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Caritas: la relazione del volontario è una risorsa

Si è svolta online martedì 19 marzo la presentazione del volume ‘Tutto è possibile. Il volontariato in Caritas: dati e riflessioni’, che riporta i dati dell’indagine condotta da Caritas Italiana nel 2023 sulla presenza del volontariato nei servizi e nelle opere Caritas, mediante un approccio quantitativo (mappatura della presenza del volontariato nel territorio) e qualitativo (analisi in profondità sul profilo sociale dei volontari), come ha sottolineato il direttore di Caritas Italiana, don Marco Pagniello:

“La ricerca ci ricorda le sfide che affronta oggi il volontariato: quella della qualità, che implica formazione continua e innovazione dei servizi, quella di creare reti e diffondere il valore della corresponsabilità e, non ultima, quella di favorire lo sviluppo e interagire con una realtà sociale, economica e culturale diversificata. Il valore del volontariato risiede, infatti, nel desiderio di stare con le persone e condividere quello spazio relazionale che aggiunge ricchezza ad ogni forma di impegno sociale. Non si tratta solo di lavorare per gli ultimi, ma di essere con gli ultimi, di farsi prossimi, compagni di viaggio e di vita”.

In base ai dati raccolti sul territorio nello scorso anno 2023, relativi ai volontari più stabilmente impegnati, si evidenzia la presenza di 84.248 volontari, di cui 22.275 nei servizi/opere di livello diocesano e 61.973 nella dimensione parrocchiale. La metà dei volontari è presente nelle regioni del Nord Italia (50,4%). Il 16,6% è attivo nel Centro, il 33% nel Mezzogiorno (Sud e Isole). La Regione con il più alto tasso di volontari sulla popolazione residente è l’Emilia-Romagna (in media 99 volontari per 100mila abitanti). Seguono le Marche e la Basilicata (90,5).

Un approfondimento su un campione di volontari restituisce l’identikit sociale del volontario Caritas in Italia: le persone anziane non sono la maggioranza assoluta: il 38,3% è ultra65enne, i giovani under 35 sono pari al 16,3%. I volontari hanno un titolo di studio medio-alto: il 77,4% ha almeno la maturità (il 34,2% è laureato). Sono prevalentemente pensionati (41,8%) e occupati (34,8%). Il 78,8% dei volontari Caritas si impegna per ‘essere utile agli altri, alla società’.

Al secondo posto spiccano le motivazioni legate all’esigenza di essere coerenti con la propria fede religiosa (49%). Poco rilevanti invece le motivazioni utilitaristiche (far carriera, ottenere crediti formativi, farsi strada in un nuovo ambiente di lavoro, ecc.), segnalate soltanto dal 2,8%. Il dato dimostra la forte componente di gratuità che caratterizza da sempre l’impegno volontario nel mondo della Caritas.

Il calcolo delle ore di volontariato dimostra un forte livello di impegno: poco meno di un volontario su quattro si impegna per più di 25 ore mensili. Ma ci sono persone che offrono piccoli spazi di tempo, anche di sole cinque ore mensili. Grazie a questo piccolo impegno è possibile assicurare l’apertura di servizi che altrimenti dovrebbero ridurre l’offerta o addirittura cessare di esistere. Il 38,5% dei volontari Caritas è contemporaneamente attivo in più servizi, gestiti anche da altri enti, pubblici o privati, non solamente di matrice ecclesiale.

L’indagine che Caritas Italiana ha condotto consegna interessanti provocazioni utili alla riflessione collettiva su questi temi e aggiunge elementi che ci consentono di delineare alcune sfide per il futuro, anche tenendo conto della presenza di problemi e fatiche. L’aspetto critico più rilevante per i volontari Caritas è quello della difficile gestione delle situazioni umane delle persone richiedenti aiuto (68,3% dei volontari). Seguono la scarsità delle risorse materiali a disposizione (49,5%) e la difficoltà a conciliare tempi di vita e tempi di impegno in Caritas (36,8%).

