2014-2024. Cosa è cambiato nella Chiesa rispetto alle persone e famiglie mafiose?

[Korazym.org/Blog dell’Editore, 29.02.2023 – Ivo Pincara] – Nonostante l’esplicito divieto di riti funebri pubblici per Gaetano Riina, fratello del “boss dei boss” corleonese, morto a 90 anni, mentre stava scontando ancora una condanna per associazione mafiosa, Don Nicola Misuraca, Rettore della chiesa del cimitero di Mazara del Vallo dove è sepolto, ha celebrato domenica scorsa una Santa Messa pubblico in suffragio, come hanno riportano Fanpage (con le foto) [QUI] e i media locali. Mons. Angelo Giurdanella, dal 29 luglio 2022 Vescovo di Mazara del Vallo, ha criticato duramente la decisione del cappellano, nominato da lui alcuni mesi fa, perché «ha disubbidito alle norme della Chiesa da tutti conosciute e, quindi, saranno presi i dovuti provvedimenti disciplinari».
A dieci anni dal 21 giugno 2014 – il giorno in cui Papa Francesco in Calabria, in una durissima omelia contro la ‘ndrangheta, durante la Santa Messa a Sibari davanti a 200.000 mila fedeli, scomunicò coloro che fanno parte dell’associazione criminale, che “è adorazione del male” – continuiamo a chiederci: “Cosa è cambiato in termini di amministrazione dei sacramenti alle persone e alle famiglie mafiose? Nessuno ne parla”», come abbiamo fatto tre anni fa, il 27 gennaio 2020 [QUI].
Lo facciamo nuovamente a seguito della Santa Messa in suffragio per Gaetano Riina, il fratello del boss Totò Riina celebrata dal cappellano del cimitero di Mazara del Vallo. «Mafia e Chiesa sono inconciliabili», ha scritto il Vescovo Angelo Giurdanella, in una Nota diffusa dalla Diocesi di Mazara del Vallo, a seguito «dell’incresciosa e arbitraria scelta del cappellano del cimitero».

La Nota della Diocesi di Mazara del Vallo
«A seguito dell’incresciosa e arbitraria scelta del cappellano del cimitero di Mazara del Vallo, in favore del defunto Gaetano Riina, esponente di rilievo della associazione mafiosa denominata “Cosa nostra”, il Vescovo di Mazara del Vallo ribadisce, che la posizione della Chiesa, nei confronti di suddetta associazione e dei suoi singoli componenti, è chiara ed inequivocabile: l’associazione è inconciliabile con il Vangelo e con la fede della Chiesa, tutti coloro che ne fanno parte si autoescludono, direttamente o indirettamente, dalla comunità ecclesiale.
In riferimento al defunto Gaetano Riina, le autorità competenti della provincia di Trapani, in data 23 febbraio 2024, hanno decretato e notificato al Vescovo, la sepoltura privata, senza alcuna celebrazione liturgica ma solo una eventuale benedizione, cosa che è stata puntualmente eseguita.
Per il presbitero, che nei giorni successivi alla sepoltura, ha disubbidito alle norme della Chiesa, da tutti conosciute, saranno presi i dovuti provvedimenti disciplinari.
In fede
+ Angelo Giurdanella Vescovo
Mazara del Vallo 27 febbraio 2024».
Il Vescovo compie 68 anni: «Le auguriamo tutto il bene del mondo»
«Eccellenza, vogliamo augurarle il tutto e il niente: tutto ciò che può farla felice e niente che la faccia soffrire»: con queste parole, i rappresentanti dell’associazione “Maria Santissima Addolorata”, le monache benedettine di clausura e tutta la comunità di fedeli di San Michele hanno augurato buon compleanno al Vescovo Angelo Giurdanella, che lo scorso sabato 24 febbraio ha compiuto 68 anni. La mattina Mons. Giurdanella ha celebrato la Santa Messa nella chiesa di San Michele di Mazara del Vallo, annessa al monastero di clausura. «Le auguriamo tutto il bene del mondo – hanno scritto nel messaggio di auguri – tutte le esperienze belle possibili e immaginabili. Quindi, ci teniamo a precisarlo, auguri perché possa rimanere sempre in salute, sorridente, disponibile e illuminato: auguri perché Lei è stato e rimarrà il più bel regalo per noi, per la nostra Diocesi». E hanno aggiunto: «Il tempo non ci è nemico, il suo scorrere serve a ricordaci quanto ogni istante sia unico e prezioso: portare bene gli anni non significa non sentirne il peso, ma saper dare a essi il peso giusto. E lei lo state facendo con onore e con amore».
Eccellenza, anche lo Staff del Blog dell’Editore augura tutto il bene del mondo, a lei e ai sacerdoti che combattendo le mafie e la criminalità pagano di persona se necessario, in una realtà che, purtroppo, non più è tra le priorità della Santa Sede.

La Santa Messa in suffragio di Gaetano Riina
«Oggi siamo qui anche per il nostro amatissimo fratello Gaetano. Non avendo potuto fare il funerale, preghiamo per lui perché noi siamo e dobbiamo essere una Chiesa che ascolta e asciuga ogni lacrima, una Chiesa con la quale condividiamo gioie e dolori». Queste sono le parole, pronunciate domenica 25 febbraio alla Santa Messa celebrata alle ore 11.30 da Don Nicola Misuraca, Rettore della chiesa del Cimitero di Mazara del Vallo (foto di copertina), in riferimento al fratello del “capo dei capi” Totò Riina, deceduto lo scorso giovedì 22 febbraio a Mazara del Vallo a 90 anni a seguito di una grave malattia. Gaetano Riina era ancora agli arresti per associazione mafiosa anche se dal 2021 era stato trasferito ai domiciliari per le condizioni di salute e avrebbe dovuto finire di scontare la sua pena il prossimo maggio.
A seguito della sua morte, il Questore di Trapani, Salvatore La Rosa, aveva disposto il divieto di celebrare funerali pubblici, decidendo anche il percorso che il carro funebre ha dovuto percorrere dall’abitazione di Gaetano Riina fino al cimitero dove è stato tumulato, in maniera privata, intorno alle ore 20.00 dello scorso venerdì 23 febbraio.

