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Papa Francesco alla Fondazione Ratzinger: la sua opera teologica è feconda

“Tutti sentiamo la presenza spirituale e l’accompagnamento del Papa emerito nella preghiera per la Chiesa intera. Ma questa occasione è importante per riaffermare che anche il contributo della sua opera teologica e più in generale del suo pensiero continua ad essere fecondo e operante”: sono le prime parole del discorso pronunciato da papa Francesco nell’udienza concessa alla Fondazione Vaticana ‘Joseph Ratzinger-Benedetto XVI’ per il conferimento del Premio Ratzinger, giunto alla sua XII^ edizione.

Per non dimenticare Marcinelle

Anche ieri, come ogni anno, ha risuonato 262 volte la campana al Bois du Cazier di Marcinelle, nel bacino carbonifero di Charleroi, durante la commemorazione del 66° anniversario della tragedia dell’8 agosto 1956: un incendio sviluppatosi in una galleria della miniera, a quasi mille metri di profondità, costò la vita a 262 minatori, 136 dei quali italiani. I nomi dei lavoratori, in gran parte immigrati in Belgio da vari Paesi dell’Europa post bellica, sono scanditi, uno per uno.

Papa Francesco: l’acqua è un bene comune

Per la giornata mondiale dell’acqua Cittadinanzattiva ha presentato i dati sul consumo dell’acqua che in Italia nel 2021 è stata di € 460 per una famiglia con un aumento del 2,6% rispetto al 2020. Frosinone resta in testa alla classifica dei capoluoghi di provincia più cari con una spesa media annuale di € 847, mentre Milano conquista la palma di capoluogo più economico con € 162, seguita da Trento con € 163, mentre gli incrementi più elevati si registrano a Savona, Matera e Potenza: per tutte e tre le città la variazione del 13,5%.

La Corte costituzionale non ha ammesso il referendum eutanasico

Martedì 15 febbraio la Corte costituzionale ha ritenuto inammissibile il referendum sulla depenalizzazione dell’omicidio del consenziente, ‘Abrogazione parziale dell’articolo 579 del Codice penale (omicidio del consenziente)’ tramite la raccolta di oltre 1.200.000 firme, proposta dall’Associazione Luca Coscioni, come si può leggere nel comunicato della stessa:

Papa Francesco: l’eutanasia è inaccettabile

Al termine dell’udienza generale papa Francesco, a proposito del conflitto nell’est europeo, ha ribadito che la guerra è una follia, ricordando la giornata di preghiera di gennaio:

Custodire ogni vita

“Il vero diritto da rivendicare è quello che ogni vita, terminale o nascente, sia adeguatamente custodita. Mettere termine a un’esistenza non è mai una vittoria, né della libertà, né dell’umanità, né della democrazia: è quasi sempre il tragico esito di persone lasciate sole con i loro problemi e la loro disperazione”:

Il presidente della Repubblica ha giurato sulla Costituzione italiana

Il presidente della Repubblica Sergio Mattarella, eletto dal Parlamento in seduta comune con un consenso amplissimo dopo una settimana di schede bianche, ha giurato sulla Costituzione italiana, accolto dai presidenti delle Camera Roberto Fico e Elisabetta Casellati:

Venti di guerra in Ucraina

La Russia deve fornire le prove che non intende invadere l’Ucraina; mentre gli Usa devono inviare la prossima settimana risposte scritte alle più volte sollecitate richieste di ‘garanzie’ di Mosca: questo è il frutto del colloquio a Ginevra tra il segretario di Stato degli Stati Uniti, Antony Blinken, ed il ministro degli Esteri russo, Sergeij Lavrov, che non prodotto grande risultati sulla via della pace.

Il papa: il lavoro è diritto fondamentale

“Rivolgo un cordiale benvenuto ai pellegrini di lingua italiana. In particolare, saluto i membri dell’Istituto secolare Orionino. La figura di san Giuseppe, umile falegname di Nazareth, ci orienti verso Cristo, sostenga coloro che operano per il bene e interceda per quanti hanno perso il lavoro o non riescono a trovarlo”: in questo modo papa Francesco ha salutato gli italiani al termine dell’udienza generale odierna nell’aula ‘Paolo VI’ al cui centro c’è stata sempre la figura di Giuseppe lavoratore.

Per questo ha concluso l’udienza generale con una preghiera a san Giuseppe, composta da san Paolo VI in occasione della festa del 1^ maggio 1969: “O San Giuseppe, Patrono della Chiesa, tu che, accanto al Verbo incarnato, lavorasti ogni giorno per guadagnare il pane, traendo da Lui la forza di vivere e di faticare; tu che hai provato l’ansia del domani, l’amarezza della povertà, la precarietà del lavoro: tu che irradi oggi, l’esempio della tua figura, umile davanti agli uomini ma grandissima davanti a Dio, proteggi i lavoratori nella loro dura esistenza quotidiana, difendendoli dallo scoraggiamento, dalla rivolta negatrice, come dalle tentazioni dell’edonismo; e custodisci la pace nel mondo, quella pace che sola può garantire lo sviluppo dei popoli. Amen”.

