Fiducia supplicans andrebbe cancellata e il Prefetto Fernández sostituito

[Korazym.org/Blog dell’Editore, 27.01.2024 – Vik van Brantegem] – Papa Francesco, nell’Udienza concessa ieri 26 gennaio 2024 alla Plenaria del Dicastero per la Dottrina della Fede, «accennando alla recente Dichiarazione Fiducia supplicans» ha chiarito: «L’intento delle “benedizioni pastorali e spontanee” è quello di mostrare concretamente la vicinanza del Signore e della Chiesa a tutti coloro che, trovandosi in diverse situazioni, chiedono aiuto per portare avanti – talvolta per iniziare – un cammino di fede. Vorrei sottolineare brevemente due cose: la prima è che queste benedizioni, fuori di ogni contesto e forma di carattere liturgico, non esigono una perfezione morale per essere ricevute; la seconda, che quando spontaneamente si avvicina una coppia a chiederle, non si benedice l’unione, ma semplicemente le persone che insieme ne hanno fatto richiesta. Non l’unione, ma le persone, naturalmente tenendo conto del contesto, delle sensibilità, dei luoghi in cui si vive e delle modalità più consone per farlo».
Papa Francesco non specifica di quali coppie/unioni tratta la Dichiarazione Fiducia supplicans: unioni di coppie in situazioni irregolari e di persone dello stesso sesso e continua il gioco delle tre carte. Poi, mantiene la confusione tra “coppie” e “unione” (della coppia). Quando due persone che convivono come una coppia, si presentano assieme e sono benedette assieme mano nella mano, non è possibile sostenere che si benedicono le due individui in coppia ma non la loro unione, i peccatori ma non il peccato. Dire il contrario è una presa in giro e, appunto, un gioco delle tre carte.
Coppia = l’abbinamento di due cose o persone, di solito a determinati fini o in determinate condizioni.
Unione = la situazione e il nuovo ente che risultano da due o più individui, oggetti, elementi o enti che sono stati o si sono uniti in modi e forme e con processi e fini diversi.
Papa Francesco sottolinea quanto la Chiesa Cattolica Romana ha sempre insegnato e faceva da sempre, ovvero benedire le persone, al contrario della Dichiarazione Fiducia supplicans, che affermava che con essa «si può comprendere la possibilità di benedire le coppie in situazioni irregolari e le coppie dello stesso sesso», che mentre nel «tempo di elaborazione del documento, non è mancato il confronto con il Santo Padre», «seguendo l’insegnamento autorevole del Santo Padre Francesco», infine fu «sottoposta all’esame del Santo Padre, che l’ha approvata con la sua firma», per essere emanata il 18 dicembre 2023, per «favorire, insieme alla comprensione della dottrina perenne della Chiesa, la ricezione dell’insegnamento del Santo Padre».
Con questo suo chiarimento, dopo i precedenti “chiarimenti” fornite (questo nonostante che la Dichiarazione affermava, che non si dovevano «aspettare altre risposte su eventuali modalità per normare dettagli o aspetti pratici riguardo a benedizioni di questo tipo»), Papa Francesco ieri ha trasmesso chiaramente, che ha recepito la valanga di critiche, che la Dichiarazione Fiducia supplicans ha provocato in tutto il mondo, tra cui quelle degli episcopati dell’Africa, la cui dichiarazione di rifiuto Papa Francesco ha esplicitamente approvato. Con questa Dichiarazione, e seguito, l’unità della Chiesa Cattolica Romana è compromessa, perché, su una verità morale così essenziale, vengono accettate, in pratica, opinioni opposte tra le Chiese sparse nel mondo.
Resta la domanda, a cui si attende risposta chiara, perché era necessario creare tanta confusione con la Dichiarazione Fiducia supplicans, il successivo Comunicato Stampa e le varie interviste del Prefetto del Dicastero per la Dottrina della Fede. Risposta plausibile: forse, il motivo era proprio creare una confusione megagalattica.
