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La diocesi di Imola fa memoria di san Cassiano e di papa Pio VII

“I nostri giovani percepiscono ad esempio troppo facilmente la Chiesa solo come un’istanza di norme etiche che impedisce loro di fare quello che volentieri farebbero. Il cristianesimo non sembra compiere nessuno dei desideri che realmente ci muovono. Così vi partecipiamo, ma senza troppo entusiasmo”: lo ha detto il vescovo di Imola, mons. Giovanni Mosciatti, nell’omelia della solennità di san Cassiano.

Bolzano-Bressanone:i martiri risveglino la fede

Da quest’anno è cambiata la data di celebrazione della solennità dei patroni della diocesi di Bolzano-Bressanone, i martiri san Cassiano e san Vigilio, trasferita al 13 agosto,perché molti presbiteri e laici avevano fatto presente che la solennità, finora fissata il sabato della seconda settimana di Pasqua, non poteva più essere celebrata adeguatamente viste le mutate condizioni pastorali. Il vescovo Muser ha scelto il 13 agosto come nuova data per festeggiare i due patroni diocesani, in quanto la solennità di san Cassiano era fissata in questo giorno da tempo nell’allora diocesi di Bressanone.

100 anni fu ucciso dai fascisti don Minzoni

“La Parola di Dio ‘conta i passi del nostro vagare’ e li illumina per aiutarci a camminare, come oggi in questa importante e cara memoria di un cristiano e di un sacerdote, don Giovanni Minzoni, nel centenario del suo barbaro assassinio. Ci parla di odio e ci aiuta a comprendere le conseguenze delle nostre scelte”.

Mons. Cevolotto: essere comunità attraverso le relazioni

Nella festa del patrono della città e della diocesi di Piacenza, sant’Antonino (4 luglio), è stata annunciata la data di beatificazione del martire piacentino riconosciuto dalla Chiesa, don Giuseppe Beotti, che aiutò tanti ebrei a mettersi in salvo e pagò col sangue la decisione di non abbandonare i suoi parrocchiani di Sidolo di Bardi nel pieno delle rappresaglie nazifasciste, come ha ricordato mons. Adriano Cevolotto nell’omelia della Messa per il patrono, ponendo l’accento sull’essere comunità:

Papa Francesco: annunciare il Vangelo come Pietro e Paolo

Al termine della recita dell’Angelus della festa dei santi Pietro e Paolo papa Francesco ha descritto le caratteristiche dell’apostolo, su cui Gesù ha fondato la Chiesa, perché, nonostante le ‘cadute’, si è messo alla Sua sequela, fino al martirio:

Pellegrinaggio all’ultimo martire di Tibhirine

‘Semplice, solenne, quasi gioioso’. Mi parla del rito di sepoltura di père Jean-Pierre, l’ultimo monaco sopravvissuto di Tibhirine. Anne me ne parla con quella freschezza di emozione, come fosse accaduto ieri… e sono passati quasi due anni. In tutti i presenti, – confessa, poi – vi era la consapevolezza, triste e serena, di seppellire l’ultimo pezzo della storia di Tibhirine.

Il Vescovo Pasotto racconta Demetre da Tiflis e le missioni francescane

 “…Et udito Cadì questo, mandò incontenente degli offiziali per loro; gli quali furono così raccolti dinanzi da lui; cioè, fue Frate Thomaso da Tolentino de la Marcha, Frate Iacopo da Padova, Frate Demedre (dalla Georgia), el quale era laico et sapea quelle lingue, et Frate Pietro da Siena. Et rimase Frate Pietro da Siena a casa per guardare le cose, et gli altri a quello Cadì andorono. Et essendo dinanzi da Cadì, quegli con loro cominciò di disputare de la fé nostra: et disputando così quegli non fedeli con gli nostri fedeli, dicevano che Cristo era solamente uomo et non Dio: et dicendo questo, quello Frate Thomaso provava per vere ragioni et argomenti, Christo esser vero Dio et huomo; et intanto avea confusi quelli Saracini, che non sapeano et non poteano dire lo contrario…

La Chiesa ricorda i missionari martiri

Oggi ricorre la XXXI^ Giornata dei Missionari Martiri, nella data che ricorda l’assassinio di mons. Oscar Romero, avvenuta il 24 marzo 1980 in San Salvador, a memoria del suo impegno al fianco del popolo salvadoregno, oppresso da un regime elitario incurante della sorte dei più poveri e dei lavoratori, come racconta Giovanni Rocca, segretario nazionale di ‘Missio Giovani’:

Da Catania un invito a non cedere alla sfiducia

Domenica scorsa l’arcivescovo di Catania, mons. Luigi Renna, ha celebrato la festa di sant’Agata, patrona della città, invitando a fidarsi di Dio ed a non avere paura, come ha detto Gesù agli apostoli molte volte: “Sono parole che hanno infuso speranza ai discepoli che Gesù ha voluto preparare al futuro. Noi cristiani siamo alla sequela di un Maestro che è risultato perdente secondo la cronaca del suo tempo: messo a morte come un bestemmiatore, in compagnia di altri malfattori, e con accanto a sé non un esercito armato pronto a difenderlo, ma solo la sua anziana madre e poche altre persone, per lo più donne. Eppure il Cristo ci ha detto di non avere paura, perché la Sua morte non è l’ultima parola: può essere forse l’ultima per l’uomo, ma non per Dio, che lo ha risuscitato”.

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