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Papa Francesco: sperimentare la misericordia di Dio nella cura dell’ospitalità
Giornata intensa di incontri quella di papa Francesco, che ha ricevuto in udienza le partecipanti ai Capitoli Generali delle Suore Ospedaliere del S. Cuore e delle Figlie di San Camillo, incentrando la riflessione sull’importanza dei Capitoli generali: “E’ una bella trovata della Provvidenza questa di farvi incontrare qui, con il Vescovo di Roma, a rendere grazie al Signore, a chiedergli luce per discernere la sua volontà e a rinnovare il vostro impegno a servizio della Chiesa”.
Ed alla base di tali Capitoli c’è lo Spirito Santo: “All’inizio dei vostri cammini ci sono due storie entusiasmanti, nelle quali si vede come l’audacia di fondatrici e fondatori, sotto l’azione dello Spirito Santo, può realizzare opere grandi, lanciandosi là dove la carità chiama, senza fare troppi calcoli, con la ‘pazzia santa dell’amore’. E se manca l’amore siamo finiti!”
Tale Congregazione è sorta per la cura dei malati di mente: “Così nascevano le Suore Ospedaliere del Sacro Cuore. E da allora voi avete continuato la loro missione, estendendo l’assistenza a sempre nuove sofferenze e povertà, per rendere presente la misericordia di Dio nella pratica dell’ospitalità, con una particolare attenzione al recupero e alla riabilitazione integrale delle persone. E lo fate cercando di coinvolgere tutti – malati, famiglie, medici, suore, volontari ed altri, in un clima ‘di comunità’ in cui ciascuno è partecipe e contribuisce al bene degli altri”.
Ed ha raccontato anche della fondatrice della Congregazione delle Figlie di San Camillo: “Questa donna sapeva bene cos’è il dolore: nella sua vita aveva sofferto tanto a causa della poca salute e per molti altri motivi. Solo con l’aiuto di Dio e di persone buone aveva potuto farcela, e perciò amava ripetere: ‘la sofferenza è vinta soltanto dall’amore’. Così, ha affidato i malati al vostro amore, prima e indispensabile medicina di ogni luogo di cura; anzi, con il quarto voto di assistenza agli infermi, li ha messi al cuore della vostra consacrazione”.
Inoltre ha inviato un discorso ai partecipanti dell’assemblea generale di ‘Talitha Kum’, sottolineato il male della tratta: “La tratta di persone è un male ‘sistemico’, e quindi possiamo e dobbiamo eliminarlo mediante un approccio sistematico a molteplici livelli. La tratta si rafforza con le guerre e i conflitti, trae beneficio dagli effetti dei cambiamenti climatici, dalle disparità socio-economiche, approfitta della vulnerabilità delle persone costrette a migrare e della condizione di disuguaglianza in cui si trovano, soprattutto, donne e bambine”.
E’ un invito ad eliminarla: “La tratta è un’attività che non rispetta e non guarda in faccia a nessuno, garantendo grandi profitti a persone senza scrupoli morali. La tratta è in continua evoluzione e trova sempre nuovi modi per svilupparsi, com’è accaduto durante la pandemia. Tuttavia non dobbiamo scoraggiarci. Con la forza dello Spirito di Gesù Cristo e la dedizione di tanti possiamo riuscire ad eliminarla”.
Riprendendo il tema assembleare (‘Camminare insieme per porre fine alla tratta: compassione in azione per la trasformazione’) ha invitato a non arrendersi: “Non è semplice, ma in questi 15 anni ci avete mostrato, ad ogni latitudine, che è possibile farlo. Talitha Kum è diventata una rete capillare e globale e, nel medesimo tempo, anche ben radicata nelle Chiese locali. Essa è diventata un punto di riferimento per le vittime, per le loro famiglie, per le persone a rischio e per le comunità più vulnerabili.
