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La nostra Mamma ci porta nel Regno della Divina Volontà

Ero nel dolore, tutto intorno a me andava male: la mia famiglia separata, mio fratello scomparso, ogni giorno, per il lavoro da addetto stampa di istituzioni, avevo gente che mi aspettava sotto casa minacciandomi.

Andai via da Napoli dove abitavo e mi trasferii a casa di un’amica, a Torre Annunziata, che sapeva quello che stavo attraversando. Ebbene, quando la mia cara amica Marinella con il figlio Riccardo (mio omonimo) entrarono nella chiesa Santuario della Madonna della Neve, io li seguii senza fiatare, strano per me, perché non mettevo piede in chiesa da circa vent’anni.

Davanti alla statua della Madonna sentii una pace meravigliosa, che capii subito che non mi apparteneva perchè io ero nella disperazione. Era l’anno 1999, ero ateo e non mi interessava la fede; ma quella sensazione di pace mi scosse e manifestai così l’intenzione di iniziare un percorso. Un’amica di Marinella, Dora Ciampa Cuneo, mi volle conoscere, le avevano appena ucciso il figlio, che come me frequentava la lista dei Verdi e lottava contro le costruzioni abusive in un’area verde, il Parco della Caffarella, a Roma.

Nacque una bella amicizia, volle farmi crescere nelle conoscenze della fede, mi regalò alcuni libri, viaggi e la possibilità di fare servizio e alla fine di questo percorso mi aiutò a ricevere il sacramento della Cresima, Dora fu la mia madrina. Nel 2003 mi sono trasferito in Sicilia per seguire un giovane che mi aveva colpito in Romania per i suoi gesti accoglienti e che, nel catanese, gestiva una casa famiglia, dove ho vissuto per quindici anni.

Nel 2010 ho conosciuto Fratel Biagio Conte, fondatore della Missione di Speranza e Carità di Palermo, con cui è nata una profonda amicizia; nel 2015 lui mi chiese di scrivere un articolo per il nostro giornale della Missione “La Speranza” che parlasse del ritorno di Fratel Biagio in missione a Palermo e dei tanti gesti che lo avevano convinto a tornare.

Tra i tanti, mi colpì in particolare uno molto profondo di una donna Barbara Occhipinti, che mi fece innamorare di lei. La volli conoscere e dopo circa un mese di frequentazione le chiesi di sposarmi, di trasferirsi in casa famiglia per aiutare circa cento accolti e di vivere di Provvidenza. Mi guardò con occhi stralunati, la mia proposta la spaventava, ma capii che era innamorata di me.

Mi resi conto che da solo non sarei riuscito a convincere Barbara ad abbandonare tutto e a seguirmi e così mi affidai alla Madonna. Cominciai a pregare le 1000 Ave Maria, stavo sempre con il santo Rosario nelle mani, arrivai anche a pregare 2300 Ave Maria in un giorno. Ho pregato per un anno, ho coinvolto anche gli accolti di casa famiglia.

Un giorno andai con lei al Santuario Madonna della Roccia di Belpasso; Fratel Biagio era lì in sosta obbligata per un dolore ad una caviglia (era in cammino per la Sicilia con la Croce); vedendo Barbara le disse ‘il Signore ti cerca da tanto tempo, questa vita non fa per te’, frase seguita da alcuni segni nel cielo. Barbara si convinse, si trasferì in casa famiglia e ci sposammo dopo pochi mesi nel 2016, scegliemmo come bomboniera il Santo Rosario che ci aveva uniti in questa grande missione, segno che donammo anche a Papa Francesco. Da allora la nostra vita missionaria continua, nella dedizione agli altri attraverso l’abbandono a Gesù e a Maria.

Circa un anno fa ci siamo consacrati alla Madonna, alla ricerca della Divina Volontà. Da allora, ho ricevuto una maggiore intimità con la Trinità e Maria. La nostra Mamma è colei che fa nascere Gesù in noi, dobbiamo conoscerla e amarla sempre di più e Lei ci donerà a Gesù. Consacriamoci tutti alla nostra Mamma!

