Solo quelli che sono così folli… 59° viaggio di solidarietà e speranza in Messico. Dio è presente con la sua carne nei poveri

[Korazym.org/Blog dell’Editore, 04.02.2024 – Vik van Brantegem] – Secondo il programma che abbiamo riferito giovedì 11 gennaio 2024 [QUI], con la notizia della partenza quel giorno per il 59° Viaggio di Solidarietà e Solidarietà della Fondazione Santina e dell’Associazione Amici di Santina Zucchinelli Onlus in Messico, dal tema Solo chi è così folle di pensare di cambiare il mondo, lo cambia realmente, Mons. Luigi (Don Gigi) Ginami ha iniziato il viaggio di ritorno a Bergamo, da Acapulco via Città del Messico ed Amsterdam due settimane fa, la domenica 21 gennaio 2024.

Oggi domenica 4 febbraio 2024, riportiamo il Report 59/6 – Cantare la speranza, l’ultimo di questo viaggio, che Don Gigi ha scritto a Città del Messico durante il suo viaggio di ritorno. Sarà anche l’ultimo capitolo di Amalia, il suo prossimo 45° libretto #VoltoDiSperanza, che racconta una storia che ha dell’incredibile, come abbiamo visto. Scrive Don Luigi: «La Speranza è la nota che mi ha accompagnato in carcere e in tutte le visite fatte ad Acapulco» e: «Quante volte mi fermo davanti all’insuccesso e per la paura di imbarcarmi rimango sempre sulla riva della Vita senza Speranza».
Lunedì 15 gennaio 2024 abbiamo riportato il suo primo Report 59/1 – I veri pazzi [QUI], martedì 16 gennaio 2024 il suo Report 59/2 – Guadalupe [QUI], giovedì 18 gennaio 2024 il suo Report 59/3 – Inaugurazione infermeria al Carcere di Las Cruces. Pintarse la cara color esperanza [QUI], domenica 21 gennaio 2024 il suo Report 59/4 – Amalia [QUI] e mercoledì 31 gennaio 2024 il suo Report 59/5 – La nascita della fede di Amalia [QUI].

Report 59/6 – Cantare la speranza
“In verità vi dico: ogni volta che avete fatto queste cose a uno solo di questi miei fratelli più piccoli, lo avete fatto a me” (Mt 25,45).
Città del Messico, 21 gennaio 2024 ore 20.50. Ho appena preso il volo delle ore 17.00 da Acapulco a Città del Messico e poi di lì ad Amsterdam nella notte. Domani sera arrivo a Milano e poi in pullman a Bergamo.
Sono stanco interiormente e anche fisicamente per il mix terribile di caldo, differenza di fuso orario e poi ad Acapulco l’inferno: sciopero generale, otto morti ammazzati nei dieci giorni di permanenza, di cui due guardie carcerarie il giorno prima della nostra inaugurazione. E ancora, oltre l’efferata violenza che tutti spaventa ed ammutolisce, le condizioni di disagio lasciate dall’uragano Otis: mancanza di energia elettrica, acqua, internet, cibo, vestiti. Ho mai visitata Acapulco in queste condizioni.
Lo stanco ricordo va ad una piccola ma significativa opera realizzata in un giorno a favore dei più poveri: a beneficio della nostra Amalia. La sua casa spazzata via, un frigorifero rotto sulle macerie, quattro sedie e un filo morto dell’alta tensione che cade proprio in mezzo. Totale devastazione.
In aereo ricordo così il nostro discorso: “Amalia – chiedo io – di cosa hai bisogno principalmente?” “Don gigi, mi vergogno a dirlo. Ho bisogno di acqua, perché dal 24 ottobre non ho più lavato la biancheria o pulito le poche cose rimaste. Ed immagina la latrina: totalmente fuori uso”.
