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Firenze ha un nuovo vescovo
La diocesi di Firenze ha un nuovo arcivescovo, mons. Gherardo Gambelli, che è nato a Viareggio ed ordinato presbitero nel 1996, cappellano del carcere di Sollicciano dallo scorso anno quando è rientrato a Firenze dopo 12 anni trascorsi come missionario in Ciad, che ha ringraziato il papa per la nomina: “Sento di poter dire che la scelta di un prete di Firenze è un segno grande di stima e di fiducia da parte del Vescovo di Roma nei confronti di tutta la nostra diocesi”.
Inoltre ha aggiunto che tale nomina vescovile è una chiamata di Dio: “Nel dare la mia disponibilità al Papa, accettando la mia nomina, ho percepito una chiamata di Dio a rendermi ancora più disponibile per sdebitarmi del dono immenso del Vangelo ricevuto prima e dopo la mia ordinazione sacerdotale. Le belle testimonianze di fede rese da parte di tante persone incontrate durante il mio servizio pastorale mi hanno fatto comprendere progressivamente che, nella logica del Vangelo, il modo migliore per custodire i doni ricevuti sia quello di condividerli. Gli anni passati in Africa me lo hanno ulteriormente confermato”.
Ha sottolineato la coincidenza con la domenica in cui si legge la parabola del buon Pastore: “La Provvidenza di Dio ha voluto che l’annuncio della mia nomina cadesse nella settimana che precede la quarta domenica di Pasqua che per noi cattolici è la domenica del Buon Pastore. Ascolteremo le parole di Gesù nel Vangelo di Giovanni al capitolo 10: ‘Come il Padre conosce me e io conosco il Padre, e do la mia vita per le pecore. E ho altre pecore che non provengono da questo recinto: anche quelle io devo guidare’. E’ Lui il vero pastore della Chiesa, il modello della scelta evangelizzatrice che ci spinge ad andare verso le periferie geografiche ed esistenziali nel nostro impegno missionario”.
Un saluto anche per le altre confessioni religiose, ricordando il fruttuoso dialogo interreligioso intrapreso dalla diocesi: “Saluto cordialmente i fratelli e le sorelle delle altre confessioni cristiane, i membri della comunità ebraica e musulmana, e di altre religioni presenti sul territorio della nostra Diocesi di Firenze. La bella tradizione di impegno nel dialogo ecumenico e nel dialogo interreligioso della parrocchia della Madonna della Tosse, di cui sono stato parroco quest’anno, mi ha permesso di incontrare e di conoscere personalmente il Rabbino, l’Imam e diversi pastori delle Chiese di Firenze con i quali sono nate promettenti amicizie che spero di poter rafforzare nel tempo”.
Ed ha ribadito una collaborazione della diocesi con le autorità civili: “Saluto le autorità e le istituzioni della città, esprimendo la mia ferma volontà di proseguire nella collaborazione ‘gomito a gomito’ per la costruzione di una società più giusta e solidale, nell’attenzione e nel rispetto della dignità di ogni persona, soprattutto dei più poveri ed esclusi. Davanti alla minaccia dell’espansione delle guerre nel mondo, ci sentiamo più che mai interpellati alla responsabilità di lavorare con più coraggio e tenacia per la pace, che si costruisce in maniera artigianale, nell’attenzione ai gesti quotidiani di perdono e riconciliazione”.
Infine un saluto per i detenuti del carcere di Sollicciano, nel quale è stato cappellano, con il proponimento di non perdere l’abitudine di visitarli: “Vorrei concludere rivolgendo un ultimo saluto ai fratelli e alle sorelle detenuti, particolarmente quelli e quelle della casa circondariale di Sollicciano, in cui ho svolto il mio ministero come cappellano durante quest’anno pastorale. Anche se non potrò continuare a visitarvi regolarmente, non dimenticherò le parole della Scrittura che dice: ‘Ricordatevi dei carcerati, come se foste loro compagni di carcere’. Con l’aiuto del Signore, mi impegnerò come Vescovo a essere attento alle vostre necessità, come a quelle di tanti fratelli e sorelle spesso dimenticati e scartati dalla nostra società”.
