Caso Rugolo. Le difese sostengono che palpeggiare le parti intime per salutare sarebbe pratica sdoganata
[Korazym.org/Blog dell’Editore, 15.02.2024 – Ivo Pincara] – Dopo la requisitoria del procuratore facente funzioni Stefania Leonte, che in aula aveva chiesto la condanna dell’imputato a 10 anni, durante l’udienza di ieri nel processo penale di primo grado con rito abbreviato a carico di Don Giuseppe Rugolo, il prete 40enne di Enna che è imputato per violenza sessuale aggravata a danni di minori, iniziato il 7 ottobre 2021, i legali dei responsabili civili e dell’imputato hanno fatto le loro arringhe. L’udienza è iniziata poco dopo mezzogiorno e si è conclusa a tarda sera. La sentenza è attesa per il prossimo 5 marzo.
L’Avv. Gabriele Cantaro, il legale del Vescovo di Piazza Armerina, Mons. Rosario Gisana, parla di «processo mediatico».
L’Avv. Mauro Lombardo, il legale della parrocchia di San Giovanni di Enna, secondo Vivi Enna avrebbe sostanzialmente spiegato che la modalità di rapportarsi ai giovani di Don Rugolo, toccando le parti intime per salutare, ma in chiave del tutto goliardica, era consueta nella comunità parrocchiale. Per dimostrare che si sarebbe una pratica ormai sdoganata, ha mostrato in aula la famosa foto che ritrae Benigni che tocca, ironicamente, Pippo Baudo. Si tratterebbe di un «cambiamento dei costumi», che è stato sottolineato anche dall’Avv. Antonino Lizio, uno dei legali dell’imputato, che insieme all’Avv. Dennis Lovison ha chiesto l’assoluzione di Don Rugolo, perché sarebbe grave rovinare la vita ad un sacerdote per un «non reato». L’Avv. Lovison svela che il primo consulente psichiatra di Don Rugolo sarebbe indagato e che gli sarebbe stata sequestrata la cartella clinica.
Il difensore di Mons. Gisana ha anche affermato, che nel corso del dibattimento sarebbe caduta la tesi legata alla presunta proposta di pagamento da parte della Curia alla famiglia della vittima per «comprare» il suo silenzio. Peraltro, ha sostenuto l’Avv. Cantaro a Vivi Enna, che se davvero fosse emerso questo episodio, «Monsignor Gisana sarebbe stato incriminato per favoreggiamento». Il difensore del Vescovo di Piazza Armerina ha anche sostenuto, che la citazione della Curia, come responsabile civile, è «inammissibile poiché non si tratta di un soggetto giuridico ma un organo di supporto all’attività del vescovo».
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