Tag Archives: Natale

Festività di Maria, madre di Dio e della Chiesa

Inizia un anno nuovo e la Chiesa ci invita a guardare nel Presepe questa giovanissima donna, la vergine Maria: è la Madre di Gesù, vero uomo e vero Dio: la santa Madre di Dio, come noi la invochiamo. Nella giornata di oggi, 1° gennaio, confluiscono tre ricorrenze: civilmente è il primo giorno dell’anno; liturgicamente è la festività di Maria, madre di Dio; socialmente è la giornata mondiale della pace.

A Rostock i giovani guidati da una stella

A Rostock frère Alois ha invitato i 5000 giovani europei a riflettere sulla fede attraverso due immagini dell’Altare dei Re Magi di Rostock, che è l’opera d’arte medievale più significativa della città, che ha 800 anni, in viaggio verso Betlemme:

Papa Francesco: Natale è la forza della misericordia

Il giorno dopo la nascita di Gesù la Chiesa celebra il primo martire della fede cristiana, santo Stefano, che apre una settimana in cui si ricorda altri martiri, che mettono in primo piano l’essenza del cristianesimo:

Papa Francesco: Natale è pace

Nel messaggio ‘Urbe et Orbi’ natalizio papa Francesco ha inviato un messaggio di pace, chiedendo il rispetto dei diritti umani, soffermandosi sul significato della nascita del Dio bambino, e mettendo in luce che il mondo oggi soffre ‘una carestia di pace’ in questa ‘terza guerra mondiale’:

E’ Natale: il Verbo si fece carne!

Il Natale è la prima festa dell’anno liturgico alla quale ci siamo preparati con le quattro domeniche di ‘Avvento’. Questo Natale 2022 trova purtroppo oggi l’umanità in grande apprensione, in una situazione dove ogni giorno si distrugge,  si uccide, si muore, dove una furia incontrollata si è abbattuta su uomini e cose e non risparmia piccoli e grandi. Eppure Gesù è venuto ad annunciare la pace: ‘Gloria a Dio, cantarono gli angeli, nell’alto dei cieli e pace agli uomini amati dal Signore’.

E fu Natale

Natale: tempo che sa di intimità, di casa e del suo calore. Festa per noi dall’aspetto ovattato, magico. Si snoda in un clima di luci, di dolci e di poesia. Ma all’origine non era così. Anzi, il suo contrario. Aveva il sapore duro e amaro del rifiuto. E delle sue sfide. ‘Per loro non c’era posto’, annota chiaramente il Vangelo. 

A Natale Dio si fa concreto nella mangiatoia

“Questa notte, che cosa dice ancora alle nostre vite? Dopo due millenni dalla nascita di Gesù, dopo molti Natali festeggiati tra addobbi e regali, dopo tanto consumismo che ha avvolto il mistero che celebriamo, c’è un rischio: sappiamo tante cose sul Natale, ma ne scordiamo il significato. E allora, come ritrovare il senso del Natale? E soprattutto, dove andare a cercarlo? Il Vangelo della nascita di Gesù sembra scritto proprio per questo: per prenderci per mano e riportarci lì dove Dio vuole. Seguiamo il Vangelo”.

Fratel Biagio e tutta la Missione di Speranza e Carità augurano un santo Natale

Fratel Biagio e la Missione di Speranza e Carità (che ospita in gratuità circa 600 poveri in 10 comunità in Sicilia) ha tantissimo a cuore di augurarvi il dono del santo Natale a tutta la cittadinanza a tutti i popoli a tutte le istituzioni al Presidente della Repubblica a tutte le autorità civili e religiose e ai non credenti.

Il Natale è la buona notizia per l’umanità

“Egli è irradiazione della sua gloria e impronta della sua sostanza, e tutto sostiene con la sua parola potente. Dopo aver compiuto la purificazione dei peccati, sedette alla destra della maestà nell’alto dei cieli, divenuto tanto superiore agli angeli quanto più eccellente del loro è il nome che ha ereditato”: con tali parole l’apostolo Paolo ha raccontato in una lettera all’amico Tito la bellezza della nascita di Gesù.

Partendo da tale lettera al teologo Giuseppe Falanga, docente di Liturgia alla Pontificia Università della Santa Croce a Roma, ed autore di diverse pubblicazioni e di numerosi articoli e recensioni in riviste scientifiche e divulgative, chiediamo di spiegarci in quale modo la liturgia racconta la bellezza del Natale: “I nostri fratelli di tradizione orientale hanno dato al Natale il nome di ‘Festa delle Luci’.

Infatti, nelle icone della Natività possiamo contemplare sempre un fascio di Luce che scende dal cielo e si irradia sul bambino Gesù: lui è la manifestazione della Santa Trinità. Di fronte a tanto Splendore, Sapienza e Potenza, il sentimento di quelli che si dicono cristiani si deve esprimere nella preghiera, con un infinito rispetto della maestà e della grandezza divina.

