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Papa Francesco invita ad essere santi

“Dopo domani, 1° settembre, si celebra la Giornata Mondiale di Preghiera per la Cura del creato, inaugurando il ‘Tempo del creato’ che durerà fino al 4 ottobre, festa di San Francesco d’Assisi. In quella data ho intenzione di pubblicare un’Esortazione, una seconda ‘Laudato sì’. Uniamoci ai nostri fratelli e sorelle cristiani nell’impegno di custodire il creato come dono sacro del Creatore. E’ necessario schierarsi al fianco delle vittime dell’ingiustizia ambientale e climatica, sforzandosi di porre fine alla insensata guerra alla nostra Casa comune. Esorto tutti a lavorare e pregare affinché essa abbondi nuovamente di vita”.

Al termine dell’udienza generale odierna papa Francesco ha annunciato che nella festa del santo di Assisi pubblicherà un’altra esortazione sul creato; e prima di questo annuncio ha raccontato la santità della prima donna nativa del Nord America, Kateri Tekakwitha, figlia di un capo Mohawk non battezzato e di madre cristiana Algonchina, attraversa i drammi del suo popolo a fine ‘600:

“Anche molti di noi siamo stati presentati al Signore per la prima volta in ambito familiare, soprattutto dalle nostre mamme e nonne. Così inizia l’evangelizzazione e anzi, non dimentichiamo questo, che la fede sempre è trasmessa in dialetto dalle mamme, dalle nonne”.

Il papa ha affermato che la fede si trasmette in famiglia: “La fede va trasmessa in dialetto e noi l’abbiamo ricevuta in questo dialetto dalle mamme e dalle nonne. L’evangelizzazione spesso inizia così: con gesti semplici, piccoli, come i genitori che aiutano i figli a imparare a parlare con Dio nella preghiera e che raccontano loro il suo amore grande e misericordioso. E le basi della fede per Kateri, e spesso anche per noi, sono state poste in questo modo. Lei l’aveva ricevuta dalla mamma in dialetto, il dialetto della fede”.

Le difficoltà  della vita le fecero amare Gesù: “Tutto ciò diede a Kateri un grande amore per la croce, segno definitivo dell’amore di Cristo, che si è donato fino alla fine per noi. La testimonianza del Vangelo, infatti, non riguarda solo ciò che è piacevole; dobbiamo anche saper portare con pazienza, con fiducia e speranza le nostre croci quotidiane. La pazienza, davanti alle difficoltà, alle croci: la pazienza è una grande virtù cristiana.

Chi non ha pazienza non è un buon cristiano. La pazienza di tollerare: tollerare le difficoltà e anche tollerare gli altri, che alle volte sono noiosi o ti mettono difficoltà … La vita di Kateri Tekakwitha ci mostra che ogni sfida può essere vinta se apriamo il cuore a Gesù, che ci concede la grazia di cui abbiamo bisogno: pazienza e cuore aperto a Gesù, questa è una ricetta per vivere bene”.

Fu accolta dai Gesuiti, che furono ‘impressionati’ dalla sua fede: “Queste sue pratiche spirituali impressionavano tutti alla Missione; riconobbero in Kateri una santità che attraeva perché nasceva dal suo profondo amore per Dio. E’ proprio della santità, attrarre. Dio ci chiama per attrazione, ci chiama con questa voglia di essere vicino a noi e lei ha sentito questa grazia dell’attrazione divina.

Allo stesso tempo, insegnava ai bambini della Missione a pregare e, attraverso il costante adempimento delle sue responsabilità, compresa la cura dei malati e degli anziani, offrì un esempio di servizio umile e amorevole a Dio e al prossimo. Sempre la fede si esprime nel servizio. La fede non è per truccare sé stessi, l’anima: no; è per servire”.

Quello del papa è un invito a seguire la santità:”Cari fratelli e sorelle, la vita di Kateri è un’ulteriore testimonianza del fatto che lo zelo apostolico implica sia un’unione con Gesù, alimentata dalla preghiera e dai Sacramenti, sia il desiderio di diffondere la bellezza del messaggio cristiano attraverso la fedeltà alla propria vocazione particolare… Non dimentichiamoci: ognuno di noi è chiamato alla santità, alla santità di tutti i giorni, alla santità della vita cristiana comune. Ognuno di noi ha questa chiamata: andiamo avanti su questa strada. Il Signore non ci mancherà”.