Inoltre, i vostri appelli costituiscono un forte richiamo alla responsabilità per Governi e istituzioni nazionali e locali. Vi incoraggio a proseguire su questa strada, portando avanti le azioni di prevenzione e cura e intessendo tante preziose relazioni, indispensabili per contrastare e sconfiggere la tratta”.
Mentre ai partecipanti al Congresso di chirurgia dell’associazione ‘Ex-alunni del Professor Ivo Pitanguy’ ha raccomandato di portare sempre un sorriso ai bambini malati: “In uno dei vostri progetti di cooperazione, cercate di portare il sorriso sul volto di tanti bambini malati e, aiutandoli, portate il sorriso anche alle loro famiglie e, in un certo senso, a tutta la società. Vi ringrazio per questo servizio discreto agli altri”.
E’ questa l’essenzialità della bellezza: “Ma come uomini, come medici e come cristiani, sappiamo che i nostri volti sono destinati a riflettere una bellezza che va al di là di quella percepibile con gli occhi del corpo. Una bellezza che non è soggetta alle tendenze programmate dal business della moda, della cultura, dell’apparenza, ma che è legata alla verità dell’uomo, al suo essere più intimo, che non possiamo sfigurare”.
Per questo la Bibbia parla della bellezza di Gesù: “E’ interessante che la Scrittura ci presenti Gesù come il ‘più bello degli uomini’ e come colui che a causa delle sofferenze è diventato così ‘sfigurato che il suo aspetto non era più quello di un uomo e il suo volto non era più quello di un essere umano’. Gesù ci mostra in questo paradosso la sua vera immagine e la nostra, che passa attraverso la via della croce, attraverso l’accettazione della nostra piccolezza, per arrivare a una gloria eterna, a una speranza che non delude e non svanisce”.
(Foto: Santa Sede)
Oggi contro la tratta di esseri umani
“Saluto i giovani di tanti Paesi venuti per la Giornata mondiale di preghiera e riflessione contro la tratta, che si celebrerà l’8 febbraio prossimo, memoria di Santa Giuseppina Bakhita, la suora sudanese che da ragazza era stata schiava. Anche oggi tanti fratelli e sorelle vengono ingannati con false promesse e poi sottoposti a sfruttamenti e abusi. Uniamoci tutti per contrastare il drammatico fenomeno globale della tratta di persone umane”: così al termine della recita dell’Angelus di domenica scorsa ha ricordato che oggi è la giornata di preghiera contro la tratta di esseri umani sul tema ‘Camminare per la dignità’.
L’attività della Comunità ‘Papa Giovanni XXIII’ contro la tratta delle persone
Papa Francesco invita i giovani a lottare contro la tratta delle persone
“Oggi ricordiamo Santa Bakhita, la Patrona delle vittime della tratta di persone. Mi unisco a voi che celebrate la Giornata, la nona Giornata Mondiale di preghiera e riflessione contro la tratta di persone che ha come tema Camminare per la dignità e che coinvolge i giovani come protagonisti”: così inizia il videomessaggio per la nona giornata di preghiera per le vittime della tratta delle persone, celebrata mercoledì 8 febbraio.
Papa Francesco: la tratta è violenza
Domenica scorsa al termine dell’Angelus papa Francesco aveva sottolineato che la tratta delle persone è una ferita che ha bisogno di essere sanata, in quanto le bambine e le donne rappresentano il 72 per cento delle vittime della tratta:
“Questa è una ferita profonda, inferta dalla ricerca vergognosa di interessi economici senza alcun rispetto per la persona umana. Tante ragazze (le vediamo sulle strade) che non sono libere, sono schiave dei trafficanti, che le mandano a lavorare e, se non portano i soldi, le picchiano. Oggi succede questo nelle nostre città.
Pensiamoci sul serio. Davanti a queste piaghe dell’umanità, esprimo il mio dolore ed esorto quanti ne hanno la responsabilità ad agire in modo deciso, per impedire sia lo sfruttamento sia le pratiche umilianti che affliggono in particolare le donne e le bambine”.
