Vangeli festivi
XXXIV Domenica del Tempo Ordinario: Solennità di Cristo Re dell’Universo

La solennità di Cristo Re conclude l’anno liturgico. Diversamente dall’anno civile scandito dai dodici mesi, l’anno liturgico è scandito dalle tre feste: Natale, Pasqua e Pentecoste; il Natale poi è preceduto da quattro settimane dette di ‘avvento’. La solennità odierna ci ricorda che Gesù, il buon pastore, alla fine di questo cammino ritornerà come Re per giudicare i buoni e i cattivi.
XXXIII domenica Tempo Ordinario: chi è fedele nel poco, avrà la vita eterna!

Siamo ormai vicini alla fine dell’anno liturgico; la prossima domenica si conclude l’anno con la festa di Cristo Re. Oggi la Liturgia ci presenta la parabola dei talenti invitando ciascuno di noi a fare i conti davanti Dio perché la nostra vita non risulti un fallimento. Mentre si è in attesa della venuta del Signore è indispensabile essere operosi.
XXXII Domenica Tempo Ordinario: la vita come attesa responsabile
XXXI Domenica del Tempo Ordinario: Cristo Gesù è l’unico e vero Maestro

Il brano del Vangelo di questa domenica riguarda tutti e ciascuno di noi; è un invito alla riflessione, alla conversione personale, all’amore reciproco. E’ un brano che invita all’umiltà e al senso di responsabilità, alla coerenza e giammai all’ipocrisia. Cristo Gesù, come d’altronde il profeta Malachia, esordisce con un invito assai chiaro ed invita a vivere con coerenza e senza ipocrisia la Parola di Dio, l’insegnamento del Signore. Il monito è rivolto a tutti: sacerdoti e fedeli.
Solennità di Tutti i Santi. La Chiesa: un vero giardino di Dio

La solennità di tutti i Santi ci rivela oggi il mondo come un ‘giardino’ dove lo Spirito di Dio suscita con mirabile fantasia una moltitudine di Santi e Sante di ogni età e condizione sociale, popolo e cultura. Come le cellule del corpo umano sono una miriade e l’una è diversa dall’altra, così ogni Santo è diverso dall’altro e ciascuno possiede un proprio carisma spirituale; tutti i santi hanno però impresso il sigillo di Cristo Gesù morto e risorto (Ap. 7,3) e l’impronta del suo amore misericordioso.
XXX Domenica Tempo Ordinario: amare Dio e i fratelli
XXIX Tempo Ordinario: Dio e Cesare; Chiesa e Stato

La tensione tra Gesù ed i suoi interlocutori ancora alquanto velata nella parabola del ‘Banchetto nuziale’, si fa ora aperta. Oggetto del contrasto tra Gesù e i Farisei riguarda questa volta il tributo a Cesare. ‘E’ lecito o no pagare il tributo a Cesare?’ Era certamente una trappola: se Gesù avesse detto: Dovete pagare! Si sarebbe alienata la simpatia e stima di tutto il popolo; se avesse detto: No!, non dovete pagare! Allora Gesù poteva legittimamente essere accusato a Cesare come sobillatore del popolo.
XXVIII Domenica del Tempo Ordinario: quanti troverete, chiamateli alle nozze, ma con l’abito nuziale!

Nell’Antico Testamento l’alleanza tra Dio e gli uomini era raffigurata con l’immagine nuziale. Anche il Profeta Isaia aveva presentato con il simbolo del banchetto l’era messianica. Nel primo momento la risposta all’invito divino di partecipare al banchetto è dura: gli invitati addirittura si accaniscono contro i servi ( i Profeti). Il re, come risposta, dà alle fiamme la loro città.
XXVII Domenica Tempo Ordinario: La vigna di Dio. Ieri Israele, oggi la Chiesa cristiana

La parabola del Vangelo, in forma sintetica ma assai chiara, evidenzia la storia della salvezza: Antino e Nuovo Testamento. Nella parabola Gesù ricorre al simbolo della vigna: il padrone della vigna infatti è Dio stesso. I vignaiuoli appaiono personaggi cattivi, quasi feroci. Si levano contro i profeti imprigionandoli o uccidendoli; si levano contro il Figlio del padrone della vigna mettendolo in croce e gridando a Pilato: ‘Crocifiggilo, non abbiamo altro re che Cesare’. Eppure il padrone della vigna pensa solo a perdonare, ad amare e, angosciato, dirà: ‘Cosa potevo fare ancora per la mia vigna e non l’ho fatto?’
XXVI Domenica del Tempo Ordinario: la vera obbedienza voluta da Dio

‘Che ve ne pare…?’ Gesù inizia così questa parabola nella quale introduce due figli diversi che incarnano altrettanti atteggiamenti nei confronti del Regno di Dio: da una parte l’ipocrisia, che, in fondo, è solo disobbedienza e finisce con il colpire l’agire dei farisei; d’altra parte l’apparente ribellione del figlio, che finisce, in fondo, con accogliere il desiderio del Padre.