Solo quelli che sono così folli… 59° viaggio di solidarietà e speranza in Messico. La nascita della fede di Amalia

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[Korazym.org/Blog dell’Editore, 31.01.2024 – Vik van Brantegem] – Secondo il programma che abbiamo riferito giovedì 11 gennaio 2024 [QUI] , con la notizia della partenza quel giorno per il 59° Viaggio di Solidarietà e Solidarietà della Fondazione Santina e dell’Associazione Amici di Santina Zucchinelli Onlus in Messico, dal tema Solo chi è così folle di pensare di cambiare il mondo, lo cambia realmente, Mons. Luigi (Don Gigi) Ginami è tornato lunedì 22 gennaio 2024 e il giorno successivo ha celebrato come di consueto la Santa Messa di “ringraziamento viaggio” al Santuario della Madonna dei Campi di Stezzano. Tornato a Bergamo, Don Gigi continua a scrivere le sue relazioni del viaggio e oggi riportiamo il Report 59/5 – La nascita della fede di Amalia.

Come Don Gigi ha preannunciato, sarà Amalia il volto di speranza del prossimo 45° libretto #VoltoDiSperanza. Che la storia di Amalia che ha raccontata, ha dell’incredibile, è dire poco. «È una storia divina di dolore, un impasto di sofferenza e soprusi da allucinazione. Cercavo una storia che descrivesse il terribile uragano Otis, ma mai avrei pensato di incontrare, oltre i danni dell’uragano Otis, anche un uragano di potenza e di forza imparagonabile con tutte le altre 44 storie della collana #VoltoDiSperanza», ha scritto Don Gigi iniziando il suo racconto nel Report precedente, concludendo: «Ed ora la speranza, il colore della speranza che ho appreso da una bellissima canzone nel carcere di Las Cruces e con la quale chiudo questo report. Amalia si sta preparando, vuole fare la prima comunione e ricevere la cresima. Non ha istruzione, non è mai stata al catechismo, ora ha iniziato, ma la sua vita è sempre stata piena di fede. L’unico punto che l’uragano non ha toccato è il piccolo altare dove vi è la statua della Vergine di Guadalupe, il crocifisso ed alcune statue di santi. Infine, un altro grande motivo di speranza è che il figlio José Angel e speriamo presto sia un bravo sacerdote». È la storia di speranza raccontata da Don Gigi, che riportiamo oggi.

Lunedì 15 gennaio 2024 abbiamo riportato il suo primo Report 59/1 – I veri pazzi [QUI], martedì 16 gennaio 2024 il suo Report 59/2 – Guadalupe [QUI], giovedì 18 gennaio 2024 il suo Report 59/3 – Inaugurazione infermeria al Carcere di Las Cruces. Pintarse la cara color esperanza [QUI] e domenica 21 gennaio 2024 il suo Report 59/4 – Amalia [QUI].


Report 59/5 – La nascita della fede di Amalia

Quando si parla di “dignità della donna”, quando si parla di femminicidio [*], si dovrebbe rileggere il report precedente [QUI]. Per completare il quadro della vita terrificante di Amalia, dobbiamo parlare della sua formazione intellettuale, della costruzione della sua interiorità, quale essere umano. Ed è qui il fatto più difficile da comprendere: quando dormi con i cani o le galline; e quando ti svegli, lavori dalla mattina alla sera e dalla sera alla mattina e ti fermi solo per mangiare gli scarti degli adulti; quando non puoi dedicare cura alla tua persona perché la cura della tua persona è disprezzata dagli altri: allora inizi a provare un profondo senso di inferiorità. Non sai leggere e scrivere, non hai tempo per giocare, per incontrare. Tu non incontri gli altri. Tu lavori, sei violentata, disprezzata. Tu non ti lavi (Amalia da dopo l’urgano non ha ancora lavato la sua biancheria semplicemente perché non ha acqua).