Però, anche se per motivi di ordine pubblico era stato imposto il divieto di celebrare riti funebri pubblici per Gaetano Riina, Don Nicola Misuraca ha deciso ugualmente di celebrare per lui una Santa Messa in suffragio nella Chiesa del cimitero mazarese, alla presenza della figlia, di familiari e di amici, in totale una ventina di persone.
Nella sua omelia, Don Misuraca ha sottolineato che «non saremo giudicati dalla Chiesa ma da Dio a cui nessuno si può sostituire. Lui è l’unico giudice della nostra vita. Cristo è morto per tutti, ha versato il suo sangue per tutti, nessuno escluso. Nella misura in cui qualcuno esprime un giudizio sull’anima della persona, questo è nel peccato. Se per esempio io commetto un furto, devo essere condannato e questo è un giudizio sul comportamento ma il giudizio dell’anima non spetta a nessuno se non a Dio. Ecco perché la nostra preghiera deve essere rivolta a tutti e nessuno può giudicare. E aggiungo che se io commetto un furto ma ho fatto tante opere di bene, Dio su quelle mi giudicherà e non sull’unico gesto brutto che ho commesso nella mia vita».
Al termine della celebrazione, Don Misuraca ha pregato «per Gaetano e per tutti i nostri cari defunti» e ha anche fatto una sorta di “rito funebre” incensando e aspergendo con l’acqua benedetta una foto del defunto Gaetano Riina posta su un tavolino davanti all’altare. «Questa è una Messa che ho voluto offrire io, una solennità per papà – ha detto Don Misuraca, rivolgendosi alla figlia Concetta Riina – per nostro fratello Gaetano e pregherò per lui sia nella prossima domenica che fino alla fine del mese. Adesso lo vogliamo benedire».
Poi, Don Misuraca ha ricordato che «in fondo alla chiesa, sul tavolino è stato posto un foglio in cui i familiari e gli amici di nostro fratello Gaetano possono scrivere un pensiero. Il foglio sarà dato alla famiglia che poi vi ringrazierà».
Successivamente, Don Misuraca si è recato insieme ai presenti al loculo di Gaetano Riina dove, insieme alla famiglia, ha benedetto la salma.

La spiegazione di Don Nicola Misuraca
Dopo la Santa Messa in suffragio di Gaetano Riina e la risposta decisa del Vescovo di Mazara del Vallo, Don Nicola Misuraca, sacerdote mazarese che della carità ha fatto il suo mantra, ha spiegato a Fanpage.it la sua decisione [QUI]: «Ci tengo profondamente a raccontare per bene come sono andati i fatti in merito a questa vicenda, che ha assunto una brutta piega e soprattutto ha fatto passare il messaggio che io abbia fatto qualcosa di illegale. Partendo dal principio, proprio lo scorso giovedì sono stato chiamato d’urgenza per impartire l’estrema unzione al Riina che era in agonia. L’indomani invece, il venerdì, sono stato chiamato di sera dal Direttore del cimitero per benedire la salma, che nel frattempo doveva essere tumulata privatamente per ordine del Questore che ha concesso quindi solamente un rito funebre e non un funerale. Decisione che io non condivido ma accetto e soprattutto rispetto».
In merito alla Santa Messa di domenica scorsa, Don Misuraca ha specificato a Fanpage.it, che, secondo lui, non è stato un problema celebrarla perché «nessun funerale è stato fatto ma una Messa con rito funebre, che non va contro l’ordine della Questura, e soprattutto che io faccio per tutti i defunti; non è stata fatta solo per Riina che personalmente neanche conoscevo. Nel momento in cui quotidianamente arrivano dei feretri al cimitero, io intercetto la famiglia e faccio presente che la domenica successiva pregherò per l’anima del defunto e invito la famiglia a venire a Messa. La stessa cosa è stata fatta con Riina. Nelle Messe delle 09.30 e delle 10.30 ad essere ricordati sono stati altri defunti, alle 11.30 è toccato a lui».
Don Misuraca poi aggiunge: «Rispetto agli altri, la celebrazione di Riina ha assunto, ovviamente, una piega diversa perché lui non ha avuto un funerale e quindi la Messa è stata colta anche da famiglia e amici, per poter dare al defunto un ultimo saluto e potergli dedicare un momento di preghiera. La Questura non voleva si facesse un funerale e questo non è stato fatto, la mia era una Messa domenicale dove però abbiamo pregato per lui».
Don Misuraca, se da una parte spiega l’origine della Santa Messa in suffragio di Gaetano Riina, dall’altra resta invece fermo sulle parole pronunciate durante la sua omelia in ricordo del defunto. Sulla Nota del vescovo, Don Misuraca dice: «Non ho nulla da dire, la condivido. Ovviamente la Chiesa è contro qualsiasi mafia, ma ancora una volta voglio ricordare che l’ultimo giudizio non è il nostro ma quello divino».