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Parma ha festeggiato sant’Ilario di Poitiers attraverso l’educazione del cuore

“Ogni anno la festa di Sant’Ilario mi muove a rivolgere alcune parole alla città. Le metto, come sempre, alla benevolenza di chi le leggerà, premettendo alcune convinzioni: sabato scorso Parma ha celebrato il suo patrono, sant’Ilario di Poitiers con un messaggio alla città di mons. Enrico Solmi dal titolo ‘Educare il cuore’, che è stata un’occasione per attingere alla propria storia, ma anche per guardare avanti, con un vigore che sa cogliere dalle sfide lo stimolo per un futuro nuovo, che va costruito insieme.

Le donne di Santa Rita, Antonella Dirella: affidarsi a Dio è dono per gli altri

“Essere ‘in uscita’ significa per ciascuno di noi diventare, come Gesù una porta aperta”: le parole di papa Francesco in Ungheria avvalorano la scelta fatta quest’anno di assegnare il ‘Riconoscimento Internazionale Santa Rita, in occasione della festa a lei dedicata, a donne che incarnino il valore del servizio al prossimo.

Società San Vincenzo De Paoli: sono partiti! Volontari coraggiosi in Ucraina

Sei furgoni della Società di San Vincenzo De Paoli sono partiti pochi minuti fa, raggiungeranno Odessa, Mykolaiv e Cherson con aiuti umanitari e generatori di corrente. Grazie al secondo dissalatore acqua pulita per 2000 persone.

Giorno del Ricordo: il racconto della letteratura

Si è svolta venerdì 10 febbraio al Quirinale, alla presenza del presidente della Repubblica Italiana, Sergio Mattarella, la celebrazione del ‘Giorno del Ricordo’, aperta dalla proiezione di un video di Rai Storia, a cui sono intervenuti il presidente della Federazione delle Associazioni degli Esuli Istriani, Fiumani e Dalmati, prof. Giuseppe De Vergottini, lo storico prof. Giovanni Orsina, ordinario di Storia contemporanea alla Luiss ‘Guido Carli’, ed il ministro degli Affari Esteri e della Cooperazione Internazionale, Antonio Tajani. La cerimonia si è conclusa con il discorso del Presidente della Repubblica, che ha sottolineato la validità della legge che istituì nel 2004 questo ‘Giorno del Ricordo’:

La Società san Vincenzo De Paoli in Ucraina accanto alla popolazione

Sabato 19 marzo Paola Da Ros è stata eletta nuova presidente della Federazione Nazionale ‘Società di San Vincenzo De Paoli’, succedendo ad Antonio Gianfico, che è rimasto in carica per sei anni. Insieme alla presidente si è rinnovata anche la giunta esecutiva, come ha sottolineato la neo presidente:

La guerra attraverso le immagini, un fotoreporter racconta il dramma in Ucraina

Nei primi giorni di aprile il fotoreporter ucraino e attivista per i diritti umani Maks Levin è stato trovato morto, come ha riportato il giornale Ukrainska Pravda. Levin, 40 anni, che aveva lavorato per diverse testate internazionali tra cui Ap, Bbc e Reuters, era scomparso dal 13 marzo scorso dalla prima linea vicino a Kiev, nel distretto di Vyshhorod dove stava riprendendo i combattimenti. Il suo ultimo post su facebook dal fronte era datato 12 marzo. Lascia 4 figli minorenni. E’ il settimo giornalista ucciso nella guerra in Ucraina, mentre sono 35 quelli feriti.

L’impegno di Sant’Egidio in Ucraina: ora serve una tregua

“Cinquanta giorni di guerra sono troppi ed hanno già portato a troppe vittime, sfollati, sofferenze e distruzioni. Per questo lanciamo un appello alle autorità dei diversi paesi perché accolgano la proposta avanzata da papa Francesco per una tregua di Pasqua, perché tacciano le armi. Un momento lungo, di due settimane in Ucraina per la presenza dei riti cattolici e ortodossi, che porterebbe a salvare migliaia di vite e a consentire a tante famiglie di potersi spostare in sicurezza da luoghi ancora al centro del conflitto”.

Da Macerata una testimonianza della guerra in Ucraina

Da nord a sud, dal confine bielorusso a Odessa sul Mar Nero, il dramma ucraino è quello di una lunga e sanguinosa attesa delle città verso quello che potrebbe essere l’assalto decisivo delle truppe russe: le città sono allo stremo ed i sindaci delle città occupate sono giustiziati, mentre le donne con i propri figli stanno affrontando il proprio esodo in quell’Europa, tanto sognata da loro ma per ora negata.

Nell’attesa di accogliere i profughi ucraini la regione Marche ha istituito il comitato che coordina l’accoglienza, il soccorso e l’assistenza della popolazione in fuga dalla guerra attraverso un collegamento, dalla sala operativa della protezione civile regionale, con le prefetture e Anci Marche, secondo quanto  riferito dall’assessore alla Protezione civile Stefano Aguzzi:

“Ci stiamo organizzando per assicurare sul territorio tutto il sostegno necessario ai civili che abbandonano le loro case e collaborazione alle istituzioni coinvolte nella gestione dell’emergenza… Quello che è certo è che le Marche sapranno mostrarsi solidali nei confronti di questi profughi”.

E venerdì scorso il vescovo della diocesi di Macerata, mons. Nazzareno Marconi, ha presieduto un momento di preghiera in occasione della Consacrazione al Cuore immacolato di Maria della Russia e dell’Ucraina, domandando l’intercessione di Maria Santissima perché ci ottenga da Dio il grande dono della pace:

“E’ bene ribadire che questa santa, anzi santissima devozione è una preghiera e non una formula magica. Chi crede alla magia ritiene che se una formula ‘potente’ viene pronunciata correttamente, ‘costringerà’ Dio o forse il Diavolo a fare ciò che gli uomini desiderano.

