Tag Archives: Paura

Papa Francesco: la fortezza aiuta a sconfiggere le paure

“E il mio pensiero va alla martoriata Ucraina e alla Palestina e Israele. Che il Signore ci dia la pace! La guerra è dappertutto, non dimentichiamo il Myanmar, ma chiediamo al Signore la pace e non dimentichiamo questi nostri fratelli e sorelle che soffrono tanto in questi posti di guerra. Preghiamo insieme e sempre per la pace”.

Al termine dell’udienza generale odierna papa Francesco ha chiesto di pregare per la pace, che è assente in molti Paesi, rivolgendo una preghiera particolare al Myanmar ed alla popolazione del Kazakhistan, sommersa da alluvioni:

“Desidero inoltre trasmettere al popolo del Kazakistan la mia vicinanza spirituale in questo momento, in cui una massiccia alluvione ha colpito molte regioni del Paese e ha causato l’evacuazione di migliaia di persone dalle loro case. Invito tutti a pregare per tutti coloro che stanno subendo gli effetti di questo disastro naturale. Anche nei momenti di difficoltà, ricordiamo la gioia di Cristo risorto e invoco su di voi e sulle vostre famiglie l’amore misericordioso di Dio nostro Padre”.

Invece continuando il ciclo di catechesi su ‘I vizi e le virtù’, nell’udienza generale il papa ha incentrato la riflessione sulla terza virtù cardinale, che è la ‘fortezza’, partendo dalla definizione del Catechismo della Chiesa cattolica al n^ 1808:

“Partiamo dalla descrizione che ne dà il Catechismo della Chiesa Cattolica: ‘La fortezza è la virtù morale che, nelle difficoltà, assicura la fermezza e la costanza nella ricerca del bene. Essa rafforza la decisione di resistere alle tentazioni e di superare gli ostacoli nella vita morale. La virtù della fortezza rende capaci di vincere la paura, perfino della morte, e di affrontare la prova e le persecuzioni’. Così dice il Catechismo della Chiesa Cattolica sulla virtù della fortezza”.

Perciò la fortezza è una virtù ‘combattiva’: “Ecco, dunque, la più ‘combattiva’ delle virtù. Se la prima delle virtù cardinali, vale a dire la prudenza, era soprattutto associata alla ragione dell’uomo; e mentre la giustizia trovava la sua dimora nella volontà; questa terza virtù, la fortezza, è spesso legata dagli autori scolastici a ciò che gli antichi chiamavano ‘appetito irascibile’. Il pensiero antico non ha immaginato un uomo senza passioni: sarebbe un sasso. E non è detto che le passioni siano necessariamente il residuo di un peccato, però esse vanno educate, vanno indirizzate, vanno purificate con l’acqua del Battesimo, o meglio con il fuoco dello Spirito Santo”.

Quindi ha ribadito che il cristiano deve avere passioni: “Un cristiano senza coraggio, che non piega al bene la propria forza, che non dà fastidio a nessuno, è un cristiano inutile. Pensiamo a questo! Gesù non è un Dio diafano e asettico, che non conosce le emozioni umane. Al contrario. Davanti alla morte dell’amico Lazzaro scoppia in pianto; e in certe sue espressioni traspare il suo animo appassionato, come quando dice: ‘Sono venuto a gettare fuoco sulla terra, e quanto vorrei che fosse già acceso!’; e davanti al commercio nel tempio ha reagito con forza. Gesù aveva passione”.

La fortezza ha due movimenti, ad intra ed ad extra; quello verso il noi permette di combattere i propri egoismi: “Il primo è rivolto dentro noi stessi. Ci sono nemici interni che dobbiamo sconfiggere, che vanno sotto il nome di ansia, di angoscia, di paura, di colpa: tutte forze che si agitano nel nostro intimo e che in qualche situazione ci paralizzano. Quanti lottatori soccombono prima ancora di iniziare la sfida! Perché non si rendono conto di questi nemici interni.