Secondo quanto ha sottolineato de Papa Francesco ieri, andava benissimo il chiarissimo Responsum diramata, sempre con il consenso di Papa Francesco – il 15 marzo 2021. Di precisazione in precisazione, con l’aggiunta diabolica di tutta l’ambiguità diffusa lungo il percorso, si è tornato al punto di partenza, mentre il Prefetto Víctor Manuel Fernández si è auto-screditato pubblicando la sua Dichiarazione, che è l’opposto di quello del suo predecessore, il Cardinale Luis Ladaria.
Responsum della Congregazione per la Dottrina della Fede ad un dubium
circa la benedizione delle unioni di persone dello stesso sesso
AL QUESITO PROPOSTO:
La Chiesa dispone del potere di impartire la benedizione a unioni di persone dello stesso sesso?
SI RISPONDE:
Negativamente.
Nota esplicativa
In alcuni ambiti ecclesiali si stanno diffondendo progetti e proposte di benedizioni per unioni di persone dello stesso sesso. Non di rado, tali progetti sono motivati da una sincera volontà di accoglienza e di accompagnamento delle persone omosessuali, alle quali si propongono cammini di crescita nella fede, «affinché coloro che manifestano la tendenza omosessuale possano avere gli aiuti necessari per comprendere e realizzare pienamente la volontà di Dio nella loro vita»[1].
In tali cammini, l’ascolto della parola di Dio, la preghiera, la partecipazione alle azioni liturgiche ecclesiali e l’esercizio della carità possono ricoprire un ruolo importante al fine di sostenere l’impegno di leggere la propria storia e di aderire con libertà e responsabilità alla propria chiamata battesimale, perché «Dio ama ogni persona e così fa la Chiesa»[2], rifiutando ogni ingiusta discriminazione.
Tra le azioni liturgiche della Chiesa rivestono una singolare importanza i sacramentali, «segni sacri per mezzo dei quali, con una certa imitazione dei sacramenti, sono significati e, per impetrazione della Chiesa, vengono ottenuti effetti soprattutto spirituali. Per mezzo di essi gli uomini vengono disposti a ricevere l’effetto principale dei sacramenti e vengono santificate le varie situazioni della vita»[3]. Il Catechismo della Chiesa Cattolica specifica, poi, che «i sacramentali non conferiscono la grazia dello Spirito Santo alla maniera dei sacramenti; però mediante la preghiera della Chiesa preparano a ricevere la grazia e dispongono a cooperare con essa» (n. 1670).
Al genere dei sacramentali appartengono le benedizioni, con le quali la Chiesa «chiama gli uomini a lodare Dio, li invita a chiedere la sua protezione, li esorta a meritare, con la santità della vita, la sua misericordia»[4]. Esse, inoltre, «istituite in certo qual modo a imitazione dei sacramenti, si riportano sempre e principalmente a effetti spirituali, che ottengono per impetrazione della Chiesa»[5].
Di conseguenza, per essere coerenti con la natura dei sacramentali, quando si invoca una benedizione su alcune relazioni umane occorre – oltre alla retta intenzione di coloro che ne partecipano – che ciò che viene benedetto sia oggettivamente e positivamente ordinato a ricevere e ad esprimere la grazia, in funzione dei disegni di Dio iscritti nella Creazione e pienamente rivelati da Cristo Signore. Sono quindi compatibili con l’essenza della benedizione impartita dalla Chiesa solo quelle realtà che sono di per sé ordinate a servire quei disegni.
Per tale motivo, non è lecito impartire una benedizione a relazioni, o a partenariati anche stabili, che implicano una prassi sessuale fuori dal matrimonio (vale a dire, fuori dell’unione indissolubile di un uomo e una donna aperta di per sé alla trasmissione della vita), come è il caso delle unioni fra persone dello stesso sesso[6]. La presenza in tali relazioni di elementi positivi, che in sé sono pur da apprezzare e valorizzare, non è comunque in grado di coonestarle e renderle quindi legittimamente oggetto di una benedizione ecclesiale, poiché tali elementi si trovano al servizio di una unione non ordinata al disegno del Creatore.