(Tratto da Adveniat Regnum Tuum)

Riccardo Rossi racconta la missione di una famiglia con i poveri

“Ogni volta che ho cercato un segno di Dio nella mia strada ho trovato fratel Biagio ad accogliermi, ed è il segno che porto dentro il mio cuore”: questo è il ricordo di fratel Biagio Conte, scomparso lo scorso anno, da parte di Riccardo Rossi, giornalista di origini napoletane, che per oltre 15 anni ha lavorato nell’ambito della politica come addetto stampa, fino a quando l’ulteriore incontro con Biagio Conte gli ha cambiato la vita con la scelta di trasferirsi a Palermo per vivere come volontario all’interno della Missione ‘Speranza e Carità’:

“L’incontro con fratel Biagio mi ha cambiato davvero la vita: era il 2018 ed ero a Palermo per realizzare il giornale periodico ‘La Speranza’edito dalla Missione di Speranza e Carità. Ho incontrato poi nuovamente fratel Biagio, che si trovava per strada sotto il porticato della Posta, mentre era in digiuno e preghiera. Abbiamo parlato un po’ e mi disse parole che mi rimasero scolpite dentro. Voleva fare sapere a tutti che ognuno di noi era chiamato ad accogliere chi era in difficoltà, che andavano aiutati gli ultimi e i più deboli. Si era fatto strumento di Dio per portare la parola verso chi non ha voce. Mentre parlava ho sentito nel cuore che il mio posto era lì accanto lui”.

Da qui la scelta di cambiare e di vivere nella Missione con sua moglie Barbara Occhipinti, conosciuta qualche anno prima e sposata nel 2016: “Eravamo entrambi volontari, ci siamo frequentati per due mesi e poi le ho chiesto di sposarmi”. Avevano già lasciato anni prima il loro lavoro (lui il giornalismo istituzionale, lei l’impiego come progettista e venditrice in un negozio di ceramiche) e dalla ‘casa famiglia’ di Pedara dove erano, hanno sentito di seguirlo alla Missione di Speranza e Carità: 

“Fratel Biagio ha parlato a tutti, ma soprattutto ai potenti: ‘Non abbandonate i poveri’, sostenendo che tutti dobbiamo impegnarci ‘per costruire un mondo migliore’. Il grande insegnamento di fratel Biagio è stato quello di non lasciare nessuno indietro”.

E racconta come è avvenuto il cambiamento di vita: “E’ accaduto nel 1999 a Torre Annunziata nella basilica dedicata alla Madonna della Neve davanti alla statua della Madonna: sentii una pace interiore per me fino ad allora sconosciuta. Fu un grande segno: io vivevo un periodo difficilissimo ricevevo giornalmente minacce; i miei genitori si erano separati; mio fratello Maurizio era scomparso; quindi era umanamente impossibile che potessi avere pace! Capii che era una chiamata della nostra Mamma Celeste, che decisi di seguire”.

Cosa significa per una coppia scegliere di vivere la propria missione tra i poveri?

“Rispondere insieme, come sposi, alla chiamata di Dio di mettere le nostre vite nelle su e mani, per mettere in pratica il Vangelo. E’ stata un esigenza delle nostre anime, non potevamo ignorare un mondo che soffre”.

Come fidarsi di Dio?

“Dio si fida e ci ama infinitamente, ci ha donato la vita di Suo figlio per redimerci! Noi abbiamo risposto alla sua chiamata e provvede a noi integralmente non ci fa mancare nulla; la Provvidenza è la nostra fedele compagna di viaggio. Ultimamente ho scoperto il libro ‘Le 24 Ore della Passione di Nostro Signore Gesù Cristo’, in cui si trovano rivelazioni di Gesù a Luisa Piccarreta, dove promette di sanare le ferite spirituali: promessa che ha mantenuto. Ha sanato le mie ferite spirituali, dovute al comportamento di mio padre, che nei primi 16 anni della mia vita mi picchiava e mi umiliava di continuo.

Inoltre Gesù promette: ‘Il Regno della mia Divina Volontà è in mezzo alla cerature’. Con grande gioia sto ricevendo in tempi brevi tanti doni spirituali leggendo i ‘Libri di Cielo’, tutti riguardanti rivelazioni di Gesù consegnate alla mistica Luisa Piccarreta che le ha trascritte in 36 volumi. Mi fido ciecamente della promessa di Gesù di vivere il Regno della DivinaVolontà già in questa vita”.

In questo percorso di vita quale è stato il ‘ruolo’ della Madonna?

“La Madonna ha avuto ed ha un ruolo fondamentale. Dopo avermi chiamato nel 1999, mi sono affidato alle preghiere a Lei dedicate per inondare Barbara del Suo amore, affinché la mia fidanzata potesse scegliere di sposarmi e di dedicare insieme la nostra vita ai poveri. Con Barbara l’anno scorso ci siamo consacrati alla Madonna, leggendo anche il libro ‘La Vergine Maria nel Regno della Divina Volontà’, rivelazioni della Mamma Celeste a Luisa Piccarreta. L’Immacolata è Colei che fa nascere spiritualmente Gesù Cristo in noi. Inoltre, quando è morto mio padre Arturo, ho avuto segni che la Nostra Signora si è occupata della sua anima”.