Iniziando la catechesi il papa ha spiegato il mestiere di Giuseppe, che è poi quello fatto da Gesù fino all’età di 30 anni: “Il termine greco tekton, usato per indicare il lavoro di Giuseppe, è stato tradotto in vari modi. I Padri latini della Chiesa lo hanno reso con ‘falegname’. Ma teniamo presente che nella Palestina dei tempi di Gesù il legno serviva, oltre che a fabbricare aratri e mobili vari, anche a costruire case, che avevano serramenti di legno e tetti a terrazza fatti di travi connesse tra loro con rami e terra”.

Era un lavoro duro, che non offriva molti guadagni: “Pertanto, ‘falegname’ o ‘carpentiere’ era una qualifica generica, che indicava sia gli artigiani del legno sia gli operai impegnati in attività legate all’edilizia. Un mestiere piuttosto duro, dovendo lavorare materiale pesante, come il legno, la pietra e il ferro. Dal punto di vista economico non assicurava grandi guadagni, come si deduce dal fatto che Maria e Giuseppe, quando presentarono Gesù nel Tempio, offrirono solo una coppia di tortore o di colombi, come prescriveva la Legge per i poveri”.

Il pensiero del papa è corso subito ai lavoratori che sono sottopagati o sfruttati: “Questo dato biografico di Giuseppe e di Gesù mi fa pensare a tutti i lavoratori del mondo, in modo particolare a quelli che fanno lavori usuranti nelle miniere e in certe fabbriche; a coloro che sono sfruttati con il lavoro in nero; alle vittime del lavoro (abbiamo visto che in Italia ultimamente ce ne sono state parecchie); ai bambini che sono costretti a lavorare e a quelli che frugano nelle discariche per cercare qualcosa di utile da barattare…

Mi permetto di ripetere questo che ho detto: i lavoratori nascosti, i lavoratori che fanno lavori usuranti nelle miniere e in certe fabbriche: pensiamo a loro. A coloro che sono sfruttati con il lavoro in nero, a coloro che danno lo stipendio di contrabbando, di nascosto, senza la pensione, senza niente. E se non lavori, tu, non hai alcuna sicurezza. Il lavoro in nero oggi c’è, e tanto”.

Un pensiero allargato alle vittime del lavoro ed ai bambini, costretti a lavorare: “Pensiamo alle vittime del lavoro, degli incidenti sul lavoro; ai bambini che sono costretti a lavorare: questo è terribile! I bambini nell’età del gioco devono giocare, invece sono costretti a lavorare come persone adulte.

Pensiamo a quei bambini, poveretti, che frugano nelle discariche per cercare qualcosa di utile da barattare. Tutti questi sono fratelli e sorelle nostri, che si guadagnano la vita così, con lavori che non riconoscono la loro dignità! Pensiamo a questo. E questo succede oggi, nel mondo, questo oggi succede!”

Ed ha chiesto un giusto sostentamento: “Quello che ti dà dignità non è portare il pane a casa. Tu puoi prenderlo dalla Caritas: no, questo non ti dà dignità. Quello che ti dà dignità è guadagnare il pane, e se noi non diamo alla nostra gente, ai nostri uomini e alle nostre donne, la capacità di guadagnare il pane, questa è un’ingiustizia sociale in quel posto, in quella nazione, in quel continente. I governanti devono dare a tutti la possibilità di guadagnare il pane, perché questo guadagno dà loro la dignità. Il lavoro è un’unzione di dignità, e questo è importante. Molti giovani, molti padri e molte madri vivono il dramma di non avere un lavoro che permetta loro di vivere serenamente, vivono alla giornata”.

La mancanza del lavoro conduce anche alla volontà di uccidersi: “E tante volte la ricerca di esso diventa così drammatica da portarli fino al punto di perdere ogni speranza e desiderio di vita. In questi tempi di pandemia tante persone hanno perso il lavoro e alcuni, schiacciati da un peso insopportabile, sono arrivati al punto di togliersi la vita. Vorrei oggi ricordare ognuno di loro e le loro famiglie”.

Il lavoro è fonte essenziale non solo per il sostentamento, ma anche per esprimere la nostra personalità, in modo da compiere un cammino di santità: “Lavorare non solo serve per procurarsi il giusto sostentamento: è anche un luogo in cui esprimiamo noi stessi, ci sentiamo utili, e impariamo la grande lezione della concretezza, che aiuta la vita spirituale a non diventare spiritualismo.