Inoltre, poiché le benedizioni sulle persone sono in relazione con i sacramenti, la benedizione delle unioni omosessuali non può essere considerata lecita, in quanto costituirebbe in certo qual modo una imitazione o un rimando di analogia con la benedizione nuziale[7], invocata sull’uomo e la donna che si uniscono nel sacramento del Matrimonio, dato che «non esiste fondamento alcuno per assimilare o stabilire analogie, neppur remote, tra le unioni omosessuali e il disegno di Dio sul matrimonio e la famiglia»[8].
La dichiarazione di illiceità delle benedizioni di unioni tra persone dello stesso sesso non è quindi, e non intende essere, un’ingiusta discriminazione, quanto invece richiamare la verità del rito liturgico e di quanto corrisponde profondamente all’essenza dei sacramentali, così come la Chiesa li intende.
La comunità cristiana e i Pastori sono chiamati ad accogliere con rispetto e delicatezza le persone con inclinazione omosessuale, e sapranno trovare le modalità più adeguate, coerenti con l’insegnamento ecclesiale, per annunciare il Vangelo nella sua pienezza. Queste, nello stesso tempo, riconoscano la sincera vicinanza della Chiesa – che prega per loro, li accompagna, condivide il loro cammino di fede cristiana[9] – e ne accolgano con sincera disponibilità gli insegnamenti.
La risposta al dubium proposto non esclude che vengano impartite benedizioni a singole persone con inclinazione omosessuale[10], le quali manifestino la volontà di vivere in fedeltà ai disegni rivelati di Dio così come proposti dall’insegnamento ecclesiale, ma dichiara illecita ogni forma di benedizione che tenda a riconoscere le loro unioni. In questo caso, infatti, la benedizione manifesterebbe l’intenzione non di affidare alla protezione e all’aiuto di Dio alcune singole persone, nel senso di cui sopra, ma di approvare e incoraggiare una scelta ed una prassi di vita che non possono essere riconosciute come oggettivamente ordinate ai disegni rivelati di Dio[11].
Nel contempo, la Chiesa rammenta che Dio stesso non smette di benedire ciascuno dei suoi figli pellegrinanti in questo mondo, perché per Lui «siamo più importanti di tutti i peccati che noi possiamo fare»[12]. Ma non benedice né può benedire il peccato: benedice l’uomo peccatore, affinché riconosca di essere parte del suo disegno d’amore e si lasci cambiare da Lui. Egli infatti «ci prende come siamo, ma non ci lascia mai come siamo»[13].
Per i suddetti motivi, la Chiesa non dispone, né può disporre, del potere di benedire unioni di persone dello stesso sesso nel senso sopra inteso.
Il Sommo Pontefice Francesco, nel corso di un’Udienza concessa al sottoscritto Segretario di questa Congregazione, è stato informato e ha dato il suo assenso alla pubblicazione del suddetto Responsum ad dubium, con annessa Nota esplicativa.
Dato a Roma, dalla Sede della Congregazione per la Dottrina della Fede, il 22 febbraio 2021, Festa della Cattedra di San Pietro, Apostolo.
Luis F. Card. Ladaria, S.I.
Prefetto
✠ Giacomo Morandi
Arcivescovo tit. di Cerveteri
Segretario
[1] Francesco, Es. ap. post-sinodale Amoris laetitia, n. 250.
[2] Sinodo dei Vescovi, Documento finale della XV Assemblea Generale Ordinaria, n. 150.
[3] Concilio Vaticano II, Cost. Sacrosanctum Concilium, n. 60
[4] Rituale Romanum ex Decreto Sacrosancti Oecumenici Concilii Vaticani II instauratum auctoritate Ioannis Pauli PP. II promulgatum, De benedictionibus, Praenotanda Generalia, n. 9.
[5] Ibidem, n. 10.
[6] Cfr. Catechismo della Chiesa Cattolica, n. 2357.
