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Papa Francesco: garantire la verità storica

Sabato intenso quello di papa Francesco che ha ricevuto in udienza il Pontificio Comitato di Scienze Storiche in occasione del 70° anniversario dell’istituzione, chiedendo una ‘diplomazia della cultura’ con una particolare attenzione al patrimonio archivistico ecclesiastico ed agli archivi vaticani, i cui membri provengono da Stati di tre continenti:

“Così garantite la dimensione internazionale e il carattere pluridisciplinare del Comitato, la cui attività di ricerca, convegnistica ed editoriale si inscrive in una dinamica multiculturale feconda e propositiva. La bella Collana ‘Atti e Documenti’, diretta dal Segretario del Pontificio Comitato, festeggia quest’anno anch’essa un settantesimo: il 70° volume edito”.

Ciò significa garantire costante impegno alla verità storica, superando le ideologie : “Ciò testimonia un impegno nella ricerca della verità storica su scala mondiale, in uno spirito di dialogo con differenti sensibilità storiografiche e con molteplici tradizioni di studi. E’ bene che collaboriate con altri, espandendo le vostre relazioni scientifiche e umane, ed evitando forme di chiusura mentale e istituzionale. Vi incoraggio a mantenere questo approccio arricchente, fatto di ascolto costante e attento, libero da ogni ideologia, le ideologie uccidono, e rispettoso della verità”.

Inoltre ha sottolineato il rapporto tra Chiesa e gli storici, richiamando un discorso di san Paolo VI, pronunciato nel 1967: “C’è infatti una relazione vitale tra la Chiesa e la storia. Su tale aspetto San Paolo VI ha sviluppato un’intensa riflessione, ravvisando il punto di incontro privilegiato tra la Chiesa e gli storici nella comune ricerca della verità e nel comune servizio alla verità. Ricerca e servizio”.

Ecco il motivo per cui la Chiesa cammina nella storia con l’invito conclusivo ad essere ‘servitori dell’umanità’: “La Chiesa cammina nella storia, accanto alle donne e agli uomini di ogni tempo, e non appartiene a nessuna cultura particolare, ma desidera vivificare con la testimonianza mite e coraggiosa del Vangelo il cuore di ogni cultura, così da costruire insieme la civiltà dell’incontro.

Invece, le tentazioni dell’autoreferenzialità individualistica e dell’affermazione ideologica del proprio punto di vista alimentano l’inciviltà dello scontro. La civiltà dell’incontro e l’inciviltà dello scontro… Per i vostri settant’anni, vi auguro di conformare il vostro operato a queste parole: gli studi storici vi rendano maestri in umanità e servitori dell’umanità.”.

Mentre ha invitato i seminaristi dell’arcidiocesi di Siviglia ad essere ‘pastori’ secondo Gesù: “Il nostro incontro è alle porte di una giornata molto significativa: la Domenica del Buon Pastore, che celebreremo domani. Voi, seminaristi, avete ricevuto una chiamata dal Signore, e con l’aiuto dei vostri formatori vi preparate ad essere pastori secondo il Cuore di Cristo. In altre occasioni ho detto ai seminaristi che devono fare questo cammino di configurazione con Gesù, il buon pastore, curando quattro aspetti: vita spirituale, studio, vita comunitaria e attività apostolica”.

Ed ha ricordato loro il beato Cardinale Marcelo Spínola y Maestre: “Questo beato, maestro dei sacerdoti, diceva: «La virtù e la scienza sono le due cose che si devono insegnare preferibilmente agli aspiranti al sacerdozio, poiché la scienza senza virtù gonfia e non edifica e la virtù senza scienza edifica, ma non istruisce». Ciò significa, come abbiamo detto, che tutto nel sacerdote (preghiera, studio, fraternità, missione) è unito… Cari seminaristi, approfittate di questo intenso tempo di formazione, con il cuore in Dio, con le mani aperte e un grande sorriso per diffondere la gioia del Vangelo a quanti vi incontrano”.

(Foto:  Santa Sede)

Papa Francesco: trasmettere la storia è vita

“Sono lieto di potervi accogliere in questa ‘Città’ vaticana che, come quelle che rappresentate, conserva una ricca eredità di cui siamo custodi”: oggi papa Francesco ha ricevuto in udienza i membri del gruppo ‘Ciudades Patrimonio de la Humanidad’, fondato in Spagna nel 1993 mettendo in rete le città dichiarate patrimonio mondiale dell’umanità, ed è riconosciuto anche a livello governativo.

