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Online ‘te o Me’, inedito del Kantiere Kairòs

Per la pop-rock band di musica cristiana Kantiere Kairòs, il mese di febbraio si apre con una straordinaria sinergia: è on line l’e-book ‘Diario di Quaresima (in cammino fra la polvere)’, uno straordinario mix di parole, illustrazioni e musica. Contiene infatti le meditazioni del frate cappuccino padre Onofrio Farinola, le illustrazioni e la grafica di Alumera, la play list del gruppo insieme all’inedito ‘te o Me’ “che nasce da una domanda: scegli di guardare il male o scegli di guardare Me?”

Quaresima: dal deserto alla libertà

“Quando il nostro Dio si rivela, comunica libertà: ‘Io sono il Signore, tuo Dio, che ti ho fatto uscire dalla terra d’Egitto, dalla condizione servile’ (Es 20,2). Così si apre il Decalogo dato a Mosè sul monte Sinai. Il popolo sa bene di quale esodo Dio parli: l’esperienza della schiavitù è ancora impressa nella sua carne. Riceve le dieci parole nel deserto come via di libertà. Noi li chiamiamo ‘comandamenti’, accentuando la forza d’amore con cui Dio educa il suo popolo. E’ infatti una chiamata vigorosa, quella alla libertà. Non si esaurisce in un singolo evento, perché matura in un cammino”.

Il battesimo del deserto

Al finire della notte, mi alzo in pieno deserto, per la preghiera. Qui, però, la preghiera è silenziosa: è osservare questi miliardi di stelle che ti sovrastano e ti fanno incantare. E poi luminosissima, in queste notti nere, vedi scendere piano piano la luna sul filo dell’orizzonte per dirti addio. Le stelle si spengono. Dall’altra parte appare, allora, soffice, una luminosità sempre più viva che prepara, incantevole, il sorgere del sole.

Non senti la solita preghiera dell’alba dai minareti, né il tocco discreto della campana di un monastero. In un silenzio che ti impressiona è l’armonia della natura che prepara la nascita più sorprendente della vita: il giorno. Come milioni e milioni di anni fa, la contempli, ora, con i tuoi stessi occhi. Liturgia celeste grandiosa. Sei solo al mondo e non ti pare vero.

Ma è necessario ‘imparare a vivere nella solitudine, per essere nel cuore del mondo’, mi raccomandava un monaco trappista. E la solitudine e lo sradicamento sono mirabili inviti a scendere in profondità e a respirare quella universalità che ti lega invisibilmente agli altri. La solitudine con Dio tonifica, apre. E guarisce.

Così mi presento a fare colazione, dopo avere vissuto nell’austerità del giorno precedente e l’essenzialità delle cose : eccomi a tavola con ogni delizia. Marmellate profumatissime, miele del deserto, specialità di ogni tipo e raffinatezza… si offrono con eleganza, fastosamente come a una festa.

Rifletto, così, al bisogno vitale per gli uomini di questo particolare momento, prezioso nel ritmare periodi di povertà, di mancanza, di isolamento: la festa. Essenziale dimensione per qualsiasi comunità umana o religiosa : la festa, luogo privilegiato di riconciliazione.

La festa è quando, deposti gli strumenti di lavoro e le nostre armi quotidiane, metti gli abiti belli per celebrare la comunione. Essa unisce e riunisce, riconcilia, annulla le esclusioni, esalta l’essenziale. Momento comunionale vivo, vitale e sorprendente canta la tua identità. Ed è il luogo, allo stesso tempo, dove vive il noi, l’essere insieme ad altri. La festa è una sosta, una vera oasi sul nostro cammino!

Ma, dopo varie ore di cammino solitario per il deserto, nella mattinata, finalmente, eccomi arrivato alle dune di Merzouga, le più belle di tutto il Sahara. Bellezza impressionante. Dolcissime curve, fino all’altezza di 200 metri, si spiegano per circa venti chilometri come vele al vento, dal quale si lasciano sfiorare, accarezzare, cesellare, ricamare… con una leggerezza e una disponibilità incredibili. Dal sole e dalle nuvole, invece, si lasciano rivestire di ogni tonalità: giallo ocra, arancione, giallo dorato, marrone… Spettacolo unico.

Sono solo oggi, sulla cresta di una duna, ma mi vengono in mente i giovani con cui venivo qui per anni, nel tempo di quaresima. Incredibile nostalgia. Li rivedo ancora correre come caprioli, a piedi nudi, su e giù su queste montagne di sabbia rossa, finissima con il pericolo di perdersi… tanto facile qui, al calare improvviso della notte. Ma, ricordo ancora quando, immobili per la meraviglia, assistevamo al sorgere o al tramonto del sole. Momenti magici. O quando si celebrava l’eucaristia sulla duna più alta… una messa sul mondo, come la definiva Teilhard de Chardin.