[7] La benedizione nuziale, infatti, rimanda al racconto della Creazione, nel quale la benedizione di Dio sull’uomo e sulla donna è in relazione alla loro unione feconda (cfr. Gen 1, 28) e alla loro complementarietà (cfr. Gen 2, 18-24)
[8] Francesco, Es. ap. post-sinodale, Amoris laetitia, n. 251.
[9] Cfr. Congregazione per la Dottrina della Fede, Lettera Homosexualitatis problema sulla cura pastorale delle persone omosessuali, n. 15.
[10] Il De benedictionibus presenta infatti un vasto elenco di situazioni per le quali invocare la benedizione del Signore.
[11] Cfr. Congregazione per la Dottrina della Fede, Lettera Homosexualitatis problema sulla cura pastorale delle persone omosessuali, n. 7.
[12] Francesco, Udienza Generale del 2 dicembre 2020, Catechesi sulla preghiera: la benedizione.
[13] Ibidem.
Padre Bux: “Fiducia supplicans” non appartiene al Magistero autentico e invita il Cardinale Fernández a dimettersi
di Edward Pentin
Edwardpentin.co.uk, 25 gennaio 2024
(Traduzione a cura di Sabino Paciolla [QUI])
Padre Bux, qual è stata la reazione generale al Fiducia supplicans in Italia: per lo più contraria, secondo lei, favorevole o ambivalente?
A causa della loro vicinanza alla Sede Apostolica, i vescovi italiani sembrano essere come cani muti: approvano o dissentono, o temono “rappresaglie”. Tra i fedeli e i non praticanti c’è chi considera Fiducia supplicans, e i tentativi di giustificarla, un insulto alla propria intelligenza. Poi c’è chi conosce la dottrina della fede e della morale, soprattutto le norme della Rivelazione, e pone il primo dubium dai cinque cardinali inviati l’estate scorsa: È possibile che la Chiesa oggi insegni dottrine contrarie a quelle che ha insegnato in precedenza in materia di fede e di morale, sia dal Papa ex cathedra, sia nelle definizioni di un Concilio ecumenico, sia nel magistero ordinario universale dei vescovi sparsi nel mondo (cfr. Lumen gentium 25)?
Di sicuro, Fiducia supplicans non appartiene al “Magistero autentico” e quindi non è vincolante perché ciò che vi si afferma non è contenuto nella Parola di Dio scritta o trasmessa e che la Chiesa, il Romano Pontefice o il Collegio episcopale, sia definitivamente, cioè con sentenza solenne, sia con Magistero ordinario e universale, propone di credere come divinamente rivelata. Non si può nemmeno aderirvi con l’assenso religioso della volontà e dell’intelletto.
Cosa pensa del Comunicato stampa del 4 gennaio volto a chiarire la Dichiarazione? Ha risolto qualcosa?
Nella maggioranza dei battezzati prevale l’ignoranza, dovuta al fatto che per decenni si è preferito il sociale alla catechesi; per le coppie eterosessuali e omosessuali irregolari ciò che ora vale è: l’amore è amore. Chi usa la logica si oppone e allora sorge il secondo dubium dei cardinali: È possibile che in determinate circostanze un pastore possa benedire le unioni tra persone omosessuali, suggerendo così che il comportamento omosessuale in quanto tale non sarebbe contrario alla legge di Dio e al cammino della persona verso Dio? A questo dubium se ne lega un altro: Continua ad essere valido l’insegnamento sostenuto dal magistero ordinario universale, secondo cui ogni atto sessuale al di fuori del matrimonio, e in particolare gli atti omosessuali, costituisce un peccato oggettivamente grave contro la legge di Dio, indipendentemente dalle circostanze in cui avviene e dall’intenzione con cui viene compiuto? Quindi, la dichiarazione del 4 gennaio è un classico tentativo di coprire le crepe.
È d’accordo sul fatto che la Dichiarazione ha messo in luce divisioni che erano già presenti ma che ora sono uscite allo scoperto?
