Tag Archives: Luce
Roncalli e la Calabria, devozione e missione in un viaggio di cento anni fa
Papa Francesco in Sud Sudan: insaporire il Paese
E’ terminato il pellegrinaggio di papa Francesco in Congo e Sud Sudan, insieme all’arcivescovo di Canterbury ed al moderatore dell’Assemblea Generale della Chiesa di Scozia, salutato dal presidente della Repubblica all’ingresso della VIP Lounge. Al termine della celebrazione eucaristica ha ringraziato il popolo sud sudanese per l’accoglienza:
V Domenica del tempo ordinario: voi siete la luce del mondo
E’ un avvertimento che ci proviene da Cristo Gesù: ‘Voi siete luce del mondo; voi siete sale della terra’. Il brano del vangelo si collega al ‘Discorso della Montagna’ o delle beatitudini: Gesù non solo parla a noi, ma parla di noi: quella che deve essere la missione del cristiano, il suo ruolo nel mondo.
Seconda domenica del Tempo Ordinario: Gesù è ‘luce delle Nazioni’
Siamo nel tempo ‘Ordinario’ dell’anno liturgico: sono 43 settimane durante le quali la Liturgia catechizza il popolo di Dio per prepararlo ad incontrare il Signore, il Salvatore che si presenta come ‘luce delle nazioni’. Nel Vangelo Giovanni nell’incontrarsi con Gesù lo addita: ‘Ecco l’agnello di Dio, colui che toglie i peccati del mondo’.
Papa Francesco: Natale è pace
Il Natale è la buona notizia per l’umanità
“Egli è irradiazione della sua gloria e impronta della sua sostanza, e tutto sostiene con la sua parola potente. Dopo aver compiuto la purificazione dei peccati, sedette alla destra della maestà nell’alto dei cieli, divenuto tanto superiore agli angeli quanto più eccellente del loro è il nome che ha ereditato”: con tali parole l’apostolo Paolo ha raccontato in una lettera all’amico Tito la bellezza della nascita di Gesù.
Partendo da tale lettera al teologo Giuseppe Falanga, docente di Liturgia alla Pontificia Università della Santa Croce a Roma, ed autore di diverse pubblicazioni e di numerosi articoli e recensioni in riviste scientifiche e divulgative, chiediamo di spiegarci in quale modo la liturgia racconta la bellezza del Natale: “I nostri fratelli di tradizione orientale hanno dato al Natale il nome di ‘Festa delle Luci’.
Infatti, nelle icone della Natività possiamo contemplare sempre un fascio di Luce che scende dal cielo e si irradia sul bambino Gesù: lui è la manifestazione della Santa Trinità. Di fronte a tanto Splendore, Sapienza e Potenza, il sentimento di quelli che si dicono cristiani si deve esprimere nella preghiera, con un infinito rispetto della maestà e della grandezza divina.
Una grandezza, quella di Dio, che non ci spaventa e non ci tiene a distanza, anzi ci attrae, perché nel Dio che si rimpicciolisce per venire accanto all’uomo si manifesta la sua ‘filantropia’, cioè il suo amore per noi, quello che i padri della Chiesa chiamavano ‘eros folle’, un desiderio talmente smisurato per l’uomo che lo spinge fino alla follia della grotta di Betlemme e del monte Calvario.
Perciò la liturgia, con la bellezza e la ricchezza delle sue preghiere e con l’abbondanza della Parola proclamata, crea una sorta di congiunzione tra i due poli della nostra fede in Gesù Cristo: l’incarnazione e la sua passione, morte e risurrezione”.
Per quale motivo Dio ha sentito la necessità di farsi uomo?
“Su questo sono stati versati fiumi d’inchiostro. Ma, riprendendo quanto dicevo poc’anzi, mi preme aggiungere soltanto che nella nostra fede si muove tutto tra due poli: la Pasqua della Natività già racconta la Pasqua della Risurrezione. Dio guarda l’uomo da lui creato che, a causa del peccato, è diventato mortale, ma non lo vuole lasciare nell’ombra della morte.
