Tag Archives: Pastorale

Ad Arezzo circa 600 persone alla prima assemblea pastorale con mons. Andrea Migliavacca

L’incontro si è svolto in Cattedrale, Seminario e San Domenico ed è stato dedicato al tema della vita spirituale. Dopo una celebrazione comunitaria e i laboratori in piccoli gruppi, sono state indicate alcune nuove responsabilità in diocesi.  

Un Regolamento che non esisteva: uno strumento giuridico-pastorale al servizio delle fragilità matrimoniali

Il 18 febbraio scorso papa Francesco rivolgendosi ai partecipanti di un corso di formazione aperto ad operatori della giustizia e della pastorale familiare, organizzato dalla Rota Romana ha dichiarato: “A partire dai due motu proprio Mitis Iudex e Mitis et misericors Iesus è andata crescendo la consapevolezza circa l’interazione tra pastorale familiare e tribunali ecclesiastici, visti anch’essi nella loro specificità come organismi pastorali. Da una parte, un’integrale pastorale della famiglia non può ignorare le questioni giuridiche concernenti il matrimonio”.

Nel solco di queste parole di Papa Francesco si pone il Regolamento del Servizio diocesano per i fedeli separati dell’Arcidiocesi di Trani – Barletta – Bisceglie (https://www.arcidiocesitrani.it/accoglienza/) promulgato mediante un decreto arcivescovile da S.E. Mons. Leonardo D’Ascenzo. Il testo normativo è un unicum nel panorama nazionale italiano ed è il frutto di un servizio che ormai da 7 anni manifesta la sollecitudine pastorale dell’Arcivescovo e dell’intera Comunità cristiana, alla luce del più recente Magistero pontificio volto a favorire un clima di accoglienza nei confronti di ogni fedele, qualsiasi sia la sua condizione personale e, specificatamente, matrimoniale.

Per collegamento ipertestuale alla Voce Regolamento: https://www.arcidiocesitrani.it/accoglienza/wp-content/uploads/sites/18/2023/05/REGOLAMENTO-SDAFS-ARCIDIOCESI-DI-TRANI-BARLETTA-E-BISCEGLIE-1.pdf

Il 13 maggio 2023 S.E. Mons. Leonardo D’Ascenzo ha reso pubblico per l’Arcidiocesi di Trani Barletta Bisceglie un Regolamento per il Servizio diocesano per l’accoglienza dei fedeli separati. Si tratta di una piacevole quanto inaspettata novità nel panorama diocesano italiano.

Pensato come strumento successivo alla pubblicazione del Mitis Iudex Dominus Iesus, rappresenta uno strumento che dovrebbe essere divulgato e accolto nella varie Diocesi e potenziato proprio per venire incontro alle esigenze di accoglienza dei fedeli separati. Ma qual è il vero scopo che questo Regolamento intende soddisfare?

A mio parere, il Regolamento, che prende le mosse dalla esortazione di Papa Francesco di seguire con attenzione il cammino dei coniugi separati o divorziati, con particolare attenzione a coloro che hanno abbandonato la pratica religiosa e che mostrano la loro difficoltà, diventa utile strumento per assolvere tale funzione. La scelta, infatti, di formare degli operatori che, a seconda delle loro sensibilità e competenze, possano sostenere le famiglie in crisi, si può rivelare come un lungimirante investimento da parte della Chiesa locale.

Ed, infatti, si assiste con sempre maggiore frequenza al fallimento del progetto matrimoniale. Ma quello che maggiormente sorprende è che spesso, la crisi dell’unione avviene dopo un tempo relativamente breve dalla celebrazione delle nozze (è ormai un ricordo la crisi del settimo anno) e per motivi francamente banali e discutibili.

Ciò che gli operatori del settore giuridico, sia a livello civile che a livello ecclesiastico, notano sempre più frequentemente è l’incremento delle cause di natura psicologica alla base delle difficoltà matrimoniali. Disagi sempre più invasivi, che rendono fragili le giovani coppie.

Ricordo ancora come in un convegno del 2001 presso la Pontificia Università della Santa Croce, i relatori sostenevano come da lì a dieci anni, il capo di nullità che sarebbe prevalso a livello mondiale, sarebbe stato quello proprio indicato dal canone 1095 CIC. La profezia si rivelò tanto corretta quanto preoccupante, visto che le cause per immaturità psicologica sono diventate sempre più frequenti. 

E’ quindi lodevole che a livello Diocesano si cerchi di venire incontro alle esigenze di questi nostri fratelli in difficoltà, anche perché, pur ritenendo necessario rafforzare e, forse, ridisegnare i corsi di preparazione al matrimonio, nulla era previsto in modo organico per l’accompagnamento delle coppie in crisi, separate o divorziate.