Come dimenticare quando al momento del perdono posavano l’orecchio su questa sabbia rossastra, in pieno Sahara, per auscultare la terra, come il ventre di una donna. Ed era per provare a sentire il pianto di milioni di uomini, donne e bambini, di esistenze infelici sulla terra, miserabili, vite inumane, impossibili, sradicate dagli eventi e, semmai, migranti. In fondo, per chiedere perdono di avere un cuore inconsapevole, insensibile, indifferente alle tragedie del mondo. Signore pietà, Signore pietà ! Oppure, al momento della pace, vedere questi giovani affondare le mani e le braccia il più possibile nella sabbia, nel loro tentativo in mezzo al deserto di dare la mano a tutti gli uomini della terra, per esprimere le lunghe solidarietà che avrebbero voluto far nascere…

Sono solo, ormai, ma rendo omaggio, con emozione, a questi giovani che il deserto ha consolidato o trasformato nei loro aspetti più sani e più belli. Due, infatti, sono ritornati in Africa per un periodo di volontariato; un altro, per lo stesso motivo in Brasile, a Salvador de Bahìa; altri ancora…

Incontravamo nel nostro pellegrinaggio verso il deserto l’ospitalità e la testimonianza di varie comunità cristiane in terra musulmana. Ci mostravano il volto interculturale, evangelico e coraggioso di questa Chiesa nel Maghreb, un vero laboratorio di comunione. Essa accompagna nella sanità, nell’educazione e nelle tante povertà una società in crescita, così differente dalla nostra.

Incantevoli la dedizione e la passione: una forza di testimonianza incredibile, tale da scuotere profondamente le certezze del mondo musulmano. Una lezione magnifica del deserto che qui sa fiorire e dare frutto. Sì, nello spirito di Charles de Foucauld e della sua fraternità universale. Di null’altro il mondo ha bisogno, oggi. Per vivere.

Per una Quaresima di pace

“Noi vogliamo la pace, i popoli vogliono la pace! Anch’io voglio la pace e chiedo ai potenti, ai politici, ai diplomatici, alle Chiese e alle religioni: ‘Per favore, cercate la pace!’. In questo tempo di Quaresima mi impegnerò per una preghiera costante e per pratiche di penitenza”: questo è il testo dell’appello di preghiera e di digiuno dell’arcivescovo di Milano, mons. Mario Delpini, che non si limita a chiedere una firma, ma invita ad un cammino di vita coerente e che ha raccolto oltre 6000 le adesioni.

Prima Domenica di Quaresima: Gesù tentato da Satana

Inizia la Prima domenica di quaresima, un tempo forte dell’anno liturgico, un periodo, come dice il nome, di 40 giorni durante i quali la liturgia ci invita a prepararci spiritualmente alla seconda festa dell’anno liturgico: la Pasqua di risurrezione. Il numero 40 è certamente simbolico: 4x 10; tutta la realtà è chiamata con l’aiuto di Dio a rinnovarsi con segni di vera conversione. Il n. 4 sta ad indicare gli elementi costitutivi del creato (aria, terra, acqua, fuoco) che lasciati in balia di se stessi generano il caos; il n. 10 simboleggia Dio e indica che solo con l’aiuto di Dio si determina il cosmo, l’ordine, l’armonia, la pace, l’amore.

Papa Francesco: nell’ascesi si cammina sinodalmente

Venerdì scorso è stato pubblicato il messaggio di papa Francesco per la Quaresima sul tema ‘Ascesi quaresimale, itinerario sinodale’, che prende spunto dal racconto evangelico della Trasfigurazione: “L’ascesi quaresimale è un impegno, sempre animato dalla Grazia, per superare le nostre mancanze di fede e le resistenze a seguire Gesù sul cammino della croce”.

Papa Francesco: la Quaresima è un tempo favorevole

Nel pomeriggio di oggi papa Francesco ha celebrato le Ceneri a Santa Sabina, la prima della stationes, ovvero le chiese dell’urbe che sono ‘sosta’ dei fedeli nel periodo di preparazione alla Pasqua, sottolineando che ‘il rito delle ceneri ci introduce’ nel cammino di ritorno a Dio, presentando due inviti: quello di ‘ritornare alla verità di noi stessi’ e quello di ‘ritornare a Dio e ai fratelli’, ricordando che il momento è ‘favorevole’:

Messaggio per la Quaresima: essa sia un cammino sinodale

Venerdì scorso è stato pubblicato il messaggio di papa Francesco per la Quaresima sul tema ‘Ascesi quaresimale, itinerario sinodale’, che prende spunto dal racconto evangelico della Trasfigurazione: “L’ascesi quaresimale è un impegno, sempre animato dalla Grazia, per superare le nostre mancanze di fede e le resistenze a seguire Gesù sul cammino della croce”. Presentandolo il prefetto del Dicastero per il Servizio dello Sviluppo Umano Integrale, card. Michael Czerny, ha sottolineato la bellezza della Quaresima, evidenziata nel messaggio papale attraverso due sfide al senso comune:

Tempo di Quaresima e tempo di guerra: cosa possiamo fare noi?

Siamo entrati nel tempo di Quaresima quasi in concomitanza con lo scoppio di una bruttissima guerra. E’ sotto agli occhi di tutti la devastazione della terra ucraina, un attacco che, come sempre succede, fa soffrire i più deboli, crea un solco tra popoli vicini e genera tensioni in tutto il mondo. Di fronte a tanto dolore, che vediamo solo attraverso degli schermi, potremmo sentirci impotenti.

Diocesi di Ugento-Santa Maria di Leuca: quaresima di carità a sostegno del popolo ucraino

Per l’itinerario quaresimale il vescovo di Ugento-Santa Maria di Leuca, mons. Vito Angiuli, ha inviato ai fedeli un messaggio, ispirato agli scritti del venerabile mons. Tonino Bello con un decalogo per ‘essere uomini fino in fondo e santi fino in cima’:

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