Questo contesto non prevedere la cura dei minori: i bambini sono nati per lavorare e la parola educazione non esiste, si devono solo sfruttare. E quando non lavorano, li violenti: costruisci giochi perversi con loro di cui li fai sentire colpevoli di enormi peccati, quando neppure non conoscono cosa sia peccato. Quando crescono hanno paura della colpa, perché se è colpa tua ti picchiano. La tua razione quotidiana di botte non te la toglie nessuno, anche se non hai commesso alcuna colpa: è una educazione! Si, l’educazione alle botte. Talvolta il tuo nome non è neppure registrato all’anagrafe e se muori, muore un filo d’erba: di te non importa nulla a nessuno. Non importa nulla a nessuno di te a casa dove ti picchiano, violentano, mangi avanzi e dormi con le galline in un pollaio! Ma ancora di meno tu sei importante nel tuo luogo di lavoro: tu devi solo pulire, lavare biancheria, svolgere lavori pesanti. Forse ti trovi meglio perché almeno non ricevi una caterva di botte dal padre alcolizzato.

Questo è il contesto in cui vive Amalia. E nella vita di Amalia non vi è stata la minima educazione alla fede ed alla preghiera. Non te la puoi permettere la fede e finisce così che non sai cosa significhi credere. Non sai leggere, non hai tempo per te, come è possibile ipotizzare un tempo per Dio? Amalia con tutto il candore di una vita devastata da molti uragani me lo confida: “Don Gigi, non sono mai andata in chiesa, non conosco le preghiere, né il catechismo ed il Vangelo. Vedevo immagine sacre nelle case dove lavoravo ed alcuni anni fa ho iniziato a fare una piccola collezione qui in casa, su di un altarino. Vedevo che facevano così tante famiglie e così senza nessun motivo di fede, ma più per abitudine messicana e tradizione ho iniziato ad avere in casa l’immagine della Madonna di Guadalupe, San Giuda Taddeo, il Bambino Gesù. Ma ti devo dire ora una cosa importante che ha cambiato la mia vita, ed è stato mio figlio Josè Angel, che è nato il 19 luglio 2003. Oggi lui ha 21 anni. Un giorno, circa quasi 4 anni fa, entra in casa e mi dice: ‘Mamma voglio entrare in seminario minore per farmi prete’. Llo guardo e lui continua: ‘È un posto bello, mi trovo bene con gli amici e vorrei andare ad abitare la e frequentare la scuola in seminario. Sai come mi chiamano gli altri seminaristi? Mi chiamano Master! Fa una bella risata e mi guarda con dolcissimi occhi. Rimango piacevolmente colpita da questa sua decisione e gli dico: se posso permettermelo sono contenta, così crescerai con una buona istruzione e in un ambiente sano. Con questa sua decisione di entrare in seminario, la preghiera iniziò ad entrare in casa mia. Mentre prima guardavo le immagini sacre e per tradizione alle feste accendevo un lume, ora mi ci fermavo a pregare, non conoscevo il Padre Nostro o l’Ave Maria: semplicemente rivolgevo il cuore a queste immagini. Josè Angel entrò nel seminario dell’Arcidiocesi di Acapulco ed io su suggerimento di mio figlio iniziai ad entrare in chiesa, ad andare in parrocchia: vi trovai una bellissima comunità dal volto umano, quel volto che sempre mi era mancato. La gente iniziò a chiedere di mio figlio, della mia vita a prendersi cura di me. Lavoravo con tutte le mie forze e con tanta fierezza per mantenere gli studi di mio figlio in seminario. Finché Master giunse alla conclusione della scuola superiore”.

Qui Amalia si fa triste ed un po’ si vergogna: “Devo confidarvi Magda, Don Gigi e Dulce, che i nuovi studi in seminario erano per me troppo costosi ed iniziai a dire a Josè Angel che non sarei stata in grado di mantenere i suoi studi e la sua permanenza al seminario. Il ragazzo si fece triste, ne parlava con tristezza ad amici e conoscenti che avrebbe dovuto lasciare il seminario per problemi economici”.
Dulce guarda Amalia e le dice: “Amalia, mio figlio si chiama Jose Antonio ed è in seminario, vivo anche io la tua stessa situazione dunque, anche perché se i narcos a te hanno ammazzato un figlio, a me hanno ammazzato mio marito che si chiamava Felix”.

