Associazioni cattoliche: la pace è dovere ‘creativo’ per la politica

“Ci siamo incontrati in questi giorni a Trieste per riflettere sul tema della prossima Settimana Sociale, dal titolo ‘Al cuore della democrazia’, e abbiamo condiviso l’urgenza di rivolgere insieme un appello accorato per la Pace ai leader dei Governi, ai rappresentanti delle istituzioni e in particolare a coloro che si candidano a guidare l’Unione Europea”.
Richiamando l’appello di papa Francesco di pregare per la pace l’associazionismo cattolico (Acli, Agesci, Azione Cattolica Italiana, Comunione e Liberazione, Comunità di Sant’Egidio, Movimetno Cristiano dei Lavoratori), Movimento politico per l’unità e Rinnovamento nello Spirito) hanno sottoscritto a Trieste, città che nel prossimo luglio ospiterà la 50^ Settimana Sociale dei Cattolici sul tema della democrazia (‘Al cuore della democrazia’), un appello per la pace rivolto non solo ai governi e ai rappresentanti delle istituzioni, ma anche ai candidati impegnati nelle elezioni europee. Il documento è stato ufficializzato nel mese di maggio durante i lavori svolti nella città giuliana in preparazione all’evento di luglio con la partecipazione di papa Francesco e del presidente della Repubblica Italiana, Sergio Mattarella.
Nel testo, che nelle prossime settimane sarà possibile sottoscrivere anche da parte da cittadini ed altre associazioni, movimenti e comunità, è ribadito che alimentare i conflitti non è la soluzione: “La guerra non è mai stata la soluzione dei conflitti e delle tensioni tra popoli e nazioni, ma ha sempre causato morte e sofferenza per tutti e in particolare per i più deboli, che pagano e pagheranno sempre il prezzo più alto”.
Quindi chiaramente le associazioni ribadiscono che la pace è un dovere ‘creativo’ per la politica: “La guerra è una sconfitta del diritto e della comunità internazionale e dell’umanità intera. Conflitti imperversano alle nostre porte, in Ucraina, in Terra Santa e in tanti altri posti del mondo, con armi sempre più potenti e dagli effetti devastanti per le persone e per l’ambiente. In questa ora così terribile per il mondo sentiamo di essere chiamati a una conversione profonda e a dare un giudizio comune e chiaro: la pace è il dovere della politica. Un ostinato e creativo dovere”.
Emiliano Manfredonia (Acli), Francesco Scoppola (Acli), Giuseppe Notarstefano (Azione Cattolica Italiana), Cesare Pozzoli (Comunità e Liberazione), Adriano Roccucci (Comunità di Sant’Egidio), Guglielmo Borri (Movimento Cristiano dei Lavoratori), Argia Albanese (Movimento politico per l’unità), Giuseppe Contaldo (Rinnovamento nello Spirito) hanno sottolineato l’importante ‘ruolo’ del’Unione Europea e la responsabilità a cui sono chiamati gli europei: “L’Unione Europea, sognata sulle macerie della guerra, costruita sull’utopia della pace, ha un ruolo decisivo. E tutti noi ci sentiamo responsabili dell’eredità di politici europei, credenti e non, che hanno anteposto la vita e le ragioni che uniscono dinanzi a ciò che divide”.
Richiamando il monito del presidente della Repubblica Italiana (‘Il mondo ha bisogno di pace, stabilità, progresso, e l’Unione europea è chiamata a dare risposte concrete alle aspirazioni di quei popoli che guardano al più imponente progetto di cooperazione concepito sulle macerie del secondo conflitto mondiale’) l’associazionismo cattolico si appella ai candidati ricordando la responsabilità nei confronti della pace: “Per questo facciamo appello alle forze politiche e a chi si candida alle imminenti elezioni europee perché si assuma esplicitamente la responsabilità di porsi come interlocutore per la pace, proponendo senza riserve la via diplomatica e della vera politica”.
Però la pace non è un impegno solo per la politica, ma riguarda i cittadini, in quanto è un compito educativo difendere la dignità della persona: “Non possiamo rassegnarci al fatto che la retorica bellicistica e la non-cultura dello scontro invada la nostra vita dalle relazioni personali alle relazioni sociali e politiche.
Continueremo a impegnarci sul terreno educativo e formativo, nella solidarietà concreta verso i più deboli e le vittime delle ingiustizie, nel dialogo per il bene comune con le donne e gli uomini di buona volontà. Oggi più che mai, la politica è ‘la più alta forma di carità’ se persegue la pace. Emerga con decisione un impegno condiviso per una Pace fondata sul riconoscimento dell’infinita ed inalienabile dignità della persona”.
Ed il vescovo di Trieste, mons. Enrico Trevisi, presentando la Settimana Sociale ha rimarcato come Trieste sia terra di frontiera con lo sguardo rivolto al futuro, che vive ed è testimone di una profezia: “Una testimonianza che è una sfida continua a procedere nel rispetto reciproco e nella costruzione del bene comune attraverso la partecipazione. Trieste, città nella quale le diverse culture e religioni convivono nel rispetto e nella stima reciproca, si appresta ad accogliere con grande interesse la 50^ Settimana sociale dei cattolici in Italia”.
Il prof. Giovanni Grandi, docente dell’Università degli Studi di Trieste e membro del Comitato scientifico delle Settimane sociali, ha ricordato come questo evento abbia radici antiche, essendo partito, su iniziativa di Giuseppe Toniolo, nel 1907 con l’intento di creare una rete di riflessione sui temi sociali che potesse coinvolgere i cattolici nella vita dell’Italia:
“La dicitura del convegno è cambiata, da ‘cattolici italiani’ a ‘cattolici in Italia’ per includere e dare spazio e voce a sensibilità diverse, quelle di tante persone del mondo cattolico che vivono e lavorano in Italia pur avendo le provenienze più disparate, evidenziando il pluralismo del mondo cattolico, che qui a Trieste si concretizza nella presenza della minoranza slovena, ma anche della comunità croata, filippina, moldava”.
Infine un accenno al titolo dell’imminente edizione delle ‘Settimane sociali’: “Le Settimane si pongono non come evento, ma come un processo che vuole mettersi al servizio del bene comune coinvolgendosi con le dinamiche culturali, sociali e politiche del Paese. L’edizione di Trieste vuole aprirsi alla città attraverso una serie di dibattiti, eventi culturali e spettacoli aperti al pubblico.
Il tema è quello della partecipazione attiva dei cittadini alla vita democratica, tema particolarmente sentito in questo momento storico in Italia e in tutto l’Occidente, segnato da una profonda disaffezione delle persone verso la vita democratica, evidenziata anche dalla crescente quota di astensionismo registrata nelle elezioni”.
(Foto: Acli)