Magda ci ha lasciato per un viaggio programmato a Puebla e il suo posto lo ha preso per cinque giorni Dulce e suo figlio Felix. Ci appartiamo in un angolo e chiedo a Felix: quando ci vuole per portare acqua qui? Insieme preventiviamo il costo di tre cisterne da 1.100 litri, di tre sacchi di cemento per il basamento che deve sostenere tre tonnellate di acqua, il costo del muratore e del trasporto delle gigantesche taniche. Felix finalmente dice: “Tre cisterne robuste, anche se non di marca, con valvole buone, il cemento, il trasporto ed il lavoro del muratore arrivano a circa 700 euro”.
Chiamo per WhatApp Roberto in Italia. È lui che gestisce fisicamente le spese della carta di credito emessa a nome della nostra Associazione. Mai ho voluto tenere nelle mie mani fisicamente quella carta, ma anche Roberto per utilizzarla ha bisogno di un codice SMS che giunge al mio cellulare: dunque dobbiamo essere in due. “Ciao Roberto scusa la differenza di ora, ma ti vorrei chiedere se con Western Union puoi inviare a Dulce il corrispettivo in pesos di 700 euro”.
Il gentile signore e grande amico si rende disponibile. Chiudiamo la conversazione, invio a lui in Italia i dati di Dulce per WhatsApp, mi chiede un codice e glielo comunico. Poi, mi invia il messaggio che la transazione è stata approvata. Sono le ore 11.40 di giovedì 18 gennaio 2024, quando Roberto mi invia la ricevuta che la transazione è stata approvata. Ci mettiamo in macchina tutti e quattro: Felix guida, la mamma Dulce davanti al suo fianco, io ed Amalia dietro. Amalia non dice nulla: è ammutolita dallo stupore e dalla incredulità. I suoi meravigliosi occhi parlano e urlano gioia!
Scendiamo dalla macchina, io e Dulce entriamo nella posta, ritiriamo i soldi: sono esattamente 12.844 pesos, che in poche ore si polverizzeranno: non ci rimarrà in mano nulla se non eloquenti scontrini di tre cisterne per 3.300 litri, di tre pesanti sacchi da 50 chili di cemento, del trasporto a quella che era la casa di Amalia, del lavoro immediato del muratore e infine dell’autobotte che per 50 euro riempie le cisterne vuote.

Mentre con Felix trasporto i tre pesanti sacchi di cemento alla macchina, mentre ci carichiamo sulle spalle le tre gigantesche cisterne vuote e mentre attendiamo il muratore, vedo, contemplo e gusto Amalia che incredula tocca le grandi cisterne color caffelatte, che alza da sola uno dei suoi tre sacchi di cemento, che da precise disposizioni al buon muratore accorso immediatamente viste le condizioni impossibili di vita della donna.

Amalia si avvicina e sotto il caldo tropicale mi dà una carezza e mi dice: “Siediti: ti devo parlare! Don Gigi, quello che oggi mi ha sconvolto non è il regalo che la tua Fondazione mi ha fatto, ma mi ha sconvolto che in così poco tempo, solo alcune ore il denaro è giunto, lo abbiamo ritirato, abbiamo comprato cisterne, cemento, è venuta l’autobotte e ha riempito le cisterne. Sai, molte volte la gente passa e promette aiuti, ma nessuno mai ci ha portato l’aiuto così velocemente. Poi per me è stato bellissimo vederti caricare cemento e cisterne, legarle con Felix al camioncino: mi gustavo la scena meglio che al cinema. Ma ora che sei tutto sudato – mentre dice queste parole mi accarezza la maglietta bagnata – ti offro un bicchiere di acqua, non è nulla, ma ti ristorerà. Prima cosa però vorrei che tu ti lavassi con l’acqua che ora abbiamo”.

Sicuramente ero assetato, ma il lavarmi per primo con quell’acqua, portata con tanta fatica per i bisogni più elementari, scatena in me una grande gioia. Mi levo la maglietta madida e felice mi insapono il volto ed il busto sporchi di polvere e fatica. Mi sento vivo, mi sento felice, pur in mezzo a quelle macerie. Dopo essermi lavato, con un abbraccio ancora tutto bagnato, saluto Amalia e le dico: “Domani passo a salutarti e tu promettimi che troverò stesi ad asciugare al sole tutti i panni che non hai potuto lavare e ben pulita la parte di casa che ti rimane in piedi”. Piena di gioia mi grida il suo sì. E tornando il giorno dopo, luccicavano al sole con i loro colori tre meravigliose file di panni stesi.
