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Benedetto XVI raccontato dal suo biografo teologico Elio Guerriero

La morte di papa Benedetto XVI è stata accompagnata dalla pubblicazione di una serie di volumi nei quali, in modi diversi, si avverte l’eco delle tensioni presenti nella Chiesa in Germania. Tra queste pubblicazioni si distingue il volume dello stesso papa Benedetto XVI, ‘Che cos’è il cristianesimo’, il cui filo conduttore è un accorato appello a desistere da atteggiamenti che possono recare danno all’unità della Chiesa e favorire il distacco dalla comunione cattolica.

Papa Francesco: la malattia è occasione di crescita

Oggi papa Francesco ha ricevuto in udienza i membri della Pontificia Commissione Biblica, guidati dal card. Luis Ladaria che stanno riflettendo sul tema ‘La malattia e la sofferenza nella Bibbia’ nell’assemblea plenaria annuale, sottolineando che è un tema che riguarda tutti:

Francesco: 10 anni posson bastare?

Sono ormai dieci anni da quando Francesco è salito al soglio pontificio. Possiamo tentare di fare un timido e, pertanto, parziale bilancio di questi dieci anni. Attorno a tre nuclei possiamo raccogliere il significato e l’importanza di questo pontificato.

Proposta di alta formazione del Ciclo di specializzazione in Teologia morale a Torino con un corso in comunicazioni sociali

Partirà sabato 4 marzo il ‘Corso di alta formazione in comunicazioni sociali’ organizzato dal Ciclo di specializzazione in Teologia Morale Sociale della Facoltà teologica di Torino. Si svolgerà in nove incontri, sempre al venerdì pomeriggio (ore 15-19) o al sabato mattina (ore 9-13), in via XX Settembre 83 (in presenza oppure on line, a scelta del partecipante).

Alver Metalli racconta papa Benedetto XVI visto dal Sud America

“Ecco il tesoro inestimabile di cui è ricco il Continente latinoamericano, ecco il suo patrimonio più prezioso: la fede in Dio Amore, che in Cristo Gesù ha rivelato il suo volto. Voi credete in Dio Amore: questa è la vostra forza, che vince il mondo, la gioia che nulla e nessuno potrà togliervi, la pace che Cristo vi ha conquistato con la sua Croce! E’ questa fede che ha fatto dell’America il ‘Continente della speranza’. Non un’ideologia politica, non un movimento sociale, non un sistema economico; è la fede in Dio Amore, incarnato, morto e risorto in Gesù Cristo, l’autentico fondamento di questa speranza che tanti frutti magnifici ha portato, dall’epoca della prima evangelizzazione fino ad oggi, come attesta la schiera di Santi e Beati che lo Spirito ha suscitato in ogni parte del Continente”.

Il testamento di Benedetto XVI ed il ricordo di chi lo ha conosciuto

“Se in quest’ora tarda della mia vita guardo indietro ai decenni che ho percorso, per prima cosa vedo quante ragioni abbia per ringraziare. Ringrazio prima di ogni altro Dio stesso, il dispensatore di ogni buon dono, che mi ha donato la vita e mi ha guidato attraverso vari momenti di confusione; rialzandomi sempre ogni volta che incominciavo a scivolare e donandomi sempre di nuovo la luce del suo volto. Retrospettivamente vedo e capisco che anche i tratti bui e faticosi di questo cammino sono stati per la mia salvezza e che proprio in essi Egli mi ha guidato bene”: così inizia il testamento spirituale del papa emerito Benedetto XVI, deceduto nell’ultimo giorno dello scorso anno.

Papa Francesco alla Fondazione Ratzinger: la sua opera teologica è feconda

“Tutti sentiamo la presenza spirituale e l’accompagnamento del Papa emerito nella preghiera per la Chiesa intera. Ma questa occasione è importante per riaffermare che anche il contributo della sua opera teologica e più in generale del suo pensiero continua ad essere fecondo e operante”: sono le prime parole del discorso pronunciato da papa Francesco nell’udienza concessa alla Fondazione Vaticana ‘Joseph Ratzinger-Benedetto XVI’ per il conferimento del Premio Ratzinger, giunto alla sua XII^ edizione.

Papa Francesco invita i teologi ad ‘arrischiarsi’

La Tradizione fa crescere la Chiesa dal basso verso l’alto, come le radici con l’albero, anche se esiste il pericolo di ‘ritornare indietro’, che porta a pensare secondo la logica del ‘si è fatto sempre così’. Lo ha affermato papa Francesco, incontrando i membri della Commissione teologica, istituita da Paolo VI nel 1969.

La teologia del matrimonio di Walter Kasper tra luci e ombre

L’Autore, come fa intendere il titolo della sua opera, vuole offrire una prospettiva teologica del matrimonio cristiano. Tuttavia, quella espressa in queste pagine è la prospettiva cattolica. Nel libro si accenna a Lutero e alla tradizione orientale ma, se si entra in un pur timido dialogo – in particolare con la tradizione luterana ‒, è per evidenziare la differenza che intercorre tra il punto di vista cattolico e quella luterano, permettendo così di mettere in luce la concezione di sacramento in merito al matrimonio espressa nel concilio di Trento.

In secondo luogo l’Autore, a più riprese, nella prima parte, sottolinea come il sacramento del matrimonio sia tra i sacramenti quello che congiunge ordine della creazione e ordine della salvezza/redenzione. Tuttavia, questa congiunzione, forse anche a motivo del taglio giuridico-pastorale che caratterizza la seconda parte del libro, appare abbozzata ma non pienamente articolata.