Una grandezza, quella di Dio, che non ci spaventa e non ci tiene a distanza, anzi ci attrae, perché nel Dio che si rimpicciolisce per venire accanto all’uomo si manifesta la sua ‘filantropia’, cioè il suo amore per noi, quello che i padri della Chiesa chiamavano ‘eros folle’, un desiderio talmente smisurato per l’uomo che lo spinge fino alla follia della grotta di Betlemme e del monte Calvario.

Perciò la liturgia, con la bellezza e la ricchezza delle sue preghiere e con l’abbondanza della Parola proclamata, crea una sorta di congiunzione tra i due poli della nostra fede in Gesù Cristo: l’incarnazione e la sua passione, morte e risurrezione”.

Per quale motivo Dio ha sentito la necessità di farsi uomo?

“Su questo sono stati versati fiumi d’inchiostro. Ma, riprendendo quanto dicevo poc’anzi, mi preme aggiungere soltanto che nella nostra fede si muove tutto tra due poli: la Pasqua della Natività già racconta la Pasqua della Risurrezione. Dio guarda l’uomo da lui creato che, a causa del peccato, è diventato mortale, ma non lo vuole lasciare nell’ombra della morte.

Allora, come canta il Salmo, ‘piega i cieli e scende’: fatto uomo ci riscatta dal peccato e dalla morte. La ‘passione’ per l’uomo è stata l’urgenza di Dio. Che Egli, in Gesù, si sia incarnato, sia diventato il Dio-con-noi è già un abisso di grazia. Ma è ancora più sorprendente che Egli, in Gesù, si sia fatto servo dell’uomo fino a morire per amore dell’amore suo. Sono convinto che, in questo Natale infestato dalle guerre, la nostra coscienza di credenti si debba lasciare interrogare ancora molto da questo”.

Quale ‘novità’ ha introdotto nel mondo il Natale?

“La società dei consumi ha preso il sopravvento. Ma qui è in gioco anche il nostro essere veramente cristiani: lo shopping natalizio ci ha ‘dopato’ e non siamo più capaci di dire con fermezza che Natale non è una festa di routine (che ci mette ansia per quello che dobbiamo fare e comprare), ma un irrevocabile cambio di condizione nella vita degli uomini.

Niente è stato più come prima da quella grotta dove sono accorsi pastori e magi. Natale è un annuncio di vita in tutti i sensi. E’ il tempo nuovo entrato una volta per sempre nella vita del mondo. E’ la speranza che non ha bisogno di contrapporsi alle miserie correnti, poiché le sovrasta e offre una visione e un orizzonte ‘diversi’…

Natale, dunque, non è una ricorrenza da calendario: è la vita che continua a chiamare la vita, anche in tempi che sembrano bui”.

In quale modo è possibile portare la Buona Notizia nel mondo?

“Quando noi diciamo ‘buona notizia’, in realtà dovremmo pensare al Vangelo. La parola greca ‘euanghélion’, infatti, significa proprio questo: buona notizia. Essa si attende, la si auspica, si desidera proprio perché porta gioia, felicità… E riguarda tutti.

Mi chiedo: il Vangelo rappresenta per noi cristiani ancora, come indica il termine, un messaggio di gioia? Se si è pensato di chiamare proprio ‘Vangelo’ quattro piccoli libri su Gesù, allora evidentemente qualcuno duemila anni fa ha ritenuto che essi sono proprio una ‘buona notizia’, non prioritariamente un ‘insegnamento’ o dei semplici cenni biografici su Gesù o ancora delle norme etiche. Semplicemente una buona notizia.

Purtroppo, ho l’impressione che noi oggi non abbiamo quest’idea del Vangelo e che ne abbiamo fatto piuttosto un ricettario di etica. Credo, insomma, che prima esso dovrebbe risuonarci come ‘buona notizia’ e solo poi come ‘comportamento’. Ma qui voglio ricordare il grande papa Paolo VI: ‘L’uomo contemporaneo ascolta più volentieri i testimoni che i maestri o, se ascolta i maestri, è perché sono dei testimoni”.

(Tratto da Aci Stampa)

Mons. Battaglia: Napoli sia città della gioia

E’ stata una lettera appassionata alla città di Napoli il discorso dell’arcivescovo di Napoli, mons. Domenico Battaglia, nel giorno in cui si è celebrata l’Immacolata Concezione, nella chiesa del Gesù Nuovo, attraverso la terza Lettera d’Avvento. Questa Lettera è dedicata ‘alla città della gioia’, che non ha ‘negato i problemi, ma ha avuto la forza per superarli con la tenacia di gettare il cuore oltre l’ostacolo’.

151.11.48.50