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Betlemme a Pasqua, senza pellegrini e senza lavoro per molti

Più di 160 giorni di guerra in Terra Santa che per i cristiani ha un ‘valore’ molto importante, come ha scritto il presidente del prefetto del Dicastero per le Chiese Orientali, card. Claudio Gugerotti, nella lettera dell’appello per la Colletta dei cristiani in Terra Santa:

“Il pellegrinaggio a Gerusalemme ha una storia antica quanto il cristianesimo, e non solo per i Cattolici. Questo è reso ancora oggi possibile dall’opera generosa dei Francescani della Custodia di Terra Santa e dalle Chiese Orientali ivi presenti. Essi mantengono e animano i santuari, segni della memoria dei passi e delle azioni di Gesù, testimoni materiali di un Dio che assunse la materia per salvare noi, fango animato dal soffio dello Spirito. Per la loro dedizione in quei luoghi si continua a pregare incessantemente per il mondo intero”.

Per raccontare la verità di queste parole abbiamo incontrato a Tolentino Nizar Lama, guida turistica cattolica a Betlemme, su invito di don Rino Ramaccioni, supportato dalle organizzazioni di volontariato Sermit, Sermirr, Agesci ed Azione Cattolica Italiana, che ha raccontato ai giovani la vita in Terra Santa:

“Oggi sono qui mentre il mio Paese vive in stato di guerra, sono ben consapevole che la mia nazione soffre di difficoltà e grandi problemi dal 1948, ma questa volta è la più dura e la più triste, e la più sanguinosa. La mia Patria è la terra dei profeti e una terra sacra, che ha sofferto per lungo tempo di diversi problemi, politici, sociali ed economici”.

Citando il profeta Geremia, Nizar ha ribadito di non aver perso la speranza in Dio, nonostante le difficoltà: “Nonostante tutte le difficoltà, la nostra speranza in Dio rimane ferma e forte, e la speranza prevale su tutto. In questo periodo difficile, abbiamo perso molti amici, e la maggior parte delle persone ha perso il lavoro, sono momenti difficili e preziosi, dove abbiamo perso l’amore l’uno per l’altro. Abbiamo vissuto nella paura, paura per i nostri figli e paura per il nostro futuro. Ma questa paura ha rafforzato la nostra fede e ci ha avvicinati a Dio nella preghiera”.

Ha raccontato le difficili condizioni di vita in questi ultimi anni: “Non ci siamo ancora ripresi dal Covid-19, ed all’improvviso è scoppiata questa guerra, lasciando il mio Paese vuoto senza visitatori né pellegrini, con circa 3.000.000 di persone che visitano Betlemme alla fine di ogni anno, e 17.000.000 di persone in Israele in particolare”.

Difficoltà vissute soprattutto a Betlemme: “La città della Natività ha vissuto condizioni molto difficili… La mia città, Betlemme, soffre di un grande assedio; dal 2002 è stato costruito il muro di separazione che si estende per 74 km intorno a Betlemme, e 810 km intorno alla Cisgiordania, è davvero una grande prigione a cielo aperto. All’inizio della guerra, sono stati controllati l’acqua, l’elettricità, il gas, la benzina, le strade e i trasporti. Le scuole sono rimaste chiuse, e la maggior parte dei negozi chiusi, e nonostante ciò i prezzi dei prodotti e dei beni alimentari sono aumentati notevolmente, dove la maggior parte delle persone soffre molto per trovare il pane quotidiano. Un gran numero di negozi è chiuso a causa del conflitto e della tensione di sicurezza”.

E’ stata una denuncia contro gli estremisti: “Noi, nella Terra Santa, portiamo ogni giorno la croce di Cristo, per strada, nei nostri lavori… a causa dei movimenti estremisti. Non ci sono parole sufficienti… e non ci sono parole adeguate per descrivervi quanto siano difficili e complicate le condizioni. Il ricordo della guerra rimarrà impresso nei nostri cuori e nei cuori dei nostri bambini, che avranno disperatamente bisogno di cure psicologiche quando la guerra finirà”.

Infine ha ringraziato le organizzazioni di volontariato per il supporto economico ai cattolici di Terra Santa: “La mia presenza qui oggi con voi è per ringraziarvi. Voglio ringraziare ognuno di voi, perché vi interessate a noi e al nostro futuro; grazie per tutto il supporto che ci avete dato, morale e materiale; grazie per le vostre preghiere per noi, e vi chiedo di continuare a pregare affinché questa guerra finisca e la pace torni nella terra della pace. In qualità di rappresentante della voce cristiana a Betlemme, vi ringrazio per tutto il supporto ricevuto, ma abbiamo bisogno di sostenibilità per aiutare le famiglie colpite dalla guerra, che hanno perso il loro lavoro”.

Al termine dell’incontro ho potuto chiedere di raccontare come si vive in Terra Santa: “In Terra Santa si vive una situazione molto difficile, perché dal 7 ottobre le famiglie hanno perso il loro lavoro ed a Betlemme non riescono a trovare il pane quotidiano, in quanto la città è turistica, ospitando ogni anno 3.000.000 di turisti. Con la guerra non ci sono più turisti e quindi non c’è più lavoro”.

La Pasqua si avvicina: quale è il sentimento dei cattolici?

“Questa Pasqua è completamente diversa dagli anni precedenti, perché siamo costretti a stare a casa forzatamente dalla guerra. Non possiamo andare a Gerusalemme, che dista quindici minuti di autobus da Betlemme. A Gerusalemme nel santo Sepolcro c’è tutta la storia di Gesù. In questa Pasqua sarà molto difficile per noi raggiungere Gerusalemme”.

Cosa dicono i tuoi figli?