Nell’incontro il papa ha sottolineato la responsabilità e la vocazione delle città culturali:”In questo senso penso che il nostro interesse per il patrimonio non possa rimanere nell’ambito artistico-culturale, ma debba avere una prospettiva più ampia, abbracciando l’integrità della persona che riceve questa eredità e delle persone che ce la hanno trasmessa. Le situazioni storiche (con le loro luci e ombre) ci parlano di uomini e donne veri, di sentimenti autentici, che dovrebbero essere per noi lezioni di vita, più che pezzi da museo”. S

Infatti le città sono state fondate per la trasmissione di cultura e di fede: “Sono le sofferenze e i desideri delle persone che hanno costruito le loro città nel corso del tempo, la mescolanza di culture e civiltà che si sono verificate in esse e, naturalmente, la loro fede in Dio, che fa battere i loro cuori con passione. Chiedo al Signore che, insieme alla bellezza delle loro città, conceda loro la grazia di trasmettere la fede, la speranza e la carità della loro gente”.

Tutto ciò permette di trasmettere la storia: “La contemplazione dei diversi monumenti permetta sia a chi li abita, sia a chi li visita, di riconsiderare la prudenza e la forza che ne hanno reso possibile la realizzazione. Si sentano interpellati dagli insegnamenti di giustizia e di temperanza che ogni situazione storica contiene. Parleremo così di città, di persone, di una storia non contemplata, ma realizzata, con un occhio al passato e un altro al futuro, per avere sempre le mani sul presente che ci interroga ogni giorno”.

Mentre ai membri del Consiglio Nazionale del Movimento Adulti Scout Cattolici Italiani (MASCI), in occasione del 70^ anniversario dalla fondazione, il papa ha sottolineato il titolo dell’incontro, ‘Più vita alla vita’: “Lo avete voluto incarnare in alcuni progetti-simbolo da realizzare: donare una culla termica al Centro di Primo Soccorso e Accoglienza di Lampedusa; costruire una falegnameria nautica in Zambia; e piantare un bosco ad Argenta, in Romagna”.

E la vita è un valore fondamentale, offrendo una riflessione sulla natalità: “Primo: la culla, che ci ricorda l’amore per la vita che nasce. Viviamo in un tempo di drammatica denatalità. L’età media degli italiani è 46 anni, l’età media degli albanesi è 23: questo ci fa capire. Una drammatica denatalità in cui l’uomo sembra aver smarrito il gusto del generare e del prendersi cura dell’altro, e forse anche il gusto di vivere. Una culla simboleggia invece la gioia per un bimbo che viene alla luce, l’impegno perché possa crescere bene, l’attesa e la speranza per ciò che potrà diventare”.

La culla è attenzione per ogni vita: “La culla ci parla della famiglia, nido accogliente e sicuro per i piccoli, comunità fondata sulla gratuità dell’amore; ma anche, di riflesso, ci parla di attenzione per la vita in ogni sua fase, specialmente quando il passare degli anni o le asperità del cammino rendono la persona più vulnerabile e bisognosa. Ed è significativo, in questo senso, il fatto che il vostro dono sia destinato al Centro di Primo Soccorso e Accoglienza di Lampedusa: ciò sottolinea ulteriormente che l’amore per la vita è sempre aperto e universale, desideroso del bene di tutti, al di là della provenienza o di qualsiasi altra condizione”.

La seconda iniziativa messa in campo dal Masci è la falegnameria, che richiama la famiglia di Nazaret: “La falegnameria è un simbolo caro a noi cristiani, perché il Figlio di Dio l’ha scelta come luogo in cui prepararsi alla sua missione di salvezza nel suo villaggio, a Nazaret, lavorando umilmente ‘con mani d’uomo’. In un mondo in cui si parla tanto, forse troppo, di fabbricare armi per fare la guerra… essa ci rimanda alla vocazione fondamentale dell’uomo di trasformare i doni di Dio non in mezzi di morte, ma in strumenti di bene, nell’impegno comune di costruire una società giusta e pacifica, dove a tutti sia data la possibilità di una vita dignitosa. La dignità della vita: lavorare per la dignità della vita”.