E’, invece, evidente, come proprio questi fedeli abbiano bisogno di maggiore aiuto, sia per operare un corretto discernimento in vista di un eventuale processo di nullità matrimoniale, sia per aiutarli in un procedimento di mediazione volto a ripristinare quel dialogo che spesso le coppie interrompono, anche per meglio tutelare i figli nati dal loro rapporto e, infine, per sostenerli e supportarli qualora debbano proseguire in una strada di separazione manente vinculo.

Spesso ci accade di incontrare nel nostro cammino di operatori della giustizia, in qualità di avvocati, giudici, cancellieri e consulenti, persone fortemente turbate, ferite nel loro intimo che hanno bisogno non soltanto di perdonare l’altro ma, molto spesso, se stessi. Perché solo perdonando se stessi, si può poi affrontare il proprio vissuto e, di conseguenza, il proprio futuro.

Ben venga quindi, l’istituzione di figure come quelle indicate nel regolamento che possano, nei tre livelli indicati, venire in soccorso di questi sfortunati fedeli. Dopo un iniziale momento di filtro da parte dei parroci che meglio conoscono le persone e l’ambiente in cui esse vivono, sarà fondamentale fare intervenire figure che con una qualifica più appropriata che possano accogliere, comprendere, spiegare e, infine, consigliare i destinatari di questo importante impegno.

Centrali, quindi, saranno le figure di avvocati, adulti nella fede, possibilmente preparati in diritto civile, minorile ed ecclesiastico così come quelle di psicologi che possano prendere in carico la persona per capire la presenza di eventuali disagi e fragilità psichiche, che possano aver compromesso la vita coniugale.

Queste figure potranno poi essere anche un valido strumento di comunicazione tra le istituzione diocesane previste dal regolamento e gli operatori dei tribunali ecclesiastici. D’altra parte, fine ultime di questo servizio non può che essere quello del principio della salus animarum che informa tutto il diritto della Chiesa.

E concluderei con le parole del Santo Padre Francesco che nel discorso ai membri dell’associazione ‘Retrouvaille’ il 6 novembre 2021 ebbe a dire: “…non dobbiamo spaventarci della crisi. La crisi ci aiuta a crescere, e quello di cui dobbiamo avere cura è non cadere nel conflitto, perché quando tu cadi nel conflitto chiudi il cuore e non c’è soluzione del conflitto o difficilmente.

Invece la crisi ti fa ‘ballare’ un pò, ti fa sentire le cose brutte a volte, ma dalla crisi si può uscire, a patto che si esca migliori. Non si può uscire uguali: o usciamo migliori o peggiori. Questo è importante. E dalla crisi difficilmente si può uscire da soli, dobbiamo uscire sempre tutti in crisi. Questo mi piace. Non avere paura della crisi”.

E questo lo possiamo fare tutti insieme accompagnando i nostri fratelli su un sentiero di discernimento, senza pregiudizi, senza ipocrisie ma con il cuore aperto, tanto rispetto, pazienza e disponibilità perché come dice Francesco “accompagnare vuol dire perdere tempo” e il tempo che è stato perso per studiare e realizzare questo Regolamento è stato sicuramente un tempo prezioso e ben speso.

Abitare la misericordia nelle situazioni imperfette/incompiute/ferite: genetliaco del gruppo diocesano ‘Il buon Pastore’ di Palermo (Tutors coniugi Marcella e Francesco Trombetta)

Ho preferito, come studioso di Diritto e di Teologia, riassumere la nostra lunga storia con i miei link fra loro collegati e qui pubblicati interpretativi di: Mt 5,31-32“ porneia”porneia”; “I catari”, n. 8 del Concilio di Nicea del 325; Magistero del Conc. Ec. Vat. II; Sinodi mondiali sulla famiglia conclusi nel 1981 e nel 2016 con le Es. Ap. F. C. ed A. L. con cui i Papi Giovanni Paolo II e Francesco valorizzano la misericordia per le coppie aventi il nostro “status”; “ratio” delle Regole Procedurali del MIDI del 2015 sulla nullit à matrimoniale; artt. 128 e ss. (nuovo Dicastero per i laici, dedicato anche ai fedeli conviventi, divorziati risposati ecc.) della Costituzione Apostolica della Santa Sede del 19/3/2022.