Mentre nella giornata di preghiera contro la tratta di esseri umani la voce del papa si è levata ancora una volta in difesa della dignità della persona, soprattutto delle donne, su un fenomeno che provoca migliaia di vittime, che aveva per tema ‘La forza della cura. Donne, economia e tratta di persone’:
“Esso ci invita a considerare la condizione delle donne e delle bambine, sottoposte a molteplici forme di sfruttamento, anche attraverso matrimoni forzati, schiavitù domestica e lavorativa. Le migliaia di donne e bambine che ogni anno vengono trafficate denunciano le drammatiche conseguenze di modelli relazionali fondati sulla discriminazione e la sottomissione. E non è un’esagerazione: migliaia!”
Per il papa la tratta è violenza: “La tratta di persone, attraverso lo sfruttamento domestico e quello sessuale, riconsegna con violenza le donne e le bambine al loro supposto ruolo di subordinate alla prestazione di servizi domestici e di servizi sessuali, alla loro figura di erogatrici di cura e dispensatrici di piacere, che ripropone uno schema di rapporti improntati al potere del genere maschile su quello femminile. Ancora oggi, e ad alto livello.
La tratta di persone è violenza! La violenza sofferta da ogni donna e da ogni bambina è una ferita aperta nel corpo di Cristo, nel corpo dell’umanità intera, è una ferita profonda che riguarda anche ognuno di noi”.
E’un invito agli uomini a difendere le donne, che hanno il coraggio di difendere la dignità: “Sono tante le donne che hanno il coraggio di ribellarsi alla violenza. Anche noi uomini siamo chiamati a farlo, a dire no ad ogni violenza, inclusa quella contro le donne e le bambine.
E insieme possiamo e dobbiamo lottare perché i diritti umani siano declinati in forma specifica, nel rispetto delle diversità e nel riconoscimento della dignità di ogni persona, avendo a cuore in modo particolare chi è leso nei suoi diritti fondamentali”.
E per tale cambiamento papa Francesco ha chiesto di seguire la strada di suor Bakhita: “Santa Bakhita ci indica la via per la trasformazione. La sua vita racconta che il cambiamento è possibile quando ci si lascia trasformare dalla cura che Dio ha per ciascuno di noi. E’ la cura della misericordia, è la cura dell’amore che ci cambia nel profondo e ci rende capaci di accogliere gli altri come fratelli e sorelle”.
Il cambiamento avviene dal riconoscimento della dignità della persona: “Riconoscere la dignità di ogni persona è il primo atto di cura. E’ il primo atto di cura: riconoscere la dignità! E il prendersi cura fa bene a tutti, a chi dà e a chi riceve, perché non è un’azione unidirezionale ma genera reciprocità.
Dio si è preso cura di Giuseppina Bakhita, l’ha accompagnata nel processo di guarigione delle ferite causate dalla schiavitù fino a rendere il suo cuore, la sua mente e le sue viscere capaci di riconciliazione, di libertà e di tenerezza”.
E’ un invito ad avviare una trasformazione nella società: “Incoraggio ogni donna e ogni ragazza che si impegna per la trasformazione e la cura, nella scuola, in famiglia, nella società. E incoraggio ogni uomo e ogni ragazzo a non rimanere fuori da questo processo di trasformazione, ricordando l’esempio del Buon Samaritano: un uomo che non si vergogna di chinarsi sul fratello e di prendersi cura di lui.
Prendersi cura è l’agire di Dio nella storia, nella nostra storia personale e nella nostra storia comunitaria. Dio si è preso cura e si prende cura di noi continuamente. Prenderci cura, insieme, uomini e donne, è l’appello di questa Giornata mondiale di preghiera e riflessione contro la tratta: insieme possiamo far crescere un’economia della cura e contrastare con tutte le forze ogni forma di sfruttamento della tratta di persone”.