Ed infine il bosco: “Esso ci ricorda la nostra responsabilità per la casa comune, che il Creatore ha affidato alle nostre mani. Il rispetto, l’amore e il contatto diretto con la natura sono caratteristiche peculiari dello scoutismo, fin dalle sue origini. E sono valori di cui abbiamo tanto bisogno oggi, mentre ci scopriamo sempre più impotenti di fronte alle conseguenze di uno sfruttamento irresponsabile e miope del pianeta, prigionieri di stili di vita e comportamenti tanto egoisticamente sordi ad ogni appello di buon senso, quanto tragicamente autodistruttivi; insensibili al grido di una terra ferita, come pure alla voce di tanti fratelli e sorelle ingiustamente emarginati ed esclusi da un’equa distribuzione dei beni”.

Tutto ciò è stato realizzato per ricordare don Giovanni Minzoni: “Egli è stato un parroco coraggioso che, in un contesto di violenta e prepotente ostilità, si è battuto, anche attraverso lo scoutismo, per formare i suoi giovani ‘a una solida vita cristiana e a un conseguente impegno per la trasformazione della società’. Anche questo è un richiamo importante a quell’ecologia integrale che, partendo dal farsi carico delle emergenze climatiche e ambientali, amplia la propria riflessione considerando, a monte, il ‘posto specifico che l’essere umano occupa in questo mondo e le sue relazioni con la realtà che lo circonda’”.

Suor Chiara Augusta Lainati: una vita nella complessità della storia 

Si sono svolti ieri nella chiesa della beata Mattia, a Matelica, i funerali  di suor Chiara Augusta Lainati, clarissa del monastero di Matelica, morta sabato 2 marzo a 85 anni. Nata a Saronno (Varese) nel 1939, ha studiato filologia classica presso l’Università Cattolica del Sacro Cuore (Milano) dove ha conseguito il dottorato nel 1962 con la tesi ‘Studi su santa Chiara d’Assisi’ di cui fu relatore il professor Ezio Franceschini, preside della facoltà e importante medievalista.

Quindici giorni dopo la difesa del dottorato è entrata nel Protomonastero S. Chiara d’Assisi, una comunità di clarisse che vantava un legame con l’Università Cattolica del Sacro Cuore già dalla fondazione ai tempi di p. Agostino Gemelli. Veste l’abito delle Sorelle Povere di s. Chiara il 21 gennaio 1963, emette la prima professione il 19 aprile 1964 e la professione solenne il 20 aprile 1967.

Molto ricercata in convegni e pubblicazioni con collaborazioni scientifiche sulla spiritualità francescano-clariana, ha operato con notevoli frutti anche nel campo della trasmissione del carisma francescano nonché nella formazione delle giovani clarisse in diversi monasteri, tra cui S. Erminio e S. Agnese in Perugia, S. Lucia in Città della Pieve, Buon Gesù in Orvieto.

Gli ultimi anni – caratterizzati da varie infermità – li ha trascorsi nel monastero di Matelica (Marche) dove è giunta il 3 marzo 2001 e ha compiuto il suo transito significativamente sabato 2 marzo, festa di sant’Agnese di Boemia, figlia del re di Boemia e corrispondete di santa Chiara. Assieme al francescano p. Giovanni Boccali nel 1977 scoprì ‘Audite poverelle’ ossia lo scritto in lingua volgare che Francesco d’Assisi morente inviò alla comunità di San Damiano e che nel 2000 il cantautore Angelo Branduardi musicò nel suo album ‘L’infinitamente piccolo’. Tra i suoi numerosi studi e pubblicazioni, i ‘Temi spirituali dagli scritti del secondo ordine francescani’, due poderosi volumi per un totale di 1648 pagine, e una vita di santa Chiara continuamente ristampata e tradotta in molte lingue.

Maternità di claustrale di Chiara Augusta Lainati, clarissa

Nel silenzio, il giorno nasce dietro i vetri istoriati

stendendo ampie lame di colore nel “coro” monastico.

L’una accanto all’altra, nel silenzio della meditazione,

le monache sono sagome brune di solitudine.

