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Colletta per la Terra Santa: fate sentire il cuore solidale della Chiesa

‘E ora i nostri piedi si fermano alle tue porte, Gerusalemme’: con queste parole tratte dal salmo 122 il prefetto del dicastero per le Chiese orientali, card. Claudio Gugerotti, ha scritto una lettera ai cattolici per esortarli a partecipare alla ‘Colletta pro Terra Sancta’, che si svolge nel Venerdì Santo, nata dalla volontà dei papi di mantenere forte il legame tra i cristiani e quelli dei Luoghi Santi:

“In tutto il mondo risuona il rombo delle armi portatrici di morte. E non si vede tregua, anche se Dio ci ha assicurato che ‘Ogni calzatura di soldato nella mischia e ogni mantello macchiato di sangue sarà bruciato, sarà esca del fuoco’. Questa è la profezia di Isaia. Abbiamo visto e vediamo uomini in armi spargere sangue e uccidere la vita stessa. Eppure nel versetto successivo Isaia annunciava che ‘un bimbo ci è stato donato… il Principe della pace’. Per noi Cristiani quel bimbo è Gesù, il Cristo, il Dio fatto uomo, il Dio con noi”.

Ed ha ricordato il significato del pellegrinaggio a Gerusalemme per i cristiani: “Il pellegrinaggio a Gerusalemme ha una storia antica quanto il cristianesimo, e non solo per i Cattolici. Questo è reso ancora oggi possibile dall’opera generosa dei Francescani della Custodia di Terra Santa e dalle Chiese Orientali ivi presenti. Essi mantengono e animano i santuari, segni della memoria dei passi e delle azioni di Gesù, testimoni materiali di un Dio che assunse la materia per salvare noi, fango animato dal soffio dello Spirito. Per la loro dedizione in quei luoghi si continua a pregare incessantemente per il mondo intero”.

Da tale pellegrinaggio è nata la solidarietà con i cristiani della Terra Santa; “Fin dalle sue origini la Chiesa ha coltivato ininterrottamente e con passione la solidarietà con la Chiesa di Gerusalemme. In epoca tardo-medievale e moderna, più volte i Sommi Pontefici intervennero per promuovere e regolamentare la colletta a favore del Luoghi Santi. L’ultima volta fu riformata dal santo papa Paolo VI nel 1974 attraverso l’Esortazione Apostolica ‘Nobis in Animo’. Anche papa Francesco ha spesso sottolineato l’importanza di questo gesto ecclesiale”.

Ed ha spiegato perché la Colletta per la Terra Santa è un ‘obbligo’: “Cari fratelli e sorelle, non si tratta di una pia tradizione per pochi. Ovunque nella Chiesa Cattolica si fa obbligo ai fedeli di offrire il loro aiuto nella cosiddetta Colletta Pontificia per la Terra Santa che si raccoglie il Venerdì Santo o, per alcune aree, in un altro giorno dell’anno. Lo faremo anche quest’anno, sperando in una vostra particolare generosità.

E sapete perché? Perché, oltre alla custodia dei Luoghi Santi che hanno visto Gesù, ci sono, ancora viventi e operanti pur fra mille tragedie e difficoltà spesso causate dall’egoismo dei grandi della terra, i cristiani della Terra Santa. Molti nella storia sono morti martiri per non veder recise le radici della loro antichissima cristianità. Le loro Chiese sono parte integrante della storia e della cultura d’Oriente.

Ma oggi molti di loro non ce la fanno più e abbandonano i luoghi dove i loro padri e le loro madri hanno pregato e testimoniato il Vangelo. Lasciano tutto e fuggono perché non vedono speranza. E lupi rapaci si dividono le loro spoglie”.

Con tale Colletta si aiuta tutti i cristiani della Terra Santa, dal Libano alla Siria: “Io mi rivolgo a voi perché il loro grido non resti inascoltato e il Santo Padre possa sostenere le Chiese locali a trovare nuove vie, occasioni di abitazione, di lavoro, di formazione scolastica e professionale, perché rimangano e non si perdano nel mondo sconosciuto di un Occidente, così diverso dal loro sentire e dal loro modo di testimoniare la fede. Se partiranno, se a Gerusalemme e in Palestina lasceranno i loro piccoli commerci destinati ai pellegrini che non vi si recano più, l’Oriente perderà parte della sua anima, forse per sempre. Fate che sentano il cuore solidale della Chiesa!”