In aereo appena decollato ricordo quanto descritto. Poi mi fermo e dico a me stesso: prima di atterrare a Città del Messico voglio svolgere la mia preghiera di meditazione quotidiana sul Vangelo. E qui accade qualche cosa di speciale. Mi alzo, prendo la mia vecchia e consunta Bibbia, che è con me dal 16 ottobre 1982, cioè da più di 41 anni. Mi siedo, metto gli occhiali ed apro a caso nell’intento di sistemarlo bene sul tavolino davanti a me. Non ci faccio caso, allaccio nuovamente le cinture e bevo un sorso di acqua. L’occhio mi cade sulla pagina aperta e i brividi percorrono il mio corpo: pelle d’oca. Sottolineato in rosso la tremenda frase: “In verità vi dico: ogni volta che avete fatto queste cose a uno solo di questi miei fratelli più piccoli, lo avete fatto a me” (Mt 25,45). Vicino vi era la data di quella sottolineatura in rosso: 19 ottobre 1996 Volo da Tokyo ad Honolulu. La potenza della frase mi seduce, per la sua Diosincidencia. Subito dopo aver ricordato le tre cisterne di acqua ad Amalia, il Vangelo mi raggiunge, come mi raggiunse e mi precedette il 28 marzo 2021 con il Fiat voluntas tua, ricordate?
Ma che potenza incredibile di coincidenza, che tonifica il mio ricordo. Ma quella pagina in aereo non si è aperta a caso, ma perché proprio vicino a questa frase vi è una lettera di una assassina Kahori, che incontrai al carcere di Acapulco il 25 novembre 2017. La criminale nella sua lettera dice così: “Grazie per ricordarsi dei prigionieri come ci dice nostro Signore. Ora puoi essere sicuro che tu lo hai incontrato in me prigioniera venendo a visitarmi, scusa la mia confidenza!” Lasciando Acapulco si apriva a motivo del foglio di una assassina quella pagina e Amalia me la commentava con la sua povertà.
Non so siete giunti fino a qui nella lettura, ma se ripercorrete con calma il report, imparerete il linguaggio di Dio. Lui non parla attraverso i potenti, non parla in modo roboante, ma in modo umile: attraverso una povera donna come Amalia o di una assassina come Kahori o come tra poco vedrete, attraverso Sara, una ragazza che ha sequestrato persone per estorsione. Dio con sua voce non sceglie i grandi della terra o i grandi della Chiesa, ma è presente con la sua carne nei poveri, nei carcerati e la mia Bibbia questo me lo insegna da ormai 40 anni.

Pieno di gioia ringrazio nella preghiera Gesù e scrupolosamente metto una data ed un asterisco: Città del Messico 2024 rientro in Italia aperto a “caso” ore 20.50. Il tempo della mia meditazione si sta completando, stiamo per atterrare a Città del Messico. Chiudo la Bibbia e nel cuore mi nasce forte un’altra frase della Bibbia che sarà per me guida del mio sessantatreesimo anno di vita, iniziato proprio in Messico: “La Speranza non delude!”. È vero seppure in una situazione di disperazione come è oggi Acapulco ferita e bastonata da violenza e dall’uragano. La Speranza è la nota che mi ha accompagnato in carcere e in tutte le visite fatte ad Acapulco.
Aggiungo una piccola appendice, parlando di Sara, la carcerata che ha svolto il suo discorso nel giorno della inaugurazione dell’infermeria del carcere e che dopo il report allego. Chi è Sara? Sarà è una delinquente finita in carcere con Bianca. Per non dilungarmi troppo, vi traduco un articolo di giornale apparso ad Acapulco nel giorno in cui furono messe in prigione.