La fortezza è una vittoria anzitutto contro noi stessi. La maggior parte delle paure che nascono in noi sono irrealistiche, e non si avverano per nulla. Meglio allora invocare lo Spirito Santo e affrontare tutto con paziente fortezza: un problema alla volta, come siamo capaci, ma non da soli! Il Signore è con noi, se confidiamo in Lui e cerchiamo sinceramente il bene. Allora in ogni situazione possiamo contare sulla Provvidenza di Dio che ci fa da scudo e corazza”.

Mentre il movimento rivolto all’esterno consente di affrontare ogni situazione: “Oltre alle prove interne, ci sono nemici esterni, che sono le prove della vita, le persecuzioni, le difficoltà che non ci aspettavamo e che ci sorprendono. Infatti, noi possiamo tentare di prevedere quello che ci capiterà, ma in larga parte la realtà è fatta di avvenimenti imponderabili, e in questo mare qualche volta la nostra barca viene sballottata dalle onde. La fortezza allora ci fa essere marinai resistenti, che non si spaventano e non si scoraggiano”.

Quindi questa virtù è fondamentale per affrontare il mondo: “Qualcuno finge che esso non esista, che tutto vada bene, che la volontà umana non sia talvolta cieca, che nella storia non si dibattano forze oscure portatrici di morte. Ma basta sfogliare un libro di storia, o purtroppo anche i giornali, per scoprire le nefandezze di cui siamo un po’ vittime e un po’ protagonisti: guerre, violenze, schiavitù, oppressione dei poveri, ferite mai sanate che ancora sanguinano. La virtù della fortezza ci fa reagire e gridare un ‘no’ secco a tutto questo”.

Concludendo la catechesi il papa ha richiamato l’esempio del profeta, che è una persona ‘scomoda’ per la mondanità: “Nel nostro confortevole Occidente, che ha un po’ annacquato tutto, che ha trasformato il cammino di perfezione in un semplice sviluppo organico, che non ha bisogno di lotte perché tutto gli appare uguale, avvertiamo talvolta una sana nostalgia dei profeti.

Ma sono molto rare le persone scomode e visionarie. C’è bisogno di qualcuno che ci scalzi dal posto soffice in cui ci siamo adagiati e ci faccia ripetere in maniera risoluta il nostro ‘no’ al male e a tutto ciò che conduce all’indifferenza. ‘No’ al male e ‘no’ all’indifferenza; ‘sì’ al cammino, al cammino che ci fa progredire, e per questo bisogna lottare”.

(Foto: Santa Sede)

Carta di Roma: per i media i migranti sono ombre

“Leggevo il tweet del giornalista Pape Diaw. Diceva che dopo quaranta anni che sei italiano, è deprimente essere chiamati ancora in televisione, ad interpretare una parte, un ruolo, quello dello straniero. Non so bene come ci si senta, per due ragioni: la prima è che io non rientro nella casistica degli ‘stranieri’ e la seconda è che la televisione la frequento per lavoro, sì, ma non per interpretare ruoli…

Da Lubiana a Tallinn per il pellegrinaggio della speranza dei giovani europei di Taizè

Il prossimo 47^ incontro dei giovani europei sarà a Tallinn, capitale dell’Estonia, come è stato annunciato dal priore di Taizè, frére Matthew, nell’ultimo giorno del raduno europeo a Lubiana davanti a 5000 giovani, annunciato con un po’ di suspense: “Ma dove si svolgerà il 47^ Incontro europeo? Sarà in un Paese in cui l’incontro non si è mai tenuto prima, nella sua splendida capitale medievale.… Un Paese con 2.355 isole e 1.560 laghi… Un paese con una ricca storia culturale, ma che spesso è stato in balia dei suoi vicini più grandi.… Un Paese in cui il cambiamento pacifico è stato portato avanti negli anni ’90 da una rivoluzione cantata. Il prossimo incontro europeo si terrà a Tallinn, la capitale dell’Estonia”.