 La Custodia Francescana attraverso la ‘Colletta pro Terra Sancta’ può sostenere l’importante missione a cui è chiamata: custodire i Luoghi Santi, le pietre della memoria, e favorire la presenza cristiana, le pietre vive di Terra Santa, attraverso tante attività di solidarietà, come ad esempio il mantenimento delle strutture pastorali, educative, assistenziali, sanitarie e sociali.

I territori che beneficiano sotto diverse forme di un sostegno proveniente dalla Colletta sono i seguenti: Gerusalemme, Palestina, Israele, Giordania, Cipro, Siria, Libano, Egitto, Etiopia, Eritrea, Turchia, Iran e Iraq.

Di norma, la Custodia di Terra Santa riceve il 65% della Colletta, mentre il restante 35% va al Dicastero per le Chiese Orientali, che lo utilizza per la formazione dei candidati al sacerdozio, il sostentamento del clero, l’attività scolastica, la formazione culturale e i sussidi alle diverse circoscrizioni ecclesiastiche in Medio Oriente.

La Colletta per la Terra Santa, grazie all’opera della Custodia Francescana, è “la fonte principale per il sostentamento della vita che si svolge intorno ai Luoghi Santi e lo strumento che la Chiesa si è data per mettersi a fianco delle comunità ecclesiali del Medio Oriente”.

Le attività di solidarietà portate avanti grazie alla Colletta, vanno dal mantenimento delle strutture pastorali, a quelle educative, assistenziali, sanitarie e sociali, nei territori di Gerusalemme, Palestina, Israele, Giordania, Cipro, Siria, Libano, Egitto, Etiopia, Eritrea, Turchia, Iran e Iraq. In totale, le offerte arrivate nel 2023 per la Colletta di Terra Santa hanno raggiunto € 6.571.893,96 che riusciranno anche a sostenere giovani seminaristi e sacerdoti, religiosi e religiose e, compatibilmente con i fondi disponibili, alcuni laici.

Attaccata la minoranza cristiana in Turchia

“Esprimo la mia vicinanza alla comunità della chiesa di Santa Maria a Istanbul, che durante la Messa ha subito un attacco armato che ha provocato un morto e diversi feriti”: al termine della recita dell’Angelus di domenica scorsa papa Francesco ha invitato a pregare dopo l’attacco alla chiesa Santa Maria a Sariver, appartenente alla parrocchia della cattedrale dello Spirito Santo ad Istanbul, dove il vicario apostolico, mons. Massimiliano Palinuro, stava celebrando la messa, uccidendo una persona, avvenuto nella mattinata della domenica.

Dalle riprese delle telecamere di sicurezza è possibile vedere l’irruzione di due uomini incappucciati durante la celebrazione eucaristica domenicale cui partecipavano circa 40 persone. I due uomini con il volto coperto da passamontagna neri hanno aperto il fuoco con armi automatiche, uccidendo un uomo di 52 anni, senza alcun ferito, rivendicata dal Daesh, il sedicente Stato islamico, attraverso i canali Telegram.

Subito anche i vescovi italiani hanno espresso solidarietà e vicinanza ai cristiani in Turchia: “Esprimiamo il nostro cordoglio per l’uccisione del cittadino turco e lo affidiamo all’abbraccio misericordioso del Padre… A tutta la comunità giunga il nostro affetto. Insieme preghiamo perché cessi ogni forma di violenza e si intraprenda con decisione la via della pace”.

Inoltre la CEI, attraverso Caritas Italiana, continua a essere a fianco di Caritas Turchia nell’accompagnamento e nel supporto alla popolazione e alla comunità cristiana con diversi progetti, soprattutto nell’ambito della ricostruzione post-terremoto.

Secondo quanto riferisce il quotidiano turco Hurriyet il presidente turco Recep Tayyip Erdoğan ha espresso le sue condoglianze con una telefonata al parroco della chiesa, assicurando che ‘si stanno prendendo tutte le misure necessarie per catturare i colpevoli il più presto possibile’.

Mentre all’Agenzia Sir mons. Paolo Bizzeti, vicario apostolico dell’Anatolia, ha parlato di attacco ‘anticristiano’: “Ho visto il video dell’attacco e mi pare di poter dire che si tratti di un attentato anticristiano, di matrice religiosa. Per fare totale chiarezza bisognerà che vengano assicurati alla giustizia gli esecutori materiali, diversamente sarà difficile connotare con maggiore precisione l’attentato… E’ un attentato contro la minoranza cristiana, una delle tante presenti in Turchia e in Medio Oriente. In Turchia da decenni i cristiani sono bersagli numero 1. Pensiamo, per esempio, a don Andrea Santoro, ucciso a Trebisonda il 5 febbraio 2006, mentre pregava in chiesa, e a mons. Luigi Padovese, ucciso il 3 giugno 2010, a Iskenderun, dal suo autista reo confesso”.