Dalla lettura complessiva dell’opera, infatti, si ha l’impressione che il polo antropologico e il polo teologico del sacramento del matrimonio vengano accostati e non rapportati nella loro unità e differenza. L’evento cristologico, che fonda il sacramento del matrimonio, sembra portare a compimento l’antropologico, quando con l’amore fedele si apre al definitivo e, quindi, al mistero.

Tuttavia così non viene enunciata la specificità, il proprium del polo teologico. Prova ne è il fatto che, a più riprese, venga sottolineato come l’amore fedele e fecondo è già partecipazione dell’amore che c’è tra Dio e gli uomini, pienamente e definitivamente manifestato in Gesù Cristo.

La novità dell’esperienza sacramentale vi pare ultimamente espressa in ciò che Dio aggiunge all’amore terreno, per il fatto che nell’incarnazione del Figlio ha accettato una volta per sempre l’umano e lo ha, quindi, affermato contemporaneamente nella sua propria dignità, rendendolo espressione del suo amore.

Questa formulazione, però, inclina a considerare l’evento salvifico solo come ciò che Dio compie in occasione dell’incarnazione, senza dare rilievo alla effettiva vicenda storica di Gesù di Nazareth e alla complessa trama di rapporti e di vicende entro cui l’amore divino viene a comunicarsi. 

L’uomo sembra così risultare semplicemente destinatario dell’amore di Dio, recettore di benefici che raggiungono la sua libertà, senza che sia messo a tema in che modo questa non solo ne viene investita, ma interpellata[1].

In una simile prospettiva, infatti, c’è da chiedersi cosa è il sacramento del matrimonio rispetto a questo amore, se esso è già segno?

Un simile “difetto” sembra essere riscontrabile, quando, nell’ambito del quarto e ultimo capitolo, si tenta di presentare il rapporto tra matrimonio civile e matrimonio ecclesiastico. La prospettiva storica, qui adottata, se fa comprendere il motivo dell’istituzione del matrimonio civile, non evidenzia, però, la diversità e, dunque, la specificità di questo rispetto al sacramento del matrimonio.

Nel passaggio da un modello oggettivistico ad un modello personalistico, che esprime l’originalità dell’opera dell’Autore, si ravvisano alcuni rilievi critici. Discutibile, infatti, appare la definizione dell’amore, che si trova nella prima parte, in particolare nel primo capitolo, fondata sul bisogno.

Sembra connotare l’amore, nel suo sorgere, come una sorta di penuria che va superata, una mancanza che idealmente non dovrebbe esserci. Il sorgere dell’amore, detto in altri termini, sembra essere rimedium finitudinis. Inoltre, a proposito della sessualità umana intesa come “strumento” della comunicazione intersoggettiva, Kasper sembra dare adito ad una separazione tra esteriore e interiore, libertà e corpo che, nel suo stesso intento, vorrebbe superare.

Infine il fatto che, dapprima, nei primi due capitoli, si parli del matrimonio come “qualcosa che si celebra”, senza che venga indagata la dimensione liturgica del matrimonio, e, successivamente, nel terzo e quarto capitolo, il matrimonio venga definito un contratto, sembra indicare, nella terminologia, una regressione, quasi un cedimento ad un’impostazione pre-conciliare che si vorrebbe superare.

Va sottolineato che questo cedimento è comprensibile dato il fatto si tenta di trovare una soluzione al problema dei divorziati risposati anche sotto il profilo canonico-pastorale. Infatti, come ho avuto modo di rilevare sopra, il Codice di diritto canonico allora vigente era quello del 1917 e non quello del 1983 che, da questo punto di vista, ha codificato l’insegnamento conciliare.

In conclusione l’opera di Kasper, sia con i suo elementi positivi sia con i suoi elementi critici di cui si è cercato di dar conto, tenta di comprendere la sacramentalità del matrimonio secondo un modello che potremmo definire antropologico-dogmatico[2]: la realtà naturale, quindi il contratto matrimoniale, è il sacramento.

Sulla scia della speculazione teologica di Schillebeekx il matrimonio è presentato da Kasper come un’istituzione umana attraverso cui Dio si rivela dalle origini fino ad ora. In questa prospettiva ciò che sta in primo piano sono i rapporti interpersonali tra i coniugi e la stessa sacramentalità è vista in relazione ad essi. 

Il matrimonio diventa un’immagine vivente delle relazione d’amore di Dio con il suo popolo ed ogni singolo matrimonio agisce unicamente come rivelazione di questo patto[3]


[1] A. BOZZOLO, Il rito di Gesù. Temi di teologia sacramentaria, LAS, Roma 2013, p. 254.

[2] Cf. i tre modelli proposti da Aliotta in M. ALIOTTA, Il matrimonio, Querianiana, Brescia 2002, p. 97.

[3] Ibidem, p. 100.

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Papa Francesco ai Clarettiani: non stancatevi di aprire strade

L’Istituto di Teologia della Vita Consacrata ‘Claretianum’ è stato eretto e costituito con Decreto della Sacra Congregazione per l’Educazione Cattolica del 6 giugno 1971 ed è incorporato alla Pontificia Università Lateranense come Istituto di Specializzazione in Teologia della Vita Consacrata. Conduce la propria ricerca nel campo della Vita Consacrata su basi biblico-teologiche, tenendo conto tanto degli aspetti storicoculturali, psicosociologici e giuridici, quanto delle condizioni nelle quali si svolge l’attività pastorale della Chiesa e dei consacrati.

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