Benedetto XVI, nelle sue Note dell’11 aprile 2019, ha descritto l’origine dello sfacelo della morale cattolica, e quindi anche delle divisioni tra i cattolici, a causa del fatto di ritenere non peccaminosa la convivenza di una coppia sia eterosessuale che omosessuale. La divisione o scisma, prima sommersa, è ora emersa. Vedremo se sarà dichiarata formalmente in un prossimo evento ecclesiale, come un sinodo o un conclave. Di certo, il prossimo Papa dovrà fare i conti e decidere se approfondire la divisione o sanarla convocando un concilio. A chiunque si candidi come Papa, nelle congregazioni pre-conclave dovrà essere chiesto di rispondere ai dubia accumulati dal 2015, altrimenti la divisione della Chiesa si approfondirà.
Perché secondo lei c’è stata un’opposizione soprattutto in Africa e in Europa centro-orientale e non tanto negli Stati Uniti e in altri Paesi prevalentemente occidentali?
Perché in queste zone, cioè nell’emisfero settentrionale e occidentale, dopo il Concilio Vaticano II, la Chiesa ha contrastato l’ideologia relativista che era penetrata nella morale e aveva demolito la legge naturale con la formazione alla dottrina e alla vita in Cristo – cioè la morale cattolica, combattendo il pensiero neopagano. Così, il popolo è rimasto fedele. Poi, chiedete a un Ebreo se è una benedizione (berakah) quando non ha una sacralità (diciamo che non è liturgica) e se si può benedire qualcosa che Dio maledice e aborrisce, come un peccato contro natura. Un amico Ebreo che ha sentito parlare di Fiducia supplicans mi ha detto: “Il Papa non conosce la Bibbia?”. Per non parlare del ridicolo dei Musulmani e dell’allontanamento degli Ortodossi che hanno ormai dichiarato impossibile l’unità con i Cattolici. Fiducia supplicans e i successivi comunicati sono il risultato dell’ignoranza del Prefetto Fernández.
Qual è il modo migliore per risolvere la confusione e la divisione che derivano da Fiducia supplicans?
Spiegare che non c’è pastorale senza “pasto”, perché “la dottrina è in realtà come il cibo, il cui possessore è colui che lo distribuisce” (San Gregorio Nazianzeno). La dottrina, quindi, è pastorale, ma se il pastore non la possiede, non può fare pastorale. Il dramma della Chiesa di oggi è la separazione della pastorale dalla dottrina, cioè dell’amore dalla verità. E la stiamo pagando cara, come aveva previsto Giovanni Paolo II. Papa Francesco dovrebbe cancellare Fiducia supplicans e sostituire il Prefetto con un uomo di “dottrina sicura, sana e pura”, per usare le parole dell’Apostolo a Tito.
Come pensa che questa vicenda influenzerà il prossimo Conclave?
Sicuramente il prossimo Papa, se non vuole essere tale solo per una parte della Chiesa, dovrà porsi la domanda: qual è la missione della Chiesa? Quella di conformarsi al mondo o di salvarlo? L’unità della Chiesa Cattolica è compromessa da Fiducia supplicans perché, su una verità morale così essenziale, accetta, in pratica, opinioni opposte tra le Chiese sparse nel mondo. Un esempio: Il nuovo vescovo di Foggia ha detto che la sua Chiesa sarà la “Chiesa di Francesco che benedice tutti”. Ma la Chiesa non è forse quella di Gesù Cristo?
Fernández si è screditato pubblicando un documento che è l’opposto di quello del suo predecessore, [il Cardinale Luis] Ladaria, nel 2021. Si tratterebbe di uno “sviluppo” o piuttosto di un’eterogenesi della dottrina? Il Dicastero e la Santa Sede si sono umiliati. Qualcuno ha già ribattezzato il Dicastero “per la distruzione della fede”. Il sospetto di ignoranza e malafede peserà su Fernández in qualsiasi documento che firmerà in seguito. Dovrebbe dimettersi.
Indice – Fiducia supplicans [QUI]