Nel complesso, a dispetto dei vari problemi segnalati, la quota dei volontari soddisfatti (del tutto o abbastanza) è decisamente maggioritaria: 95,8%. Solo un piccolo gruppo di volontari si dichiara insoddisfatto, e tra questi solamente lo 0,8% afferma di essere ‘del tutto insoddisfatto’. Il Rapporto Caritas contiene alcuni brevi saggi di riflessione ad opera di vari enti nazionali (Cei, CSVnet, Forum del Terzo Settore), sulle radici del volontariato e i recenti segnali di trasformazione, sul suo senso civile e pastorale, sui valori fondanti e la dimensione della cittadinanza attiva.

A conclusione del rapporto don Michele Gianola, direttore dell’Ufficio Nazionale della Cei per la pastorale delle vocazioni, ha sottolineato la dimensione pastorale del volontariato nella Caritas: “Fare esperienza della carità di Dio e dell’amore gratuito è bagnarsi nella vita spirituale della quale, oggi, sentiamo amplificarsi la sete. Oggi molti uomini e donne (molti giovani, soprattutto) bramano un significato, un senso alla vita.

Diverse ricerche sociologiche lo confermano, ma è sufficiente aprire gli occhi e fare memoria di ogni volta che abbiamo acconsentito a quel movimento che dal Padre passa attraverso il Figlio e i gesti di uomini e donne che si sono presi cura di noi, nella benevolenza e nella misericordia. Senza saperlo ci hanno regalato il significato e la direzione indicandoci, nei loro gesti, la destinazione e il senso di tutto. Il Paradiso, la Gerusalemme celeste, è una città che raccoglie uomini e donne da tutta la storia e la geografia, nella quale rimane e cresce ciò che in questa vita è stato bagnato dalla carità, l’unica cosa che resta”.

Papa Francesco invita ad avere compassione per chi soffre

Oggi papa Francesco ha ricevuto in udienza i membri della fondazione ‘Sant’Angela Merici’ di Siracusa, in occasione dei 50 anni di fondazione, che continua l’impegno di mons. Gozzo a servizio delle persone più fragili: “La vostra storia, e tutto ciò che nei diversi Centri operativi portate avanti con tanta generosità, si radica in quell’evento che ha segnato la città di Siracusa quando, nel 1953, un quadretto raffigurante la Madonna iniziò a lacrimare nella casa dei coniugi Iannuso”.

Ed ha ricordato la storia di tale miracolo: “Sono le lacrime di Maria, la nostra Madre celeste, per le sofferenze e le pene dei suoi figli. Maria piange per i suoi figli che soffrono. Sono lacrime che ci parlano della compassione di Dio per tutti noi. Dobbiamo pensare a questo: la compassione di Dio. Egli, infatti, ha donato a tutti noi la sua Madre, che piange le nostre stesse lacrime per non farci sentire soli nei momenti difficili. Allo stesso tempo, attraverso le lacrime della Vergine Santa, il Signore vuole sciogliere i nostri cuori che a volte si sono inariditi nell’indifferenza e induriti nell’egoismo; vuole rendere sensibile la nostra coscienza, perché ci lasciamo toccare dal dolore dei fratelli e ci muoviamo a compassione per loro, impegnandoci a sollevarli, rialzarli, accompagnarli”.

Questa è la ‘ricchezza’ che deriva dal Vangelo: “Questa è la ricchezza della vostra storia, queste sono le radici che non dovete smarrire e, soprattutto, questo è il significato della vostra opera. La Fondazione, infatti, portando avanti un lavoro quotidiano dove si mescolano professionalità e spirito di sacrificio, esiste per esprimere in gesti concreti le lacrime versate dalla Vergine Maria e nello stesso tempo il suo desiderio materno di asciugare il pianto dei suoi figli”.

E’ stato un invito ad ‘asciugare’ le lacrime di chi soffre: “E voi, fratelli e sorelle, cercate di fare proprio questo: asciugare le lacrime di chi soffre, accompagnare chi è nel dolore, affiancare i più deboli della società, prendersi cura dei più vulnerabili, accogliere e ospitare chi vive particolari situazioni di fragilità. Fratelli e sorelle, il servizio che rendete è prezioso, e vorrei dirvi questo: la fonte della vostra opera è il Vangelo, rimanete attaccati a questa fonte!”