Papa Francesco lancia il ‘Family Global Compact’

“Nell’Esortazione apostolica ‘Amoris laetitia’ ho sottolineato che ‘il bene della famiglia è decisivo per il futuro del mondo e della Chiesa’. Con questo convincimento desidero sostenere il Family Global Compact, un programma condiviso di azioni volto a mettere in dialogo la pastorale familiare con i centri di studio e ricerca sulla famiglia presenti nelle Università cattoliche di tutto il mondo. Si tratta di un’iniziativa del Dicastero per i Laici, la Famiglia e la Vita e della Pontificia Accademia per le Scienze Sociali, nata a partire da studi e ricerche sulla rilevanza culturale e antropologica della famiglia e sulle nuove sfide che essa si trova a fronteggiare”.

La ‘comunicazione cordiale’ come si esprime in parrocchia?

‘Parrocchie, tecnologie, cultura digitale’ sono le parole chiave di un articolo che la prof.ssa Alessandra Carenzio, docente di ‘Didattica e Pedagogia speciale’ all’Università Cattolica di Milano, e don Marco Rondonotti, ricercatore al CREMIT (Centro di Ricerca sull’Educazione ai Media all’Innovazione e alla Tecnologia) dell’Università Cattolica di Milano, hanno pubblicato nel primo numero del 2023 di ‘Dizionario di dottrina sociale della Chiesa. Le cose nuove del XXI secolo’, rivista trimestrale online dell’Università Cattolica del Sacro Cuore (Centro di Ateneo per la dottrina sociale della Chiesa) edita da ‘Vita e Pensiero’.

Parrocchie e cultura digitale: il punto della situazione

‘Parrocchie, tecnologie, cultura digitale’ sono le parole chiave di un articolo che Alessandra Carenzio e Marco Rondonotti hanno pubblicato nel primo numero del 2023 di ‘Dizionario di dottrina sociale della Chiesa. Le cose nuove del XXI secolo’, rivista trimestrale online dell’Università Cattolica del Sacro Cuore (Centro di Ateneo per la dottrina sociale della Chiesa) edita da Vita e Pensiero, come ha scritto Guido Mocellin nella rubrica ‘WikiChiesa’ del 26 aprile scorso su Avvenire:

Mons. Domenico Cornacchia ricorda mons. Tonino Bello nel trentennale della morte

Nato ad Alessano (Lecce) il 18 marzo 1935, Antonio Bello rimarrà sempre, anche quando sarà vescovo, ‘don Tonino’. Figlio di un maresciallo dei carabinieri e di una donna semplice e di grande fede, trascorre l’infanzia in un paese ad economia agricola ed impoverito dall’emigrazione.

A Pompei il Cammino giubilare longhiano per i 150 dell’arrivo del beato Bartolo Longo

E’ iniziato il 1 ottobre scorso e si concluderà il 31 ottobre del prossimo anno il giubileo per il 150^ anniversario dell’arrivo del beato Bartolo Longo a Pompei, che è una delle più popolari e affascinanti figure del laicato cattolico tra Ottocento e Novecento. Il suo lungo cammino di vita fu attraversato e permeato da una straordinaria esperienza mariana e caritativa.

L’avv. Bellafiore spiega la nullità matrimoniale nelle coppie seguite dal gruppo ‘buon Pastore’

Domenica 25 settembre nell’arcidiocesi di Palermo prende avvio il percorso pastorale/canonico per le coppie di fedeli divorziati e separati, organizzati dal gruppo diocesano ‘Il buon pastore’ (sezione dell’Ufficio Pastorale familiare, http://www.pastoralefamiliare.arcidiocesi.palermo.it/il-buon-pastore), secondo le indicazioni del capitolo 8 dell’esortazione apostolica ‘Amoris Laetitia’:

“Si tratta di integrare tutti, si deve aiutare ciascuno a trovare il proprio modo di partecipare alla comunità ecclesiale, perché si senta oggetto di una misericordia ‘immeritata, incondizionata e gratuita’. Nessuno può essere condannato per sempre, perché questa non è la logica del Vangelo! Non mi riferisco solo ai divorziati che vivono una nuova unione, ma a tutti, in qualunque situazione si trovino”.

Partendo da questo assunto abbiamo contattato Sergio Bellafiore, avvocato civilista e patrocinatore canonico nei tribunali ecclesiastici per chiedere quali vizi di nullità ha riscontrato nei matrimoni canonici delle coppie seguite dal gruppo diocesano ‘Il buon Pastore’ di Palermo:

“Le cause di nullità matrimoniale introdotte presso il Tribunale Ecclesiastico Interdiocesano Siculo di Palermo (TEIS) hanno riguardato: l’esclusione della sacramentalità ed, in subordine, dell’indissolubilità del vincolo matrimoniale (can. 1101 §2 del C.D.C.) ; l’esclusione della sola indissolubilità del vincolo; il grave difetto di discrezione di giudizio (can. 1095 n.2 C.D.C.); la mancanza di dispensa nei casi di matrimoni tra consanguinei (can. 1091 C.D.C.), caso quest’ultimo ormai molto raro a verificarsi. Questi i casi e le cause che, quale avvocato canonista con patrocinio ecclesiastico su tutto il territorio italiano, ho personalmente introdotto presso il TEIS”.

