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‘La Comunicazione Creativa per lo sviluppo socio-umanitario’ è il saggio  del giornalista Biagio Maimone

Nello shop on line della Casa Editrice TraccePerlaMeta

https://shop.tracceperlameta.org/manualistica/la-comunicazione-creativa-per-lo-sviluppo-socio-umanitario-biagio-maimone-270.html e, nei prossimi giorni, nelle migliori librerie e in tutti gli store online è disponibile il saggio di Biagio Maimone intitolato ‘La comunicazione creativa per lo sviluppo socio-umanitario’, che propone la necessità di un nuovo modello comunicativo che ponga al centro la relazione umana ed, ancor più, l’emancipazione morale ed umana della società odierna.

Sulla scorta della constatazione delle innumerevoli comunicazioni distorte veicolate dai media e da tutti i mezzi di comunicazione, compresi i social, foriere di sottocultura che non può essere consentita in quanto impoverisce la società civile deteriorando le relazioni umane, Biagio Maimone ritiene che non sia più rimandabile la necessità di far vivere un linguaggio scevro da menzogne, da offese e dal turpiloquio.

‘La Comunicazione diventa futuro’ è lo slogan che identifica l’impegno di Biagio Maimone. Egli ritiene, infatti,  che il futuro per essere finalizzato al progresso umano debba far propria una nuova modalità di comunicare che veicoli la pedagogia della vita, della pace, della fratellanza umana, della parola vitale che educa le coscienze dei singoli affinché essi si dirigano sulla strada della vera emancipazione umana, oltre l’impoverimento morale ed anche materiale.

Egli, pertanto, pone in risalto l’importanza della cultura umana da riversare nel contesto della comunicazione ampiamente intesa affinché si pongano le fondamenta di un nuova e migliorativa modalità di trasmettere informazioni affinché esse arricchiscano sempre più l’universo interiore di coloro che le recepiscono alimentandolo con verità e valori morali e spirituali, senza i quali l’essere umano viene deprivato di quei contenuti che ne fanno un soggetto pensante capace di costruire un mondo accogliente in cui viva la legalità e la fratellanza umana e quella bellezza che sgorga dall’animo di chi si è nutrito di cultura umana, unica cultura che consente il miglioramento delle relazioni umane e lo sviluppo socio-umanitario.

Per Biagio Maimone occorre superare  gli stereotipi che sorreggono la comunicazione, sia quella giornalistica, sia quella di ogni altro media, nonchè quella istituzionale, necessariamente legata ai vari ambiti della vita umana e sociale, al fine di creare un nuovo modello comunicativo che prenda le mosse dai suoni, dai colori e dalle voci legati al sentimento, scaturenti dall’interiorità e dalla spiritualità umana.

Dare voce agli infiniti linguaggi depositati nell’intimo di ognuno egli ritiene debba essere l’intento del nuovo comunicatore, animato dalla finalità primaria di educare all’apprendimento di un linguaggio che fondi le sue radici nei valori insiti nell’animo umano. Il linguaggio dovrà divenire, pertanto, vettore di valori e non di offese ed insulti, come sovente si verifica.

Partendo dal linguaggio, ripulito dal desiderio di ferire e ridimensionare l’altro, si potrà anche ricreare la relazione umana, rendendola scevra da conflitti lesivi della dignità dell’interlocutore per orientarla all’ascolto autentico, che è creativo di benefici reciproci. Non meno rilevante sarà la forma che tale nuovo linguaggio dovrà assumere per essere vera espressione del mondo interiore, in cui vivono i valori umani.

Tale forma non potrà che essere la forma che rimanda sia al suono musicale, in quanto esso crea il senso della melodia, intesa come coinvolgimento all’unisono delle varie sensibilità umane, forza reale del linguaggio penetrante e convincente, sia al suono della poesia, da intendersi come modalità sublime di quella dimensione altamente creativa, proprio in quanto sorretta dai valori umani,  che la comunicazione di elevato livello non può esimersi dal fare propria.