Inoltre ha indicato il Vangelo come fonte di compassione: “Allo stesso tempo, voi siete testimonianza viva di questo Vangelo, della compassione di Gesù, quando vi adoperate per accompagnare chi è nel dolore, proprio come il Signore ha comandato ai suoi discepoli di fare dinanzi alle folle affamate, sfinite e oppresse. Gesù infatti ci chiede di non separare mai l’amore per Dio da quello per il prossimo, in particolare per i più poveri”.

Questo è un incoraggiamento a proseguire il cammino con un invito alla commozione: “E chiedo per voi una grazia, che è la più importante di tutte: la grazia di sapersi commuovere, la capacità di piangere con chi piange. L’indifferenza, l’individualismo che ci chiude alle sorti di chi ci sta accanto, e quella anestesia del cuore che non ci fa più commuovere davanti ai drammi della vita quotidiana, queste tre cose sono i mali peggiori della nostra società. Per favore, non vergognatevi di piangere, di provare commozione per chi soffre; non risparmiatevi nell’esercitare compassione con chi è fragile, perché in queste persone è presente Gesù”.

Infine un invito a rendere grazie per questo gesto di volontariato, che fa germogliare la vita: “Andate avanti! E non scoraggiatevi, anzi, ringraziate se il vostro lavoro rimane nascosto ed esige un sacrificio silenzioso e quotidiano: il bene fatto a chi non può ricambiare si espande in modo sorprendente e inatteso, come un piccolo seme nascosto nel terreno che prima o poi fa germogliare una vita nuova”.

In seguito ha incontrato i volontari della Croce Rossa in occasione del 160^ anniversario della fondazione: “Il vostro impegno, ispirato ai principi di umanità, imparzialità, neutralità, indipendenza, volontariato, unità e universalità, è anche segno visibile che la fraternità è possibile. Se si mette al centro la persona, si può dialogare, lavorare insieme per il bene comune, andando oltre le divisioni, abbattendo i muri dell’inimicizia, superando le logiche dell’interesse e del potere che accecano e rendono l’altro un nemico. Per il credente ogni persona è sacra”.

E’ stato un ringraziamento per la difesa dei soggetti vulnerabili: “Ogni creatura umana è amata da Dio e, per questo, portatrice di diritti inalienabili. Animate da questa convinzione, tante persone di buona volontà si incontrano, riconoscendo il valore supremo della vita e, quindi, la necessità di difendere soprattutto i più vulnerabili. Su questa realtà dei più vulnerabili vorrei dirvi una cosa: sono i bambini. Qui in Italia sono arrivati tanti bambini a causa della guerra in Ucraina. Sapete una cosa? Che questi bambini non sorridono, hanno dimenticato la capacità di sorridere. E’ brutto questo per un bambino”.

Inoltre ha ricordato l’importanza del loro slogan: “Nel ringraziarvi per il vostro servizio insostituibile nelle aree di conflitto e nelle zone colpite da disastri ambientali, nell’ambito della formazione e della salute, così come per quello che fate a favore dei migranti, degli ultimi e dei più vulnerabili, voglio incoraggiarvi a proseguire in questa grande opera di carità che abbraccia l’Italia e il mondo.

Possa la Croce Rossa restare sempre simbolo eloquente di un amore per i fratelli che non ha confini, né geografici, né culturali, sociali, economici o religiosi. Non a caso, lo slogan che avete scelto per celebrare il 160° anniversario è ‘Ovunque per chiunque’. E’ una cosa universale. Si tratta di un’espressione che, mentre racconta un impegno, descrive anche uno stile, un modo di essere e di esserci”.

