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La guerra in Sudan raccontata dalle ‘Missioni Don Bosco’

“Quando due elefanti litigano tutta l’erba viene calpestata: dice un proverbio africano. Nel caso del Sudan i due elefanti sono i due generali al-Burhan e Dagalo e l’erba è l’intero Sudan. ‘I due cretini’ sospira Walid Ahmed, che sta seduto su un letto, guarda in basso, con una mano si tiene la fronte e con l’altra stringe il polso di sua moglie. Quel giorno al mercato del Darfur è andato a fuoco quasi l’intero raccolto di un territorio grande quanto la Francia… Non è una ‘guerra civile’ poiché non nasce da contrapposizioni ideologiche o da contrasti etnici nel popolo sudanese, ma è una violenza che si è scatenata quando il capo delle forze speciali si è reso conto di poter aumentare il suo potere a Karthoum anche a prezzo del sangue”.

Perugia ricorda 100 anni di presenza salesiana

Don Ivan Maffeis è il nuovo arcivescovo metropolita di Perugia-Città della Pieve e succede al card. Gualtiero Bassetti, diventando il 13^ pastore di questa Chiesa particolare da quando, nel 1882, la diocesi è stata elevata ad arcidiocesi per volere di papa Leone XIII, vescovo di Perugia per 34 anni.

Artemide Zatti, l’infermiere santo innamorato di Don Bosco

Artemide Zatti nacque a Boretto, in provincia di Reggio Emilia, il 12 ottobre 1880, da Luigi Zatti e Albina Vecchi, una famiglia di agricoltori. Fin da piccolo fu abituato al lavoro e al sacrificio. A 9 anni già si guadagnava la giornata da bracciante. Nel 1897 la famiglia Zatti, costretta dalla povertà, emigra in Argentina per stabilirsi a Bahía Blanca. Qui Artemide comincia a frequentare la parrocchia retta dai salesiani e diventa collaboratore del parroco, don Carlo Cavalli, con il quale spesso condivide lavoro e preghiera. Domenica 9 ottobre sarà canonizzato.

Dio ha una volontà particolare su ognuno di noi?

Spesso guardo al mio passato come un succedersi di eventi, più o meno belli e significativi; ma se rileggo la mia vita sotto lo sguardo di Dio, il passato mi fa apparire delle nuove possibilità e mi fa diventare più sensibile agli appelli che Egli mi rivolge, che mi rivelano il Suo desiderio, la Sua attesa e la Sua speranza: vedermi portare frutto (Gv. 15,16). Affidandomi allo Spirito, riesco a vedere la grazia negli eventi più disparati e a glorificare Dio nella prova come nel successo.

‘Un Padre, una famiglia’: un libro racconta l’impegno dei Salesiani contro il covid-19

Nella festa di don Bosco, era stato pubblicato in inglese ‘Un padre, una famiglia’ (a breve anche in italiano) dal Rettor maggiore dei salesiani, don Ángel Fernández Artime, libro che raccoglie fotografie e testi che raccontano il grande lavoro svolto dalla Famiglia Salesiana di tutto il mondo, in risposta alla pandemia di coronavirus:

‘Un Padre, una famiglia’: un libro racconta l’impegno dei Salesiani contro il covid-19

Nella festa di don Bosco, era stato pubblicato in inglese ‘Un padre, una famiglia’ (a breve anche in italiano) dal Rettor maggiore dei salesiani, don Ángel Fernández Artime, libro che raccoglie fotografie e testi che raccontano il grande lavoro svolto dalla Famiglia Salesiana di tutto il mondo, in risposta alla pandemia di coronavirus: “Questo non è il momento di stare con le mani in mano e aspettare che la crisi passi; è il momento di rimboccarsi le maniche, uscire e fare tutto il possibile per aiutare chi ha bisogno. Dobbiamo prenderci cura di noi stessi, ma non chiuderci in noi stessi”.