Ha concluso il saluto alla diocesi con l’affidamento del suo servizio alla Madonna ed ai santi: “Nel dire il mio sì alla volontà di Dio, mi affido all’intercessione di Maria santissima madre della Chiesa, a quella dei santi Vescovi Zanobi e Antonino, del Venerabile Elia Dalla Costa, dei Santi e della Sante della Chiesa fiorentina, perché mi aiutino a fidarmi sempre più della Provvidenza del Signore, capace di far concorrere tutto al bene. Certo della preghiera e del sostegno di voi qui presenti e di tanti fratelli e sorelle, proseguiamo con fiducia il nostro cammino, tenendo fisso lo sguardo sul Signore che libera dal laccio il nostro piede, perché è capace di amarci sempre e nuovamente di un amore infinito e incrollabile”.
Nell’annuncio per il nuovo vescovo della città il card. Giuseppe Betori ha ringraziato il papa per la nomina di un vescovo ‘fiorentino’: “Sono molto contento di questa scelta del papa che nomina un vescovo fiorentino, 87esimo vescovo fiorentino sulla cattedra di san Zanobi e sant’Antonino. La scelta del papa cade su un prete fiorentino, che conosce bene la nostra diocesi: qui è diventato prete. Da figlio di questa diocesi, diventerà padre: questo cambia molto nel suo rapporto nei nostri confronti”.
Inoltre ha ricordato i suoi servizi svolti sempre per amore di Dio: “La radice della sua persona l’ho sempre individuata nell’amore per la Parola di Dio. Ha fatto molte cose, ha avuto molte funzioni ma questi sono i frutti di una radice che è nel legame con la Parola di Dio, letta e studiata, che lo ha plasmato nella sua identità sacerdotale. Questa capacità di attingere nella Parola di Dio lo abbiamo visto in due momenti della sua vita, quando è stato vicario parrocchiale a Santo Stefano in Pane a Rifredi e parroco dell’Immacolata a Montughi.
Lì avvenne una cosa in cui c’entro anch’io: mi chiese di partire missionario come sacerdote ‘fidei donum’ a servizio di una chiesa dell’Africa, la diocesi di Ndjamena. Lì ha insegnato Sacra Scrittura, è stato parroco, ha servito negli ospedali, nel carcere. Poi ha seguito un nuovo passaggio: dalla diocesi id Ndjamena è nato il vicariato apostolico di Mongo. Si è trasferito lì, servendo come parroco e continuando il suo servizio al carcere. Periferie geografiche, umane hanno dato forma al suo carattere, al suo sacerdozio.
Poi, tornato a Firenze, in obbedienza, ha accettato di fare quello che gli ho chiesto. Tre cose: la nomina mette in rilievo la sua funzione di parroco alla Madonna della Tosse, altra parrocchia significativa. Ma gli ho chiesto di fare anche il vicedirettore spirituale al seminario accanto a mons. Carolla e il cappellano del carcere di Sollicciano. Dimensione spirituale, dimensione pastorale, servizio alle persone. Tutto questo non lo deve abbandonare ma ripensare in una forma nuova che è quella del governo della diocesi. Per questo gli siamo vicini e chiedo a tutti voi di essere collaboratori nei suoi confronti. Questo è come lo conosco, e per questo ringrazio il Papa che ce lo dà come arcivescovo”.
Anche il presidente della Regione Toscana, Eugenio Giani ha inviato un messaggio di benvenuto al nuovo arcivescovo di Firenze, sottolineando come alla guida della Chiesa fiorentina arrivi un toscano, 40 anni dopo la figura di Silvano Piovanelli, ma ha anche definito significativo il fatto che il nuovo arcivescovo sia un missionario, la cui sua esperienza di fede è maturata in Africa, in Ciad; “Lo spirito missionario, l’attenzione agli ultimi, ai più poveri, ai più fragili, saranno un tesoro prezioso per la Chiesa, ma anche un grande dono per tutta la comunità fiorentina e toscana”.
Infine il presidente della regione toscana ha rivolto un saluto al card. Giuseppe Betori, che ha guidato la diocesi fiorentina dal 2008 con ‘sapienza e cura’.
(Foto: arcidiocesi di Firenze)
Papa Francesco: la Parola di Dio è grande
“I prossimi mesi ci condurranno all’apertura della Porta Santa, con cui daremo inizio al Giubileo. Vi chiedo di intensificare la preghiera per prepararci a vivere bene questo evento di grazia e sperimentarvi la forza della speranza di Dio. Per questo iniziamo oggi l’Anno della preghiera, cioè un anno dedicato a riscoprire il grande valore e l’assoluto bisogno della preghiera nella vita personale, nella vita della Chiesa e del mondo. Saremo aiutati anche dai sussidi che il Dicastero per l’Evangelizzazione metterà a disposizione”: al termine della recita dell’Angelus di questa domenica dedicata alla Parola di Dio, papa Francesco ha chiesto di pregare in questo anno dedicato alla preghiera, in vista dell’Anno Santo.
