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Papa Francesco ai giovani: la gioia è missionaria

Si è appena conclusa la veglia di preghiera della Giornata mondiale della Gioventù al Parco Tejo, dove papa Francesco ha sottolineato che l’allegria è missionaria, invitandoli a coltivare le radici ed allenarsi per il cammino della vita, portando l’esempio del calcio, ringraziandoli per la presenza: ‘Mi dà tanta gioia vedervi’.
Le Cucine popolari di Padova: 140 anni cantiere di carità

Quasi 57.000 pasti, 2.083 prestazioni mediche, 2.696 docce, 867 cambi vestiario, 178 coperte distribuite, 2.573 persone provenienti da 82 diversi Paesi, con un 14,5% di persone italiane: questi sono i numeri dei servizi erogati nel 2021 dalle Cucine Economiche Popolari di Padova a 140 anni dalla ‘creazione’, come ha spiegato la direttrice suor Albina Zandonà:
Papa Francesco ai calciatori: non dimenticate lo spirito amatoriale

“Sono lieto di darvi il benvenuto a questa celebrazione del primo centenario di questo club sportivo. Ho spesso ripetuto che lo sport è un motivo ed un’occasione per riscoprire e promuovere molti valori della nostra società e, in questo senso, incontrare un club ‘galiziano’ è per me qualcosa che evoca tante esperienze che da argentino ho vissuto nella mia carne. Se avete notato, i suoi colori sono quelli della Vergine Immacolata e anche quelli della maglia argentina, quasi come se la nostra Madre avesse voluto unire le due sponde di questo grande oceano che, anziché separarci, ci ha uniti per non dimenticarla”.
Papa Francesco: i santi nascono dalla vita della Chiesa

