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La diocesi di Arezzo-Cortrona-SanSepolcro in festa per la Madonna del Conforto

Grande festa ad Arezzo per la solennità della Madonna del Conforto, caratterizzata da una processione ininterrotta di migliaia di fedeli che sin dalle prime ore del mattino e alla tarda notte hanno affollato la Cattedrale di Arezzo. 

La messa pontificale è stata presieduta da mons. Mario Delpini, arcivescovo metropolita di Milano, ed è stata concelebrata dal card. Gualtiero Bassetti, arcivescovo emerito di Perugia-Città della Pieve, dal card. Giuseppe Betori, arcivescovo metropolita di Firenze e presidente della Conferenza episcopale toscana, oltre che al vescovo diocesano mons. Andrea Migliavacca, da mons. Franco Agostinelli, emerito di Prato, da mons. Rodolfo Cetoloni, emerito di Grosseto, da mons. Roberto Filippini, emerito di Pescia, da mons. Riccardo Fontana, emerito di Arezzo-Cortona-Sansepolcro, da mons. Luciano Giovannetti, emerito di Fiesole, e da mons. Stefano Manetti, vescovo di Fiesole.

Presente anche il card. Ernest Simoni, della Diaconia di Santa Maria della Scala: “Oggi mi permetto di salutare in modo speciale un martire vivente, il cardinale Simoni” è stato il saluto speciale con cui Papa Francesco si è rivolto al porporato, prima di abbracciarlo fraternamente al termine dell’udienza di ieri, 14 febbraio, Mercoledì delle Ceneri.

Nell’omelia mons. Mario Delpini ha sottolineato l’incapacità di fare festa insieme: “Nel paese delle feste fallite i preparativi si svolgono in un clima di grande entusiasmo, si esercitano molte competenze, si dispone di molte risorse, si ascoltano consigli di organizzatori competenti. Poi viene il momento della festa e la festa finisce in un fallimento.

Ne seguono amarezza, risentimenti, sensi di colpa e accuse reciproche. Nel paese delle feste fallite c’è sempre un vino che viene a mancare al momento in cui è più necessario, che la festa sia un matrimonio che si frantuma, una carriera che si spezza, un amore che delude. Ecco da dove veniamo, dal paese delle feste fallite”.

Per fortuna che alla festa è stata invitata anche la Madonna, che dà sicurezza per vivere la felicità: “Non coltivate la presunzione di essere capaci di preparare la festa perfetta. La gioia, la gioia vera, la felicità necessaria per rendere bella la vita, non si produce sulla terra, nessun preparativo basta per procurarla, nessuna pretesa può ottenerla, nessuna ricchezza può comprarla.

Chiedete che le vostre feste siano preparate dal Padre che vi ama. Accogliete l’invito del Signore, lasciate che sia lui a preparare il banchetto regale, la festa che non fallisce. Lasciatevi amare dal Padre che vuole rendervi partecipi della sua gioia”.

Ed invita ad ascoltare Gesù: “Qualsiasi cosa vi dica, fatela! Seguite Gesù, percorrete la sua vita, voi che abitate il paese delle feste fallite. Seguite Gesù fino alla fine, fino al suo fallimento, fino alla prova suprema, fino all’abisso degli inferi. Nella morte scandalosa di Gesù immergete le vostre feste fallite per riconoscere che se moriamo con lui, con lui anche rivivremo.

I nostri fallimenti possono essere come il momento per ascoltare chi bussa alla nostra porta e desidera entrare per stare con noi e per farsi riconoscere allo spezzare del pane. I nostri fallimenti, cioè quando tace la musica assordante, quando finiscono le risate chiassose, quando la disperazione spegne l’euforia e l’ebbrezza del godimento, forse allora si può ascoltare chi bussa discretamente, pazientemente, ostinatamente alla porta per entrare e per rivelarci la via della gioia”.

Ecco l’amorevole invito a seguire la parola di Gesù e imitare il suo esempio: “Come lui è venuto in mezzo a noi non per essere servito, ma per servire, voi mettetevi a servizio, lavate io piedi gli uni agli altri, lasciatevi invadere dalla compassione per la gente smarrita, la gente ferita, la gente disperata e annunciate la buona notizia, l’evangelo della salvezza.

