La presentazione a Coreno Ausonio del libro in ricordo di Don Simone Di Vito

Sabato 24 febbraio 2024 alle ore 16.30 a Coreno Ausonio, il piccolo Comune ciociaro dove è nato Don Simone Di Vito – scomparso poco più di un anno fa, il 2 febbraio 2023 – come abbiamo annunciato [QUI], è stato presentato il libro Don Simone Di Vito. Incontri, scatti e ricordi curato da Anna Maria Lepone (Armando Caramanica Editore 2024, 136 pagine, 20 Euro [QUI]), da oggi nelle librerie ed edicole del territorio di Minturno, Formia, Gaeta e Castelforte.

L’evento Ricordare Don Simone. Uomo di Dio, sacerdote, fratello, amico, uomo del sociale – organizzato dalla Pastorale Sociale e del Lavoro del Lazio, con il patrocinio del Comune di Coreno Ausonio, dell’Arcidiocesi di Gaeta e della Conferenza Episcopale Laziale – si è svolto nella Sala consiliare del Comune di Coreno Ausonio.
Sono intervenuti il Sindaco di Coreno Ausonio, Simone Costanzo; il Vescovo emerito di Velletri-Segni, Mons. Vincenzo Apicella, Delegato per i problemi sociali e il lavoro della Conferenza Episcopale Laziale; il Direttore regionale della Pastorale Sociale e Lavoro del Lazio, Claudio Gessi; l’editore Armando Caramanica; e la curatrice del volume, la Dott.ssa Anna Maria Lepone. Ha coordinato l’incontro il Caposervizio del quotidiano Latina Oggi e responsabile nazionale Legalità per Articolo 21, Graziella Di Mambro, la quale è presente anche nel volume con un rilevante contributo (Quell’omelia che ruppe l’omertà sulla camorra).

Hanno partecipato, tra gli altri, i fedeli e gli amici delle comunità di Scauri di Minturno, di Ventosa di Santi Cosma e Damiano e di Coreno Ausonio, centri del Sud Pontino, dove Don Simone ha espletato la sua lunga missione di parroco. Presente come ospite, e invitato ad intervenire, ho sottolineato che altri conoscono Don Simone meglio di me e talvolta anche da più di 40 anni, da quando l’ho incontrato per la prima volta nel tempo di Pasqua del 1983, e possono parlare di lui certamente meglio di me. Tenendomi al titolo del libro – Incontri, scatti e ricordi – ho raccontato alcuni aneddoti della mia esperienza, dell’amico sacerdote e compagno di viaggio con il Papa nel mondo – a cui avevo accennato nel mio breve ricordo del 3 febbraio dello scorso anno, che è incluso anche nel libro (Cappellano dei giornalisti ammessi al Volo Papale). Aneddoti che svelano all’attento ascoltatore dei tratti sconosciuti dell’uomo e sacerdote Don Simone [V.v.B.].

