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Papa Francesco ed il patriarca Tawadros II in cammino per l’unità

All’udienza generale di stamattina ha partecipato Tawadros II, patriarca copto ortodosso di Alessandria, giunto a Roma su invito di papa Francesco per commemorare insieme il 50^ anniversario dell’incontro tra san Paolo VI e papa Shenouda III nel maggio 1973, quando i due papi firmarono una Dichiarazione cristologica comune in cui si affermava che la Chiesa cattolica e la Chiesa copta condividevano la ‘stessa fede in Gesù Cristo’.
‘Africa, fame di Giustizia’: la campagna Caritas in risposta alla crisi alimentare

Da oltre un anno una drammatica crisi alimentare sta colpendo l’Africa orientale e altre regioni del continente: una crisi nata dall’effetto combinato di guerre, siccità, alluvioni, aumento dei prezzi, conseguenze durature del Covid-19, aggravata dall’impatto globale della guerra in Ucraina, come ha sostenuto la Caritas nel dossier di gennaio, intitolato ‘Africa, fame di giustizia’.
Papa Francesco: lottare per debellare fame e malattia nel mondo

In un messaggio per il convegno sul morbo di Hansen all’Augustinianum di Roma dal titolo ‘Non lasciare indietro nessuno’ papa Francesco ha sollecitato a non dimenticare la malattia che colpisce ancora in tanti, soprattutto nei luoghi più disagiati, ricordando la 70^ giornata mondiale dei malati di lebbra, istituita nel 1953 da Raul Follereau:
Giornata dell’Alimentazione: non lasciare nessuno indietro

Il tema della Giornata dell’Alimentazione, che si è svolta domenica 16 ottobre, ha un titolo particolare (‘Non lasciare nessuno indietro. Una produzione migliore, una nutrizione migliore, un ambiente migliore e una vita migliore per tutti’), molto caro a papa Francesco, che nel messaggio indirizzato al direttore generale della Fao ha sottolineato l’importanza della cooperazione:
Con la guerra in Ucraina si specula sulla fame

Il prezzo del grano è sceso del 9% negli ultimi tre giorni dopo l’impegno dell’Onu per garantire le spedizioni di quello bloccato in Ucraina, la possibilità che l’India consenta il rispetto dei contratti di vendita già stipulati nonostante il bando all’export e l’aumento dei raccolti in Russia del 2,6% per raggiungere 84.700.000 tonnellate delle quali circa la metà destinate all’esportazione (39.000.000 di tonnellate).
La guerra senza fine nel Tigray: uno dei conflitti dimenticati nel cuore di Papa Francesco

Le guerre africane nella contemporaneità, l’epoca della globalizzazione del XXI secolo, sono definite ‘guerre nere’ a causa della loro enigmaticità: conflitti le cui radici sono difficili da capire. In Europa e sui media occidentali in genere sono rappresentate come brutali e selvagge, dal sapore esclusivamente etnico e perciò stesso arcaiche, quasi incomprensibili.
Papa Francesco chiede di debellare la fame

“Siamo in un momento cruciale. Siamo seriamente fuori strada per raggiungere gli obiettivi di sviluppo sostenibile entro il 2030. La povertà, la disparità di reddito e l’alto costo del cibo continuano a mantenere un’alimentazione sana fuori dalla portata di circa 3.000.000.000 di persone. Il cambiamento climatico e i conflitti sono sia conseguenze che motori di questa catastrofe. 811.000.000 di persone hanno patito la fame nel 2020, ben 161.000.000 in più rispetto al 2019, anche a causa della pandemia COVID-19.
Padre Panichella dal Brasile racconta la situazione

Qui ad Atalaia do Norte, nell’Amazzonia brasiliana, sul confine con il Perù non ci sono grandi novità in questi mesi. Da dicembre a febbraio in Brasile è tempo di vacanze, ritmo attenuato. C’è la morsa della pandemia del covid che qui viaggia su una trentina di casi nuovi al giorno, con diversi morti (non si sa quanti perchè l’assessorato comunale della sanità attribuisce i decessi ad altre cause); su 13.000 abitanti hanno avuto ed hanno il virus 2.400 persone circa, cioè sul 15% della popolazione. La cosa é gravissima.
Il vescovo della nostra diocesi, Alto Solimões ha emesso un decreto per la diocesi di sospensione di tutte le attività pastorali. Così il comune. Quindi questa missione può contare solo con la messa alla domenica al 30% di capienza, la consegna delle buste di alimenti e la preghiera e comunione nelle famiglie. Gli indigeni dei villaggi, circa 6.200 sono contagiati a loro volta dal covid.
Vi racconto un incontro: giovedì scorso, durante il pisolino del pomeriggio hanno bussato e mi hanno chiamato: era la suora, di cui conosco la voce che mi chiamava e c’era alla porta un indigeno che parlava il portoghese chiedendomi di andare a benedire un morente, che non era mai guarito bene dal morso di un serpente. Il morente aveva questo desiderio…
Il fatto inedito è che José Nascumento era pagé, cioè ministro della religione etnica ‘Marubo’ e che spesso non accettava interventi medici dei ‘bianchi’. Il medico l’aveva abbandonato al suo destino da tre mesi. E’ un villaggio ad 8 km da Aralaia, strada di terra con buche profonde melmose con la mia moto guidata da un giovane. Arrivati lì siamo entrati nella ‘maloca’ (capanna di paglia indigena), piccola in verità e scura, con pochissima luce.
Credo che nessuno parlasse il portoghese tranne l’uomo che era venuto a cercarmi. Ho toccato il malato, che non reagiva, ho pregato il Signore, ho letto un tratto del vangelo di Giovanni; ho dato la benedizione con l’acqua e ho tentato di conversare con i tanti presenti su alcune cose. Rispondeva colui che era venuto a chiamarmi. C’erano tante amache appese qua e là e mi hanno detto che lì dentro vivono tredici famigliari.
Ciò non è esattamente per la povertà, ma per un altro motivo molto valido, per conservare la loro cultura che amiamo e stimiamo! Passando ai progetti con i bambini, adolescenti e giovani, dovuto alla pandemia non si possono fare attività in presenza e quindi sono aiutati in casa e con le loro famiglie con borse di alimenti, in questa fase di estrema povertà e…fame.
Li ho visitati a gennaio. Il comune di São Paulo sta boicottando il centro SASF e si rischia di chiudere per mancanza di fondi. Meno male che voi aiutate. Grazie infinite. La Pasqua è giustamente Gesù,che è stato ucciso perchè scomodo, dando la vita a tutti e risorgendo glorioso. Diamo anche noi la vita.