Oltre 1000 pellegrini provenienti da Sotto il Monte e da Concesio sono stati ricevuti in udienza da papa Francesco per ricordare il 60° anniversario della morte di san Giovanni XXIII ed i 60 anni dall’elezione a papa, di san Paolo VI (21 giugno):
“E’ bello incontrare voi, che rappresentate le comunità di origine di due Papi santi, ai quali il Popolo di Dio è tanto affezionato: Giovanni XXIII e Paolo VI. Ed è significativo che questo avvenga in occasione di tre ricorrenze importanti per tutta la Chiesa: il 60° anniversario della Lettera Enciclica ‘Pacem in terris’, della nascita al cielo di papa Giovanni e dell’elezione di papa Montini”.
Papa Francesco ha reso grazie a Dio per aver donato alla Chiesa questi due papi santi: “Siamo qui insieme, dunque, a rendere grazie al Signore perché dalle vostre comunità ha scelto due Santi Pastori che hanno saputo guidare la Chiesa in tempi di grandi entusiasmi e però altrettanto di grandi domande e sfide.
Hanno vissuto come protagonisti l’ondata di nuova vitalità che ha accompagnato il Concilio Vaticano II e hanno dovuto affrontare gravi pericoli come il terrorismo e la ‘guerra fredda’.
E di fronte a tutto questo la storia ci testimonia che sono stati ‘pastori secondo il cuore di Dio’, che hanno saputo cercare la pecora perduta, ricondurre la smarrita, fasciare la ferita, rafforzare quella malata, prendersi cura della grassa e della forte, pascere con giustizia e misericordia”.
E’ un rendimento di grazie per aver tracciato un cammino: “Rendiamo grazie al Signore prima di tutto per averceli donati. Per averli donati alle vostre comunità come figli e fratelli, cresciuti tra le vostre strade, dove hanno lasciato le tracce del loro cammino di santità, al punto che ancora oggi i luoghi della loro presenza sono meta di pellegrinaggio per tanti uomini e donne che vi si recano dall’Italia e dall’estero. Essi trovano da voi conforto e sostegno, e al tempo stesso rendono la vostra terra più viva e ricca nella fede”.
Ma i santi non si costruiscono in laboratorio: “Essi hanno potuto essere grandi Pastori, infatti, prima di tutto perché sulla loro strada hanno incontrato buoni compagni di cammino, testimoni del Vangelo che li hanno aiutati a crescere nella fede, fino ad accendere in loro la luce della chiamata. Prima di tutto le loro famiglie, diverse per estrazione e contesto, ma accomunate dalla stessa solida pietà cristiana, vissuta da una parte nel duro lavoro dei campi e dall’altra nel serio impegno culturale e sociale.
Fratelli e sorelle, vi dico una cosa: Dio non fa i santi in laboratorio, no, li costruisce in grandi cantieri, in cui il lavoro di tutti, sotto la guida dello Spirito Santo, contribuisce a scavare profondo, a porre solide fondamenta e a realizzare la costruzione, ponendo ogni cura perché cresca ordinata e perfetta, con Cristo come pietra angolare. Questa è l’aria che hanno respirato fin da piccoli Angelo e Giovanni Battista a Sotto il Monte e a Concesio, con tutto il bene che ne è derivato: quello che hanno donato e ricevuto!”
E’ un invito a fare tesoro delle proprie radici: “Voglio ripeterlo: fate sempre tesoro delle vostre radici, non tanto per trasformarle in un blasone o in un baluardo da difendere, quanto piuttosto come di una ricchezza da condividere.
La terra si lavora insieme, si lavora per tutti e si lavora in pace; con la guerra, l’egoismo e la divisione si riesce solo a devastarla, come purtroppo stiamo vedendo in tante parti del mondo e in modi diversi. Amare le vostre radici sia dunque per voi amare il Vangelo di Gesù e amare come Gesù ha amato nel Vangelo!
Questo vi insegna la vostra storia di terra e di Chiesa. E dalle vostre radici viene la linfa per andare avanti, per crescere, e anche per dare una storia e un senso della vita ai vostri figli e ai vostri nipoti. Amate le vostre radici, non staccate l’albero dalle radici: non darà frutto. Cercate di progredire sempre in armonia con le vostre radici, in sintonia con le vostre radici”.
Non a caso Bergamo e Brescia sono state scelte per essere ‘Capitale italiana della Cultura’ per questo anno: “E’ un segno in più che ci porta nella stessa direzione. La vera cultura si fa infatti uniti, nel dialogo e nella ricerca comune e, come ci ha insegnato san Paolo VI, mira a condurre ‘attraverso l’aiuto vicendevole, l’approfondimento del sapere, l’allargamento del cuore, a una vita più fraterna in una comunità umana veramente universale’.
La cultura è amante della verità e del bene, per l’uomo, per la società e per il creato. Possiate continuare a coltivarla, prima di tutto nelle vostre case e nelle vostre parrocchie, per portare avanti la missione che ci hanno affidato i due santi Papi a cui avete dato i natali”.
(Foto: Santa Sede)
Papa Francesco: dall’Ungheria un invito a costruire ‘ponti’
Papa Francesco inaugura il presepe in piazza san Pietro

Ieri papa Francesco ha inaugurato il presepe e l’albero di Natale in piazza san Pietro, affermando che per incontrare Gesù bisogna raggiungerlo dove sta, dunque occorre abbassarsi, farsi piccoli per entrare in quella stalla dove è nato il Figlio di Dio e dopo aver espresso la sua gratitudine per i doni natalizi (con un pensiero speciale rivolto agli artigiani del legno, ai ragazzi di Rosello e a quanti hanno coltivato l’abete nel vivaio di Palena), il papa ha parlato dell’albero e del presepe come segni che affascinano tutti:
Papa Francesco ai giovani: guardare avanti senza dimenticare le radici
Papa Francesco in viaggio verso il Canada ricorda i nonni

“Cari fratelli e sorelle del #Canada, vengo tra voi per incontrare le popolazioni indigene. Spero che, con la grazia di Dio, il mio pellegrinaggio penitenziale possa contribuire al cammino di riconciliazione già intrapreso. Per favore, accompagnatemi con la #preghiera”: con questo tweet papa Francesco ha iniziato il suo ’pellegrinaggio’ in Canada.