Il Papa: Francesco, contemplazione, pace, rispetto del creato secondo Cristo

La pioggia non ha fermato le miglia di pellegrini che volevano vedere e ascoltare Papa Francesco. Nella piazza davanti alla basilica il Papa ha raccontato a suo modo la vita del santo di cui ha preso il nome. Cosa ci dice oggi la vita di quel testimone di Cristo? Che “essere cristiani è un rapporto vitale con la Persona di Gesù, è rivestirsi di Lui, è assimilazione a Lui.”
Dallo sguardo fisso a Gesù, come Francesco a san Damiano: “Gesù non ha gli occhi chiusi, ma aperti, spalancati: uno sguardo che parla al cuore. E il Crocifisso non ci parla di sconfitta, di fallimento; paradossalmente ci parla di una morte che è vita, che genera vita, perché ci parla di amore, perché è l’Amore di Dio incarnato, e l’Amore non muore, anzi, sconfigge il male e la morte.”
Poi la pace, quella che riceve chi segue Cristo, “quella che solo Lui, e non il mondo, ci può dare.” Una pace che viene dalla croce: “La pace francescana non è un sentimento sdolcinato” ma “la trova chi “prende su di sé” il suo “giogo”, cioè il suo comandamento: Amatevi gli uni gli altri come io vi ho amato (cfr Gv 13,34; 15,12). E questo giogo non si può portare con arroganza, con presunzione, con superbia, ma solo con mitezza e umiltà di cuore.”
Infine il Papa parla dell’ amore per il creato: “il Santo d’Assisi testimonia il rispetto per tutto ciò che Dio ha creato e che l’uomo è chiamato a custodire e proteggere, ma soprattutto testimonia il rispetto e l’amore per ogni essere umano. Dio ha creato il mondo perché sia luogo di crescita nell’armonia e nella pace.”
E qui la voce del Papa di alza contro la violenza che scuote il mondo: “ Da questa Città della Pace, ripeto con la forza e la mitezza dell’amore: rispettiamo la creazione, non siamo strumenti di distruzione! Rispettiamo ogni essere umano: cessino i conflitti armati che insanguinano la terra, tacciano le armi e dovunque l’odio ceda il posto all’amore, l’offesa al perdono e la discordia all’unione. Sentiamo il grido di coloro che piangono, soffrono e muoiono a causa della violenza, del terrorismo o della guerra, in Terra Santa, tanto amata da san Francesco, in Siria, nell’intero Medio Oriente, nel mondo.”
Poi la preghiera per l’ Italia di cui Francesco è patrono: «Ti prego dunque, o Signore Gesù Cristo, padre delle misericordie, di non voler guardare alla nostra ingratitudine, ma di ricordarti sempre della sovrabbondante pietà che in [questa città] hai mostrato, affinché sia sempre il luogo e la dimora di quelli che veramente ti conoscono e glorificano il tuo nome benedetto e gloriosissimo nei secoli dei secoli. Amen» (Specchio di perfezione, 124: FF, 1824).”