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Papa Francesco: Cristo è via nuova per il mondo

“Oggi risuona in tutto il mondo l’annuncio partito duemila anni fa da Gerusalemme: Gesù Nazareno, il crocifisso, è risorto!”: nella benedizione ‘Urbi et Orbi’ di Pasqua papa Francesco ha raccontato lo stupore delle donne davanti ad una pietra che non chiude più il sepolcro dove era Gesù. Uno stupore che rivive ancora oggi davanti ai ‘massi’ posti nel mondo, come quello delle guerre:

“La Chiesa rivive lo stupore delle donne che andarono al sepolcro all’alba del primo giorno della settimana. La tomba di Gesù era stata chiusa con una grossa pietra; e così anche oggi massi pesanti, troppo pesanti chiudono le speranze dell’umanità: il masso della guerra, il masso delle crisi umanitarie, il masso delle violazioni dei diritti umani, il masso della tratta di persone umane, e altri ancora. Anche noi, come le donne discepole di Gesù, ci chiediamo l’un l’altro: Chi ci farà rotolare via queste pietre?”

Ma la Pasqua cambia la prospettiva: “Ed ecco la scoperta del mattino di Pasqua: la pietra, quella pietra così grande, è stata già fatta rotolare. Lo stupore delle donne è il nostro stupore: la tomba di Gesù è aperta ed è vuota! Da qui comincia tutto. Attraverso quel sepolcro vuoto passa la via nuova, quella che nessuno di noi ma solo Dio ha potuto aprire: la via della vita in mezzo alla morte, la via della pace in mezzo alla guerra, la via della riconciliazione in mezzo all’odio, la via della fraternità in mezzo all’inimicizia”.

Gesù è vivo ed apre la strada verso il Paradiso: “Fratelli e sorelle, Gesù Cristo è risorto, e solo Lui è capace di far rotolare le pietre che chiudono il cammino verso la vita. Anzi, Lui stesso, il Vivente, è la Via: la Via della vita, della pace, della riconciliazione, della fraternità. Lui ci apre il passaggio umanamente impossibile, perché solo Lui toglie il peccato del mondo e perdona i nostri peccati. E senza il perdono di Dio quella pietra non si toglie. Senza il perdono dei peccati non si esce dalle chiusure, dai pregiudizi, dai sospetti reciproci, dalle presunzioni che sempre assolvono sé stessi e accusano gli altri. Solo Cristo Risorto, donandoci il perdono dei peccati, apre la via per un mondo rinnovato”.

Lui apre la porta della vita, chiusa dai conflitti: “Solo lui ci apre le porte della vita, quelle porte che continuamente chiudiamo con le guerre che dilagano nel mondo. Oggi volgiamo anzitutto lo sguardo verso la Città Santa di Gerusalemme, testimone del mistero della passione, morte e risurrezione di Gesù e a tutte le comunità cristiane della Terra Santa”.

Ed il pensiero corre alle vittime dei conflitti: “Il mio pensiero va soprattutto alle vittime dei tanti conflitti che sono in corso nel mondo, a cominciare da quelli in Israele e Palestina, e in Ucraina. Cristo Risorto apra una via di pace per le martoriate popolazioni di quelle regioni. Mentre invito al rispetto dei principi del diritto internazionale, auspico uno scambio generale di tutti i prigionieri tra Russia e Ucraina: tutti per tutti!”

Un appello in cui ha chiesto pace per la Terra Santa: “Inoltre, faccio nuovamente appello a che sia garantita la possibilità di accesso agli aiuti umanitari a Gaza, esortando nuovamente a un pronto rilascio degli ostaggi rapiti il 7 ottobre scorso e a un immediato cessate-il-fuoco nella Striscia. Non permettiamo che le ostilità in atto continuino ad avere gravi ripercussioni sulla popolazione civile, ormai stremata, e soprattutto sui bambini”.

Ed ha ribadito che la guerra è assurda: “Quanta sofferenza vediamo negli occhi dei bambini: hanno dimenticato di sorridere quei bambini in quelle terre di guerra! Con il loro sguardo ci chiedono: perché? Perché tanta morte? Perché tanta distruzione? La guerra è sempre un’assurdità, la guerra è sempre una sconfitta! Non lasciamo che venti di guerra sempre più forti spirino sull’Europa e sul Mediterraneo. Non si ceda alla logica delle armi e del riarmo. La pace non si costruisce mai con le armi, ma tendendo le mani e aprendo i cuori”.