(Foto: Santa Sede)

XVI Domenica del Tempo Ordinario: le parabole del regno e la pazienza misericordiosa di Dio

La liturgia oggi presenta tre parabole di Gesù, ciascuna di esse esprime le vera natura del regno di Dio e della Chiesa. Inizialmente questo regno appare minuscolo, come un granello di senapa, è nascosta come il lievito in mezzo alla massa di farina. I figli di questo regno sono chiamati a coesistere pazientemente con accaniti avversari (abbiamo ottimo seme e zizania).

Una lastra marmorea ed un mosaico per la tomba di fratel Biagio Conte, dono dell’imprenditore Damigella e dei giovani di ‘Pietrangolare’

La tomba di Fratel Biagio Conte, morto il 12 gennaio scorso, a Palermo, si trova all’interno ‘Casa di Preghiera per tutti i Popoli’, in via Decollati, 29. Essa è stata realizzata con una semplice lastra di marmo verde Guatemala; il verde, colore della speranza, era tanto amato da Fratel Biagio ed era anche il colore del suo saio. La lastra marmorea è stata realizzata a Chiaramonte Gulfi ed è stata donata dall’imprenditore Giovanni Leonardo Damigella.

Parolin a Tolentino per la festa dei ‘panini benedetti’ senza pazienza non c’è diplomazia

Domenica 19 marzo nella basilica di san Nicola da Tolentino si è conclusa la festa dei ‘panini benedetti’, alla presenza dei sindaci della comunità montana ‘Monti Azzurri’, con una concelebrazione eucaristica presieduta dal segretario di Stato vaticano, card. Pietro Parolin, che nell’omelia al vangelo del ‘cieco nato’ ha sottolineato che Dio salva attraverso la fede di colui che cerca la guarigione, come avvenne a san Nicola, che pregando intensamente ottenne la grazia della guarigione per intervento della Vergine Maria, che, apparsa in visione, gli aveva assicurato: ‘Chiedi in carità, in nome di mio Figlio, un pane. Quando lo avrai ricevuto, tu lo mangerai dopo averlo intinto nell’acqua, e grazie alla mia intercessione riacquisterai la salute’.

Papa Francesco in Sud Sudan: insaporire il Paese

E’ terminato il pellegrinaggio di papa Francesco in Congo e Sud Sudan, insieme all’arcivescovo di Canterbury ed al moderatore dell’Assemblea Generale della Chiesa di Scozia, salutato dal presidente della Repubblica all’ingresso della VIP Lounge. Al termine della celebrazione eucaristica ha ringraziato il popolo sud sudanese per l’accoglienza:

Mons. Napolioni: la vita di sant’Omobono è un inno alla carità

‘Oggi, voglio cantare con voi e per voi, perché le pene e le paure non vi strozzino la voce in gola’: è un grande messaggio di speranza e conforto quello che, secondo mons. Antonio Napolioni, vescovo di Cremona, sant’Omobono ha rivolto alla comunità in occasione della solennità patronale, presiedendo domenica 13 novembre la Santa Messa dedicata al protettore della città.

Papa Francesco invita ad accogliere il penitente

Venerdì scorso, festa dell’Annunciazione, papa Francesco ha ricevuto in udienza in Aula Paolo VI  i partecipanti al XXXII Corso sul Foro interno promosso dalla Penitenzieria Apostolica guidati dal card. Mauro Piacenza, sottolineando la partecipazione numerosa: “Questo è un buon segno, perché oggi una mentalità diffusa stenta a comprendere la dimensione soprannaturale, o persino vorrebbe negarla. Sempre, sempre la tentazione di ridurle. La Confessione è un dialogo. E il dialogo non si può ridurre a tre o quattro consigli psicologici per andare avanti, questo è togliere al Sacramento l’essenziale del Sacramento”.

Il papa:la fede è attesa docile

Stamane papa Francesco ha celebrato nella cattedrale di san Pietro la messa in suffragio dei 17 cardinali e 191 vescovi defunti nell’anno, chiedendo di ascoltare l’invito ad aspettare in silenzio la salvezza di Dio: “Questo atteggiamento non è un punto di partenza, ma un punto di arrivo. L’autore infatti vi approda al termine di un percorso, un percorso accidentato, che lo ha fatto maturare. Egli arriva a comprendere la bellezza di fidarsi del Signore, il quale non viene mai meno alle sue promesse”.

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