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Per non dimenticare Capaci

“Non possiamo nascondere che il clientelismo se non persino la corruzione o il solo cattivo funzionamento nella amministrazione pubblica costituiscono una piaga, che impedisce di fatto alla comunità civile di vivere in pace. Papa Francesco ha più volte sottolineato la gravità dei ‘peccati sociali’. Al contempo, apprezziamo e sosteniamo l’impegno di quanti svolgono il proprio dovere istituzionale con rigore e, a volte, con grande sacrificio personale. I recenti successi dello Stato nei confronti delle mafie sono da salutare con grande compiacimento”.

Il Mediterraneo è un cimitero. Il Papa invoca soluzioni concrete

Le immagini dei corpi senza vita dei migranti spiaggiati sulla costa di Cutro, in Calabria, hanno scosso l’opinione pubblica italiana e internazionale. 
Si tratta di una delle più gravi stragi di migranti nel Mediterraneo dal 2015, quando morirono oltre 800 persone nel naufragio di un barcone al largo della Libia.

La Chiesa ha ricordato l’Holodomor

“L’Holodomor del 1932-1933 in Ucraina è la più grande tragedia nella storia del nostro popolo. In termini di dimensioni e cinismo da parte delle autorità sovietiche e delle sue conseguenze per le generazioni future, non ha analoghi nella storia. L’analisi degli eventi di quel tempo mostra in modo convincente che tutti gli elementi della politica del genocidio contro gli ucraini si sono verificati.

#23maggio: la memoria di tutti

Trent’anni dall’esplosione della feroce violenza di Cosa nostra che uccise Giovanni Falcone, Francesca Morvillo, Paolo Borsellino e gli ‘angeli custodi’ che li scortavano. Palermo si prepara a rivivere il dolore di tutti, con un ventaglio di manifestazioni che hanno culmine oggi, giorno della strage di Capaci, con la ‘Fondazione Falcone’ protagonista nell’organizzare il rito della memoria.

Da Firenze il grido di pace di Giorgio La Pira

Oggi, purtroppo senza la presenza del papa, a Firenze si chiude l’incontro del Mediterraneo, che ha visto ieri la firma a Palazzo Vecchio della ‘Carta di Firenze’, raccogliendo l’aspirazione di Giorgio La Pira nell’operare per la pace e l’unità dei popoli con l’auspicio di intensificare le collaborazioni e rafforzare le vie della pace:

“Da questo proficuo e cordiale incontro, mai prima realizzato, essi hanno insieme convenuto su alcuni ideali e valori ai quali ispirare il futuro cammino, diminuire discriminazioni e violenze e aprire orizzonti di speranza delle giovani generazioni. In questi giorni azioni di guerra si sono verificate contro l’Ucraina. Sentimenti di dolore hanno colto vescovi e sindaci, i quali congiuntamente auspicano che la violenza e le armi siano bloccate e siano evitate grandi sofferenze al popolo ucraino e si passi ad un negoziato che ricostruisca la pace”.

Per questo, ispirandosi al pensiero lapiriano, sindaci e vescovi, consapevoli che il Mediterraneo è stato da sempre un crocevia di culture e di fedi, riconoscono come patrimonio dell’umanità la diversità del patrimonio e delle tradizioni dell’area mediterranea: “l’importanza di un impegno educativo che parta dai bisogni primari, comuni a tutti gli esseri umani, e che possa guidare i giovani nel cammino che conduce al desiderio del bene, dell’amore, della giustizia e della libertà; il ruolo chiave della diplomazia a livello urbano nella promozione di uno sviluppo umano integrale e sostenibile basato sul rispetto della dignità e dei diritti fondamentali di ogni essere umano”.

E’ una visione ad una nuova forma di cooperazione, perché dopo la pandemia è difficile salvarsi da ‘soli’, ma solo attraverso la cooperazione: “… l’opportunità di promuovere una vera trasformazione della società finalizzata all’instaurazione di una cultura della sostenibilità sociale, anche attraverso nuove forme di cooperazione tra decisori politici, scienziati, leader spirituali e culturali e leader del commercio;

l’importanza di promuovere opportunità di lavoro di qualità per le categorie svantaggiate, giovani e donne, e di favorire lo sviluppo economico e sociale dei paesi di origine dei migranti, anche attraverso programmi di cooperazione, volti in particolare alla tutela dell’infanzia; le politiche migratorie nel Mediterraneo e alle frontiere devono sempre rispettare i diritti umani fondamentali”.

In base a tali presupposti i partecipanti al convegno chiedono ai governi mediterranei un confronto con i sindaci e con i rappresentanti delle comunità civili e religiose  per promuovere “un cammino che integra gli approcci antropologici, comunicativi, culturali, economici, politici, generazionali, interreligiosi, pedagogici e sociali per realizzare una nuova solidarietà universale e una società più accogliente”.

Inoltre chiedono di “mobilitare risorse per uno sviluppo sociale ed economico sostenibile a favore della cooperazione internazionale, del dialogo interculturale e interreligioso, del rispetto di ogni individuo attraverso una più equa condivisione delle risorse economiche e naturali”.

E nell’assemblea finale il presidente della Cei, card. Gualtiero Bassetti, ha ricordato le parole pronunciate dal ‘sindaco santo’ e che sono ritornate a riecheggiare in questi anni: “Da quando, infatti, ho conosciuto, il ‘sindaco santo’ di Firenze, Giorgio La Pira, il Mediterraneo ha iniziato a parlare al mio cuore. Si è fatto poi annuncio e proposta, culminata nel 2020 a Bari, quando ho toccato con mano sulla pelle dei vescovi l’incontenibile sofferenza di questo Mare, ridotto a tomba di migliaia di sorelle e fratelli”.