Biagio Maimone definisce tale processo comunicativo ‘Comunicazione creativa della dimensione socio-umanitaria’, che potrà essere utilizzato dagli operatori degli Uffici Stampa, dai giornalisti e da chiunque si prefigga l’obiettivo di  rendere la comunicazione una professione di elevato valore morale e sociale. Altisonante ed indicativa di un preciso  impegno concreto è la sua affermazione:

“La Bellezza – non vi è dubbio – tornerà ad essere il volto magnifico della vita. La forza prorompente della Bellezza, che la Parola ha il dovere di trasmettere, sconfigge ogni male! E’ scritto nel Vangelo, è scritto nel cuore degli uomini di Buona Volontà ed è scritto nelle trame vitali dell’esistenza, che nessuno potrà mai distruggere perché esse appartengono alla Vita e la Vita è la ragione stessa dell’esistere umano”.

Partendo da tali principi, riportati nel quarto di copertina del suo libro, Biagio Maimone si accinge a divulgare i contenuti della nuova corrente filosofica a cui egli ha voluto dar vita, denominata ‘Comunicazione socio-umanitaria’.

Suor Giacomina Stuani racconta il centenario della rivista ‘Dalle api alle rose’

“Eccomi a voi, che tanto mi avete desiderato ed aspettato. Lo sapete, vengo dalla classica terra dell’Umbria, e propriamente dalla graziosa Cittadina, che tutta candida, si adagia a ridosso di un monte che si chiama Cascia. Là dorme da quattro secoli e mezzo la cara Salma di santa Rita l’Agostiniana, la Santa degli Impossibili, l’Avvocata dei casi disperati. Prima di venire a voi sono stato deposto sopra la Sua bell’Urna, e sono ancora olezzante di quel soave odore, che emana dal quel sacro Corpo. Vengo a diffonderlo nelle vostre case, fra le vostre famiglie,insieme alla benedizione della buona Santa”.

Don Alberto Ravagnani invita i giovani ad essere originali

‘Noi siamo originali non fotocopie’: con questo titolo a Loreto, a fine agosto, si è svolto il secondo raduno di ‘Fraternità’, la community di giovani nata durante la pandemia dall’esperienza di fede nell’oratorio di don Alberto Ravagnani, prendendo a prestito una delle frasi più ‘famose’ del beato Carlo Acutis, con la partecipazione di oltre 300 giovani tra i 16 ai 26 anni provenienti da tutta Italia.

Papa Francesco: la cultura è laboratorio di speranza

L’ultimo incontro di papa Francesco a Budapest è stato con il mondo universitario e della cultura alla facoltà di Informatica e Scienze Bioniche dell’Università Cattolica ‘Péter Pázmány’, che combina lo studio dell’ingegneria elettronica e informatica con la biologia molecolare e neurale e la medicina, fondata nel 1635, in cui ha ricordato l’importanza della cultura:

Don Alberto Ravagnani racconta ai giovani la Chiesa attraverso i social

Su Instagram conta 140.000 follower, 146.000 su YouTube, su Tik Tok 92.000: è don Alberto Ravagnani, brianzolo, classe 1993; è stato ordinato sacerdote nel 2018 ed oggi è vicario della parrocchia ‘San Michele Arcangelo’ di Busto Arsizio (Varese). Lascia la vita da ragazzo come gli altri quando è ai primi anni del liceo classico. I genitori, disperati, cercano di fargli cambiare idea. Gli amici, immersi tra le prime uscite e le cotte di quell’età, non capiscono la sua scelta.

Il papa invita i giovani ad avere il coraggio della speranza

Papa Francesco ha concluso il 35^ viaggio apostolico a Cipro ed in Grecia ed è atterrato a Roma, ringraziando la presidente della Repubblica ellenica, Katerina Sakellaropoulou, per l’accoglienza, ma ha avuto ancora tempo per incontrare i giovani alla Scuola ‘San Dionigi’ delle Suore Orsoline a Maroussi, e dopo aver Dopo aver ascoltato le loro testimonianze li ha invitati ad essere più sociali, riprendendo le testimonianze:

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