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I vescovi europei: l’aborto non è un diritto

“La promozione delle donne e dei loro diritti non è legata alla promozione dell’aborto. Lavoriamo per un’Europa in cui le donne possano vivere la loro maternità liberamente e come un dono per loro e per la società e in cui l’essere madre non sia in alcun modo una limitazione per la vita personale, sociale e professionale. Promuovere e facilitare l’aborto va nella direzione opposta alla reale promozione delle donne e dei loro diritti”: con questa nota del Comece, che è il coordinamento degli episcopati cattolici dei 27 Paesi membri Ue, arriva un ammonimento al Parlamento europeo per ribadire che l’aborto non è un diritto e non può essere inserito in qualsiasi Costituzione.

Riprendendo la dichiarazione ‘Dignitas infinita’ i vescovi europei hanno ribadito che la vita è un diritto fondamentale da tutelare: “L’aborto non potrà mai essere un diritto fondamentale. Il diritto alla vita è il pilastro fondamentale di tutti gli altri diritti umani, in particolare il diritto alla vita delle persone più vulnerabili, fragili e indifese, come il bambino non ancora nato nel grembo della madre, il migrante, l’anziano, la persona con disabilità e il malato”.

Inoltre i vescovi della Comece ricordano un principio dell’Europa comunitaria, che consiste nella non imposizioni ideologiche sulla persona e sulla famiglia: “L’Unione europea deve rispettare le diverse culture e tradizioni degli Stati membri e le loro competenze nazionali. L’Unione europea non può imporre ad altri, all’interno e all’esterno dei suoi confini, posizioni ideologiche sulla persona umana, sulla sessualità e sul genere, sul matrimonio e sulla famiglia…”.

Quindi la nota si conclude con un monito al rispetto dei diritti scritti nelle Costituzioni dei singoli Stati: “La Carta dei diritti fondamentali dell’UE non può includere diritti che non sono riconosciuti da tutti e che sono divisivi. Non esiste un diritto riconosciuto all’aborto nel diritto europeo o internazionale e il modo in cui questo tema è trattato nelle Costituzioni e nelle leggi degli Stati membri varia notevolmente.

Come afferma il suo preambolo, la Carta deve rispettare la ‘diversità delle culture e delle tradizioni dei popoli d’Europa’, nonché i diritti derivanti in particolare dalle tradizioni costituzionali e dagli obblighi internazionali comuni agli Stati membri”.

In Terra Santa nessuna possibilità di pace

“Se per pace si intende un epilogo felice dovremo aspettare qualche generazione. In questo momento non c’è il contesto adatto per arrivare alla pace, perché le ferite hanno bisogno di tempo per essere curate. I cristiani però non possono perdere la speranza; quindi è importante arginare la deriva di odio, che si manifesta soprattutto nel linguaggio; e occorre lavorare per creare occasioni per ricostruire la fiducia e questo non si fa solo con le parole, ma anche con i gesti. Come Chiesa possiamo costruire occasioni di incontro e di relazione attraverso le nostre istituzioni, i nostri ospedali, le nostre chiese”.

Lo ha affermato ieri sera il card. Pierbattista Pizzaballa, patriarca latino di Gerusalemme, intervenendo a Lodi al ‘Colloquio di San Bassiano’ che si tiene un mese dopo la festa patronale, come riportato da ‘Il Cittadino’, sottolineando la drammatica situazione di Gaza:

“A Gaza la situazione è drammatica: il 90% della popolazione è sfollata, e stiamo parlando di circa 1.800.000 persone. Gran parte della popolazione è ammassata nella zona di Rafah, per la strada, dove non c’è assolutamente nulla. Tutte le infrastrutture al momento sono distrutte. Per la ricostruzione ci vorranno anni, la domanda però è: nel frattempo cosa si fa?

In Cisgiordania ci sono circa 3.000.000 di palestinesi in un’area che, fino a un paio di settimane fa, era ermeticamente chiusa. E per effetto di questo si sono creati grossi problemi economici perché le due fonti di reddito della popolazione palestinese qui sono i pellegrini e il pendolarismo verso Israele”.