Mentre il segretario generale di Caritas Internationalis, Aloysius John, ha invitato ad azioni concrete per contrastare il fenomeno, esortando i governi a tutelare le vittime e a stabilire piani nazionali anti-tratta. L’appello è di fermare la tratta affrontando le cause profonde che costringono le persone a fuggire e le espongono al rischio di essere sfruttate: povertà estrema, dovuta anche ai cambiamenti climatici e al degrado ambientale, conflitti e violenze.
Alla maratona di preghiera ha prso parte anche la Comunità Papa Giovanni XXIII con una testimonianza di una famiglia da Malmö, in Svezia. In questi mesi la Comunità, fondata da don Oreste Benzi, ha avviato tre nuovi progetti a Modena, Savona, Rimini per incontrare le vittime della tratta, in quanto durante la pandemia la prostituzione ha cambiato volto diventando sempre più invisibile, spostandosi negli appartamenti, nei centri benessere, nei centri massaggi, come ha spiegato il presidente Giovanni Paolo Ramonda:
“Nonostante il Covid abbiamo continuato ad accogliere vittime di tratta a scopo sessuale, lavorativo o accattonaggio. Nel 2021 abbiamo aiutato 100 persone, principalmente donne tra i 24 e i 27 anni; numerose sono accolte nelle nostre case famiglia a causa delle ferite indelebili che i trafficanti ed i clienti le hanno lasciato. Molte di esse hanno sviluppato patologie psichiatriche invalidanti. Inoltre continuiamo a sostenere molte donne nel loro percorso verso l’autonomia, in particolari le madri”.
La Chiesa in preghiera contro la tratta delle persone
“Oggi si celebra la Giornata internazionale contro le mutilazioni genitali femminili. Sono circa tre milioni le ragazze che, ogni anno, subiscono tale intervento, spesso in condizioni molto pericolose per la loro salute. Questa pratica, purtroppo diffusa in diverse regioni del mondo, umilia la dignità della donna e attenta gravemente alla sua integrità fisica”.
Save the Children contro la tratta minorile
Più di 1 vittima di tratta su 3 (34%) nel mondo è minorenne, in prevalenza di genere femminile. Una percentuale che, pur riguardando i soli casi giudiziari accertati di un fenomeno ben più vasto, è più che triplicata negli ultimi 15 anni ed è anche più elevata nelle regioni a basso reddito (Africa sub-sahariana e occidentale, Asia meridionale, America centrale e Caraibi) dove i minori sono la metà delle vittime totali accertate.
Papa Francesco: per sconfiggere la tratta un’economia coraggiosa
La tratta è una ferita ‘nel corpo dell’umanità contemporanea’: così nel 2015 papa Francesco aveva definito così il triste fenomeno, istituendo nella memoria di Santa Bakhita, la suora sudanese fatta schiava a 9 anni e poi liberata, la Giornata mondiale di preghiera contro la tratta degli esseri umani, che oggi si è trasformata in una Maratona di preghiera online, in diretta streaming sul canale YouTube della Giornata mondiale (www.youtube.com/c/preghieracontrotratta), con traduzioni in cinque lingue, attraversando le aree del pianeta per accendere i riflettori e sensibilizzare l’opinione pubblica su una delle principali cause della tratta di persone, il modello economico dominante.
Giornata Mondiale di Preghiera con la Tratta: economia senza tratta di persone
Oggi si svolge la VII Giornata Mondiale di Preghiera contro la Tratta con una maratona di preghiera, dalle ore 10 alle ore 17, con un videomessaggio di papa Francesco nel giorno della memoria liturgica di Santa Bakhita, la schiava divenuta Santa e simbolo universale dell’impegno della Chiesa contro la schiavitù. Il tema di quest’anno è ‘Economia senza tratta di persone’.