Sgominata una banda di sequestratori comandata da un coreano ad Acapulco, stavano per ammazzare la vittima di sequestro
Los Reporteros, 25 febbraio 2022
Il coraggio di un rapito, non “l’opera” della Procura dello Stato del Guerrero e ancor meno della polizia statale e municipale, è riuscito a smantellare una banda dedita ai sequestri, comandata da un cittadino coreano e un cubano.
Questo venerdì pomeriggio (25 febbraio 2022), un uomo a bordo di un veicolo che viaggiava lungo la Costera Miguel Alemán ha aperto la portiera posteriore dal suo lato e si è lanciato fuori dall’auto finendo proprio ai piedi di soldati dell’esercito che presidiavano la strada. È riuscito così a liberarsi e a salvare la sua vita, nonché l’arresto dei suoi sequestratori. La vittima (un ex funzionario corrotto dell’ex Sindaco di Acapulco, Evodio Velásquez) era tenuta in ostaggio da diversi giorni. Alla vittima i suoi rapitori avevano già mutilato un dito di una mano e uno di un piede, anche se la sua famiglia aveva già pagato una grossa somma di denaro per liberarlo, ma gli avidi criminali non si accontentavano e pretendevano da lui più soldi per poterlo liberare. Vedendo che non potevano più ottenere denaro da lui, i criminali hanno portato via l’ex funzionario corrotto dal rifugio dove lo tenevano prigioniero e, proprio mentre lo stavano portando per essere giustiziato, mentre percorrevano il viale costiero Miguel Alemán, la vittima si è accorta della presenza dell’esercito messicano ed è saltata fuori dal veicolo per attirare l’attenzione dei militari.
Sul posto, i soldati hanno arrestato Sara Vargas Marcelo, il suo fidanzato Gustavo e un altro soggetto. Una volta messa in salvo la vittima, i soldati si sono resi conto che i detenuti appartenevano ad una banda di rapitori alla quale partecipavano anche stranieri. In precedenza, i parenti di Sara e Gustavo, attraverso i social network, li avevano denunciati come scomparsi, ma non sapevano che erano detenuti per rapimento e altri crimini. Hanno saputo dove si trovavano quando è diventato noto l’atto criminale in cui erano coinvolti.
La Procura Generale dello Stato di Guerrero ha rilasciato una dichiarazione in cui assicura che attraverso la Procura Specializzata contro i Rapimenti, in operazioni congiunte con la Segreteria della Difesa Nazionale, la Guardia Nazionale ha “salvato” una persona di sesso maschile e successivamente ha smantellato una banda di sette membri dedita al rapimento, 5 maschi e 2 femmine, in azioni diverse. Attraverso il compimento di diversi atti investigativi e con il supporto del Coordinamento Nazionale Antisequestri, della Segreteria di Difesa Nazionale e della Segreteria di Pubblica Sicurezza di Stato, sono stati individuati altri quattro autori del delitto, per i quali è stato perfezionato un mandato di cattura, ottenendo l’arresto di Juyn “N” di nazionalità coreana, che era anche il capo di questa banda, Gabriel Asael “N”, Miguel Ángel “N” e Bianca “N”, quest’ultima di nazionalità cubana. È stato anche possibile identificare un immobile che fungeva da casa sicura dove la vittima era tenuta prigioniera; Sul posto sono riusciti a sequestrare 15 involucri di plastica contenenti sostanza con caratteristiche simili al “crack”, un veicolo Audi, un Volkswagen tipo Vento e un pulmino della marca Suburban, oltre a vari oggetti. La vittima che ha subito alcune mutilazioni anatomiche e colpi contundenti è già sottoposto a cure mediche e psicologiche e vengono previste misure di protezione per salvaguardare la sua integrità.
Ho rimandato ad un articolo di giornale la truce descrizione di Sara, una ragazzina di 24 anni capace insieme alla sua banda di amputare le dita di una mano e di un piede a scopo di estorsione.