Quindi ha rivolto un appello di pace per le nazioni in guerra: “E fratelli e sorelle, non dimentichiamoci della Siria, che da tredici anni patisce le conseguenze di una guerra lunga e devastante. Tantissimi morti, persone scomparse, tanta povertà e distruzione aspettano risposte da parte di tutti, anche dalla Comunità internazionale.

Il mio sguardo va oggi in modo speciale al Libano, da tempo interessato da un blocco istituzionale e da una profonda crisi economica e sociale, aggravate ora dalle ostilità alla frontiera con Israele. Il Risorto conforti l’amato popolo libanese e sostenga tutto il Paese nella sua vocazione ad essere una terra di incontro, convivenza e pluralismo”.

Dal Medio Oriente ai Balcani: “Un pensiero particolare rivolgo alla Regione dei Balcani Occidentali, dove si stanno compiendo passi significativi verso l’integrazione nel progetto europeo: le differenze etniche, culturali e confessionali non siano causa di divisione, ma diventino fonte di ricchezza per tutta l’Europa e per il mondo intero”.

Al conflitto tra Armenia ed Azerbaigian: “Parimenti incoraggio i colloqui tra l’Armenia e l’Azerbaigian, perché, con il sostegno della Comunità internazionale, possano proseguire il dialogo, soccorrere gli sfollati, rispettare i luoghi di culto delle diverse confessioni religiose e arrivare al più presto ad un accordo di pace definitivo”.

Ed in altre parti del mondo, anche a causa dei cambiamenti climatici:”Cristo risorto apra una via di speranza alle persone che in altre parti del mondo patiscono violenze, conflitti, insicurezza alimentare, come pure gli effetti dei cambiamenti climatici. Il Signore doni conforto alle vittime di ogni forma di terrorismo. Preghiamo per quanti hanno perso la vita e imploriamo il pentimento e la conversione degli autori di tali crimini.

Il Risorto assista il popolo haitiano, affinché cessino quanto prima le violenze che lacerano e insanguinano il Paese ed esso possa progredire nel cammino della democrazia e della fraternità. Dia conforto ai Rohingya, afflitti da una grave crisi umanitaria, e apra la strada della riconciliazione in Myanmar lacerato da anni di conflitti interni, affinché si abbandoni definitivamente ogni logica di violenza”.

E non ha dimenticato l’Africa: “Il Signore apra vie di pace nel continente africano, specialmente per le popolazioni provate in Sudan e nell’intera regione del Sahel, nel Corno d’Africa, nella Regione del Kivu nella Repubblica Democratica del Congo e nella Provincia di Capo Delgado in Mozambico, e faccia cessare la prolungata situazione di siccità che interessa vaste aree e provoca carestia e fame”.

Inoltre non ha dimenticato i migranti: “Il Risorto faccia risplendere la sua luce sui migranti e su coloro che stanno attraversando un periodo di difficoltà economica, offrendo loro conforto e speranza nel momento del bisogno. Cristo guidi tutte le persone di buona volontà ad unirsi nella solidarietà, per affrontare insieme le molte sfide che incombono sulle famiglie più povere nella loro ricerca di una vita migliore e della felicità”.

E’ stato un invito a non dimenticare l’amore di Dio: “In questo giorno in cui celebriamo la vita che ci è donata nella risurrezione del Figlio, ricordiamoci dell’amore infinito di Dio per ciascuno di noi: un amore che supera ogni limite e ogni debolezza. Eppure come è tanto spesso disprezzato il prezioso dono della vita. Quanti bambini non possono nemmeno vedere la luce? Quanti muoiono di fame o sono privi di cure essenziali o sono vittime di abusi e violenze? Quante vite sono fatte oggetto di mercimonio per il crescente commercio di essere umani?”

Cristo ha liberato l’umanità dalla morte: “Fratelli e sorelle, nel giorno in cui Cristo ci ha resi liberi dalla schiavitù della morte, esorto quanti hanno responsabilità politiche perché non risparmino sforzi nel combattere il flagello della tratta di esseri umani, lavorando instancabilmente per smantellarne le reti di sfruttamento e portare libertà a coloro che ne sono vittime. Il Signore consoli le loro famiglie, soprattutto quelle che attendono con ansia notizie dei loro cari, assicurando loro conforto e speranza”.

