Tag Archives: Tortura

Papa Francesco: la temperanza rende bella la vita

“Ed anche il nostro pensiero, di tutti noi, in questo momento va alle popolazioni in guerra. Pensiamo alla Terra Santa, alla Palestina, a Israele. Pensiamo all’Ucraina, la martoriata Ucraina. Pensiamo ai prigionieri di guerra: che il Signore muova la volontà per liberarli tutti. E parlando dei prigionieri, mi vengono in mente coloro che sono torturati. La tortura dei prigionieri è una cosa bruttissima, non è umana. Pensiamo a tante torture che feriscono la dignità della persona, e a tanti torturati. Il Signore aiuti tutti e benedica tutti”: così al termine dell’Udienza Generale di oggi papa Francesco ha rivolto un appello per la liberazione di tutti i prigionieri di guerra, come aveva già chiesto nella benedizione ‘Urbi et Orbi’ della domenica di Pasqua.

Ed oggi nella catechesi dedicata ai vizi ed alle virtù il papa ha affrontato l’ultima virtù cardinale, che è la temperanza: “Con le altre tre, questa virtù condivide una storia che risale molto indietro nel tempo e che non appartiene ai soli cristiani. Per i greci la pratica delle virtù aveva come obbiettivo la felicità.

Il filosofo Aristotele scrive il suo più importante trattato di etica indirizzandolo al figlio Nicomaco, per istruirlo nell’arte del vivere. Perché tutti cerchiamo la felicità eppure così pochi la raggiungono? Questa è la domanda. Per rispondere ad essa Aristotele affronta il tema delle virtù, tra le quali ha uno spazio di rilievo la enkráteia, cioè la temperanza. Il termine greco significa letteralmente ‘potere su sé stessi’. La temperanza è un potere su sé stessi”.

Quindi la temperanza è una virtù di ‘autodominio’, come è definito anche dal Catechismo della Chiesa cattolica al n^ 1809: “Il Catechismo della Chiesa Cattolica ci dice che ‘la temperanza è la virtù morale che modera l’attrattiva dei piaceri e rende capaci di equilibrio nell’uso dei beni creati. Essa assicura il dominio della volontà sugli istinti e mantiene i desideri entro i limiti dell’onestà.

La persona temperante orienta al bene i propri appetiti sensibili, conserva una sana discrezione, e non segue il proprio istinto e la propria forza assecondando i desideri del proprio cuore’. Dunque, la temperanza, come dice la parola italiana, è la virtù della giusta misura”.

La temperanza è una virtù saggia e ‘preparata’: “In ogni situazione, si comporta con saggezza, perché le persone che agiscono mosse sempre dall’impeto o dall’esuberanza alla fine sono inaffidabili. Le persone senza temperanza sono sempre inaffidabili. In un mondo dove tanta gente si vanta di dire quello che pensa, la persona temperante preferisce invece pensare quello che dice. Capite la differenza? Non dire quello che mi viene in mente, così… No, pensare a quello che devo dire. Non fa promesse a vanvera, ma assume impegni nella misura in cui li può soddisfare”.

Per questo il papa tratteggia la fisionomia della persona temperante: “Anche con i piaceri, la persona temperante agisce con giudizio. Il libero corso delle pulsioni e la totale licenza accordata ai piaceri, finiscono per ritorcersi contro noi stessi, facendoci precipitare in uno stato di noia. Q

uanta gente che ha voluto provare tutto con voracità si è ritrovata a perdere il gusto di ogni cosa! Meglio allora cercare la giusta misura: ad esempio, per apprezzare un buon vino, assaporarlo a piccoli sorsi è meglio che ingurgitarlo tutto d’un fiato. Tutti sappiamo questo”.

La persona temperante pensa alle parole giuste: “La persona temperante sa pesare e dosare bene le parole. Pensa a quello che dice. Non permette che un momento di rabbia rovini relazioni e amicizie che poi solo con fatica potranno essere ricostruite.