Questa idea: che Dio si possa telecomandare a chiacchiere, non ha nulla a che fare con la fede ed invece è segno chiaro di superstizione. La fede aiuta gli uomini a camminare nel bene seguendo la via di Dio, non a forzare Dio a percorrere la via degli uomini”.

Mentre nelle scorse settimane mons. Nazzareno Marconi, aveva inviato un messaggio, rivolto a tutte le persone, sulla guerra in Ucraina: “La guerra è un modo di risolvere i problemi di relazione in cui l’uomo regredisce al livello degli istinti animali più bassi ed immediati: aggressività, paura, prepotenza, scontro fisico.

La guerra inizia quando non si parla più e finisce quando si ricomincia a dialogare… Tutti sanno che relazionarsi attraverso il linguaggio è ciò che ci fa umani e dialogare per trovare soluzioni insieme è ‘ragionare’, ciò che ci rende esseri ragionevoli e non bestie”.

Invece nel messaggio ai fedeli diocesani il vescovo ha delineato alcune linee per l’accoglienza in accordo con la Caritas nazionale e la Prefettura, avendo già accolto 110 profughi: “L’accoglienza di stranieri provenienti da zona di guerra non può essere svolta in maniera caotica o improvvisata, per non aggiungere problemi a una situazione già complessa e drammatica.

Molti profughi sono minori e la legislazione che li tutela è giustamente molto severa. In ogni caso le persone che arrivano devono essere presentate alla Prefettura per le necessarie autorizzazioni. Siamo ancora in regime di emergenza Covid pertanto devono essere adottate le necessarie precauzioni e rispettati tutti i protocolli disposti dalle autorità.

La maggior parte delle persone che arrivano non parlano altra lingua se non la propria o una lingua slava, pertanto anche questo aspetto va tenuto in debita considerazione. La Caritas Diocesana resta a disposizione per chiarimenti a riguardo e aiutare a risolvere eventuali problematiche burocratiche”.

Per comprendere meglio la situazione abbiamo rivolto alcune domande a don Ihor Holkhosk, referente dello sportello ‘Tutela Minori e Vulnerabili’ della diocesi di Macerata, originario di una città al confine con la Crimea, dove era stato nello scorso settembre.

Con molto dolore don Ihor ci da subito una definizione di questa guerra: “E’ un’invasione di un Paese pacifico, fatto in modo perfido e con motivazioni assurde”.

Secondo lei come è raccontata la guerra dai media occidentali?

“Sinceramente non sto seguendo i racconti dei media italiani, perché sono in continuo contatto con i familiari ed amici rimasti nelle città. Tutti sono terrorizzati. Nei primi giorni molti sono potuti fuggire verso il confine occidentale dell’Ucraina; gli altri sono rimasti intrappolati. Le notizie che mi giungono parlano di persone e di famiglie che si nascondono nei sotterranei, perché sono terrorizzati. I miei familiari sono sotto l’occupazione russa”.

Nell’ultimo viaggio compiuto a settembre come era la situazione?

“Come sempre, perché da 8 anni c’è il conflitto, creato artificialmente attraverso l’annessione dei territori da parte della Russia con il supporto dei separatisti, sempre istruiti dall’esercito russo. Però in Occidente questa guerra in Crimea è stata sempre definita come un conflitto interno all’Ucraina.

Adesso, spero che tanti capiscano che dietro quel conflitto ci sono gli ‘orecchi’ dell’ex Kgb, che non vogliono lasciar andare l’Ucraina verso l’Occidente. Gli ucraini hanno il desiderio di vivere in pace e di non sottostare alle leggi di un aggressore. Come sacerdote invito a pregare per la pace, affinchè questo conflitto assurdo finisca”.

Cosa desiderate che faccia l’Europa?

“L’Unione Europea si è risvegliata dal sonno. Finalmente l’Europa ha compreso che in Ucraina la popolazione sta morendo; i bambini uccisi e le città bombardate con le bombe a grappolo ed i missili balistici. L’Europa si sta muovendo, ma spero che non sia tardi.

Le sanzioni sono efficaci, ma i politici russi hanno ribadito di non aver paura delle sanzioni, perché per otto anni l’Europa ha applicato le sanzioni senza nessun risultato, in quanto dietro ad esse c’era un business più potente. Si attende che non si riaddormenti continuando con gli aiuti e le sanzioni contro l’aggressore impazzito dall’impossibilità di raggiungere i suoi scopi illusori”.

In quale modo il dialogo ecumenico può contribuire alla pace?

“Il dialogo ecumenico, per il fatto che esiste, contribuisce alla pace tra i cristiani divisi dal peccato. Pregando per la pace che supera ‘ogni intelligenza umana’”

Quali iniziative di solidarietà propone la Caritas di Macerata?

“La nostra Caritas diocesana propone l’aiuto alla Caritas diocesana della diocesi di Kyiv attraverso il contatto diretto con il vescovo diocesano. Ed anche grazie alla vicinanza di moltissimi di voi, abbiamo già versato al vescovo di Kiev una prima somma per aiuti immediati di € 20.000 che stanno già utilizzando per le primissime emergenze. Pertanto le vostre offerte, versate direttamente in Curia o tramite bonifico bancario, saranno recapitate direttamente al vescovo di Kiev e alla sua Caritas”.

Quindi il contributo deve essere intestato a: diocesi Macerata – Caritas Iban: IT 75 K 06150 13400 CC032 01057 10 Causale: aiuto al popolo Ucraino.

(Foto: Diocesi di Macerata)

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