E secondo l’ong ‘Save the Children’ dopo che il Consiglio di Sicurezza delle Nazioni Unite non è riuscito ad approvare la risoluzione per il ‘cessate il fuoco’ a Gaza, la vita di almeno 1.000.000 di bambini rimane a rischio a causa dei combattimenti, della fame e delle malattie, oltre che per il grave disagio mentale causato da mesi di guerra.

La notizia giunge mentre il bilancio delle vittime tra i bambini di Gaza supera i 12.400, secondo il Ministero della Sanità di Gaza, e gli almeno 36 in Israele, secondo le Nazioni Unite, nonché dopo che il governo di Israele ha dichiarato Rafah, l’ultimo luogo che i civili ritenevano sicuro a Gaza, come prossimo obiettivo. 

Più di 1.300.000 di civili palestinesi, tra cui più di 600.000 bambini, sono ora intrappolati lì, senza un altro posto dove fuggire, dopo aver seguito gli ‘ordini di evacuazione’ emessi da Israele che li indirizzavano verso l’area, con la falsa premessa che sarebbe stata sicura:

“Siamo sconcertati nell’apprendere di questo nuovo fallimento, l’ennesimo da parte della comunità internazionale. Dopo più di quattro mesi di violenze incessanti, non abbiamo più parole per descrivere ciò che stanno passando i bambini e le famiglie di Gaza, né gli strumenti per rispondere in modo adeguato.

L’entità della morte e distruzione è enorme, mentre i carri armati sono pronti a entrare a Rafah, dove la maggior parte della popolazione di Gaza è stata costretta a fuggire a causa della fame e delle malattie, questa guerra sta per entrare nella fase più letale possibile. I bambini sono una categoria particolarmente vulnerabile, con diritti e tutele uniche e, come in ogni guerra, stanno pagando il prezzo più alto.

E l’incapacità della comunità internazionale di proteggerli, un dovere legale, sta facendo lievitare questo prezzo a una velocità e con dimensioni mai viste prima. Anche dopo quattro mesi, il più alto organo decisionale delle Nazioni Unite per la pace e la sicurezza internazionale non è stato in grado di farlo. 

I bambini vengono delusi dagli adulti che dovrebbero proteggerli. E’ giunto il momento che questi adulti si assumano le loro responsabilità e i loro obblighi legali nei confronti dei bambini, coinvolti in un conflitto in cui non hanno avuto alcun ruolo e che vogliono solo poter vivere”.

Inoltre Inger Ashing, direttrice di Save the Children International, ha riferito che a Gaza si sta assistendo ad una catastrofe: “Quanto accaduto in questi mesi è stato catastrofico, ma qualsiasi estensione delle operazioni militari da parte di Israele a Rafah sarebbe probabilmente fatale per i bambini e le loro famiglie. Oltre la metà della popolazione di Gaza, compresi più di 610.000 bambini, sono stipati in un frammento di terra che non può accoglierli né sostenere la loro sopravvivenza.

Nell’area sovraffollata non c’è nessun posto dove ripararsi dalle bombe, e nessun altro posto dove le famiglie possano fuggire. In concreto, i bambini sono in trappola. Nel caso di un’escalation a Rafah, ci sarà inevitabilmente un aumento significativo delle gravi violazioni contro i bambini, che sono già state commesse a un ritmo senza precedenti.

I responsabili devono essere chiamati a risponderne. Tutte le parti in conflitto, comprese le Forze di Difesa israeliane, le Brigate Qassam (Hamas) e la Jihad islamica, devono essere aggiunte alla lista degli autori di gravi violazioni contro i bambini nei conflitti armati e impegnarsi a compiere azioni immediate per garantire la protezione dei bambini. La responsabilità è essenziale per riconoscere i gravi danni procurati ai bambini, per spezzare i cicli di violenza e prevenire ulteriori violazioni e per ricostruire società pacifiche basate sullo stato di diritto”.