Nel cuore mi entra un brivido e mi raccolgo in preghiera mentre Dulce parla… Sono commosso: “Signore, anni fa quando ho incontrato Dulce, avevano appena ammazzato il marito poliziotto: la donna era sconvolta, ma nella sua grande fede aveva una luce: il figlio Josè Antonio era entrato in seminario! Gesù, chi mai avrebbe pensato che alcuni anni dopo il dolore per la morte di Felix si sarebbe trasformato in consolazione e speranza per un’altra vittima di violenza come lo è Amalia e la sua analoga storia di un figlio in seminario? Sembra che ad Acapulco, ma forse in tutto il mondo, la vocazione al sacerdozio nasca da una grande dolore vissuto cristianamente. Conosco sicuramente molto bene un altro caso era a Bergamo il 24 ottobre 1963: in quella notte in Città Alta moriva un uomo buono di nome Egidio, aveva solo 39 anni e lasciava la sua giovane sposa Santina con due bimbi, uno di 3 anni e una bambina di nove mesi, quel bimbo ero io. In quel dolore e da quella sofferenza mia madre promise a Dio di non sposarsi più e di dedicare esclusivamente la sua vita a noi Luigi e Carolina”.

Penso oggi con sicurezza, che proprio quel dolore ha originato la mia vocazione. In una lettera a mia madre nel giorno della Ordinazione lo dico esplicitamente ed in allegato a questo report unisco proprio la copia di quella lettera.

Ma nella mia preghiera a Dio mentre Dulce parlava dolcemente ad Amalia, in quei resti miserabili di casa si faceva avanti un’altra convinzione: “Spirito Santo, se mia madre non avesse sofferto per sette anni con fede la sua terribile disabilità e malattia, probabilmente oggi questo incontro non ci sarebbe stato. Mi trovo qui ad Acapulco per la sofferenza di Santina e la Associazione sorta in suo nome, ma Dulce è qui con me perché ha sofferto la morte violenta del marito ed infine la povera Amalia ha il cuore spaccato per l’uccisione da parte dei narcos di suo figlio. Questi tre grandi dolori Padre hanno fatto il miracolo, o meglio hanno compiuto il Mistero. Tre persone: Amalia, Dulce e don Gigi hanno alle spalle un grande dolore che hanno trasformato in consolazione, senza queste tre dolori non ci sarebbe stato questo incontro! Grazie di cuore Gesù”. Mi rivolgevo al Padre, poi a Gesù ed anche allo Spirito Santo nella mia preghiera, quasi estraneo nella grande conversazione nata tra Dulce e Amalia. È proprio Amalia ad interrompermi: “Don Gigi, voglio fare la Prima Comunione e la Cresima”.

Non capisco bene la sua richiesta e cambio discorso: “Scusa Amalia, ma allora Master deve lasciare il seminario?” “No, padre – il suo volto si accende di una bellissima luce – ho una grande sorpresa ed una grande speranza nel cuore. Un gruppo di volontari della mia parrocchia, quando hanno saputo che non riuscivo a pagare la retta del seminario si sono divisi la spesa e così il mio Josè Angel sta continuando a studiare in seminario perché vuole diventare prete”.

Io, Dulce e Magda accogliamo con commozione la notizia e Dulce, responsabile delle 5 adozioni a distanza dei seminaristi di Acapulco ci dice: “Amalia, devi sapere che mi si è liberato un posto per l’adozione a distanza di un seminarista: penso che daremo a Master i 25 euro mensili che ne pensi?” Magda interviene e dice: “Anche a me si è liberato un posto di adozione a distanza: se vuoi i 25 euro mensili li useremo per portare acqua alla tua casa? Che ne dici?”