Allora, come canta il Salmo, ‘piega i cieli e scende’: fatto uomo ci riscatta dal peccato e dalla morte. La ‘passione’ per l’uomo è stata l’urgenza di Dio. Che Egli, in Gesù, si sia incarnato, sia diventato il Dio-con-noi è già un abisso di grazia. Ma è ancora più sorprendente che Egli, in Gesù, si sia fatto servo dell’uomo fino a morire per amore dell’amore suo. Sono convinto che, in questo Natale infestato dalle guerre, la nostra coscienza di credenti si debba lasciare interrogare ancora molto da questo”.
Quale ‘novità’ ha introdotto nel mondo il Natale?
“La società dei consumi ha preso il sopravvento. Ma qui è in gioco anche il nostro essere veramente cristiani: lo shopping natalizio ci ha ‘dopato’ e non siamo più capaci di dire con fermezza che Natale non è una festa di routine (che ci mette ansia per quello che dobbiamo fare e comprare), ma un irrevocabile cambio di condizione nella vita degli uomini.
Niente è stato più come prima da quella grotta dove sono accorsi pastori e magi. Natale è un annuncio di vita in tutti i sensi. E’ il tempo nuovo entrato una volta per sempre nella vita del mondo. E’ la speranza che non ha bisogno di contrapporsi alle miserie correnti, poiché le sovrasta e offre una visione e un orizzonte ‘diversi’…
Natale, dunque, non è una ricorrenza da calendario: è la vita che continua a chiamare la vita, anche in tempi che sembrano bui”.
In quale modo è possibile portare la Buona Notizia nel mondo?
“Quando noi diciamo ‘buona notizia’, in realtà dovremmo pensare al Vangelo. La parola greca ‘euanghélion’, infatti, significa proprio questo: buona notizia. Essa si attende, la si auspica, si desidera proprio perché porta gioia, felicità… E riguarda tutti.
Mi chiedo: il Vangelo rappresenta per noi cristiani ancora, come indica il termine, un messaggio di gioia? Se si è pensato di chiamare proprio ‘Vangelo’ quattro piccoli libri su Gesù, allora evidentemente qualcuno duemila anni fa ha ritenuto che essi sono proprio una ‘buona notizia’, non prioritariamente un ‘insegnamento’ o dei semplici cenni biografici su Gesù o ancora delle norme etiche. Semplicemente una buona notizia.
Purtroppo, ho l’impressione che noi oggi non abbiamo quest’idea del Vangelo e che ne abbiamo fatto piuttosto un ricettario di etica. Credo, insomma, che prima esso dovrebbe risuonarci come ‘buona notizia’ e solo poi come ‘comportamento’. Ma qui voglio ricordare il grande papa Paolo VI: ‘L’uomo contemporaneo ascolta più volentieri i testimoni che i maestri o, se ascolta i maestri, è perché sono dei testimoni”.
(Tratto da Aci Stampa)
Papa Francesco: santa Lucia è donna che non cede alle lusinghe
‘Dare luce alle stelle’: cortometraggio dedicato all’Annunciazione a Maria da un componimento di mons. Angiuli
La Fondazione di Partecipazione PCE ‘Terre del Capo di Leuca – De Finibus Terrae’ comunica che mercoledì 14 e giovedì 15 dicembre alle ore 19.00, presso l’ Auditorium Benedetto XVI – S.S. 275 – Alessano, con ingresso libero, sarà possibile assistere alla visione del cortometraggio ‘Dare luce alle stelle’ ispirato al componimento poetico ‘L’annuncio dell’Angelo a Maria’ di mons. Vito Angiuli.
Papa Francesco: consolazione è pace che muove al bene
Al termine dell’udienza generale odierna in piazza san Pietro il papa ha chiesto di pregare per le vittime del terremoto, che ha colpito l’isola di Giava in Indonesia, provocando finora 268 morti: “Nelle scorse ore l’Isola di Giava, in Indonesia, è stata colpita da un forte terremoto. Esprimo la mia vicinanza a quella cara popolazione e prego per i morti e per i feriti”.