Dio, che vuoto di cose umane,

che povertà immensa è mai questo silenzio

che scava nel cuore l’attesa e la sete di te, bene infinito,

in cui perdersi come un raggio nella sua sorgente…

Tu mi hai dato un cuore di donna, Signore,

un cuore caldo e trepido,

fatto per amare ed essere amato:

un cuore che suggerisce il tepore di una casa

e il ridere gioioso di bimbi

e sguardi bruni e profondi che si posano teneramente sui figli.

E hai separato per te questo mio cuore,

come un terreno vergine per la tua Parola.

L’hai cinto di una solitudine vasta e silente,

la solitudine gelosa del tuo Amore,

Dio dagli occhi immensi come l’infinito.

“Oracolo del Signore: la attirerò a me,

la condurrò nel deserto e parlerò al suo cuore…

Ti farò mia sposa per sempre… e tu conoscerai il Signore” (Os 2,14. 20).

E mentre tu “parli al mio cuore”

nel silenzio umile e orante di questo giorno che nasce,

il mondo intero è in me come un bimbo che si desta e che chiama

e si volge a te, o Signore, col nome di “Padre”.

È una folla immensa di gente che in me ti tende le braccia,

un’umanità che si ridesta nel primo mattino:

voci inquietanti d’angoscia e di pena,

voci gioiose di bimbi che vanno alla scuola,

voci rabbiose di operai che hanno perso il lavoro,

di gente sfruttata che piange:

tutto è in questo povero cuore “separato”,

tutto è assunto e presentato a te in un’offerta

che ha le dimensioni del mondo.

Signore che mi ami e che mi hai innamorato,

la mia giornata, anche oggi, sarà solitaria, oscura,

nascosta agli occhi di tutti, gonfia forse di fatica e di pena.

Ma il mio cuore è caldo e trepido,

è un cuore di donna fatto per amare ed essere amato.

E nel silenzio in cui lo possiedi, tu lo rendi una culla

dove ogni uomo rinasce al tuo Amore.

Cospirazioni e cospiratori nel Sahel

La prima cosa che respiriamo assieme, in questa stagione del Sahel chiamata dell’Harmattan è la polvere. La respiriamo proprio tutti seppure in misure distinte. C’è chi mette le mascherine da Covid e chi, più rispettoso della tradizione, copre buona parte del volto col turbante sullo stile dei ‘tuareg’ che in questo ambito hanno una grande esperienza. Respirare assieme è proprio ciò che significa, etimologicamente, una ‘cospirazione’. Lo ricorda il dizionario…

‘La parola cospirazione deriva dal latino cum spirare (respirare con), e cioè essere animati dal medesimo afflato, per indicare un accordo profondo, intellettuale e sentimentale, in direzione del conseguimento dell’obiettivo prefissato’. il respiro e lo spirito affondano nella stessa radice etimologica. Che quindi i cospiranti, alla fine, sono quelli che condividono un medesimo spirito, un uguale, affratellante slancio dell’animo. Talvolta condividono anche l’avversione o sovversione del sistema.

Nel Sahel ci sono infatti cospirazioni e cospiratori ma non solo per causa della polvere che si respira. C’è chi cospira per mestiere e chi per convenienza, chi si accontenta di un cambiamento di facciata e chi vuole la rivoluzione. Abbiamo gruppi armati che aspirano ad una trasformazione radicale dell’assetto sociale e troviamo nella stessa zona i banditi che applicano all’oggi le razzie di un tempo con l’appoggio di mercanti di armi, droga e persone umane.

Anche i milioni di sfollati, rifugiati e profughi, a modo loro, vivono assieme la cospirazione più profonda e unica che ci sia, quella della sofferenza silente e spesso inosservata. I migranti, gli ‘esodanti’, gli avventurieri dal destino segnato per sempre, a loro volta, cospirano per un mondo differente a cominciare dalle frontiere. Spesso senza saperlo si concorre, respirando assieme, alla creazione di una comune frontiera che alcuni si ostinano a chiamare speranza.