Continuiamo l’intervista con don MC George Menamparampil, coordinatore dell’Emergency Response dei Salesiani, chiedendogli di spiegarci quale lavoro ha svolto in tempo di pandemia la famiglia salesiana:

“Il capitolo ‘Overview’ (Panoramica) fornisce una sintesi del lavoro svolto dalla Famiglia Salesiana durante la pandemia, e il capitolo ‘Strategia e priorità…’ descrive il percorso che abbiamo seguito. Siamo stati coinvolti in tutte le fasi: prevenzione, soccorso d’emergenza, soluzioni a medio e lungo termine e gestione della ‘nuova normalità’ dopo la pandemia.

Le azioni concrete sono state tutte risposte ai bisogni reali e sentiti delle persone intorno alle nostre comunità e, quindi, enormemente varie a causa delle enormi differenze nelle circostanze socio-economiche delle persone, nell’estensione dell’infezione e nella severità del lockdown e nella capacità dei governi di soddisfare i bisogni dei loro cittadini.

La ‘prevenzione’ ha comportato la sensibilizzazione su tutti gli aspetti della malattia e la realizzazione e distribuzione di maschere facciali e kit sanitari contenenti articoli sanitari. Le nostre università hanno anche progettato e fabbricato, usando anche la stampa 3D, dispositivi di protezione personale (PPE – DPI) per i lavoratori in prima linea, come il personale medico. La nostra università di Guwahati, in India, ha progettato e realizzato un ventilatore polmonare efficace ed economico.

Nella fase iniziale di emergenza della pandemia, il nostro obiettivo era quello di ‘salvare vite’; quindi la distribuzione di cibo, mascherine e articoli sanitari. Abbiamo anche fornito alloggio  alle persone che dovevano essere messe in quarantena; in alcuni luoghi le nostre istituzioni sono state utilizzate dal governo come centri di quarantena.

Abbiamo aiutato i lavoratori manuali migranti bloccati nelle città a tornare a casa e li abbiamo nutriti durante il viaggio. Abbiamo fornito una formazione a breve termine per trovare un’occupazione alternativa, abbiamo promosso l’imprenditorialità e generato lavoro”.

Allora, cosa significa prendersi cura?

“Il Covid è una malattia molto contagiosa. Ad oggi, non esiste una cura sicura, rapida, semplice e facile. Quando il Rettor Maggiore dei Salesiani ha detto queste parole, non c’erano nemmeno i vaccini. Abbiamo una grande fede in Dio. Quando Satana invitò Gesù a saltare giù dal pinnacolo del tempio perché la Bibbia dice: ‘Egli darà ordini ai suoi angeli ed essi ti porteranno sulle loro mani, perché tu non urti con il piede contro una pietra’, Gesù rispose: ‘Sta anche scritto: Non tenterai il Signore, tuo Dio’.

Abbiamo un carattere scientifico. Ci fidiamo di quello che ci dicono i medici e gli scienziati: questa malattia è molto contagiosa; indossate una mascherina; lavatevi spesso le mani con acqua e sapone; tenetevi a distanza. Il Covid è particolarmente pericoloso per le persone sopra una certa età. Una buona percentuale dei nostri confratelli si trova in quella fascia d’età.

Un modo molto sicuro per prenderci cura di noi stessi sarebbe stato quello di rinchiuderci nelle nostre stanze e nei nostri uffici e permettere solo ad una persona giovane e sana di uscire per sbrigare le faccende inevitabili come la spesa di cibo e medicine. Questo sarebbe stato un modo efficace di prenderci cura di noi stessi allo scopo di farli morire più presto e così distornare più facilmente il pericolo per sé e per gli altri”.

(Fine 2 parte. Foto: Ans)

‘Un Padre, una famiglia’: un libro racconta l’impegno dei Salesiani contro il covid-19

Nella festa di don Bosco era stato pubblicato in inglese ‘Un padre, una famiglia’ (a breve anche in italiano) dal Rettor maggiore dei salesiani, don Ángel Fernández Artime, libro che raccoglie fotografie e testi che raccontano il grande lavoro svolto dalla Famiglia Salesiana di tutto il mondo, in risposta alla pandemia di coronavirus:

Capitolo dei Salesiani: curare gli interessi di Dio

Sabato scorso a Torino si è aperto il Capitolo generale 28 con la sindaco della città, Chiara Appendino, che ha ricordato quel “seme che, in poco più di due secoli di storia, ha lasciato segni indelebili e contribuito a connotare in maniera forte il carattere della nostra città”.

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