(Foto: Santa Sede)

32^ Giornata dei missionari martiri: un cuore che arde

 “Il 24 marzo 2024 segnerà la trentaduesima Giornata dei Missionari Martiri. L’evento ha origine nella commemorazione di Sant’Oscar Romero, ucciso nella stessa data nel 1980. La sua figura continua, anno dopo anno, ad incarnare il simbolo della vicinanza agli ultimi e l’incessante dedizione alla causa del Vangelo. Il suo impegno accanto al popolo salvadoregno, in lotta contro un regime elitario indifferente alle condizioni dei più deboli e dei lavoratori, continua a parlare ai giovani e non solo, richiamando alla necessità di una vita cristiana attenta alla preghiera tanto quanto alla cura della sorella e del fratello”: così introduce alla giornata dei missionari martiri, che si celebra oggi, Giovanni Rocca, segretario nazionale di ‘Missio Giovani’.

Il giorno è stato scelto in quanto il 24 marzo 1980 fu ucciso mons. Romero: “Questo giorno, scelto in coincidenza con l’uccisione dell’arcivescovo di San Salvador, è un’occasione per riflettere sul significato dell’eredità che ha lasciato e per onorare quanti, come lui, hanno sacrificato la propria vita nel servizio.

L’attivismo e l’impegno di Romero a favore dei marginalizzati e degli oppressi, furono

immediatamente riconosciuti dal popolo salvadoregno, che lo onorò con il titolo di ‘Santo de

America’. Il suo assassinio, perpetrato da mani legate al governo, scosse le coscienze, generando

un culto popolare e suscitando un profondo movimento di preghiera e impegno che si diffuse

velocemente in tutto il mondo”.

Ed ha spiegato il titolo della giornata: “In quest’occasione, la comunità è invitata a commemorare non solo i missionari caduti, ma anche a riflettere sul significato del loro sacrificio. Il loro esempio ci spinge a un impegno rinnovato nell’assistenza ai più bisognosi e nel combattere le ingiustizie sociali, ricordandoci che anche nei luoghi più remoti e dimenticati, il messaggio di speranza del Vangelo resta vitale e trasformativo.

Per questa edizione, abbiamo scelto il titolo ‘Un cuore che arde’, un riferimento al brano dei

discepoli di Emmaus che ha guidato il nostro cammino durante il mese missionario. Richiama la forza della testimonianza dei martiri che, come Gesù attraverso la condivisione della Parola e il pane spezzato, con il loro sacrificio accendono una luce e riscaldano i cuori di intere comunità cristiane, ispirando una nuova conversione, dedizione al prossimo e al bene comune”.

Il titolo di questa Giornata è stato sviluppato in una riflessione del biblista Angelo Fracchia, che ha chiarito la parola ‘martire’: “Martire, nella lingua greca che ci ha regalato questa parola, significa ‘testimone’: in un tribunale, in piazza, con parole, con gesti, con la presenza… Nel linguaggio dei cristiani, però, è ‘testimone/martire’ una persona capace di mostrare quanto sia centrale il suo rapporto con Gesù, al punto da preferirlo addirittura alla propria vita. Detta così, potrebbe sembrarci difficile distinguere i martiri da fanatici integralisti. Proprio per questo vale la pena guardare al primo dei ‘testimoni’ cristiani, su cui l’evangelista Luca, negli Atti degli Apostoli, ci offre molte informazioni. Stefano è il suo nome”.

Raccontando il martirio di Stefano il biblista ha sottolineato che il martire cristiano non cerca ad ogni costo la morte: “Stefano, in realtà, non ha cercato la morte. Quella in qualche modo garantisce che il suo impegno non fosse finto o parziale. Ciò che ha cercato è una vita in rapporto con Gesù, nel dialogo ed attenzione agli altri, senza durezza né ripicche. Incarnando nelle proprie scelte, parole e gesti l’amore del Padre. Chiunque vive in questo modo, si fa testimone/martire accanto e con Stefano. E Gesù”.

L’impegno di mons. Oscar Romero accanto al popolo salvadoregno, in lotta contro un regime elitario indifferente alle condizioni dei più deboli e dei lavoratori, continua tuttora a parlare, richiamando la necessità di una vita cristiana attenta alla preghiera e alla cura dei fratelli e delle sorelle.

Le informazioni raccolte dall’Agenzia Fides rilevano che nel 2023 sono stati uccisi nel mondo 20 missionari: 1 Vescovo, 8 sacerdoti, 2 religiosi non sacerdoti, 1 seminarista, 1 novizio e 7 tra laici e laiche. Rispetto all’anno precedente, si registrano 2 missionari uccisi in più. Secondo la ripartizione continentale, quest’anno il numero più elevato torna ad essere in Africa, dove sono stati uccisi 9 missionari: 5 sacerdoti, 2 religiosi, 1 seminarista, 1 novizio. In America sono stati assassinati 6 missionari: 1 Vescovo, 3 sacerdoti, 2 laiche. In Asia sono morti, uccisi dalla violenza, 4 laici e laiche. Infine in Europa è stato ucciso un missionario laico.

