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Gridare al mondo che vogliamo la pace: la voce dei cristiani in Medio Oriente
“Vogliamo gridare al mondo che vogliamo la pace, che la violenza genera violenza e che la nostra fiducia in Dio è grande. Ma se Dio ci chiamasse a sé, siate certi che dal Cielo continueremo a pregare con voi e a supplicarlo con maggiore forza di avere compassione del suo popolo e di voi. Pace, sicurezza, unità e fratellanza universale, questo è ciò che desideriamo e questa è la volontà di Dio e anche la nostra. Come in cielo così in terra”.
Dal Libano un appello di pace per il Medio Oriente
Una preghiera per la pace per la Terra Santa
La Presidenza della CEI, oggi, promuove una Giornata nazionale di digiuno, preghiera e astinenza per la pace e la riconciliazione, in comunione con i cristiani di Terra Santa secondo le indicazioni del card. Pierbattista Pizzaballa, patriarca di Gerusalemme dei Latini, che a nome di tutti gli Ordinari ha chiesto alle comunità locali di incontrarsi ‘nella preghiera corale, per consegnare a Dio Padre la nostra sete di pace, di giustizia e di riconciliazione’.
Giovanni Paolo II: no al terrorismo ed ai conflitti armati
45 anni fa, in piazza San Pietro, è risuonato ‘Habemus Papam!’, con l’annuncio che un cardinale polacco di Cracovia era stato eletto papa. Che pronunciò tali parole: “siamo ancora tutti addolorati dopo la morte del nostro amatissimo Papa Giovanni Paolo I. Ed ecco che gli Eminentissimi Cardinali hanno chiamato un nuovo vescovo di Roma.
Da Rondine parole di pace per il Medio Oriente
Quando scoppia una guerra è come se s’interrompesse un discorso, un cammino. A Rondine è il discorso che affronta il conflitto, è il cammino che guarda la pace. In questi giorni tragici nei quali la guerra, il terrorismo e ogni forma di violenza sembrano avere interrotto quel cammino, la Cittadella della Pace si interroga, come tanti, sulla sua missione.
Medio Oriente: dall’Italia appelli alla pace
“Continuo a seguire con lacrime e apprensione quanto sta succedendo in Israele e Palestina: tante persone uccise, altre ferite. Prego per quelle famiglie che hanno visto trasformare un giorno di festa in un giorno di lutto e chiedo che gli ostaggi vengano subito rilasciati. E’ diritto di chi è attaccato difendersi, ma sono molto preoccupato per l’assedio totale in cui vivono i palestinesi a Gaza, dove pure ci sono state molte vittime innocenti. Il terrorismo e gli estremismi non aiutano a raggiungere una soluzione al conflitto tra Israeliani e Palestinesi, ma alimentano l’odio, la violenza, la vendetta, e fanno solo soffrire gli uni e gli altri. Il Medio Oriente non ha bisogno di guerra, ma di pace, di una pace costruita sulla giustizia, sul dialogo e sul coraggio della fraternità”.
Il Medio Oriente in fiamme
“Seguo con apprensione e dolore quanto sta avvenendo in Israele, dove la violenza è esplosa ancora più ferocemente, provocando centinaia di morti e feriti. Esprimo la mia vicinanza alle famiglie delle vittime, prego per loro e per tutti coloro che stanno vivendo ore di terrore e di angoscia. Gli attacchi e le armi si fermino, per favore, e si comprenda che il terrorismo e la guerra non portano a nessuna soluzione, ma solo alla morte e alla sofferenza di tanti innocenti. La guerra è una sconfitta: ogni guerra è una sconfitta! Preghiamo perché ci sia pace in Israele e in Palestina!”
Da Cipro un invito a non disperdere la Chiesa nel Medio Oriente
Fino al 23 Aprile si è svolto a Nicosia, nell’isola di Cipro, il simposio per il decimo anno dalla promulgazione dell’esortazione apostolica sinodale ‘Ecclesia in Medio Oriente’ dal titolo ‘Radicati nella speranza’, avviato su iniziativa delle agenzie componenti della ROACO, Riunione Opere Aiuto alle Chiese Orientali, con l’organizzazione della AOCTS, Assemblea degli ordinari cattolici di Terra Santa, coordinati dal loro presidente Sua Beatitudine Pierbattista Pizzaballa, patriarca di Gerusalemme dei latini, che nella prolusione ha ricordato i punti principali dell’esortazione postsinodale ‘Ecclesia in Medio Oriente’ di papa Benedetto XVI:
Dal Medio Oriente appelli per togliere sanzioni a chi è colpito dal sisma
Oltre 5.000.000 di persone potrebbero essere rimasti senza tetto in Siria dopo il devastante terremoto che ha colpito il Paese e la Turchia lunedì 6 febbraio, secondo l’Alto Commissariato per i rifugiati dell’Onu: “L’Unhcr si sta concentrando sulle strutture per i rifugiati, assicurando che i centri dove vengono inviati gli sfollati abbiano equipaggiamento adeguato, come tende, coperte termiche, materassini, abiti invernali”, ha dichiarato Sivanka Dhanapala, rappresentante in Siria dell’agenzia Onu.