E’ stato utile per le cause l’atto istruttorio di collegamento pastorale-canonico, elaborato dal tutor prof. Francesco Trombetta, unico in giurisprudenza?

“Il Motu Proprio di papa Francesco ‘Mitis Judex Dominus Iesus’ (MIDI) prevede, all’art 3 delle regole procedurali per la trattazione, che le diocesi possano costituire strutture stabili per assicurare una consulenza previa ai fedeli. Il Gruppo Pastorale Canonico coordinato, con la guida spirituale del parroco, p. Cesare Rattoballi, dal prof. Francesco Trombetta e dalla moglie Marcella Varia, non solo fornisce alle coppie divorziate e risposate una consulenza giuridica, un percorso pastorale ed il discernimento in foro interno, ma anche un patrocinio canonistico circa la possibilità di introdurre una causa di nullità matrimoniale presso il Tribunale Ecclesiastico competente.

In tal senso il documento ideato e redatto dal prof. Trombetta, giurista, depositato in allegato assieme al libello introduttivo della causa di nullità matrimoniale, è stato certamente utile, perché certifica il percorso pastorale posto in essere dalla coppia nell’ambito di una struttura diocesana presso la parrocchia ‘Annunciazione del Signore’ di Palermo, evidenziando, altresì, un ‘dubbio’ giuridico-canonista circa la validità del matrimonio”.

Quali sono i profili pastorali nel processo di nullità matrimoniale? 

“Come ricordato da tutti i provvedimenti e nelle norme canoniche e, da ultimo, nel MIDI, il processo canonico di nullità matrimoniale è un processo volto precipuamente alla cura delle anime dei fedeli ed a riconciliare gli stessi con la Chiesa ed i sacramenti.

Il processo stesso è uno strumento pastorale per verificare la effettiva sacramentalità delle celebrazione e – nel caso si accerti che uno degli elementi giuridici previsti dal diritto canonico per il sacramento del matrimonio non sia presente – dichiarare la nullità del matrimonio stesso per un vizio di nullità o la presenza di un impedimento non dispensato o non dispensabile. In tal modo il processo è finalizzato a riconoscere ai fedeli lo stato di libero e riaccostarli pienamente ai sacramenti, completando un iter pastorale iniziato con il riavvicinamento alla Chiesa ed alle sue strutture pastorali e di consulenza”.

 Le coppie seguite dal vostro gruppo scelgono le cause di divorzio o quelle di nullità? Quali sono le loro motivazioni?

“La celebrazione di un matrimonio cd concordatario (dai concordati lateranensi tra Stato Italiano e Chiesa Cattolica, cfr. art. 82 Accordo di Villa Madama, art. 2 Legge n. 218/95 e successive modifiche ed integrazioni Sent. C.A. Perugia n. 11/2015, artt. 796, 797 CPC) comporta la celebrazione di due distinti matrimoni con un unico rito. Dopo la celebrazione, tuttavia, la disciplina giuridica dei due matrimoni celebrati diverge: il matrimonio civile e quello cattolico vengono regolati rispettivamente dal diritto civile dello stato Italiano e dal diritto canonico della Chiesa.

Questo momento di scissione può trovare un nuovo punto di incontro con il procedimento di delibazione (adottato dalla competente Corte d’Appello) con il quale lo Stato Italiano può accogliere la sentenza di nullità matrimoniale esitata dai tribunali ecclesiastici e riconoscere la nullità del matrimonio anche in sede civile, efficace anche per lo Stato Italiano. In tali casi la delibazione ben potrebbe sostituire il divorzio civile che non sarebbe più necessario ( fatte salve le doverose eccezioni).

Molte coppie e molti avvocati civilisti forse non conoscono tale diversa possibilità rispetto al divorzio, per cui il divorzio ( sempre preceduto da una sentenza di separazione coniugale del competente Tribunale civile) è ancora molto praticato ed il gruppo pastorale si occupa in generale di tutte le coppie con problemi familiari, comprese quelle conviventi, ma precipuamente delle coppie divorziate e risposate civilmente”.

151.11.48.50