Mettetevi a servizio, versate olio sulle piaghe, spezzate il pane con l’affamato. Non pensate alla vostra festa, ma alla festa degli altri. Vedrete moltiplicarsi la gioia se vi prenderete cura della gioia degli altri. Ecco dunque il messaggio della Madonna del Conforto: Qualsiasi cosa vi dica, fatela!”

 Nel saluto iniziale il vescovo diocesano, mons. Andrea Migliavacca ha chiesto ai fedeli di rivolgersi alla  Madre di Dio nei momenti della necessità: “Siamo qui per la festa della Madonna del Conforto. Mi pare di sentire che lei per prima ci aspettava per accogliere tutte le nostre domande, le nostre preghiere, le nostre attese, ascoltando anche angosce e preoccupazioni, attese e speranza.

Lei, la Madre, sa ascoltare e custodire nel cuore. Lei potrà portare a Gesù le nostre preghiere. Lei potrà donare a tutti noi, alla nostra città di Arezzo e a tutta la diocesi aretina, cortonese, biturgense il conforto di cui abbiamo bisogno”.

Mentre nella messa solenne il vescovo di Arezzo ha pregato per la pace: “Oggi in tanti siamo qui, tanti verranno a venerare e pregare Maria e vogliamo portare qui non solo le preghiere nostre, ma quelle di tutto il mondo e soprattutto la preghiera di chi più soffre e di chi invoca il dono della pace per tutta la terra e soprattutto per la martoriata Ucraina e per la Palestina e Israele.

 Siamo qui per la festa della Madonna del Conforto. Mi pare di sentire che lei per prima ci aspettava per accogliere tutte le nostre domande, le nostre preghiere, le nostre attese, ascoltando anche angosce e preoccupazioni, attese e speranza. Lei, la Madre, sa ascoltare e custodire nel cuore. Lei potrà portare a Gesù le nostre preghiere. Lei potrà donare a tutti noi, alla nostra città di Arezzo e a tutta la diocesi aretina, cortonese, biturgense il conforto di cui abbiamo bisogno”.

Ha concluso l’omelia affermando che la preghiera è un atto di affidamento: “La partecipazione dei fedeli alla festa è il segno che la gente lo sa e si accorge dello sguardo di protezione di Maria, alla quale oggi ci affidiamo nuovamente. Non possiamo misurare la fede e la devozione delle persone, ma certamente colgo e sento, anche nel dialogo con la gente, che l’andare a pregare la Madonna del Conforto non è solo un atto devozionale, ma un andare con il cuore, verità, autenticità e desiderio di affidamento. Sono ammirato e grato al Signore per la preghiera che la nostra gente vive in questa giornata”.

(Foto: diocesi di Arezzo-Cortona-SanSepolcro)

Papa Francesco: la Madonna è tempio di Dio

“Seguo con viva preoccupazione quanto sta avvenendo in Nicaragua, dove Vescovi e sacerdoti sono stati privati della libertà. Esprimo ad essi, alle loro famiglie e all’intera Chiesa nel Paese la mia vicinanza nella preghiera. Alla preghiera insistente invito pure tutti voi qui presenti e tutto il Popolo di Dio, mentre auspico che si cerchi sempre il cammino del dialogo per superare le difficoltà. Preghiamo per il Nicaragua oggi”.

Papa Francesco: ringraziare per la speranza

“La fede ci permette di vivere quest’ora in modo diverso rispetto a una mentalità mondana. La fede in Gesù Cristo, Dio incarnato, nato dalla Vergine Maria, dona un modo nuovo di sentire il tempo e la vita. Lo riassumerei in due parole: gratitudine e speranza”: con queste parole papa Francesco ha iniziato la riflessione per la fine dell’anno civile nella meditazione dei primi vespri della Solennità di Maria Madre di Dio con il canto del Te Deum nella basilica di San Pietro.

E’ una meditazione incentrata sul significato cristiano di speranza, che si basa sulla relazione: “Forse può sembrare che sia così, e magari lo fosse! Ma, in realtà, la gratitudine mondana, la speranza mondana sono apparenti; mancano della dimensione essenziale che è quella della relazione con l’Altro e con gli altri, con Dio e con i fratelli. Sono appiattite sull’io, sui suoi interessi, e così hanno il fiato corto, non vanno oltre la soddisfazione e l’ottimismo”.