Purtroppo però il lavoro è spesso ostaggio dell’ingiustizia sociale e, più che essere un mezzo di umanizzazione, diventa una periferia esistenziale… Infatti, il lavoro è un modo di esprimere la nostra personalità, che è per sua natura relazionale. Il lavoro è anche un modo per esprimere la nostra creatività: ognuno fa il lavoro a suo modo, con il proprio stile; lo stesso lavoro ma con stile diverso”.

Concludendo l’udienza generale il papa ha invitato fedeli e Chiesa ad interrogarsi sul contributo che si può offrire: “E’ bello pensare che Gesù stesso abbia lavorato e che abbia appreso quest’arte proprio da San Giuseppe. Dobbiamo oggi domandarci che cosa possiamo fare per recuperare il valore del lavoro; e quale contributo, come Chiesa, possiamo dare affinché esso sia riscattato dalla logica del mero profitto e possa essere vissuto come diritto e dovere fondamentale della persona, che esprime e incrementa la sua dignità”.

(Foto: Santa Sede)

A Cascia la ‘Casa di Santa Rita’ per ospitare i familiari dei malati

In occasione della festa dell’Immacolata suor Maria Rosa Bernardinis, Madre Priora del Monastero Santa Rita da Cascia e Presidente della Fondazione Santa Rita da Cascia onlus, che sta raccogliendo fondi per i lavori di ristrutturazione necessari alla realizzazione del progetto delle monache, ha lanciato un appello per sostenere la costruzione di una casa accogliente per i familiare dei malati, invitando al sostegno tramite il sito: casa.santaritadacascia.org/natale/dona:

“Affidiamo all’Immacolata i malati e le loro famiglie perché gli venga sempre assicurata la presenza reciproca, annullando sacrifici e barriere economiche. Questa è la preghiera che, insieme, possiamo rendere opera concreta col progetto ‘La Casa di Santa Rita’ e garantire ai malati ricoverati all’Ospedale di Cascia per la riabilitazione il diritto ad avere i propri cari accanto. Perché nessuna condizione deve impedirgli di contare sul loro sostegno e sull’amore. Chiunque può, anche con un piccolo gesto, ci aiuti a fare in modo che la nostra casa per accogliere gratuitamente le famiglie dei malati diventi presto realtà”.

Quindi la madre priora ha spiegato come è nata quest’idea: “L’idea di creare una casa dove accogliere i familiari dei malati nasce da una richiesta di aiuto. Quella di un ragazzo con una lesione midollare, che dopo anni di terapie ha ripreso l’uso delle braccia.

A inizio 2020, ha visto nella riabilitazione di Cascia la speranza di migliorare ancora, ma senza i suoi genitori, che non potevano pagare le spese per accompagnarlo, non sarebbe venuto. Poi, hanno chiesto a noi monache e li abbiamo indirizzati a una famiglia vicina all’ospedale che li ha ospitati.

Con le cure ricevute quel ragazzo ha migliorato ancora la sua vita. Così, grazie a lui, abbiamo pensato a come dare una risposta concreta ai bisogni dei malati, che hanno diritto a non rinunciare alle migliori cure contando anche sulla forza dei loro cari. Fa la differenza, perché sentirsi amati vuol dire sentirsi vivi”.

Per il diritto alla salute le agostiniane si sono molto impegnate dopo il sisma 2016, che ha distrutto il vecchio ospedale. Grazie alle donazioni di tanti, infatti, hanno riconvertito in struttura ospedaliera un edificio del monastero, dando nuovo avvio all’Ospedale di Cascia.

Ora, le monache hanno lanciato un’ulteriore missione di carità, prefiggendosi la ristrutturazione dell’ala nord di quell’edificio per trasformarla ne ‘La Casa di Santa Rita’, dove accoglieranno gratuitamente le famiglie che non possono pagare una sistemazione in affitto o in albergo, garantendo la loro presenza ai malati.

Si tratta di un appartamento di 240 mq, al 2° piano dell’Ospedale di Cascia, centro specialistico d’eccellenza a livello nazionale. Nel reparto di riabilitazione, sono ricoverati pazienti con malattie neurodegenerative, ortopediche e reumatiche, che spesso arrivano da altre regioni d’Italia.

La Fondazione Santa Rita da Cascia onlus, nata nel 2012 per volontà delle claustrali proprio per esprimere concretamente il loro aiuto al prossimo, sta raccogliendo i fondi per avviare i lavori di ristrutturazione:

“Così, ‘La Casa di Santa Rita’ sarà costruita sull’amore: diventerà un posto sicuro e accogliente per tante famiglie che potranno essere vicine ai loro cari per tutto il periodo di cure, che durano fino a 90 gg. Il primo obiettivo è raccogliere € 130.000 per mettere a norma gli impianti e installare il riscaldamento. Poi si procederà con la realizzazione della scala di ingresso e la rifinitura di ambienti e arredi. Un progetto ambizioso che le agostiniane contano di realizzare grazie al contributo di tante persone”.

(Foto: Fondazione Santa Rita da Cascia)

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