Perché avete scelto di vivere nella missione di fratel Biagio?

“Abbiamo deciso di vivere accanto a fratel Biagio, perché abbiamo creduto fermamente di poter dare il nostro contributo all’evangelizzazione di tante persone e di poter crescere nella carità attraverso il servizio verso i più bisognosi. Mia moglie era da anni legata al suo carisma di carità. Io ho sentito la mia chiamata come comunicatore sociale al suo servizio e per anni sono stato il suo portavoce; inviavo sui media i suoi numerosi messaggi che scuotevano la società, tramite i quali invitava tutti a riflettere su tanti comportamenti sbagliati, a correggerli per non lasciare nessuno indietro”.

Perché vi siete ‘fidati’ di Dio fino al punto di vivere solo di provvidenza?

“Affidarsi totalmente, mirare a fondersi con Gesù e Maria con la speranza certa che ogni nostro atto e preghiera avvicinano il tempo dell’avvento del Regno di Dio. Il Signore è buono e non ci fa mancare niente: se mettiamo in pratica con fede quello che ci assicura nel Vangelo (come in Matteo): Lui ci dona tutto quello di cui abbiamo bisogno, dalle cose materiali a tanti amici”.

Ad un anno dalla morte di fratel Biagio quale è l’attualità del suo messaggio?

“Lui non ha fatto altro che incarnare il Vangelo che è sempre di attualità. In una società che ha dimenticato Dio, occorre rimettere Gesù Cristo e la Madonna al centro delle nostre vite. Quindi direi che oggi il suo messaggio è ancora più attuale di prima: siamo in piena Apocalisse ed occorre convertirci e chiedere con forza l’Avvento del Regno di Dio”.

(Foto: Angelo Modesto)

Il card. Artime racconta il ‘sogno’ di don Bosco: far innamorare di Dio i giovani

In questo anno la Famiglia Salesiana di tutto il mondo celebra il secondo centenario del sogno che Giovannino Bosco fece nel 1824, all’età di 9 anni, conosciuto come ‘il sogno dei nove anni’. Per questo motivo il Rettor Maggiore dei Salesiani di don Bosco, card. Angel Fernandez Artime, ha dedicato a tale sogno il tema della ‘Strenna’, ‘Il sogno che fa sognare. Un cuore che trasforma i lupi in agnelli’:

A L’Aquila il fuoco della perdonanza

Nell’ultimo fine settimana di agosto L’Aquila ha celebrato la729^ Perdonanza celestiniana, aperta dal ‘fuoco’ della Perdonanza, acceso dal card. Giuseppe Petrocchi, arcivescovo della città, sottolineando che il fuoco è purificatore:

Papa Francesco autorizza nuovi Servi di Dio: anche Arnaldo Canepa

Nei giorni scorsi papa Francesco ha autorizzato il Dicastero delle Cause dei Santi a promulgare alcuni decreti riguardanti l’attestazione del martirio e delle virtù eroiche di alcuni Servi di Dio, in cui ha riconosciuto il martirio del Servo di Dio Giuseppe Beotti, Sacerdote diocesano; nato il 26 agosto 1912 a Campremoldo Sotto (Italia) e ucciso in odio alla fede il 20 luglio 1944 a Sidolo. Il sacerdote, ordinato nel 1938, era parroco di un piccolo paese sull’Appennino parmense ed è stato ucciso dai nazisti in uno dei tanti eccidi compiuti dalle truppe tedesche dopo l’armistizio del 1943.

Papa Francesco: lasciare libertà allo Spirito Santo

Nella mattinata odierna papa Francesco ha ricevuto in udienza i religiosi della Congregazione dello Spirito Santo, che festeggiano 175 anni della fondazione, soffermando sul passo di Isaia, in cui si dice che Dio rinnova ogni cosa:

Mons. Delpini invita Milano a prendersi cura degli altri

Nella vigilia della festa di sant’Ambrogio l’arcivescovo di Milano, mons. Mario Delpini, rivolge alla città un discorso in cui ha invitato a non dimenticarsi degli altri amministratori pubblici, politici e responsabili del bene comune che operano nel territorio della diocesi:

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