Una relazione improntata sullo stupore e non sull’ottimismo: “Invece in questa Liturgia si respira tutta un’altra atmosfera: quella della lode, dello stupore, della riconoscenza. E ciò accade non per la maestosità della Basilica, non per le luci e per i canti (queste cose ne sono piuttosto la conseguenza), ma per il Mistero che l’antifona al primo salmo ha espresso così: ‘Meraviglioso scambio! Il Creatore ha preso un’anima e un corpo, è nato da una vergine;… ci dona la sua divinità’. Questo meraviglioso scambio!”

E la prima impressione è quella della gratitudine di una Madre per un Figlio: “E’ un’esperienza che solo una mamma può fare, e che tuttavia in lei, nella Madre di Dio, ha una profondità unica, incomparabile. Maria sa, lei sola insieme a Giuseppe, da dove viene quel Bambino. Eppure è lì, respira, piange, ha bisogno di mangiare, di essere coperto, accudito. Il Mistero dà spazio alla gratitudine, che affiora nella contemplazione del dono, nella gratuità, mentre soffoca nell’ansia dell’avere e dell’apparire”.

Una gratitudine che si apre alla speranza: “La Chiesa impara dalla Vergine Madre la gratitudine. E impara anche la speranza. Viene da pensare che Dio abbia scelto lei, Maria di Nazaret, perché nel suo cuore ha visto rispecchiata la propria speranza. Quella che Lui stesso aveva infuso in lei con il suo Spirito. Maria è da sempre colmata di amore, colmata di grazia, e per questo è anche colmata di fiducia e di speranza”.

Tale gratitudine è occasione per volgere lo sguardo al Giubileo: “Cari fratelli e sorelle, possiamo chiederci: Roma si sta preparando a diventare nell’Anno Santo ‘città della speranza’? Tutti sappiamo che da tempo è in atto l’organizzazione del Giubileo. Ma comprendiamo bene che, nella prospettiva che qui assumiamo, non si tratta principalmente di questo; si tratta piuttosto della testimonianza della comunità ecclesiale e civile; testimonianza che, più che negli eventi, consiste nello stile di vita, nella qualità etica e spirituale della convivenza. E allora la domanda si può formulare così: stiamo operando, ciascuno nel proprio ambito, affinché questa città sia segno di speranza per chi vi abita e per quanti la visitano?”

E’ un invito a prepararsi al Giubileo del 2025 con la preghiera, secondo l’insegnamento della Madre di Dio: “Cari fratelli e sorelle, un pellegrinaggio, specialmente se impegnativo, richiede una buona preparazione. Per questo l’anno prossimo, che precede il Giubileo, è dedicato alla preghiera. Tutto un anno dedicato alla preghiera.

E quale maestra migliore potremmo avere della nostra Santa Madre? Mettiamoci alla sua scuola: impariamo da lei a vivere ogni giorno, ogni momento, ogni occupazione con lo sguardo interiore rivolto a Gesù. Gioie e dolori, soddisfazioni e problemi. Tutto alla presenza e con la grazia di Gesù, il Signore. Tutto con gratitudine e speranza”.

Quindi la preghiera apre allo stupore, come aveva sottolineato prima della recita dell’Angelus della festa della Santa Famiglia il papa: “La capacità di stupore è un segreto per andare avanti bene in famiglia. Non abituarsi all’ordinarietà delle cose. Sapersi anzitutto stupire di Dio, che ci accompagna. E poi, stupirsi in famiglia. Penso che è bene nella coppia sapersi stupire del proprio coniuge, ad esempio prendendolo per mano e guardandolo negli occhi alla sera per qualche istante, con tenerezza: lo stupore ti porta alla tenerezza, sempre”.

Lo stupore dovuto alla bellezza del matrimonio: “E’ bella la tenerezza nel matrimonio. E poi stupirsi del miracolo della vita, dei figli, trovando il tempo per giocare con loro e per ascoltarli… E’ una bella paternità e maternità, questa. E poi, stupirsi della saggezza dei nonni. Tante volte, noi i nonni li tiriamo fuori dalla vita. No, i nonni sono fonti di saggezza. Impariamo a stupirci della saggezza dei nonni, della loro storia. I nonni che riportano la vita all’essenziale.