“Ho tre figli. La loro situazione è molto difficile, perché sono bloccati a casa dal 7 ottobre; non vanno a scuola ed io con mia moglie facciamo lezioni a casa. Non possono uscire neanche a giocare in un giardino, perché c’è pericolo di essere uccisi”.   

Chi desidera sostenere i cristiani a Betlemme queste sono le coordinate del Ser.Mi.T.: Intesa Sanpaolo – IT09D036969200100000006377; Poste Italiane – IT66N0760113400000014616627.

(Tratto da Aci Stampa)

Aiuto alla Chiesa che Soffre sostiene i cattolici

Nello scorso anno ‘Aiuto Alla Chiesa che Soffre’ ha ricevuto e distribuito € 145.995.491, 13.000.000 più del 2021, che derivano dalla generosità di oltre 364.000 privati benefattori, a cui si sono aggiunti €  2.700.00000 di precedenti riserve, che hanno portato a finanziare € 148.700.000 di progetti.

“Una Missione Trasformante da Compiere” il libro di Rocco Gumina che indaga sul nesso tra cattolici e politica. Ne parliamo con l’autore

UNA MISSIONE TRASFORMANTE DA COMPIERE

Uno strumento per riflettere e stimolare l’impegno dei cristiani. È questo il motore di fondo che anima “Una Missione trasformante da compiere. Prospettive sul contributo dei cattolici nella società”, il nuovo libro di Rocco Gumina, edito da Paruzzo Editore. Docente di Religione nelle scuole statali della diocesi di Palermo, un Master in bioetica e tra i fondatori del movimento Open politiche aperte, per lo sviluppo di buone pratiche culturali, economiche e politiche, il prof. Gumina vanta diverse pubblicazioni su riviste specialistiche e volumi per studiare il nesso tra teologia, politica e spiritualità.

Lino Prenna: il compito della scuola è istruire

Nell’introduzione al suo libro ‘Educare istruendo’ il prof. Lino Prenna, ordinario di filosofia dell’educazione all’università di Perugia, scrive: “L’idea di scuola, qui proposta, è sorretta dalla convinzione che il compito specifico della scuola sia istruire. Infatti, se l’educazione, intesa come coltivazione dell’uomo e del cittadino, è finalità comune alle varie istituzioni educative, l’istruzione è propria della scuola.

Soffiano venti di guerra in Ucraina

Al termine dell’Angelus odierno papa Francesco ha invitato i fedeli a pregare per la pace in Ucraina: “Cari fratelli e sorelle, le notizie che giungono dall’Ucraina sono molto preoccupanti. Affido all’intercessione della Vergine Maria e alla coscienza dei responsabili politici ogni sforzo per la pace. Preghiamo in silenzio”.

Lino Prenna: essere in politica da cattolici

‘Non negare mai, raramente afferma, frequentemente distingui’ diceva Ignazio di Loyola; tale aforisma apre il libro del prof. Lino Prenna (ordinario di Filosofia dell’educazione all’Università di Perugia e coordinatore nazionale dell’associazione ‘Agire Politicamente’), ‘Dal cattolicesimo democratico al nuovo popolarismo. Sui sentieri di Francesco’ (edito dall’Istituto Luigi Sturzo in collaborazione con il Mulino), accanto alla citazione di papa Bergoglio, il quale ricorda come la ‘fraternità rimanga la promessa mancata della modernità’.

P. Gargano racconta il coronavirus in Asia meridionale

In Asia Meridionale, in cui vivono circa 2.000.000.000 di persone, si sta verificando la metà dei nuovi contagi conosciuti a livello globale. Più di 3 nuove contagi da Covid-19 sono registrati ogni secondo. Anche la mortalità è in rapida crescita nella regione, con più di 3 morti ogni minuto a causa del Covid-19.  Il 18 maggio, l’India ha registrato il più alto numero giornaliero di morti nella storia della pandemia da Covid-19: 4.529.

I cattolici aumentano in Africa ed Asia, diminuiscono in Europa

Dal 2018, nel mondo, si contano 16.000.000 cattolici in più: è quanto si evince dal dato che emerge dall’Annuario Pontificio 2021 e dall’Annuarium Statisticum Ecclesiae 2019, curati dall’Ufficio Centrale di Statistica della Chiesa, pubblicati dalla Tipografia Vaticana.

I vescovi invitano gli italiani alla speranza

Ha  preso spunto dall’omelia di papa Francesco, pronunciata nella solennità di Pentecoste ‘perché peggio di questa crisi, c’è solo il dramma di sprecarla, chiudendoci in noi stessi’, il messaggio ‘alle comunità cristiane in tempo di pandemia’ dei vescovi italiani rivolto alle comunità ecclesiali per sostenere un cammino di Chiesa in un periodo che può sembrare sospeso, ma che può divenire di rinascita.

Ernesto Preziosi: per l’Italia post pandemia il richiamo a don Sturzo

“A tutti gli uomini liberi e forti, che in questa grave ora sentono alto il dovere di cooperare ai fini superiori della Patria, senza pregiudizi né preconcetti, facciamo appello perché uniti insieme propugnano nella loro interezza gli ideali di giustizia e libertà. E mentre i rappresentanti delle Nazioni vincitrici si riuniscono per preparare le basi di una pace giusta e durevole, i partiti politici di ogni paese debbono contribuire a rafforzare quelle tendenze e quei principi che varranno ad allontanare ogni pericolo di nuove guerre, a dare un assetto stabile alle Nazioni, ad attuare gli ideali di giustizia sociale e migliorare le condizioni generali, del lavoro, a sviluppare le energie spirituali e materiali di tutti i paesi uniti nel vincolo solenne della Società delle Nazioni”.

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