La Sara che ho incontrato è completamente diversa da quella descritta dal giornale due anni fa. Ho parlato con lei e con Bianca in modo diretto e riservato ed ho un’altra idea di loro. Ma lasciamo alle spalle l’articolo di giornale e sentiamo le parole di Sara perché la ragazza, avvolta in un bellissimo e lungo vestito verde per l’occasione, ha parlato in un modo completamente diverso.

Il suo discorso si pone dopo il canto. E se è vero che Sara scrive molto bene, devo dire che canta benissimo. È una voce davvero di grande talento. Sceglie di cantare una canzone molto popolare di Diego Torres dal titolo Color Esperenza. Blanca canta questa canzone con il coro e mi chiede di cantare con loro. Non mi sono mai così divertito in un carcere: prove molto esigenti; Cristian il chitarrista a ripassare con me il mio ritornello; Blanca a provare la gestualità; le altre prigioniere a ridere; e Blanca a dirigere il tutto. Ma mentre cantavo e ricantavo quella canzone, le parole mi finivano nel cuore, al punto tale che la canzone sembrava scritta per me e non eseguita in onore del Vescovo di Bergamo.
Le parole sono bellissime e vi ripropongo qui i passaggi salienti, che mi hanno davvero colpito quasi inebriato. Ecco il ritornello: Sapere che si può / Volere che si possa / Togliersi le paure / Buttarle fuori / Colorarsi la faccia / Del Colore della speranza / sfidare il futuro / Con il cuore / E mi chiedo, ma io mi dipingo il volto di Speranza prima di uscire la mattina?
E poi: Vale più / Poter brillare / Che solo cercare / Di vedere il sole. Ma io sono sempre alla ricerca di vedere il sole o mi preoccupo di essere una piccola luce che brilla per gli altri?
Ed infine: È migliore perdersi che mai imbarcarsi / Meglio è provare che lasciar perdere. Quante volte mi fermo davanti all’insuccesso e per la paura di imbarcarmi rimango sempre sulla riva della Vita senza Speranza.
Sul volto di Sara nella nostra canzone dedicata al Vescovo di Bergamo ho visto davvero il colore della Speranza.
Ma di più, chiudo con un breve brano del discorso di Sara che ho sentito inciso nella mia pelle come un tatuaggio. Scrive Sara al termine del suo bellissimo discorso: “Allora mi chiedo: Luigi ha denaro? Fondazione Santina è una fondazione milionaria? E giungo ad una conclusione: non è il denaro che muove i soci della Fondazione, ma l’Amore! Siamo un gruppo di prigionieri che da poco o da molto tempo abbiamo perso la libertà, ma senza dubbio non abbiamo perso ciò che vale di più: l’Amore per il prossimo, l’Amore che ci appassiona, l’Amore per chi ci ha creato e l’Amore per chi ci ha salvato! Non solo siamo contenti che sono state ristrutturate le strutture infermieristiche che curano la nostra salute, ma siamo soprattutto felici che questo carcere è divenuto parte di Fondazione Santina ed è nel suo cuore. Santina generò un uomo chiamato Luigi. Da questa gravidanza si formò la Fede ed è proprio da questa Fede che è nata la Fondazione Santina che per questo carcere sempre sarà Speranza. Molte grazie con affetto Sara Vargas Marcelo”.
Ti lancio una sfida: sii folle! Come diceva Padre Lombardi: “Solo chi è così folle di pensare di cambiare il mondo, lo cambia realmente”. Ogni mattina mi dipingo il volto di Speranza e così divengo folle… e solo chi è folle può cambiare il mondo! Provaci.

Discorso di Sara all’inaugurazione dell’infermeria per il carcere di Las Cruces ad Acapulco
«Buon pomeriggio a tutti voi,
la notte dal 24 al 25 ottobre 2023, l’uragano Otis senza dubbio ha segnato la vita degli abitanti di Acapulco e anche di tutti noi prigionieri in questo carcere. Non si può evitare di ricordare quanto è successo. Non fu facile credere che la seguente mattina stavamo ancora respirando. Tre ore di incertezze e due ore ascoltando il vento lamentoso. Ma dopo la tormenta, sempre viene la calma. Questa calma è stata generata da tutto l’aiuto che ci portarono tutte le nostre autorità penitenziarie.