Mentre mons. Martin Kmetec, arcivescovo metropolita di Izmir e presidente della Conferenza episcopale turca, ha chiesto la garanzia della sicurezza per i cristiani: “Condanniamo fermamente questo atto di violenza contro l’umanità. Confidiamo che le forze di sicurezza dello stato turco trovino i responsabili e che sia fatta giustizia. Chiediamo fermamente che la verità venga rivelata e che venga garantita una maggiore sicurezza alle nostre comunità e alle nostre chiese. Chiediamo a tutti di non diffondere la cultura dell’odio e della discriminazione religiosa. Chiediamo a tutti i nostri fedeli di pregare per la vittima e la sua famiglia”.

(Foto: Dayfr.com)

Papa Francesco: l’unità è Cristo

Nel giorno della conversione di san Paolo papa Francesco ha concluso nella basilica di san Paolo fuori le mura la settimana di preghiera per l’unità dei cristiani con la celebrazione dei vespri, descrivendo il passaggio da persecutore ad annunciatore di Cristo, attratto da una domanda provocatoria, come il Samaritano:

Dalle diocesi la preghiera per l’unità dei cristiani

“Ma quel maestro della Legge per giustificare la sua domanda chiese ancora a Gesù: ‘Ma chi è il mio prossimo?’ Gesù rispose: ‘Un uomo scendeva da Gerusalemme verso Gèrico, quando incontrò i briganti. Gli portarono via tutto, lo presero a bastonate e poi se ne andarono lasciandolo mezzo morto. Per caso passò di là un sacerdote; vide l’uomo ferito, passò dall’altra parte della strada e proseguì. Anche un levita del Tempio passò per quella strada; lo vide, lo scansò e prosegui. Invece un uomo della Samaria, che era in viaggio, gli passò accanto, lo vide e ne ebbe compassione. Gli andò vicino, versò olio e vino sulle sue ferite e gliele fasciò. Poi lo caricò sul suo asino, lo portò a una locanda e fece tutto il possibile per aiutarlo. Il giorno dopo tirò fuori due monete d’argento, le diede al padrone dell’albergo e gli disse: Abbi cura di lui e se spenderai di più pagherò io quando ritorno”.

Settimana per l’unità dei cristiani: fa’ questo e vivrai

Il sussidio per la Settimana di preghiera per l’unità dei cristiani, che si svolge dal 18 al 25 gennaio è stato preparato da un Gruppo ecumenico locale del Burkina Faso, coordinato dalla comunità locale di ‘Chemin Neuf’ sul tema ‘Ama il Signore Dio tuo… e ama il prossimo tuo come te stesso: “Quanti sono stati coinvolti nella stesura del testo (fratelli e sorelle dall’Arcidiocesi cattolica di Ouagadougou, dalle Chiese protestanti, dagli organismi ecumenici e dalla CCN in Burkina Faso) hanno collaborato generosamente alla stesura delle preghiere e delle riflessioni, vivendo questa esperienza di lavoro insieme come un vero cammino di conversione ecumenica”.

L’Azione Cattolica Ragazzi: la gioia di essere cristiani di bambini e bambine

“Vogliamo testimoniare la bellezza dell’Acr per farla conoscere ai nostri coetanei. Non è una missione di poco conto, ma al contrario, una vera missione da supereroi! Sappiamo che lo strumento migliore è sicuramente essere testimoni di ciò che viviamo grazie all’associazione. Una comunità gentile, accogliente, inclusiva, attenta al prossimo, che si mette in ascolto e che non volta mai le spalle agli altri. Pensiamo che tutti meritano di provare a vivere questa esperienza associativa perché è bello stare insieme, perché insieme ci si aiuta e perché è un luogo dove ci sentiamo accolti”.

Lo hanno scritto nella Agenda dei ragazzi acierrini, in occasione di ‘SuPer – Piccoli capaci di grandi cose con Te’, incontro nazionale svoltosi lo scorso ottobre a Silvi Marina, in più di 900, accompagnati dai  loro educatori Acr, fratelli e sorelle maggiori di Azione cattolica, come sempre pronti nell’aiutarli a esprime e a condividere i loro desideri, sogni e progetti di ragazze e ragazzi under 14 con uno stile attento e dialogante, unica via per rendere concreto e possibile il protagonismo dei piccoli.