Specialmente nella vita famigliare, dove le inibizioni si abbassano, tutti corriamo il rischio di non tenere a freno tensioni, irritazioni, arrabbiature. C’è un tempo per parlare e un tempo per tacere, ma entrambi richiedono la giusta misura. E questo vale per tante cose, ad esempio lo stare con gli altri e lo stare da soli”.

La persona temperante è empatica, pur restando fedele ai principi ‘non negoziabili’: “Se la persona temperante sa controllare la propria irascibilità, non per questo la vedremo perennemente con il volto pacifico e sorridente. Infatti, qualche volta è necessario indignarsi, ma sempre nella giusta maniera. Queste sono le parole: la giusta misura, la giusta maniera.

Una parola di rimprovero a volte è più salutare rispetto a un silenzio acido e rancoroso. Il temperante sa che nulla è più scomodo del correggere un altro, ma sa anche che è necessario: altrimenti si offrirebbe libero campo al male. In certi casi, il temperante riesce a tenere insieme gli estremi: afferma i principi assoluti, rivendica i valori non negoziabili, ma sa anche comprendere le persone e dimostra empatia per esse”.

Infine è ‘equilibrata’ e non cerca popolarità: “Il dono del temperante è dunque l’equilibrio, qualità tanto preziosa quanto rara. Tutto, infatti, nel nostro mondo spinge all’eccesso. Invece la temperanza si sposa bene con atteggiamenti evangelici quali la piccolezza, la discrezione, il nascondimento, la mitezza. Chi è temperante apprezza la stima degli altri, ma non ne fa l’unico criterio di ogni azione e di ogni parola.

E’ sensibile, sa piangere e non se ne vergogna, ma non si piange addosso. Sconfitto, si rialza; vincitore, è capace di tornare alla vita nascosta di sempre. Non cerca gli applausi, ma sa di avere bisogno degli altri”.

Quindi papa Francesco ha concluso la catechesi affermando che la temperanza rende pieni di gioia: “Fratelli e sorelle, non è vero che la temperanza rende grigi e privi di gioie. Anzi, fa gustare meglio i beni della vita: lo stare insieme a tavola, la tenerezza di certe amicizie, la confidenza con le persone sagge, lo stupore per le bellezze del creato.

La felicità con la temperanza è letizia che fiorisce nel cuore di chi riconosce e dà valore a ciò che più conta nella vita. Preghiamo il Signore perché ci dia questo dono: il dono della maturità, della maturità dell’età, della maturità affettiva, della maturità sociale. Il dono della temperanza”.

(Foto: Santa Sede)

Migranti e rifugiati vittime di tortura: da MSF un progetto per aiutare le vittime

“La tortura, secondo la definizione della World Medical Association (WMA), consiste nell’infliggere deliberatamente, sistematicamente o in modo indiscriminato, sofferenze fisiche o mentali da parte di una o più persone agendo da sole o per ordine di un’autorità, al fine di estorcere informazioni, ottenere una confessione o per qualsiasi altro motivo. Si tratta, pertanto, di un evento deliberatamente inflitto”.

Amnesty International presenta il rapporto sulla situazione dei diritti umani nel mondo

“Per oltre 10 anni, le organizzazioni per i diritti umani hanno avvertito che era in corso un persistente deterioramento del rispetto dei diritti umani e dello stato di diritto. Dove si colloca il 2022 in questa discesa? E’ stato un altro anno disastroso per i diritti umani? La violazione delle norme internazionali ha raggiunto un nuovo punto più basso? E se la risposta è sì, che cosa deve fare la comunità globale?”.

Giornata per eliminare la violenza contro le donne: femminicidio in aumento

Oggi si celebra la Giornata internazionale per l’eliminazione della violenza contro le donne, ricorrenza istituita dall’Assemblea generale delle Nazioni Unite, con la risoluzione numero 54/134 del 17 dicembre 1999.

151.11.48.50