Diario della Felicità 4: storie di giovani che aiutano a ritrovare la speranza

Siete a corto di speranza, ma volete tornare a sperare? Avete perso entusiasmo, ma desiderate trovare gioia in mezzo alle tempeste della vita? Vi state chiedendo a cosa serva fare il bene, in un mondo così malato e segnato dal male? Allora abbiamo un libro da consigliarvi: ‘Diario della felicità 4’ (Cecilia Galatolo e Suor Dolores Boitor, Mimep Docete). Nel testo troverete le storie di quattro giovani, vissuti in luoghi, famiglie, contesti diversi, accumunati però da una stessa luce, da una stessa fede, quella in Cristo.

Papa Francesco: il presepe aiuta a capire il cristianesimo

Dopo aver ricevuto i presepisti della ‘Valle del Presepe’ oggi papa Francesco ha accolto i figuranti del presepe vivente della basilica di santa Maria Maggiore, che custodisce la culla di Gesù, coinvolti in questa ‘avventura’ da mons. Makrickas:

XXXI Domenica del Tempo Ordinario: Cristo Gesù è l’unico e vero Maestro

Il brano del Vangelo di questa domenica riguarda tutti e ciascuno di noi; è un invito alla riflessione, alla conversione personale, all’amore reciproco.  E’ un brano che invita all’umiltà e al senso di responsabilità, alla coerenza e giammai all’ipocrisia. Cristo Gesù, come d’altronde il profeta Malachia, esordisce con un invito assai chiaro ed invita a vivere con coerenza e senza ipocrisia la Parola di Dio, l’insegnamento del Signore. Il monito è rivolto a tutti: sacerdoti e fedeli.

Santa Teresa di Lisieux, il viaggio a Roma e l’incontro con il Papa

Santa Teresa di Gesù Bambino e del Volto Santo, proclamata da papa Pio XI co-patrona delle missioni insieme a san Francesco Saverio, ha vissuto buona parte della sua breve e fragile vita (morì a 24 anni di tubercolosi) tra le mura di un monastero. Ma prima di iniziare il suo tempo di clausura, la santa di Lisieux, di cui domenica 1 ottobre si è celebrata la memoria liturgica, ebbe modo di attingere con il suo stile imparagonabile alle memorie apostoliche e martiriali della Chiesa di Roma.

Madre Speranza di Gesù

Beatificazione:31 maggio 2014 da papa Francesco Santuario principale: Santuario dell’Amore Misericordioso Ricorrenza: 8 febbraio Al secolo: María Josefa Alhama Valera (Santomera, 30 settembre 1893).

Papa Francesco ai giornalisti: siate protagonisti della storia

Pur continuando nella riabilitazione del fisico papa Francesco non rinuncia agli incontri e ieri ha ricevuto i componenti della delegazione del Premio Biagio Agnes, sottolineando tre parole importanti per un giornalista, strumenti del loro lavoro, che sono taccuino, penna e sguardo:

Il papa agli artisti: fate ‘vedere’ Gesù

Nonostante problemi di salute sabato scorso papa Francesco ha ricevuto in udienza i partecipanti del convegno promosso da La Civiltà Cattolica e la Georgetown University sul tema ‘L’estetica globale dell’immaginazione cattolica’, che ha riunito per qualche giorno poeti, scrittori, sceneggiatori e registi di varie parti del mondo attorno al tema dell’immaginazione poetica e dell’ispirazione cattolica:

Fabio Quadrini racconta la realtà della Sindone

Per immetterci nella Settimana Santa sabato 1 aprile a Tolentino, in provincia di Macerata, il comitato per il ‘700^ anniversario della morte del Beato Tommaso da Tolentino’, in collaborazione con l’Associazione Italiana Maestri Cattolici (AIMC), l’Associazione Medici Cattolici Italiani (AMCI), Gruppo Scout Tolentino1, Sermit, Azione Cattolica Italiana, ha invitato ad una meditazione il sindonologo, dott. Fabio Quadrini (specializzato negli studi sindonici presso l’Ateneo Pontificio ‘Regina Apostolorum’di Roma) sul tema: ‘La Sindone: immagine della sofferenza dell’Innocente di tutti i tempi’, con l’ostensione della copia della Sindone in scala reale, essendo la reliquia originale conservata nel Duomo di Torino, nell’anniversario della morte del beato Tommaso da Tolentino e compagni, avvenuta a Thane, in India il 9 aprile 1321.

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