alla memoria e al futuro; un servizio alle radici e all’evangelizzazione. Perché il messaggio delle catacombe parla a tutti, ai pellegrini e anche ai visitatori lontani da un’esperienza di fede”.
(Foto: Santa Sede)