Sapere che qualcuno si preoccupava anche di questa piccola parte di prigionieri, ci ha riempito il cuore di gioia in mezzo alle avversità e soprattutto ci è stato di grande insegnamento. È molto poco dire solamente grazie. La parola da sola non copre l’infinità di azioni umanitarie che ha ricevuto questa prigione. Abbiamo cercato oggi di dire grazie con sorrisi, applausi, canti, balli ed opere teatrali… dovrei stare ore ad applaudire per tutto questo.
Dio continua a riempirci tutti i giorni della sua Misericordia. Siamo ora tutti insieme in questo preciso momento grazie a Lui! Fondazione Santina è una realtà meravigliosa che esiste per volontà di Dio. Il fondatore Luigi è semplicemente e umilmente un esempio di uomo mandato da Dio, un suo strumento. Ringraziare dal più profondo del nostro cuore non è mai facile, perché non è facile per gli uomini e per il mondo capire chi dà tutto senza attendere nulla in cambio. Si dice che ciò che non abbiamo non si può dare; allora mi chiedo: Luigi ha denaro? Fondazione Santina è una fondazione milionaria? E giungo ad una conclusione: non è il denaro che muove i soci della Fondazione, ma l’Amore!
Siamo un gruppo di prigionieri che da poco o da molto tempo abbiamo perso la libertà, ma senza dubbio non abbiamo perso ciò che vale di più: l’Amore per il prossimo, l’Amore che ci appassiona, l’Amore per chi ci ha creato e l’Amore per chi ci ha salvato!
Non solo siamo contenti che sono state ristrutturate le strutture infermieristiche che curano la nostra salute, ma siamo soprattutto felici che questo carcere è divenuto parte di Fondazione Santina ed è nel suo cuore.
Santina generò un uomo chiamato Luigi. Da questa gravidanza si formò la Fede ed è proprio da questa Fede che è nata la Fondazione Santina che per questo carcere sempre sarà Speranza.
Molte grazie con affetto
Sara Vargas Marcelo».
Testo della canzone Color esperanza di Diego Torres [QUI]
So che cosa c’è nei tuoi occhi solo guardandoti / Che sei stanco di andare e andare / E camminare / Girando sempre nello stesso posto / So che le finestre si possono aprire / Cambiare l’aria dipende da te / Ti aiuterà / Vale la pena una volta in più / Sapere che si può / Volere che si possa / Togliersi le paure / Buttarle fuori / Colorarsi la faccia / Del Colore della speranza / sfidare il futuro / Con il cuore / È migliore perdersi che mai imbarcarsi / Meglio è provare che lasciar perdere / Anche se vedi / Che non è facile cominciare / / So che l’impossibile si può raggiungere / Che la tristezza un giorno se ne andrà / E così sarà / La vita cambia e cambierà / Sentirai / Che l’anima vola / Per cantare una volta in più / Sapere che si può / Volere che si possa / Togliersi le paure / Buttarle fuori / Colorarsi la faccia / Con il Colore della speranza / Sfidare il futuro / Con il cuore / Sapere che si può / Volere che si possa / Togliersi le paure / Buttarle fuori / Colorarsi la faccia / Del colore della speranza / Sfidare il futuro / Con il cuore / Vale più / Poter brillare / Che solo cercare / Di vedere il sole / Colorarsi la faccia / Del Colore della speranza / sfidare il futuro / Con il cuore / Sapere che si può / Volere che si possa / Togliersi le paure / Buttarle fuori / Colorarsi la faccia / Del colore della speranza / Sfidare il futuro / Con il cuore / Sapere che si può / Volere che si possa / Togliersi le paure / Buttarle fuori / Colorarsi la faccia / Del colore della speranza / Sfidare il futuro / Con il cuore.
