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Da Assisi una lettura interreligiosa del Cantico di san Francesco d’Assisi

“Prendiamo in esame un testo chiave di san Francesco d’Assisi, il ‘Cantico di frate sole’ (o ‘Cantico delle Creature’) ed alcune delle sue tante possibili riletture, sul versante interreligioso. Francesco d’Assisi è un simbolo del dialogo interreligioso, fra l’altro per l’incontro in Egitto con il Sultano mussulmano al-Malik al-Kamil durante la quinta Crociata (1219)… L’obiettivo del corso macroecumenico per la ‘casa comune’,nel quadro della denominazione della Cittadella di Assisi, ‘Cittadella Laudato Sì’, è di favorire occasioni di incontro, di dialogo, riflessione tra esponenti ed esperti di tutte le religioni del mondo sull’ecologia integrale, nella convinzione che dal patrimonio di fede di ogni confessione religiosa si possano trarre insegnamenti e percorsi inediti. Ed il ‘Cantico di frate Sole’ offre molte suggestioni al riguardo”.

Il corso ‘Il Cantico delle fedi’, che si svolge online, inizia oggi pomeriggio con la scrittrice di racconti d’infanzia e vincitrice del Premio Andersen, Giusi Quarenghi, che propone una lettura laica del cantico del santo assisate; proseguirà giovedì 2 maggio con il missionario saveriano, Tiziano Tosolini, direttore del Centro Studi Asiatico di Osaka e docente di filosofia al Centro Studi Interreligiosi all’Università Gregoriana di Roma, che illustrerà la lettura buddhista del Cantico; giovedì 12 settembre il teologo. Adnane Mokrani, docente di studi islamici e di relazioni islamo-cristiane, offrirà una lettura mussulmana del Cantico; infine, giovedì 7 novembre la registra teatrale e studiosa di ebraismo, Miriam Camerini, proporrà ne lettura ebraica.

Al presidente della Pro Civitate Christiana di Assisi, don Tonio Dell’Olio, chiediamo di spiegarci in cosa consiste ‘il Cantico delle fedi’: “E’ la ricerca sapiente delle tracce e delle ispirazioni che permeano il ‘Cantico di Frate Sole’ di Francesco d’Assisi nella spiritualità e nel patrimonio di fede delle religioni. Il cantico delle fedi è un ‘laboratorio macroecumenico per la casa comune” composto da ricercatori appartenenti a diverse religioni e da esperti. A breve inizierà un Corso di formazione online che, organizzato dal Laboratorio, si rivolge primariamente agli insegnanti ma anche a tutte le donne e gli uomini che desiderano far crescere la propria conoscenza (e la propria esperienza) di fede e di vita in relazione con l’ambiente alla luce del Cantico delle creature”.

Quante ‘letture’ può offrire il ‘Cantico delle Creature’?

“Il ‘Cantico delle creature’ è un portone spalancato verso il cielo e verso la terra, verso Dio e verso tutte le sue creature. C’è una lettura teologica ma c’è una parola affidata al creato che si rivolge a Dio con i suoni del vento e dell’acqua, col crepitìo del fuoco e con il calore dei raggi del sole. Oggi si direbbe che si tratta di una lettura immersiva in cui nessuno può pretendere la delega di parlare a nome di altri ma tutti gli elementi del creato hanno dignità di parola perché fratelli e sorelle, talvolta anche madri. Poi il ‘Cantico delle Creature’ propone una rilettura del perdono e della morte con cui ci si confronta come donne e uomini in cammino sulla terra e nella storia”.

Come leggere oggi il ‘Cantico delle Creature’?

“Prima che leggerlo bisognerebbe ascoltarlo. Papa Francesco l’ha fatto pulsare in quell’enciclica stupenda che porta il nome del Cantico e tocca i nodi nevralgici del cambiamento d’epoca che stiamo vivendo. Ci insegna a rileggere il Cantico non solo come un inno della natura ma come una lente che ci educa a guardarci dentro intimamente, personalmente e come umanità”.

Per quale motivo lodare Dio per tutte le sue creature?

“Maturiamo quella lode come un’esigenza prima che come un dovere. Quando ci immergiamo nel creato non possiamo che aprirci al sentimento della gratitudine e della lode perché scopriamo che tutto è dono, anzi espressione gratuita dell’amore del Creatore”.

Perché la nuova denominazione ‘Cittadella Laudato Sì’?

“Innanzitutto per la collocazione assisana che è tutt’altro che una mera coincidenza: è la scelta di una spiritualità e uno stile di vita. Inoltre per rafforzare un’attenzione che la Pro Civitate Christiana, che è l’associazione che anima le iniziative e le attività di ‘Cittadella Laudato sì’, ha sempre riservato alla cura della casa comune. Basterebbe scorrere i titoli e i relatori dei convegni e dei Corsi di studio che da più di 80 anni vengono proposti, per rendersene conto. Infine ci sembra che in questo modo riusciamo a offrire un contributo specifico alla richiesta che ci viene formulata dal magistero di Papa Francesco”.

Eppoi ad agosto il corso ‘Cum tucte le creature: natura e contronatura’: in quale modo rapportarci con il creato?

“L’attenzione all’ecologia integrale non può prescindere dalla denuncia dei danni che vengono arrecati quotidianamente all’ambiente e alle persone vittime di sfruttamento, guerre e privazione di diritti. C’è un greenwashing diffuso e pervasivo che non può essere assecondato e va smascherato a 360 gradi. Inoltre crediamo che uno dei punti fermi del cammino verso una nuova coscienza ecologica consista nel sentirsi parte del creato: né superiori dominatori, nè dirimpettai”.