Ripetendo una frase di La Pira (‘Il Mediterraneo torni ad essere quello che fu’) il presidente della Cei ha evidenziato il valore di raccontare le comunità: “La peculiarità del nostro ritrovarci, a livello ecclesiale, è stata quella di esprimere il modo evangelico del vissuto quotidiano delle comunità che rappresentiamo, dando voce alle difficoltà e alle domande dei popoli che si affacciano sul Mediterraneo, in un momento che è davvero drammatico. Non possiamo non guardare al conflitto in corso ed esprimere tutta la preoccupazione e lo sgomento per quanto sta avvenendo”.

Con il pensiero all’Ucraina il card. Bassetti ha chiesto di fermare il conflitto: “Viviamo ore drammatiche! Con i Vescovi, presenti a Firenze, abbiamo espresso il dolore per il terribile scenario in Ucraina. Abbiamo fatto appello alla coscienza di quanti hanno responsabilità politiche perché tacciano le armi. Si fermi la follia della guerra! Conosciamo bene questo flagello, per questo abbiamo chiesto e continuiamo a chiedere la pace. Ogni conflitto è una ‘inutile strage’, come affermò Benedetto XV nel pieno della Prima Guerra Mondiale. Il presente non può che essere racchiuso in una parola che diventa invocazione: pace!”

E questo incontro sarà consegnato alla storia con l’impegno di “proseguire in un processo, non semplicemente ideale, di fratellanza e di conoscenza delle diversità che sono una grande ricchezza. La bellezza del mosaico di tradizioni e culture, violata dai drammi che vivono molti nostri popoli, è imperativo perché il Mare Nostrum torni ad essere crocevia di storie e tradizioni e non più doloroso cimitero”.

La conclusione di queste giornate è stata lasciata ad un pensiero di Giorgio La Pira: “L’uomo è tale per la sua capacità di incontro che corrisponde alla sua intima natura sociale e al disegno di Dio che con la sua grazia agisce perché gli uomini e i popoli compongano, nel rispetto di tutte le loro diversità, l’unitarietà della famiglia umana”.

(Foto: Cei)

Papa Francesco alla Congregazione delle Chiese orientali: la guerra è inutile strage

Aprendo l’udienza alla Plenaria della Congregazione per le Chiese Orientali papa Francesco ha ricordato papa Benedetto XV ‘fondatore della Congregazione per le Chiese Orientali e del Pontificio Istituto Orientale’ a 100 anni dalla morte, perché disse che la guerra era una ‘inutile strage’:

Palermo ha ricordato Paolo Borsellino e la sua scorta

“Fare memoria di Paolo Borsellino, Emanuela Loi, Agostino Catalano, Vincenzo Li Muli, Walter Eddie Cosina, Claudio Traina è mettersi in ascolto del dolore dei loro familiari, del dolore delle vittime di mafia e di questa nostra amata città così martoriata e ancora bisognosa di riscatto”: lo ha detto l’arcivescovo di Palermo, mons. Corrado Lorefice, nell’omelia della messa di commemorazione per le vittime della strage di 29 anni fa in via D’Amelio.

Bologna ricorda le vittime della stazione

Il cardinale di Bologna, Matteo Zuppi, ha celebrato questa mattina una Messa in suffragio delle vittime delle stragi di Ustica e della stazione, di cui quest’anno ricorre il 40^ anniversario, alla presenza del presidente della Repubblica Sergio Mattarella, che deposto una corona di fiori sulla lapide che, nella sala d’aspetto della stazione ferroviaria, ricorda le vittime della strage di Bologna e ha incontrato Paolo Bolognesi, presidente dell’Associazione tra i Familiari delle Vittime della Strage alla Stazione di Bologna del 2 agosto 1980 e una rappresentanza di parenti.

Debre Libanos: la strage dei cristiani

Ancora nuove foto inedite documentano la strage di Debre Libanos, in Etopia, il più grande massacro di religiosi e fedeli cristiani avvenuto in Africa, tra il 21 e il 29 maggio 1937, quando monaci, preti e pellegrini ortodossi, radunati nel monastero di Debre Libanos per la festa dell’Arcangelo Mikael e di san Tekle Haymanot, sono stari trucidati dalle truppe fasciste, comandate dal generale Pietro Maletti, dietro un preciso ordine del viceré Rodolfo Graziani come ritorsione per l’attentato subìto a febbraio e nel quale il viceré riteneva i monaci collusi.

L’Italia non dimentica Giovanni Falcone

“La mafia non è affatto invincibile; è un fatto umano e come tutti i fatti umani ha un inizio e avrà anche una fine. Piuttosto, bisogna rendersi conto che è un fenomeno terribilmente serio e molto grave; e che si può vincere non pretendendo l’eroismo da inermi cittadini, ma impegnando in questa battaglia tutte le forze migliori delle istituzioni”: così affermava Giovanni Falcone, trucidato il 23 maggio 1992 alle 17.57 a Capaci insieme alla moglie Francesca Morvillo ed agli agenti di scorta Antonio Montinaro, Vito Schifani e Rocco Dicillo, causando anche 23 feriti. Ed a distanza di 28 anni per non far cadere nel dimenticatoio la sua memoria alcuni musicisti, diretti da Roy Paci, hanno realizzato un video intitolato ‘Siamo Capaci’.  

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