Guardo ora con ammirazione e venerazione Dulce e Magda e sono orgoglioso di loro e con occhi di sorpresa dico alle due donne: “Wooo, che brave e che bellissime idee! Ecco la soddisfazione più grande vedere voi due Magda e Dulce responsabili della nostra carità qui in Messico: Ottima decisione, prima del mio ritorno in Italia ne parliamo all’Arcivescovo di Acapulco, perché nulla deve essere fatto senza approvazione del Vescovo del Luogo, ma sono sicuro che Mons. Leopoldo sarà contentissimo di questo.
Amalia rimane folgorata da queste parole e dall’aiuto insperato che vede venire dall’incontro con noi e dal suo racconto di pena e dolore. Ci ringrazia con grande commozione, ci ringrazia con le lacrime agli occhi. Le do una carezza e la abbraccio forte, forte.

“Prima di parlare dell’acqua in questa casa che non hai, parliamo della tua Prima Comunione e della tua Cresima: Amalia tu hai bisogno di istruzione e soprattutto educazione interiore alla fede; è un percorso lungo e faticoso di studio e riflessione: devi conoscere bene ciò in cui credi e non hai tanto bisogno di una Maestra di Catechismo, ma soprattutto di una Testimone di Vita che ti sappia insegnare sì il catechismo, ma che con il suo esempio ti accompagni a Messa la domenica, ti insegni le preghiere a memoria, ti faccia leggere il Vangelo e soprattutto praticare la Carità cristiana. Per fare questo hai bisogno di una madrina: io ho pensato ad una donna: che ne dici se Dulce diventasse la tua madrina per la Prima Comunione e per la Cresima?”

Questa volta sono gli occhi di Dulce a brillare, e lo sguardo affettuoso di Amalia verso di lei scatena il Paradiso. Dulce mi dice: “Ma che bellissima notizia mi dai padre. Sono felice! Sono super felice. Che onore essere tua madrina”. Amalia la abbraccia e poi entra nella catapecchia, il resto della casa distrutta dall’uragano, e torna con due grossi libri: uno è il Catechismo della Chiesa Cattolica e l’altro è la Bibbia. E inizia un discorso che ha qualcosa di alto e mistico: “Quando l’uragano infieriva su questa casa, mi sono rifugiata nel bagno in muratura, ma nel terrore di quelle ore, nella paura di perdere tutto ho portato con me questi due libri e me li stringevo al cuore, ho dimenticato tutto il resto, ma questi due libri no. Sono rimasta sepolta e per uscire da quel bagno ho faticato sei ore, ma con me sempre, sempre la Bibbia e il Catechismo!”