(Foto: Santa Sede)

Il presidente della Repubblica a Trento: il volontariato base della civiltà

Sabato 3 febbraio a Trento il presidente della Repubblica Italiana, Sergio Mattarella, ha inaugurato le celebrazioni di ‘Trento capitale europea del volontariato’ con citazioni di Martin Luther King e don Lorenzo Milani, ma anche del giovane volontario trentino, Antonio Megalizzi, ucciso dal terrorismo integralista a Strasburgo nel 2018, alla presenza anche del sindaco di Leopoli:

A Tolentino il Ser.Mi.T 30 anni di vita con don Vinicio Albanesi

Quest’anno il Ser.Mi.T (Servizio Missionario Tolentino) compie 30 anni di volontariato, nato da un’iniziativa di don Rino Ramaccioni e di Maria Antonietta Bartolozzi, inizialmente per sostenere i missionari in alcuni Paesi, specialmente in Africa, in India ed in Brasile; poi, negli anni, il sostegno è stato portato anche in Italia e nella nostra città per sostenere chi aveva difficoltà ad arrivare a fine mese: ora il Sermit è attivo, all’estero, attraverso le adozioni a distanza, ed in città attraverso i servizi erogati, come i pacchi alimentari od il Centro di Ascolto. Insomma 30 anni di attività grazie soprattutto ai volontari, che si sono avvicendati in questi anni.

Se tutti lo facessero

La Giornata Internazionale del Volontariato è celebrata ogni anno, dal 1985, il 5 dicembre per riconoscere il prezioso contributo e l’impegno delle volontarie e dei volontari di tutto il mondo. In quest’anno tale data rappresenta un momento significativo per riflettere sul ruolo che i volontari hanno nel fare la differenza nella nostra società attraverso lo slogan ‘If everyone did’, che mette in evidenza la potenza delle azioni collettive di solidarietà.

Alla porta delle chiese

Koffi e Souradji, due giovani togolesi, uno cristiano, l’altro musulmano, non passano qui inosservati. Toccata terra, in dicembre scorso, a Lampedusa, in realtà, sono sbarcati nel Veneto. Dopo alcuni mesi, eccoli già in un’attività di volontariato originale, che incuriosisce le nostre parrocchie. Il loro sorriso africano, largo, aperto, si fa contagioso.

A Tolentino il Ser.Mi.T festeggia 30 anni

Quest’anno il Ser.Mi.T (Servizio Missionario Tolentino) compie 30 anni di volontariato, nato da un’iniziativa di don Rino Ramaccioni e di Maria Antonietta Bartolozzi inizialmente per sostenere i missionari in alcuni Paesi, specialmente in Africa, in India ed in Brasile; negli anni il sostegno è  portato anche in Italia e nella città per sostenere chi ha difficoltà ad arrivare a fine mese: ora il Sermit è attivo, all’estero, con le adozioni a distanza, ed in città con i servizi erogati, quali pacchi alimentari od il ‘Centro di Ascolto’, grazie ad una cinquantina di volontari, di cui la metà attivi.

A Milano mons. Delpini invita gli amministratori ad essere sentinelle del bene

Mentre lunedì pomeriggio a Roma si apriva la sessione autunnale del consiglio episcopale permanente della Cei a Milano mons. Mario Delpini condivideva una riflessione sul bene comune nel consiglio comunale della città a conclusione della visita pastorale, mettendo in evidenza il ruolo e la missione degli amministratori pubblici e dei banchieri, ‘sentinelle’ del bene comune:

Le donne di Santa Rita, Franca Pedrini: questo riconoscimento è un dono meraviglioso

“Essere ‘in uscita’ significa per ciascuno di noi diventare, come Gesù una porta aperta”: le parole di papa Francesco in Ungheria avvalorano la scelta fatta quest’anno di assegnare il ‘Riconoscimento Internazionale Santa Rita, in occasione della festa a lei dedicata, a donne che incarnino il valore del servizio al prossimo.

I ragazzi ‘del dono’ si danno appuntamento a Palermo: al via la 9^ edizione del Giorno del Dono

Studenti, dall’infanzia alla secondaria, pronti a raccontare la propria idea di dono, ma anche ragazzi in carico ai Servizi minorili della Giustizia, associazioni del territorio, Comuni e imprese virtuose: l’appuntamento è per tutti a Palermo ai Cantieri Culturali alla Zisa il prossimo 4 ottobre per la più grande festa del dono d’Italia realizzata in collaborazione con CeSVoP, il Centro di Servizi per il Volontariato di Palermo.

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