Ad aiutare la riflessione degli acierrini, alcune figure di rilievo che hanno condiviso la loro esperienza nell’ambito dei temi affrontati nel corso dell’Incontro: Damiano Tommasi, sindaco di Verona, Eugenia Carfora, dirigente scolastica dell’istituto superiore ‘Francesco Morano’ a Caivano, Giuseppe Notarstefano, presidente nazionale di Azione Cattolica, e Cosetta Zanotti, scrittrice e poetessa, docente all’Università Cattolica del Sacro Cuore.

In occasione del tesseramento dell’associazione nel giorno della festa dell’Immacolata Concezione Annamaria Bongio, responsabile nazionale dell’ACR, e Maurizio Tibaldi, vice responsabile nazionale dell’Acr, hanno raccontato la gioia di essere cristiani dei ‘piccoli’ partecipanti: “A dieci anni dall’esortazione apostolica ‘Evangelii Gaudium’ l’Acr sente ancora più forte la necessità di percorrere i passi del discepolo-missionario, che in virtù del ‘superpotere’ ricevuto con il battesimo diventa ‘un soggetto attivo di evangelizzazione’, impegnato ad annunciare ai fratelli e alle sorelle l’amore di Dio”.

Perché bambini e bambine sono super?

“Tutti i bambini sono soggetti attivi di evangelizzazione. Partiamo da questa convinzione per ricordare che i bambini in virtù del ‘superpotere’ ricevuto con il battesimo diventano anche loro a pieno titolo discepoli missionari impegnati quindi ad annunciare ai fratelli e alle sorelle l’amore di Dio. Erano quasi 900 i partecipanti provenienti da tutta Italia che hanno scelto di dedicare alcuni giorni a ‘riscoprire’ questi superpoteri e metterli in condivisione. I bambini e le bambine sono ‘SuPer’ perché capaci, a loro misura, di assumersi le proprie responsabilità e prendersi cura delle proprie comunità rendendole più gentili, inclusive e accoglienti per tutti”.

Come aiutarli a scoprire i ‘superpoteri?

“I ragazzi nel loro cammino di crescita scoprono i doni che il Signore fa loro attraverso le esperienze che la vita gli pone e la presenza dei fratelli. L’Acr fin dalla sua nascita, 54 anni fa, cura questo accompagnamento e questa crescita proprio nella dimensione esperienziale promuovendo, valorizzando e custodendo il protagonismo dei ragazzi aiutandoli a comprendere i talenti/superpoteri che ciascuno ha. E’ un accompagnamento che è fatto innanzitutto di ascolto attento e paziente delle loro domande di vita, delle attese e delle speranze che abitano il loro cuore. Ed è un cammino di crescita che aiuta ciascun bambino e ragazzo a rielaborare quelle domande e a comprendere qual è quella promessa di bene che Dio consegna alla loro vita”.

In quale modo possono essere un ‘soggetto attivo di evangelizzazione’?

“Fin dal 1969, anno della sua nascita, l’Azione Cattolica dei Ragazzi, riconosce e traduce nel protagonismo dei piccoli la dimensione missionaria propria di ciascun battezzato. Richiamare con forza la loro dignità di persone e di cristiani, il dono che sono per le comunità che abitano non è solo un servizio che si rende ai ragazzi stessi ma all’intera Chiesa. I bambini e i ragazzi , corresponsabili attivi dell’impegno associativo, sono capaci (come ci ricordava Vittorio Bachelet)  di riconoscere e vivere impegni concreti proprio a partire dall’ordinarietà della loro quotidianità perché partecipi a pieno titolo e a loro misura della missione apostolica della Chiesa”.

Come l’ACR può far vivere a loro bene la gioia del Vangelo?

“Continuando a mettere al centro le domande di vita, i sogni, le attese, la realtà quotidiana dei bambini e dei ragazzi, aiutandoli a leggere e interpretare tutto questo alla luce della Parola di Dio. L’esperienza dell’Acr aiuta i bambini e ragazzi a comprendere che loro sono già, qui e ora, il frutto più bello di questa buona notizia che Dio continua a raccontare al mondo anche attraverso la loro vita”.

Bambini e bambine a quale missione sono chiamati?