La prima cosa che respiriamo assieme in questo spazio, noi cospiratori e fautori di cospirazioni, è la polvere. Fine com’è, ci unisce e ci tradisce proprio come fa la storia umana. Verrebbe  allora da suggerire al pallido vento che unisca le polveri di tutto il mondo! La polvere della dignità si congiunge con quella della giustizia per imparare a resistere come solo i poveri, fatti di polvere, hanno imparato a fare per sopravvivere.

Respiro, soffio, alito e vento sono ciò che unisce i cospiratori perché della stessa polvere di vento sono impastati. Un vento che passa e si dirige dove non sa, senza frontiere e destinazione, anarchico e imprevedibile, incurante dei regimi di transizione, di eccezione, civili e militari.

Un vento che la polvere che la politica di questi mesi dal colpo di stato ad oggi cerca con tenacia invano di mettere a tacere. Nel Sahel i veri cospiratori sono coloro che rincorrono il vento e gli affidano la libertà perduta.

Reineri e Marcelli raccontano le storie del presepe

“Ciò che va in scena a Greccio, nel Natale 1223, è un fatto che è entrato a far parte dell’immaginario di ogni cristiano, insomma una di quelle storie che suscitano nell’ascoltatore il compiaciuto annuire di chi già sa. Ma cosa può avere da dire ancora una vicenda sentita chissà quante volte e visualizzata in celeberrime rappresentazioni pittoriche?

In questo, come in altri casi, il processo descritto nel ciclo perpetuo tra narrazione ed esegesi diventa fondamentale per la significatività di ciò che si narra: il movimento innescato può essere, infatti, quello di una spirale che punta alla profondità, attraverso una migliore comprensione del rapporto tra testo, contesto e messaggio, o quello di una circonferenza sempre superficiale e ripetitiva, in cui la notorietà degli eventi e una sempre più diffusa insofferenza alla complessità fanno smarrire i passaggi di senso”.

Papa Francesco: gioia grande per la nascita del Salvatore

Nel messaggio natalizio ‘Urbi et Orbi’ da piazza San Pietro papa Francesco ha ripreso le parole annunciate dall’Angelo ai pastori per un annuncio che ha cambiato il mondo: “Lo sguardo e il cuore dei cristiani di tutto il mondo sono rivolti a Betlemme; lì, dove in questi giorni regnano dolore e silenzio, è risuonato l’annuncio atteso da secoli:

Rosmini e l’Italia: storia, cultura, religione

Si terranno dal 21 al 25 agosto 2023 al Palazzo dei Congressi di Stresa i ‘Simposi Rosminiani Straordinari’, organizzati dal Centro Internazionale di Studi Rosminiani di Stresa con il patrocinio e il sostegno di Regione Piemonte, Città di Stresa, Provincia del Verbano-Cusio-Ossola, Conferenza Episcopale Italiana, Fondazione Cariplo, Fondazione CRT, Rosmini International Campus e Rosmini Institute, Pastore Roberto (Financial Advisor) e Federici Attilio (Wealth Advisor).

Papa Francesco ai giornalisti: siate protagonisti della storia

Pur continuando nella riabilitazione del fisico papa Francesco non rinuncia agli incontri e ieri ha ricevuto i componenti della delegazione del Premio Biagio Agnes, sottolineando tre parole importanti per un giornalista, strumenti del loro lavoro, che sono taccuino, penna e sguardo:

‘Pietre vive’: Tiziana Manenti canta i Papi della nostra Storia

Da domenica 28 maggio è disponibile nelle piattaforme digitali ‘Pietre vive’, l’album dedicato alle figure di cinque Pontefici entrati nel cuore della cantante e autrice di christian music Tiziana Manenti, nella memoria dei credenti, nella storia della Chiesa e dell’umanità: papa Francesco, papa Giovanni XXIII, papa Giovanni Paolo I, papa Giovanni Paolo II, papa Benedetto XVI.

Card. Zuppi: il cristiano non è fuori dalla storia

“La ringrazio di cuore per aver accettato di presiedere la santa messa e la recita della supplica alla Vergine del Santo Rosario. Attraverso di lei, presidente dalla Conferenza episcopale italiana, sentiamo presente qui tutta la Chiesa italiana, che oggi, ‘in questo giorno solenne’, certamente si unisce a noi, nella preghiera alla più tenera tra le madri. In tutta la nostra Nazione è, infatti, molto viva la devozione alla Madonna di Pompei”.

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