[Korazym.org/Blog dell’Editore, 26.02.2024 – Anna Maria Lepone] – Un anno fa l’assenza improvvisa di Don Simone ci lasciava profondamente scossi e senza parole. Proprio lui che, come ha scritto Claudio Gessi, nella vita faceva sentire la sua presenza attraverso atteggiamenti forti ed inequivocabili, se ne è andato, invece, all’improvviso, senza fare rumore. Tutti abbiamo avvertito immediatamente, dopo il commiato, di voler fare qualcosa.
Don Simone mi aveva chiesto di preparargli un fotolibro a ricordo del suo 50° anniversario di sacerdozio e mi aveva consegnato varie foto delle realtà in cui aveva celebrato e festeggiato l’importante anniversario. Ho avvertito subito che dovevo mantenere quell’impegno, glielo avevo promesso.
Riflettendo, ho capito che quell’anniversario aveva rappresentato soltanto una tappa, e che quei cinquant’anni andavano riempiti dell’impegno, della coerenza, della passione, della creatività e della caparbietà con cui Don Simone ha vissuto e svolto il ministero sacerdotale, con cui ha vissuto la sua vita. Tutto questo andava raccontato.
Ci siamo incontrati tra amici; amici il cui rapporto con Don Simone risale a 20, 30, 40 anni fa, per molti è stato professore al Liceo e poi parroco a Scauri, con una frequentazione che è continuata in modo costante fino alle ultime settimane, fino agli ultimi giorni di vita. Non sarebbe stato difficile per noi raccontarne la storia, l’impegno, la sensibilità per il sociale e la capacità progettuale, come pure avremmo potuto testimoniare l’importanza che attribuiva alla formazione di bambini, ragazzi e adulti. Ci siamo confrontati ed abbiamo deciso una linea diversa.
Non dovevamo essere noi a scrivere il ricordo di Don Simone. La vita e l’esperienza di Don Simone non possono essere circoscritte ad un ambito o ad un territorio. Egli ha intrecciato relazioni profonde ovunque la vita lo abbia portato. Così abbiamo ricercato alcune di queste persone chiedendo di raccontare la propria esperienza, il proprio ricordo. Non secondo uno schema rigido, non con una lunghezza predefinita, ma ciascuno libero di esprimersi secondo il proprio stile, secondo la profondità della propria relazione, come veniva dettato dal cuore.
Come ho avuto modo di scrivere nella presentazione del volume, la narrazione si snoda cronologicamente attraverso i decenni a partire dagli anni del seminario. Per quel periodo ci viene proposta l’immagine stampata nella memoria del Vescovo emerito di Rimini, Mons. Francesco Lambiasi (con Me lo ricordo così), compagno di Seminario: un giovane brillante, sincero, acuto, e arguto, di cui fornisce poi tre significative “pennellate”.
Anche Ambrogio Sparagna racconta (con Zampogne, vino e fichi secchi) di averlo conosciuto giovanissimo. Ma soprattutto sottolinea che Don Simone fu il primo prete, dopo il compianto parroco maranolese Don Antonio De Meo, ad entusiasmarsi del lavoro suo e di Erasmo, un lavoro di ricerca musicale su strumenti come la zampogna e la ciaramella, strumenti che tutti, allora, consideravano in via di estinzione e “non adatti” a giovani musicisti come erano loro. Don Simone era affascinato dal loro studio dedicato alla scoperta di suoni e saperi musicali così antichi e aveva dato loro fiducia “ad affrontare i perigliosi cammini della vita artistica”.
Nel mio intervento ho messo in relazione un aspetto della testimonianza di Ambrogio Sparagna con quella di Salvatore Fega, il quale ha scritto (dal titolo L’importanza di confrontarsi e progettare), che Don Simone ha saputo sempre investire con successo sulle persone e sulle relazioni, anche quando sembrava che l’investimento fosse in perdita. La testimonianza di Sparagna si colloca negli anni Settanta e Don Simone allora era un sacerdote di circa 30 anni. Fega, un giovane del Progetto Policoro, invece, ha conosciuto Don Simone quando era ormai alla soglia dei 70 anni, ma, è evidente che la capacità di guardare oltre le difficoltà, come pure la sensibilità e l’incoraggiamento dei giovani ad inseguire i propri progetti ed i propri sogni, non sono cambiati con l’età e sono state una costante di tutta la sua vita.
Nel libro, Filippo Rocco ci introduce a Ventosa (con Guida spirituale e compagno di una vita). L’esperienza di Ventosa permette di “incontrare” il Don Simone sacerdote giovane, ma già determinato nella linea pastorale che intende portare avanti nella piccola comunità. Padre e pastore, ma anche figlio, fratello, amico di tutta la comunità. Iniziative impegnative, spazi di formazione, ed i primi segnali di una spiccata sensibilità per l’impegno sociale che lo porta fino a Milano, alla trasmissione televisiva Portobello, condotta da Enzo Tortora, per promuovere i lavori rustici realizzati con la stramma, unica risorsa di Ventosa.