La donna non si rende conto di sferrarmi un potente ceffone con quelle parole, perché esse illuminano un mio recente ricordo di cui mi vergogno. Abbraccio Amalia e le svelo, tenendola abbracciata, il mio triste segreto: “Vedi Amalia, la tua Fede sta nascendo adesso, la mia invece è da piccolo che la coltivo, poi io sono un sacerdote ed ho un Vangelo in greco che ho sempre con me dal 16 ottobre 1982, quando mia madre me lo regalò per i miei studi di Bibbia. Bene, alcuni mesi dopo il mio rientro a Bergamo dal Vaticano, il 18 dicembre 2021, i telegiornali davano come notizia di un terremoto che aveva colpito il nord Italia, ma senza causare i disastri di Acapulco… (ecco la notizia da Skytg24: Terremoto, forte scossa di magnitudo 4.4 in provincia di Bergamo: avvertita anche a Milano sisma poco dopo le 11.30 con epicentro a Bonate Sotto. In diverse zone della Lombardia i palazzi hanno tremato e in molte città alcune persone sono scese in strada. I Vigili del Fuoco: “Nessuna segnalazione di danni e richieste di soccorso”. Alle 11.57 una seconda scossa di assestamento con magnitudo 2.2 con epicentro a Osio Sotto 18 dic 2021 – 15:37).
Riaccendo la televisione verso mezzogiorno e vedo aggiornamenti con immagini tristi di gente sconvolta per le strade: mentre sento la notizia il mio appartamento all’ultimo piano inizia a tremare. Le immagini alla televisione e le scosse che avverto mi fanno esplodere nel cervello la paura, che faccio? Esco di casa e porto con me al sicuro solo tre cose. Mi trovo in piazza Vecchia con in mano i miei tre oggetti preziosi e sai quali erano: uno: il cellulare, due il portafoglio, tre le chiavi dell’auto. Con quei tre ridicoli valori scoppiai a piangere dicendo e il Vangelo che posta occupa nella mia Vita? È con me dal 16 ottobre 1982 ed ho avuto il coraggio di abbandonarlo, di non ricordarlo. Ma che valore ha Dio nella mia Vita se lo lascio dopo il cellulare, il portafoglio e l’automobile? Amalia sono andato a confessarmi da Don Lino ed ho chiesto perdono a Dio che nella mia paura mi ero dimenticato di Lui. Ed ora mi vergogno nel vedere che tu non hai tenuto con te altro che il Vangelo ed il Catechismo. Quel pomeriggio rientrai in casa dopo la confessione e scrissi la data sulla mia Bibbia con scritto: ‘Oggi hai messo il Vangelo dopo il cellulare, il portafoglio e l’auto: che non accada più! Quella notte ho dormito abbracciato al Vangelo. Ed ora ti chiedo di scrivere anche tu in questi giorni una frase, in tuo ricordo. Ma ora ti dico una cosa molto bella Amalia, ieri sera dall’Italia ho avuto la conferma: ora chiamiamo Roberto Pompei, del Consiglio Direttivo della nostra Associazione e facciamo inviare tramite Western Union 700 Euro, andiamo insieme io, te Dulce ed il figlio Felix a comperare tre cisterne di acqua da 1.100 litri una, per un totale di 3.300 litri, poi andiamo a comperare due sacchi di cemento per il totale di un quintale, chiamiamo il muratore torniamo qui con le tre cisterne di acqua, il cemento ed il muratore, montiamo le cisterne. Nel frattempo Magda va in Caritas e si fa dare i 25 euro del mese di gennaio destinati ora a te, chiama l’autobotte e viene qui: questa sera avrai in casa ben 3.300 litri di acqua, con la quale finalmente potrai lavare la tua biancheria e quella dei tuoi nipotini!”

Per Magda, Dulce e Felix la notizia è come un fulmine che incendia il loro animo di euforia e il cuore di Amalia cade nella incredulità e nella sorpresa che regalano a lei due occhi di diamante. Quella sera per le 19.00 nella baracca di Amalia vi erano 3.300 litri di acqua e l’ultima sua immagine è di lei che felice lava la biancheria. Vicino, appoggiati sul lavatoio, due libri: il catechismo ed il Vangelo, quel libro che Don Gigi aveva dimenticato nel giorno del suo ridicolo terremoto.

Lettera di Don Gigi a sua madre Santina nel giorno della sua ordinazione sacerdotale il 21 giugno 1986

