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A Roma la Giornata mondiale dei Bambini e delle Bambine

“Si avvicina la vostra prima Giornata Mondiale: sarà a Roma il 25 e 26 maggio prossimo. Per
questo ho pensato di mandarvi un messaggio, sono felice che possiate riceverlo e ringrazio tutti
coloro che si adopereranno per farvelo avere. Lo rivolgo prima di tutto a ciascuno personalmente, a
te, cara bambina, a te, caro bambino, perché ‘sei prezioso’ agli occhi di Dio, come ci insegna la
Bibbia e come Gesù tante volte ha dimostrato.

Allo stesso tempo questo messaggio lo invio a tutti, perché tutti siete importanti, e perché insieme, vicini e lontani, manifestate il desiderio di ognuno di noi di crescere e rinnovarsi. Ci ricordate che siamo tutti figli e fratelli, e che nessuno può esistere senza qualcuno che lo metta al mondo, né crescere senza avere altri a cui donare amore e da cui ricevere amore”.

Con questa lettera papa Francesco ha invitato bambini e bambine a Roma sabato 25 e domenica 26
maggio per l’incontro internazionale organizzato dal Dicastero per la cultura e l’educazione, in cui
sono attesi più di 100.000 bambini e ragazzi da più di 100 Paesi, come ha detto p. Enzo Fortunato,
coordinatore della prima Giornata mondiale dei bambini (Gmb):

“Ad oggi abbiamo già 57.555 iscritti. E’ un dato sorprendente, che crescerà. Vorrei ringraziare il Papa per il Messaggio che ci ha donato per la Giornata, che porta dentro il segreto della felicità: l’incontro con Gesù. Sarà un messaggio per il mondo”.

Mentre Stella Cervogni, responsabile delle delegazioni estere della Gmb, ha spiegato che saranno
invitati anche i bambini di altre religioni: “Ci saranno bimbi musulmani e buddisti, presenze che
saranno testimonianza visibile del mondo di pace che vorremmo”.


Nel messaggio papa Francesco ha sottolineato che i bambini e le bambine sono la ‘gioia’ anche
della Chiesa: “Così tutti voi, bambine e bambini, gioia dei vostri genitori e delle vostre famiglie,
siete anche gioia dell’umanità e della Chiesa, in cui ciascuno è come un anello di una lunghissima
catena, che va dal passato al futuro e che copre tutta la terra”.

E’ stato anche un invito ad ascoltare i propri familiari ed a non dimenticare chi ‘soffre’: “Per questo
vi raccomando di ascoltare sempre con attenzione i racconti dei grandi: delle vostre mamme, dei
papà, dei nonni e dei bisnonni!


E nello stesso tempo di non dimenticare chi di voi, ancora così piccolo, già si trova a lottare contro
malattie e difficoltà, all’ospedale o a casa, chi è vittima della guerra e della violenza, chi soffre la
fame e la sete, chi vive in strada, chi è costretto a fare il soldato o a fuggire come profugo, separato
dai suoi genitori, chi non può andare a scuola, chi è vittima di bande criminali, della droga o di altre
forme di schiavitù, degli abusi.


Insomma, tutti quei bambini a cui ancora oggi con crudeltà viene rubata l’infanzia. Ascoltateli, anzi
ascoltiamoli, perché nella loro sofferenza ci parlano della realtà, con gli occhi purificati dalle
lacrime e con quel desiderio tenace di bene che nasce nel cuore di chi ha veramente visto quanto è
brutto il male”.

‘Ecco, io faccio nuove tutte le cose’, brano dell’Apocalisse scelto come titolo dal papa per questa
giornata: “Queste parole ci invitano a diventare agili come bambini nel cogliere le novità suscitate
dallo Spirito in noi e intorno a noi. Con Gesù possiamo sognare un’umanità nuova e impegnarci per
una società più fraterna e attenta alla nostra casa comune, cominciando dalle cose semplici, come
salutare gli altri, chiedere permesso, chiedere scusa, dire grazie.

Il mondo si trasforma prima di tutto attraverso le cose piccole, senza vergognarsi di fare solo piccoli passi. Anzi, la nostra piccolezza ci ricorda che siamo fragili e che abbiamo bisogno gli uni degli altri, come membra di un unico corpo”.


Inoltre ha ricordato che la felicità deve essere condivisa: “E c’è di più. Infatti, care bambine e cari
bambini, da soli non si può neppure essere felici, perché la gioia cresce nella misura in cui la si condivide: nasce con la gratitudine per i doni che abbiamo ricevuto e che a nostra volta partecipiamo agli altri.

Quando quello che abbiamo ricevuto lo teniamo solo per noi, o addirittura facciamo i capricci per avere questo o quel regalo, in realtà ci dimentichiamo che il dono più grande siamo noi stessi, gli uni per gli altri: siamo noi il ‘regalo di Dio’. Gli altri doni servono, sì, ma solo per stare insieme. Se non li usiamo per questo saremo sempre insoddisfatti e non ci basteranno mai”.


Ed ha elencato alcuni luoghi in cui si può stare insieme felicemente: “Pensate ai vostri amici: com’è
bello stare con loro, a casa, a scuola, in parrocchia, all’oratorio, dappertutto; giocare, cantare,
scoprire cose nuove, divertirsi, tutti insieme, senza lasciare indietro nessuno. L’amicizia è
bellissima e cresce solo così, nella condivisione e nel perdono, con pazienza, coraggio, creatività e
fantasia, senza paura e senza pregiudizi”.

Infine in preparazione di questa giornata mondiale papa Francesco ha invitato a non dimenticare la
preghiera: “E adesso voglio confidarvi un segreto importante: per essere davvero felici bisogna
pregare, pregare tanto, tutti i giorni, perché la preghiera ci collega direttamente a Dio, ci riempie il
cuore di luce e di calore e ci aiuta a fare tutto con fiducia e serenità.

