Francesco ai giovani ad Assisi: “Il Vangelo riguarda l’uomo, il mondo, la società, la civiltà umana”

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“Il Vangelo, cari amici, non riguarda solo la religione, riguarda l’uomo, tutto l’uomo, e riguarda il mondo, la società, la civiltà umana”. San Francesco ha tratto la “forza dall’unico Vangelo”, “ha fatto crescere la fede, ha rinnovato la Chiesa; e nello stesso tempo ha rinnovato la società, l’ha resa più fraterna, ma sempre col Vangelo”. “Se io non riesco ad essere servitore del Vangelo la mia vita non vale niente!”.

Papa Francesco incontra i giovani al termine della visita pastorale ad Assisi e rinnova l’invito a fare del Poverello – che “qui” sembra ripetere “Vangelo! Vangelo!” – un modello di santità nel quotidiano. Calore da Gmg per i cinquantamila giovani provenienti da tutta l’Umbria. “Non ho né oro, né argento da darvi, ma qualcosa di molto più prezioso, il Vangelo di Gesù”, dice Francesco di fronte alla basilica di Santa Maria degli Angeli, dopo alcuni ed intensi minuti di preghiera personale nella Porziuncola. E aggiunge: “Il Vangelo è il messaggio di salvezza di Dio per l’umanità”, “con il Vangelo nel cuore e tra le mani, siate testimoni della fede con la vostra vita: portate Cristo nelle vostre case, annunciatelo tra i vostri amici, accoglietelo e servitelo nei poveri”.

Perché la buona novella, dice rispondendo a quattro domande che gli pongono numerosi giovani, non contiene “parole vuote come ce ne sono tante oggi”, e “l’umanità ha veramente bisogno di essere salvata! Lo vediamo ogni giorno quando sfogliamo il giornale, o sentiamo le notizie alla televisione; ma lo vediamo anche intorno a noi, nelle persone, nelle situazioni…; e lo vediamo in noi stessi!”.

“Ognuno di noi ha bisogno di salvezza – ripete Francesco – Salvezza da che cosa? Dal male. Il male opera, fa il suo lavoro”. Tuttavia c’è un messaggio di speranza, perché “il male non è invincibile e il cristiano non si rassegna di fronte al male”.

“E voi giovani, volete rassegnarvi di fronte al male, alle ingiustizie, alle difficoltà?”, domanda il papa. “Il nostro segreto è che Dio è più grande del male: Dio è amore infinito, misericordia senza limiti, e questo Amore ha vinto il male alla radice nella morte e risurrezione di Cristo. Questo è il Vangelo, la Buona Notizia”.

Che poi “ha due destinazioni che sono legate”. E il papa le spiega: “la prima, suscitare la fede, e questa è l’evangelizzazione; la seconda, trasformare il mondo secondo il disegno di Dio, e questa è l’animazione cristiana della società”. Entrambe “non sono due cose separate, sono un’unica missione: portare il Vangelo con la testimonianza della nostra vita trasforma il mondo! Questa è la via!”.

Il papa ripete a braccio alcune parole di San Francesco: “Predicate sempre il Vangelo, se fosse necessario anche con le parole”. Ripete più volte la parola “testimonianza” , e rispondendo ancora alle domande dei giovani parla di “famiglia vocazione che Dio ha scritto nella natura dell’uomo e della donna” e di “chiamata al celibato e alla verginità per il Regno dei cieli”.

“Ci vuole coraggio a formare una famiglia”, dice Bergoglio. Ma il matrimonio “è una vera e propria vocazione, come lo sono il sacerdozio e la vita religiosa. Due cristiani che si sposano hanno riconosciuto nella loro storia di amore la chiamata del Signore, la vocazione a formare di due, maschio e femmina, una sola carne, una sola vita. E il Sacramento del matrimonio avvolge questo amore con la grazia di Dio, lo radica in Dio stesso. Con questo dono, con la certezza di questa chiamata, si può partire sicuri, non si ha paura di nulla, si può affrontare tutto, insieme”.

Il papa ritorna a parlare dei suoi genitori, nonni e bisnonni. Estende la loro esperienza a tutti i genitori nella fede: hanno avuto la “forza”, che “trovavano nella certezza che il Signore era con loro, che la famiglia è benedetta da Dio col Sacramento del matrimonio, e che benedetta è la missione di mettere al mondo i figli e di educarli”. Avevano “certezze semplici ma vere”; “ci vuole questa base morale e spirituale per costruire bene, in modo solido! Oggi, questa base non è più garantita dalle famiglie e dalla tradizione sociale. Anzi, la società in cui voi siete nati privilegia i diritti individuali piuttosto che la famiglia, le relazioni che durano finché non sorgono difficoltà, e per questo a volte parla di rapporto di coppia, di famiglia e di matrimonio in modo superficiale ed equivoco. Basterebbe guardare certi programmi televisivi”.

La Chiesa, dice Francesco, aiuta nella formazione delle famiglie, con tanti cammini e tante forme di supporto. Ma soprattutto, l’invito pressante ai giovani è quello di “non avere paura di fare passi definitivi nella vita come è quello del matrimonio: approfondite il vostro amore, rispettandone i tempi e le espressioni, pregate, preparatevi bene, ma poi abbiate fiducia che il Signore non vi lascia soli! Fatelo entrare nella vostra casa come uno di famiglia, Lui vi sosterrà sempre”.

Oltre al matrimonio, c’è  la “vocazione alla vita consacrata”, che “è sempre esperienza forte di Dio, un’esperienza che non si dimentica, la si ricorda per tutta la vita”. “La verginità per il Regno di Dio non è un “no”, è un “sì”! Certo, comporta la rinuncia a un legame coniugale e una propria famiglia, ma alla base c’è il “sì”, come risposta al “sì” totale di Cristo verso di noi, e questo “sì” rende fecondi. Ma qui ad Assisi non c’è bisogno di parole! C’è Francesco, c’è Chiara, parlano loro! Il loro carisma continua a parlare a tanti giovani nel mondo intero: ragazzi e ragazze che lasciano tutto per seguire Gesù sulla via del Vangelo”.

Al termine della festa a Santa Maria degli Angeli, il Santo Padre si è recato in visita privata al Santuario di Rivotorto. Al Suo arrivo ha visitato il “Tugurio” di San Francesco.

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