“La missione evangelizzatrice è una chiamata per tutti, anche per i bambini e le bambine. Non è un invito solo per i più grandi, ma anche loro con i modi e i tempi che li contraddistinguono sono chiamati a portare la gioia dell’amicizia con Gesù nella loro vita, negli ambienti frequentati e nelle relazioni che stringono (la famiglia, la scuola, lo sport, il parco giochi…) e condividere l’allegria della fede con tutti i loro amici.

Bambini e bambine vivono già la missione perché capaci con la loro vita di incarnare quella Chiesa in uscita di discepoli missionari che prendono l’iniziativa, che si coinvolgono, che accompagnano, che fruttificano e festeggiano e questo si è reso ancora più evidente in occasione dell’Incontro Nazionale dei bambini e dei ragazzi, ‘Super. Piccoli capaci di grandi cose con Te’, vissuto nello scorso ottobre a Silvi Marina (TE), nel quale si sono confrontati su temi vitali quali l’ambiente, la cittadinanza, la prossimità, la scuola, lo sport, l’associazionismo e la Chiesa. Dal frutto di questo confronto è nata un’agenda che in sette obiettivi sintetizza gli impegni e le richieste dei bambini e dei ragazzi dell’Acr, per raggiungere i quali chiedono anche il sostegno dei giovani e degli adulti”.

Per quale motivo ‘Questa è casa tua’?

“La riserva naturale è l’ambientazione che quest’anno l’Azione Cattolica dei Ragazzi ha scelto per il cammino di fede 2023/2024, un ambiente davanti al quale si rimane stupiti e meravigliati. Le riserve naturali sono come piccoli angoli di paradiso in cui scoprire e custodire i vari ecosistemi del mondo nella loro forma originale: veri e propri musei a cielo aperto che raccontano il paesaggio, la storia di territori unici.

Ma la natura non è solo qualcosa da osservare o ammirare, è l’ambiente in cui viviamo e costituisce il nostro bene comune globale che unisce tutta la famiglia umana nella ricerca di uno sviluppo sostenibile e integrale, proprio come ci ricorda Papa Francesco.

La scelta di questo approfondimento ci sembra peraltro costituire una felice coincidenza anche pensando alla pubblicazione dell’esortazione ‘Laudate Deum’ di papa Francesco, che segue l’enciclica ‘Laudato Sì’, nella quale si ribadisce ancora una volta la necessità di un’attenta cura del creato.

I bambini sono così chiamati a prendere consapevolezza di questa bellezza che li circonda e della quale devono prendersi cura nel loro cammino di crescita spirituale oltre che nella vita quotidiana”.

(Tratto da Aci Stampa)

Da Assisi un grido di pace per la Terra Santa

“75 anni fa, il 10 dicembre 1948, veniva firmata la Dichiarazione Universale dei Diritti Umani. Essa è come una via maestra, sulla quale molti passi avanti sono stati fatti, ma tanti ancora ne mancano, e a volte purtroppo si torna indietro. L’impegno per i diritti umani non è mai finito! A questo proposito, sono vicino a tutti coloro che, senza proclami, nella vita concreta di ogni giorno, lottano e pagano di persona per difendere i diritti di chi non conta”.

Gridare al mondo che vogliamo la pace: la voce dei cristiani in Medio Oriente

“Vogliamo gridare al mondo che vogliamo la pace, che la violenza genera violenza e che la nostra fiducia in Dio è grande. Ma se Dio ci chiamasse a sé, siate certi che dal Cielo continueremo a pregare con voi e a supplicarlo con maggiore forza di avere compassione del suo popolo e di voi. Pace, sicurezza, unità e fratellanza universale, questo è ciò che desideriamo e questa è la volontà di Dio e anche la nostra. Come in cielo così in terra”.

In Pakistan violenza contro i cristiani

“Le parole mi mancano mentre scrivo questo. Noi, vescovi, sacerdoti e laici, siamo profondamente addolorati ed angosciati per l’incidente di Jaranwala nel distretto di Faisalabad in Pakistan”: sono le parole di mons. Azad Marshall, vescovo della diocesi di Raiwind, riportate dal settimanale cattolico spagnolo ‘Alfa & Omega’.

Porte Aperte denuncia la persecuzione contro i cristiani

Mercoledì 18 gennaio la ong ‘Porte Aperte’ ha pubblicato la World Watch List, la nuova edizione della lista dei primi 50 paesi dove più si perseguitano i cristiani al mondo, che compie 30 anni, in cui si denuncia la crescita della persecuzione anticristiana in termini assoluti, mantenendo l’impressionante accelerazione degli ultimi 10 anni.

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