E stupirsi, infine, della propria storia d’amore – ognuno di noi ha la propria: il Signore ci ha fatto camminare con amore, stupirsi di questo. La nostra vita ha sicuramente degli aspetti negativi, ma stupirsi anche della bontà di Dio di camminare con noi, anche se noi siamo così inesperti”.

(Foto: Santa Sede)

Sola in ospedale a partorire figlio morto: ‘il marito non può stare’, ma se il bimbo nasceva vivo sì. Perché?

Erano le 8.30 di mattina, quando la porta del reparto maternità si è chiusa dietro di me. Mio marito fuori, io sola in una stanza vuota, affianco le stanze delle neomamme, con i loro piccoli appena nati che piangevano. Il mio cuore era spezzato. Per la terza, avevo subito un aborto spontaneo. Non all’inizio della gravidanza, in questo caso, ma al quarto mese, quando il pericolo di abortività doveva essere molto minore.

I santi della porta accanto raccontati da Cecilia Galatolo: Nella Zulian Mariani

Spesso diventare genitori significa trovare il coraggio di rispondere alle domande più scomode: è quello che scopre Alessandro, il protagonista del nuovo romanzo, ‘Cara Nella, i tuoi figli sono dodici’ di Cecilia Galatolo, quando, sul punto di mettere a letto i propri figli in una sera come tante, si troverà a dover rispondere a una domanda che rievoca in lui ricordi spiacevoli: ‘Anche chi ha commesso un crimine finisce in paradiso?’

Per Mencarelli la vita è sempre tornare

E’ un percorso a ritroso, quello intrapreso da Daniele Mencarelli, non solo nel suo nuovo romanzo, ‘Sempre tornare’, ma anche nella trilogia ideale che questo crea con i precedenti: insieme, letti in una sequenza che costringe a forzare il naturale scorrere in avanti del tempo di ogni formazione, progressivamente riportano verso il nucleo originario della sete di vita e di domande del protagonista.

L’annuncio dell’Angelo a Maria

Nel cammino quaresimale, dopo la festività di san Giuseppe, troviamo l’Annunciazione dell’Angelo alla SS. Vergine. Questa festa è collegata alla festa di Natale: stabilita la data del 25 dicembre per la nascita di Gesù, nove mesi prima l’Arcangelo Gabriele, messaggero di Dio, si presenta a Maria per il lieto annuncio. Un momento assai suggestivo per Maria di Nazareth, promessa sposa a Giuseppe, artigiano del luogo e uomo di fede profonda.

Papa Francesco: Maria indica la via della preghiera

“Ho appreso con dolore la notizia dei recenti attacchi terroristici in Niger, che hanno provocato la morte di 137 persone. Preghiamo per le vittime, per le loro famiglie e per l’intera popolazione, affinché la violenza subita non faccia smarrire la fiducia nel cammino della democrazia, della giustizia e della pace. In questi giorni, grandi inondazioni hanno causato gravi danni nello Stato del Nuovo Galles del Sud, in Australia.

Mons. Pompili: onora il padre e la madre

“Le pagine che seguono non pretendono di riassumere la dottrina sull’amore fraterno, ma si soffermano sulla sua dimensione universale, sulla sua apertura a tutti. Consegno questa Enciclica sociale come un umile apporto alla riflessione affinché, di fronte a diversi modi attuali di eliminare o ignorare gli altri, siamo in grado di reagire con un nuovo sogno di fraternità e di amicizia sociale che non si limiti alle parole”: così si legge nei capitoli iniziali dell’enciclica di papa Francesco, ‘Fratres omnes’.

Tutto procede come imprevisto: un romanzo per conoscere Santa Gianna Beretta Molla

Gaia è una ragazza di 21 anni, seria e coscienziosa, studia medicina e vive una relazione sentimentale stabile. Le due cose che più desidera sono diventare una brava dottoressa e formare una famiglia. Ad un tratto, però, ecco che il mondo le crolla addosso. Accade qualcosa, infatti, che pare mandare in frantumi tutti i suoi sogni…

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