Da Roma un invito a pensare il futuro

Ieri si è aperto l’Incontro internazionale ‘Popoli fratelli, terra futura’, promosso dalla Comunità di Sant’Egidio a Roma, con la partecipazione di leader delle grandi religioni mondiali e rappresentanti del mondo della cultura e delle istituzioni, provenienti da 40 Paesi del mondo, introdotto dal presidente di Sant’Egidio, Marco Impagliazzo, in dialogo con il patriarca ecumenico di Costantinopoli Bartolomeo I, l’arcivescovo di Canterbury e primate anglicano, Justin Welby, il presidente della conferenza dei rabbini europei, Pinchas Goldschmidt, lo sheykh vicario del Grande Imam di al-Azhar, Mohamed Al-Duwaini, il ministro dell’Interno Luciana Lamorgese e lo sheikh Nahyan bin Mubarak Al Nahyan, ministro della Tolleranza e della Convivenza degli Emirati Arabi Uniti.

Don Leonardi esplora la domanda religiosa dei giovani

“Dalla religione bisogna distinguere la fede, tenendola separata ma non contrapponendola, anzi armonizzando l’una con l’altra. Il primo a usare questo criterio è stato Karl Barth, ma questa ormai è la distinzione usata da tutti, anche da Joseph Ratzinger. La fede come differenza rispetto alla religione è l’adesione soggettiva al divino, è la scelta personale dell’appartenenza non come prodotto culturale o sociale ma come fatto personale, individuale.

C’è un fondatore, un iniziatore della religione, pensiamo per esempio ad Abramo, a Joseph Smith o a Maometto, e questi ha fede; attraverso i suoi discepoli si forma una comunità e questa comunità fa diventare la fede una religione. La fede iniziale è l’acqua, l’acqua diventa un fiume che costruisce da sé il proprio letto, la comunità costruisce e rafforza gli argini del letto”.

Così inizia il libro ‘Le religioni spiegate ai giovani’ di don Mauro Leonardi, saggio che, con un linguaggio chiaro e divulgativo, traccia una profilo approfondito dei principali culti religiosi presenti oggi in Italia. Oltre a Induismo, Confucianesimo, Taoismo, Buddhismo, Ebraismo, Cristianesimo e Islam vengono presentati anche la Chiesa Valdese, il Sikhismo, la Chiesa di Gesù Cristo dei Santi degli Ultimi Giorni (Mormoni) e Scientology.

In questo modo sono nate le interviste, che corredano ogni capitolo, a Tanya Gupta (Induismo), Hong Fan (Confucianesimo e Taoismo) Roberto Minganti (Buddhismo), David Parenzo (Ebraismo), Chiara Giaccardi e don Julián Carrón (Cristianesimo), Shahrzad Houshmand Zadeh (Islam), Italo Pons (Chiesa Valdese), Avijet Koholi (Sikhismo), Carmelo Persico (Chiesa di Gesù Cristo dei Santi degli Ultimi Giorni) e Luigi Brambani (Scientology).

 Allora come spiegare ai giovani le religioni?

“Come raccontano diverse persone nel mio libro, i giovani sono attratti soprattutto dagli esempi. Don Julián Carrón ha inventato una formulazione molto significativa. ha detto che il cristianesimo cresce per ‘invidia buona’. Più che parlare delle ragioni del cristianesimo, i giovani a mio parere hanno bisogno di incontrare gente felice. Da lì verrà loro ‘i desideri’ e quindi le domande, a cui naturalmente bisognerà saper rispondere”.

Come si può dialogare nelle diversità delle religioni?

“Oggi come oggi il dialogo tra le religioni non deve riguardare prevalentemente i contenuti, cioè ‘il dogma interno’ di ogni religione: non ha alcun senso discutere con un musulmano se sia meglio Maometto o Gesù Cristo. Bisogna invece trovare degli spazi esterni alle verità dottrinali di ciascuna di esse. per stare insieme. A volte, come aveva chiesto il papa per il 14 maggio, può anche essere pregare insieme: ma più spesso sarà fare del bene assieme. Pur essendo diverse le fedi, è impossibile che l’imperativo di fare il bene e di evitare il male che ciascun uomo ha nel cuore, non trovi una eco, anche minima, nel cuore degli altri. Bisogna cercare quel bene ‘sovrapponibile’ e farlo insieme”.

Come si pongono i giovani davanti alle religioni?

“I giovani hanno grandi domande sul senso della vita o sulla salvezza del pianeta, ma spesso non hanno le parole per rivolgere quegli interrogativi ai credenti. Dovranno quindi essere i credenti a trovare il modo di riconoscere quelle domande e di farsene carico”.

Quale linguaggio usare con i giovani?

“I giovani amano la semplicità e la testimonianza. Il linguaggio da usare con i giovani è quello di Gesù, è quello del vangelo. Concretezza. Poche astrazioni e tanti racconti personali”.

Dopo due mesi di celebrazione senza popolo cosa è la Messa per i giovani?

“E’ stato un ritorno a casa. Qualcuno è rimasto scandalizzato dai volontari che fanno rispettare tutte le distanze in Chiesa. E’ sembrato loro un clima ‘da polizia’. Forse si dovrà puntare più sull’educazione che sull’imposizione”.

Francesco e il Sultano: incontro fondamentale tra le religioni

Si chiude questo 2019 in cui si sono ricordati gli 800 anni dall’incontro tra san Francesco d’Assisi e il sultano al-Malik al-Kamil, avvenuto a Damietta, in Egitto, nel 1219. In un passaggio storico come il nostro, caratterizzato da grande attenzione al rapporto tra mondo cristiano (o post-cristiano) e islamismo più o meno teocratico, la commemorazione ha captato l’interesse di molti, anche al di fuori del mondo francescano.

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