L’esperienza di Don Simone come cappellano dei giornalisti accreditati presso la Sala Stampa della Santa Sede, ammessi al Volo Papale per i Viaggi Apostolici, è stata descritta dal Comm. Vik van Brantegem, Assistente emerito della Sala Stampa della Santa Sede. Troviamo Don Simone che, nel corso dei viaggi nel mondo al seguito del Papa, durante l’omelia della Santa Messa che celebrava per i giornalisti ogni mattina molto presto (visto il programma quotidiano intenso), offriva ai vaticanisti le proprie riflessioni da sacerdote e da giornalista, partendo dalle letture del giorno ma incentrandole sui temi del Viaggio Apostolico di cui seguiva tutte le cerimonie nel corso della giornata, concelebrando molte volte anche con il Santo Padre.
Don Simone, professore. Commovente il “tratto di strada” narrato da Maria Graziano nel libro (“Recapitolare in Cristo tutte le cose” [Ef 1,10]: da professore a padre), un tratto che centinaia di ragazzi si ritroveranno ad aver percorso avendo a fianco un prete che comprendeva il desiderio di cambiamento e le fragilità dei giovani, che li accompagnava con attento discernimento, aiutandoli ad agire, perché partisse da loro stessi il cambiamento che volevano.
Don Simone è stato a Formia insegnante di Religione. In anni successivi ha insegnato Psicologia a Cassino e Lina Lepri, ex collega, usa l’espressione (Nella scuola, per i giovani e tra i giovani): ”Noi che abbiamo avuto il privilegio di conoscerlo anche nella scuola come docente, abbiamo avuto modo di apprezzarlo per la statura morale, l’indipendenza e l’anticonformismo”, ed ha precisato che don Simone è vissuto sempre tra ai giovani e per i giovani, inculcando il senso della vita attraverso il dialogo ricco di fermenti umani, etici e religiosi.
Anche in questo caso, nel mio intervento, ho sottolineato il rapporto di Don Simone con gli studenti. Ho fatto mie le parole che il compianto Mons. Giorgio Serenari, più volte ricordato durante la presentazione, per il profondo legame di amicizia e reciproca stima, aveva espresso a Don Simone in occasione del settantesimo compleanno: “Le tue non erano lezioni di psicologia ma di vita. Colloqui più che cattedra. Coscienze da ricostruire più che nozioni da far apprendere. Ti dico grazie per loro e con loro”.
Ricco di spunti il ricordo di Valter Chiani (Omaggio a don Simone, uomo libero e fedele in Cristo) la cui
amicizia con Don Simone risale al suo primo viaggio a Ventosa, nel 1986, quando era obiettore di coscienza in servizio civile per Antonio D’Aprano.
Tra gli incontri, nel libro viene citato quello con Lino Duilio, oggi Presidente dell’Associazione di Volontariato pro migranti “Franco Verga” – C.O.I. di Milano, che nel suo contributo (Don Simone, l’amico che trasudava il profumo di Dio) fa riferimento ad una circostanza particolare, essendo entrambi ricoverati a Lione per un’operazione agli occhi. Una degenza in ospedale, un incontro, un’amicizia, un rapporto durato nel tempo e la condivisione di valori profondi.
Occasionale è stato anche l’incontro con Suor Roberta Bocchi al Santuario de La Verna, un luogo francescano per eccellenza. Don Simone non avrebbe avuto difficoltà a gestire quell’esperienza con il gruppo di giovani che aveva portato prima a Barbiana e poi a La Verna; ma era consapevole che soprattutto i giovani hanno bisogno di testimoni e Suor Roberta, infatti, seppe introdurli, con straordinaria sensibilità, nella spiritualità francescana. Quell’incontro occasionale segnò l’inizio di un percorso umano e spirituale intenso e duraturo… (raccontato in Don Simone, un amico e un fratello vero, un dono per la mia vita).
Mons. Giovanni Soligo (A don Simone, con grande amicizia) ricorda il tratto di strada percorso insieme, lui come presidente e Don Simone come membro, del Consiglio di amministrazione dell’Istituto centrale sostentamento del clero italiano, incarico durato dieci anni. Un’amicizia che è continuata nel tempo.
I trentuno anni di ministero fecondo svolto nella comunità di Sant’Albina V.M. a Scauri, sono stati espressi sinteticamente riprendendo il saluto, a cura del Consiglio Pastorale Parrocchiale in carica nel 2018 (Il Grazie della Comunità), rivolto a Don Simone nella sua ultima Celebrazione Eucaristica come Parroco. Ci sono nel volume anche alcune foto che “raccontano” la creatività, l’impegno, lo sforzo profuso in parrocchia. L’esperienza di Sant’Albina V.M. conferma la capacità del sacerdote adulto di sviluppare iniziative sempre nuove e significative, in tutti gli ambiti pastorali, per far crescere le persone a lui affidate anche nell’impegno civile e sociale.
Lo testimonia anche Matteo Marcaccio (Nel segno del bene comune) quando afferma: “Don Simone mi ha
incoraggiato a candidarmi giovanissimo, a diciannove anni, alle elezioni amministrative del Comune di
Minturno. Con il tempo ho capito che quella mia decisione, non era solo il frutto della passione politica e
dell’incoscienza giovanile ma anche dei suoi insegnamenti, dei quali, in molti, abbiamo goduto”.
È stato inserito nel volume anche Il saluto del Sindaco di Minturno al Parroco, nel momento in cui ha lasciato Scauri e la Comunità Parrocchiale di Sant’Albina, perché il Sindaco Gerardo Stefanelli ha espresso a Don Simone sincere parole di apprezzamento per essere stato “un punto di riferimento per credenti e non, coscienza critica per la realtà locale e spesso un pungolo per gli amministratori ed i politici”.
Ritroviamo Don Simone soprattutto come compagno di viaggio al fianco di tutti e di ciascuno nelle diverse situazioni di vita, formatore incessante di coscienze libere, educatore intransigente del valore della legalità, ideatore di spazi di confronto autentico per una presa di coscienza collettiva. Esperienze espresse in tanti altri contributi presenti nel libro.
Incontri Scatti e Ricordi è corredato da tante foto con le quali don Simone stesso “si racconta”. Immagini con le quali ha espresso le emozioni fissate durante i Viaggi Apostolici o ha comunicato, incessantemente negli anni, le meraviglie del Creato, la gioia ed il dolore dell’Umanità. Mons. Giorgio Costantino (Don Simone Reporter) definisce quella della fotografia la seconda vocazione di Don Simone “che ha portato avanti con intelligenza e buon senso”.

