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Gavino Pala racconta il pontificato di papa Francesco

Bratislava, 12 settembre 2021, ore 17.30: papa Francesco, in visita pastorale in Slovacchia, incontra i gesuiti della regione. La prima domanda è un semplice saluto: “Come sta?” Ma la risposta di papa Francesco è tutt’altro che banale: “Ancora vivo. Nonostante alcuni mi volessero morto. So che ci sono stati persino incontri tra prelati, i quali pensavano che il papa fosse più grave di quel che veniva detto. Preparavano il conclave. Pazienza! Grazie a Dio, sto bene”.

E’ questo lo spunto da cui Gavino Pala, scrittore ed autore televisivo, parte per guidare i lettori nel libro ’Mi volevano morto, Bergoglio alle prese con i suoi detrattori’. Nella prefazione il presidente della Comunità di sant’Egidio, prof. Marco Impagliazzo, parla di processo di ‘ingrigimento della Chiesa’, le cui radici sono lontane. Processo che non è stato arrestato né tanto meno frenato dalla innegabile ‘primavera’ portata dal pontefice arrivato dalla fine del mondo.

All’autore chiediamo di spiegarci il motivo, per cui ‘Mi volevano morto’: “Incontrando i gesuiti a Bratislava, nel 2021, il papa racconta che, durante un suo ricovero, alcuni vescovi si erano riuniti in una sorta di pre-Conclave, spiegando proprio che qualcuno sperava di poter celebrare presto il Conclave. Quelle parole mi hanno colpito e stupito. Che il papa fosse oggetto di critiche, anche feroci, era chiaro, ma fino a che punto? Così ho deciso di mettere insieme tutti gli interventi contro il pontefice e ne è nato il racconto di un pontificato ricco di novità ma anche molto ostacolato”.

Per quale motivo papa Francesco è ‘ostacolo’ per alcuni vescovi e cardinali?

“I ‘nemici’ del papa sono tanti e spesso mossi da motivazioni diverse, ma credo che all’origine ci sia la costante denuncia di papa Bergoglio al clericalismo. Le riforme, infatti, vanno a scardinare poteri consolidati. Credo che dobbiamo superare la divisione progressisti/conservatori e concentrarci di più su interessi e poteri che vengono scardinati. Il papa ha recentemente criticato chi usa l’espressione: si è sempre fatto così. Il ruolo dei laici, e soprattutto delle donne, all’interno della Chiesa è rivoluzionario, pensiamo all’ultimo Sinodo quando per la prima volta i laici hanno avuto un ruolo attivo con il diritto di voto”.

Quali sono le linee del pontificato di papa Francesco?

“Credo che la linea di questo pontificato sia nella sua prima esortazione apostolica: ‘Evangelii Gaudium’, dove per la prima volta parla di ‘Chiesa in uscita’. Alle volte però c’è stata la tentazione di confonderla con il servizio ai poveri, ma è qualcosa di più profondo. Il papa infatti ci chiede di uscire dalla comodità delle nostre chiese per incontrare chi vive nelle periferie. Direi quindi che la parola d’ordine è accoglienza. Quindi l’esortazione apostolica ‘Evangelii Gaudium’ va letta con altri due testi fondamentali di questo pontificato: l’enciclica ‘Laudato si’ e le’enciclica ‘Fratelli tutti’”.

Quale Chiesa sta tracciando papa Francesco?

“Il papa vorrebbe una ‘chiesa povera per i poveri’. Ma sarebbe riduttivo limitare questo pontificato al servizio agli ultimi, alla Misericordia, che sicuramente è centrale. Ma sarebbe sbagliato anche pensare ad una chiesa rivoluzionaria. La Chiesa che sta venendo fuori è una chiesa sinodale: il papa avvia processi e non impone le riforme. Pensiamo all’istituzione, nel settembre del 2013, del Consiglio dei Cardinali. Il papa ha chiamato nove cardinali, che rappresentano la Chiesa universale, ad accompagnarlo nelle riforme della Chiesa stessa.

Lo stesso sinodo sulla sinodalità ne è un’ulteriore prova. Non sono, quelle di papa Francesco, riforme che arrivano dall’alto ed imposte, ma frutto di confronto. E poi un ruolo sempre più attivo dei laici. Viviamo un tempo in cui, soprattutto in occidente, vediamo una vera e profonda crisi di vocazioni ed oggi i sacerdoti non solo sono meno che in passato, ma sono più anziani e magari con la responsabilità della gestione di più parrocchie. Davanti a questa crisi ci deve essere una responsabilizzazione proprio dei laici”.

Ci sono aneddoti particolari di papa Francesco, di cui è rimasto colpito?

“Vorrei finire questa intervista con tre immagini che raccontano molto di questo pontificato. La prima immagine è quella del papa che lancia una corona di fiori a Lampedusa. Bergoglio era diventato papa da poco e sceglie per la sua prima visita apostolica l’isola siciliana all’indomani di uno dei più tremendi naufragi nel Mediterraneo. Poi nel novembre del 2015, quando sceglie di iniziare il Giubileo della Misericordia aprendo la porta santa a Bangui, nella Repubblica Centrafricana. L’ultima ‘diapositiva’ è il papa che si inginocchia per baciare i piedi ai leader del Sudan riuniti a Roma per una preghiera di pace per la nazione africana. Sono immagini che rompono la tradizione ma che sono la vera immagine della Chiesa in uscita”.

Ad ArteGenova ‘Femminile Plurale’ di Antonio Giovanni Mellone

Alla Fiera Internazionale, dal 08 al 10 aprile, in mostra quadri del giornalista/pittore che celebrano l’essenza muliebre.Donne: protagoniste indiscutibili dei tempi attuali, anche oscuri. All’ ‘altra metà del cielo’, in tutte le sue declinazioni, il pittore/giornalista Antonio Giovanni Mellone rende omaggio con una serie di quadri ‘Femminile Plurale’ che saranno esposti alla 17° edizione di ArteGenova.

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