Anche Gesù pregava sempre il Padre. E sapete come lo chiamava? Nella sua lingua lo chiamava semplicemente Abbà, che significa Papà. Facciamolo anche noi! Lo sentiremo sempre vicino”.

In particolare la preghiera del Padre nostro: “Care bambine e cari bambini, sapete che a maggio ci
troveremo in tantissimi a Roma, proprio con voi, che verrete da tutto il mondo! E allora, per
prepararci bene, vi raccomando di pregare usando le stesse parole che Gesù ci ha insegnato: il Padre
nostro.

Recitatelo ogni mattina e ogni sera, e poi anche in famiglia, con i vostri genitori, fratelli, sorelle e nonni. Ma non come una formula, no! Pensando alle parole che Gesù ci ha insegnato. Gesù ci chiama e ci vuole protagonisti con Lui di questa Giornata Mondiale, costruttori di un mondo nuovo, più umano, giusto e pacifico”.

Verso il Giubileo con l’Anno della Preghiera

Alla Sala Stampa della Santa Sede oggi è stato presentato l’Anno della Preghiera in preparazione al Giubileo 2025 ed anche la collana ‘Appunti sulla Preghiera’, da parte ci mons. Rino Fisichella, Pro-Prefetto del Dicastero per l’Evangelizzazione, sezione per le Questioni Fondamentali dell’Evangelizzazione nel Mondo, che ha delineato le iniziative ed i sussidi, dopo i numerosi appelli di papa Francesco alla preghiera, che apre alla speranza:

CHARIS, una missione da conoscere

All’inizio di novembre a Roma si è svolto l’evento ‘Chiamati, Trasformati e Inviati’ nel quale si sono riunite tutte le realtà carismatiche del mondo: circa 3000 persone provenienti dai cinque continenti.

Santa Teresa di Lisieux, il viaggio a Roma e l’incontro con il Papa

Santa Teresa di Gesù Bambino e del Volto Santo, proclamata da papa Pio XI co-patrona delle missioni insieme a san Francesco Saverio, ha vissuto buona parte della sua breve e fragile vita (morì a 24 anni di tubercolosi) tra le mura di un monastero. Ma prima di iniziare il suo tempo di clausura, la santa di Lisieux, di cui domenica 1 ottobre si è celebrata la memoria liturgica, ebbe modo di attingere con il suo stile imparagonabile alle memorie apostoliche e martiriali della Chiesa di Roma.

Da Tolentino i desideri dei giovani per la Giornata Mondiale della Gioventù a Lisbona

“Maria, dopo l’annunciazione, avrebbe potuto concentrarsi su sé stessa, sulle preoccupazioni e i timori dovuti alle sua nuova condizione. Invece no, lei si fida totalmente di Dio. Pensa piuttosto a Elisabetta. Si alza ed esce alla luce del sole, dove c’è vita e movimento. Malgrado l’annuncio sconvolgente dell’angelo abbia provocato un ‘terremoto’ nei suoi piani, la giovane non si lascia paralizzare, perché dentro di lei c’è Gesù, potenza di risurrezione…

Mons. Delpini: Berlusconi un uomo che ora incontra Dio

Ieri mons. Mario Delpini, arcivescovo di Milano, ha presieduto i funerali di Stato dell’ex presidente del Consiglio dei Ministri, Silvio Berlusconi, alla presenza di personalità della politica, dello sport e dello spettacolo e 10.000 persone nella piazza, nella cui sobria omelia è stato affermato il desiderio dell’uomo di vivere una vita piena, che trova in Dio il compimento:

San Miniato: il nuovo vescovo grazie ai santi della ‘porta accanto’

Domenica 5 febbraio a Firenze è stato consacrato mons. Giovanni Paccosi, che ha fatto ingresso nella diocesi di San Miniato domenica 26 febbraio, che ha scelto il motto ‘Venite e videte’, tratte dal Vangelo dell’apostolo Giovanni: “Nel centro dello scudo si staglia il monogramma di Cristo, il Chi Rho, conosciuto anche come Chrismon: esso è in rosso, colore che simboleggia l’amore assoluto del Padre che invia il Figlio, e colore del sangue versato dal Figlio per la nostra redenzione; campeggia sull’oro, il primo tra i metalli nobili, simbolo quindi della prima delle Virtù: la Fede. In essa possiamo accogliere il mistero di salvezza recato a noi da Cristo, dal suo farsi povero per la nostra liberazione.

‘Non lo sapevo, ma ti stavo aspettando’: quando Dio ti prende sul serio

Oggi, cari lettori, vorrei offrirvi una testimonianza. Vorrei raccontare una delle tante meraviglie che il Signore ha fatto per me. Ne stavo facendo memoria, proprio in questi giorni, e ho pensato che fosse bello condividere con voi la mia gratitudine. Sono passati sette anni esatti dall’uscita del mio primo romanzo, ‘Non lo sapevo, ma ti stavo aspettando’ (Mimep Docete, 2016).

XXXI domenica del Tempo Ordinario: Dio ama tutte le sue creature!

Dio amando crea e creando ama! Tutto il creato risente dell’amore di Dio; laddove l’uomo, creato ad immagine di Dio, aveva sviato dalla retta via, il Verbo si fece carne, il Figlio di Dio assunse la natura umana per salvare l’uomo e raccogliere le pecore disperse della casa di Israele. Su questo concetto essenziale s’impernia il vangelo, l’opera di Gesù e l’episodio dell’incontro di Gesù con il pubblicano Zaccheo.

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