Giornata per la vita, la storia e l’impegno di Carlo Casini raccontato dalla figlia Marina

“La vita è sempre più minacciata a tutti i livelli: annientamento dei valori, violenza diffusa, guerre fratricide, povertà, sottosviluppo… Un buio sempre più fitto che avvolge persone, situazioni, la nostra società, il mondo intero; un buio che uccide la speranza nel cuore delle persone, che getta giovani, adulti, bambini e anziani nella paura, nel non senso di vivere. Per noi non deve essere così. Noi non ci possiamo adeguare, non ci possiamo arrendere! Credere alla vita è luce, luce che annulla il buio, luce che è Bellezza. Abbiamo la potenzialità immensa di essere luce perché siamo figli di Dio”:

Giornata delle persone disabili: uniti nell’azione

“Oggi è la Giornata internazionale delle persone con disabilità. Accogliere e includere chi vive questa condizione aiuta tutta la società a diventare più umana. Nelle famiglie, nelle parrocchie, nelle scuole, nel lavoro, nello sport: impariamo a valorizzare ogni persona con le sue qualità e capacità, e non escludiamo nessuno”: ha ricordato papa Francesco nei saluti conclusivi dell’Angelus odierno nella giornata dedicata alle persone con disabilità, istituita dall’ONU nel 1992.

I vescovi del Triveneto contro l’eutanasia

Svolta nel dibattito sul suicidio medicalmente assistito in Italia: nelle scorse settimane l’Azienda Sanitaria Regionale del Veneto ha dato il via libera senza ostacoli ad una richiesta di ‘fine vita’. Questa è la seconda volta che tale decisione viene presa nella regione, aprendo la strada a un’opzione di scelta per i pazienti che soffrono di gravi malattie terminali.

Giornata di preghiera per il Creato: ambiente come giustizia

‘Che scorrano la giustizia e la pace’ è quest’anno il tema del Tempo ecumenico del Creato, ispirato dalle parole del profeta Amos: ‘Come le acque scorra il diritto e la giustizia come un torrente perenne’, da cui nelle scorse settimane papa Francesco ha presentato il messaggio per la giornata di preghiera per la cura del Creato, che collega alla natura la giustizia ed il diritto, in programma venerdì 1 settembre:

Papa Francesco: liberi di scegliere se partire o restare

Domenica 24 settembre 2023 si celebrerà la 109^ Giornata Mondiale del Migrante e del Rifugiato con una riflessione sul messaggio di papa Francesco ‘Liberi di scegliere se migrare o restare’, con l’intenzione di promuovere una rinnovata riflessione su un diritto non ancora codificato a livello internazionale: il diritto a non dover emigrare, ossia il diritto a poter rimanere nella propria terra.

Quesito giuridico (civilistico-amministrativo-tributario-canonico) sulla compatibilità del «MOTU PROPRIO» (2023) “Il diritto nativo: il patrimonio della Sede Apostolica” con il can. 1258 CIC, l’art. 831 CC, la L. 127/97 ed il D.lgs. n. 117/2017 s.m.i.

                                                        1-INTRODUZIONE

“Su tutti i beni  delle Associazioni religiose e degli enti ecclesiastici, delle  diocesi, delle parrocchie, dei conventi, ecc. , la Santa Sede  è la titolare esclusiva  del diritto di proprietà e di altri diritti reali, legittimata ad esercitare i diversi tipi di controllo sui medesimi essendo diventati i soggetti preposti da Febbraio 2023 semplici amministratori/gestori ???”

Enea ed il diritto ad una famiglia

Lasciato la mattina di Pasqua nella ‘Culla per la vita’ del Policlinico di Milano, il piccolo Enea, pochi giorni di vita per un peso di circa 2,6 kg, ora risulta in buona salute, come altri neonati nei giorni scorsi. Accanto a lui una lettera lasciata a terra: ‘Ciao mi chiamo Enea. Sono nato in ospedale perché la mia mamma voleva essere sicura che era tutto ok e stare insieme il più possibile’, recita il testo scritto come se a parlare fosse il bebè ma firmato ‘mamma’.

L’arresto di Matteo Messina Denaro è un invito all’impegno per la legalità

Dopo l’arresto di Matteo Messina Denaro è stato trovato anche altri bunker dove il capo mafia si nascondeva, realizzato dentro un’abitazione di via Maggiore Toselli, pure questa nel centro di Campobello di Mazara e nella disponibilità di Andrea Bonafede, l’uomo che ha prestato l’identità al superlatitante. Il procuratore aggiunto Paolo Guido ha fatto scattare una nuova perquisizione dopo una segnalazione del Gico del nucleo di polizia economico finanziaria di Palermo, che indagava su un altro filone d’indagine.

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