«Bergamo, 21-22 giugno 1986
Carissima mamma,
chi può capire quello che provo in questi giorni? Emozioni, sentimenti, immagini, fantasia mi riempiono la testa e il cuore di tanta gioia: neppure io che provo tutto questo riesco ad esprimere. Penso che tra le tante persone care che oggi mi circondano tu mi sei vicina in modo tutto tuo con la preghiera, con lo stupore, con la meraviglia e con la grande gioia che si veste di silenzio perché troppo grande da esprimere.
Oggi, come dice Piero Scuri nella sua bella poesia «si è svegliato un sogno» un sogno che ci ha visto affrontare gioie e difficoltà. Ma chi sveglierà questo sogno? Sveglierà due persone: un prete e una mamma di un prete! In questi giorni la mia vita è completamente cambiata per il dono del carattere sacerdotale. Il pane sull’altare diventa il corpo del Signore pur rinsanendo nelle apparenze pane. Ieri io sono diventato prete pur rimanendo nelle apparenze sempre me stesso con tutti i difetti e con tutte le mancanze. Tu ieri hai smesso di essere la mamma di un seminarista per essere la mamma di un prete! Forse in questi giorni tutti e due siamo presi dalla voglia di dire… era ora, con tutto quello che ho fatto me !o merito proprio. Non è vero nulla, essere prete ed essere mamma di un prete supera tutti gli sforzi e le fatiche che abbiamo fatto, il merito è solo del Signore e noi siamo «servi inutili».
Perché oggi sono prete? Perché il Signore l’ha voluto e basta. Se io non conosco «perché» oggi sono prete conosco però il modo che il Signore ha usato per farmi prete. II modo, cara mamma, sei proprio tu! Tanti anni fa ho perso il papà, hai perso tuo marito; non ti sei risposata e la tua vita ha avuto come sostegno esclusivamente la Fede, una Fede grande e forte per crescere me e Carolina con tutto il necessario. In quel dolore e soprattutto in quella Fede generata dal grande soffrire io oggi- con sicurezza trovo al nascita della mia vocazione. Perdendo papà tu hai detto che la tua sola forza era il Signore, il Signore che vince disperazione ed angoscia e da quella croce dopo lunghi tre giorni è nata la resurrezione! II senso di quel soffrire? Perché il Signore lascia una donna molto giovane con due piccoli bambini sola ad affrontare una vita povera e difficile? Perché il Signore ha uno sguardo più lungo del nostro Egli infatti già conosceva il 21 giugno 1986.
Io ho sempre respirato in casa questa tua fede e questa tua preghiera: Messa, rosario, giaculatorie, preghiere… tanta, tanta Fede. Come dimenticare il più bel quadro della Fede nella nostra piccola famiglia? Come dimenticare due bambini piccoli nei loro pigiamini in ginocchio con la loro mamma appoggiati al grande letto matrimoniale, dove dormono tutti e tre, recitare le preghiere della sera in una stanza rischiarata dal piccolo lumicino al quadro della Madonna! Tante altre scene potrei ricordare, ma tu le conosci tutte ed è inutile ricordare… oggi non è momento di ricordare, ma è il momento di guardare al futuro! La mia vita da prete? mi diceva Augusto, un seminarista di Roma, immense gioie, – ma immense sofferenze! La vita di una «mamma di prete»: immense gioie, ma immense preoccupazioni: aiutami tu. A me la sofferenza tante volte fa paura, tu sei invece esperta in questo; stammi sempre vicino, non stancarti mai, dammi sempre una mano e non pensare mai di avere fatto abbastanza. Stammi sempre vicino con discrezione e pazienza, ma soprattutto stammi sempre vicino nella preghiera e ricordati che la gioia del Signore è la nostra forza.
Un bacione grande tuo don Luigi».

[*] L’Assemblea generale delle Nazioni Unite ha designato il 25 novembre come data della ricorrenza della Giornata internazionale per l’eliminazione della violenza contro le donne e ha invitato i governi, le organizzazioni internazionali e le ONG a organizzare in quel giorno attività volte a sensibilizzare l’opinione pubblica sull’importanza della nonviolenza e del rispetto delle donne. Tendenzialmente si è portati a considerare il fenomeno del femminicidio, visto la sua gravità, come la forma estrema delle violenze commesse sulle donne, come quella psicologica, fisica, sessuale, stupro, atti persecutori del cosiddetto stalking, ecc. Pur restando sempre complementari nella loro forma intrinseca, il deprecabile problema del femminicidio viene evidenziato in modo sostanziale per scuotere la coscienza umana sulla drammaticità del fenomeno, per i figli che sono stati così barbaramente privati dell’affetto della propria madre o per quei familiari che subiscono gli effetti devastanti del dolore per la perdita.

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