Censis: italiani catastrofisti

“Alcuni processi economici e sociali largamente prevedibili nei loro effetti sembrano rimossi dall’agenda collettiva del Paese, o comunque sottovalutati. Benché il loro impatto sarà dirompente per la tenuta del sistema, l’insipienza di fronte ai cupi presagi si traduce in una colpevole irresolutezza. La società italiana sembra affetta da un sonnambulismo diffuso, precipitata in un sonno profondo del calcolo raziocinante che servirebbe per affrontare dinamiche strutturali, di lungo periodo, dagli effetti potenzialmente funesti”.

Mons. Mario Delpini: ci vuole coraggio

“Riconosciamo che la fiducia è la virtù doverosa di coloro che interpretano la vita come una vocazione. E’ un dovere per noi tutti e in modo speciale per coloro che hanno responsabilità per il bene comune. La fiducia è un dono che chiede di essere reciprocamente offerto. Significa: volgere lo sguardo con benevolenza verso l’altro. Fidarsi, avvicinandosi all’altro, mettere nelle mani dell’altro la propria speranza. Esprimere gratitudine, credere alla promessa che l’altro è per te”. Così l’arcivescovo di Milano, mons. Mario Delpini, ha concluso il ‘Discorso alla Città’, pronunciato nella Basilica di Sant’Ambrogio alla vigilia della festa del Santo patrono.

XIX Domenica del Tempo Ordinario: Coraggio, non abbiate paura!

Dopo aver sfamato una folla di oltre 5000 persone con soli cinque pani, Gesù spinge gli Apostoli a salire in barca e ad avviarsi all’altra sponda, mentre Egli si ferma per congedare la folla. Da qui prenda avvio l’episodio del Vangelo: episodio assai eclatante e rivelatore della divinità di Cristo Gesù.

XII Domenica del Tempo Ordinario: Non temere, piccolo gregge…

Il Signore è la forza del suo popolo, allora “non temere, piccolo gregge, perché siete il gregge del Signore, e Dio è il buon pastore”. Mentre il profeta Geremia tremava perché costretto ad annunciare violenza ed oppressione, Gesù interviene per ben tre volte dicendo ‘non temete, non abbiate paura’.

Da Catania un invito a non cedere alla sfiducia

Domenica scorsa l’arcivescovo di Catania, mons. Luigi Renna, ha celebrato la festa di sant’Agata, patrona della città, invitando a fidarsi di Dio ed a non avere paura, come ha detto Gesù agli apostoli molte volte: “Sono parole che hanno infuso speranza ai discepoli che Gesù ha voluto preparare al futuro. Noi cristiani siamo alla sequela di un Maestro che è risultato perdente secondo la cronaca del suo tempo: messo a morte come un bestemmiatore, in compagnia di altri malfattori, e con accanto a sé non un esercito armato pronto a difenderlo, ma solo la sua anziana madre e poche altre persone, per lo più donne. Eppure il Cristo ci ha detto di non avere paura, perché la Sua morte non è l’ultima parola: può essere forse l’ultima per l’uomo, ma non per Dio, che lo ha risuscitato”.

Papa Francesco: la pace nasce dal perdono

Oltre 1.000.000 di persone festosi hanno partecipato alla messa di papa Francesco nella prima giornata in terra congolese secondo la liturgia ‘inculturata’ del Messale Romano per le diocesi dello Zaire. La Chiesa della Repubblica Democratica del Congo è tra le più antiche della regione sub-sahariana, considerato che la sua prima evangelizzazione risale alla fine del XV secolo quando il re del Kongo si fece battezzare e il cristianesimo divenne religione ufficiale. Ed il papa ha raccontato la gioia, quella scaturita dalla Resurrezione, come narra il Vangelo giovanneo:

Focsiv festeggia 50 anni di cooperazione internazionale

Si sono svolti nelle scorse settimane con un’introduzione sulla Focsiv dei prossimi 50 anni di Ivana Borsotto, presidente Focsiv, i ‘festeggiamenti’ per il 50° anniversario della fondazione della Federazione, che ha anche premiato tre volontari partecipanti al 29° Premio Volontariato Internazionale: Volontario Internazionale 2022, Volontario del Sud 2022 e Difensore dei Diritti Umani 2022.

151.11.48.50