Mons. Vincenzo Apicella nel suo intervento, che ha incentrato sulla passione di Don Simone per il sociale,
e sull’impegno condiviso per rendere le proprie comunità maggiormente sensibili ai problemi del lavoro, della giustizia e della pace, della salvaguardia del creato, ha richiamato la Costituzione Gaudium et spes del Concilio Vaticano II in cui si afferma: “Il cristiano che trascura i suoi impegni temporali, trascura i suoi doveri verso il prossimo, anzi verso Dio stesso, e mette in pericolo la propria salvezza eterna” (GS 43).
Anche Claudio Gessi (Uniti dalla passione per il sociale) ha incentrato l’evento sulla testimonianza di Don Simone in campo sociale, una testimonianza forte, credibile, coerente, in grado di onorare la sua profondissima vocazione senza mai cedere il passo di fronte alle difficoltà, ai rischi, alle provocazioni di ogni genere che, l’essere fedele ai valori fondanti del messaggio evangelico, gli poneva davanti quotidianamente. Un contributo notevole per la Chiesa di Gaeta, e non solo.
Concludo, con la prima frase della Prefazione al libro dell’Arcivescovo di Gaeta, Mons. Luigi Vari: “Ecco un uomo in cui non c’è falsità”, ricordata e sottolineata anche da Mons. Vincenzo Apicella nel suo intervento.

Cenni biografici
Simone Di Vito, nato a Coreno Ausonio in provincia di Frosinone il 26 dicembre 1948 da Angelo Di Vito e Giuseppina Coreno. Ordinato sacerdote il 1° luglio 1972. Il 2 febbraio 2023 è tornato alla Casa del Padre.
Formazione
Seminario minore di Gaeta e di Teano e Pontificio Collegio Leoniano di Anagni. Università Lateranense: consegue il Baccalaureato in Teologia. Università degli Studi di Roma “La Sapienza”: consegue la Laurea in Psicologia.
Incarichi pastorali
Parroco di San Martino in Ventosa di Santi Cosma e Damiano, provincia di Latina dal 1° luglio 1972 al 3 luglio 1987.
Parroco di Sant’Albina V.M. in Scauri di Minturno, provincia di Latina dal 4 luglio 1987 al 30 ottobre 2018, data in cui, dopo 46 anni di responsabilità di parroco, rassegna le dimissioni.
Più volte eletto dai confratelli Vicario per la Forania di Minturno.
Direttore dell’Ufficio della Pastorale sociale e del lavoro, Custodia del Creato, Giustizia e Pace.
Responsabile dell’Ufficio diocesano delle Comunicazioni Sociali
Membro del Collegio dei Consultori.
Direttore dell’Ufficio Scuola diocesano (Istituto Teologico “Mons. Gargiulo”, IRC) e del Progetto Culturale.
Membro del Consiglio Affari economici diocesano e Revisore dei Conti dell’Istituto diocesano sostentamento del clero.
Membro del Comitato in preparazione della Visita di Giovanni Paolo II all’Arcidiocesi di Gaeta nel 1989.
Membro del Consiglio dei Presbiteri in qualità di Vicario foraneo.
A livello della Conferenza Episcopale Italiana, membro della Commissione Presbiterale Regionale e di quella Nazionale, che lo ha eletto rappresentante al Consiglio di amministrazione dell’Istituto centrale sostentamento del clero.
Esperienze significative
Cappellano dei giornalisti ammessi al Volo Papale in occasione di molti Viaggi Apostolici di San Giovanni Paolo II, Benedetto XVI e Francesco.
Presso la Conferenza Episcopale Italiana ha fatto parte del tavolo di studio per la Pastorale sociale nel Pubblico Impiego.
Ha partecipato ai Convegni Ecclesiali a Palermo e a Verona, ed è stato eletto, dalla Commissione presbiterale italiana, membro del Comitato preparatorio del Convegno Ecclesiale di Firenze nel 2015, con la partecipazione finale.
Ha partecipato alle Settimane sociali della Chiesa italiana.
Nelle scuole statali ha svolto l’incarico di Docente di Religione Cattolica (dal 1973 al 1986) e di Psicologia (dal 1986 al 2007).
All’Istituto Diocesano “Mons. Gargiulo” ha tenuto i corsi come Docente di Dottrina sociale.
Dal 14 dicembre 2019 era cittadino onorario del Comune di Minturno.