Terza Domenica del Tempo Ordinario. Il segno dei tempi: la Chiamata
Nella prima omelia Gesù si presenta al popolo dicendo: ‘Il tempo è compiuto; il Regno di Dio è vicino: convertitevi e credete al Vangelo’. Per realizzare il suo progetto Gesù, passando lungo il mare di Galilea, si ferma, vede due pescatori che gettavano le reti in mare, due lavoratori, e li invita: ‘Seguitemi! Vi farò pescatori di uomini’. I due erano Andrea e Simone, suo fratello. Più oltre vede altri due: Giacomo e Giovanni, figli di Zebedeo; anch’essi invitati, lasciano tutto, anche il padre, e lo seguono. Gesù chiama personalmente e direttamente a seguirlo.
XXI domenica del Tempo Ordinario: Cosa dice la gente di me? Chi è Gesù per te?
Volendo sondare la fede dei suoi Gesù un giorno pone ai suoi discepoli una domanda assai interessante: cosa dice la gente di me? Gesù aveva predicato nelle varie regioni della Palestina: Giudea, Samaria, Galilea; aveva compiuto prodigi per confermare il suo insegnamento: davanti a Gesù i ciechi vedono, i muti parlano, gli zoppi camminano, i morti risuscitano. Gesù ha chiara la sua identità e la sua missione: è venuto per dare vita alla ‘nuova Alleanza tra il cielo e la terra, tra l’uomo e Dio’.
Papa Francesco ai giovani: chiamati perché amati da Dio
Con l’accoglienza festosa dei giovani a papa Francesco a Lisbona è iniziata la Giornata Mondiale della Gioventù, che terminerà domenica e dopo il caloroso ed animato benvenuto dei giovani al parco ‘Edoardo VII’, come avvenuto nelle precedenti giornate mondiali, il papa ha affermato di essere felice di stare con loro per il ‘chiasso’, che sanno fare, in un parco molto affollato:
XII Domenica del Tempo Ordinario: Non temere, piccolo gregge…
Il Signore è la forza del suo popolo, allora “non temere, piccolo gregge, perché siete il gregge del Signore, e Dio è il buon pastore”. Mentre il profeta Geremia tremava perché costretto ad annunciare violenza ed oppressione, Gesù interviene per ben tre volte dicendo ‘non temete, non abbiate paura’.
Papa Francesco: la vocazione è missione
Oggi, IV Domenica di Pasqua, si celebra la 60^ Giornata Mondiale di Preghiera per le Vocazioni, istituita nel 1964 da san Paolo VI, sul tema ‘Vocazione: grazia e missione’; per l’occasione papa Francesco ha inviato ai vescovi, ai sacerdoti, ai consacrati un messaggio, in cui ha spiegato il significato della Giornata:
Domenica XXX: Coraggio, alzati! Gesù ti chiama
Il cieco di Gerico: un fatto storicamente vero e nello stesso tempo sconvolgente. Un cieco mendicante grida, implorando da Gesù la grazia della vista. Chi ascolta, lo rimprovera perché le sue grida disturbano la gente che segue Gesù. Gesù invece si ferma, si commuove e lo chiama. Un episodio storico che l’evangelista Marco sente il bisogno di riportarlo nel vangelo perché assai significativo.
Papa Francesco invita a leggere la Bibbia
“Questa domenica è dedicata alla Parola di Dio. Uno dei grandi doni del nostro tempo è la riscoperta della Sacra Scrittura nella vita della Chiesa a tutti i livelli. Mai come oggi la Bibbia è accessibile a tutti: in tutte le lingue e ora anche nei formati audiovisivi e digitali. San Girolamo, del quale da poco ho ricordato il 16° centenario della morte, dice che chi ignora la Scrittura ignora Cristo, chi ignora la Scrittura ignora Cristo. E viceversa è Gesù Cristo, Verbo fatto carne, morto e risorto, che ci apre la mente alla comprensione delle Scritture”.