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Papa Francesco: la fede non è fondata sulle sicurezze

“Su richiesta della fondazione polacca ‘Sì alla vita’, oggi ho benedetto le campane che portano il nome: ‘La voce dei non nati’. Sono destinate all’Ecuador e all’Ucraina. Per queste nazioni e per tutti siano segno di impegno in favore della difesa della vita umana dal concepimento fino alla morte naturale. Che il loro suono annunci al mondo il “Vangelo della vita”, desti le coscienze degli uomini e il ricordo dei non nati. Affido alla vostra preghiera ogni bambino concepito, la cui vita è sacra e inviolabile. Vi benedico di cuore”.

Siamo tutti della stessa carne per la cura del virus identitario

“Era una bella giornata, una di quelle che tutti definiscono ‘una classica giornata da ottobrata romana’ quel 4 ottobre 2020, nonostante il Covid. Era noto da tempo che, alle dodici in punto, il sito della Santa Sede avrebbe messo on line l’enciclica ‘Fratelli tutti’. Era una domenica, festa di san Francesco e il primo papa che da secoli ha avuto l’ardire di scegliere il nome del patrono d’Italia (terra di nascita di tutti i papi da quel XIII secolo al 1978) era andato a firmarla ad Assisi nel pomeriggio del giorno precedente.

Papa Francesco: con la carne Dio ama

Al termine dell’Angelus odierno papa Francesco ha rinnovato gli auguri di buon anno, chiedendo di non lasciarsi abbindolare da riti magici: “Come cristiani rifuggiamo dalla mentalità fatalistica o magica: sappiamo che le cose andranno meglio nella misura in cui, con l’aiuto di Dio, lavoreremo insieme per il bene comune, mettendo al centro i più deboli e svantaggiati. Non sappiamo che cosa ci riserverà il 2021, ma ciò che ognuno di noi e tutti insieme possiamo fare è di impegnarci un po’ di più a prenderci cura gli uni degli altri e del creato, la nostra casa comune”.

Papa Francesco al ‘Te Deum’ ringrazia Dio per la misericordia

Questo pomeriggio all’Altare della Cattedra della Basilica Vaticana, il card. Giovanni Battista Re, decano del Collegio Cardinalizio, ha presieduto i primi Vespri della Solennità di Maria Santissima Madre di Dio, seguito dall’esposizione del Santissimo Sacramento, il tradizionale canto dell’inno ‘Te Deum’ a conclusione dell’Anno civile e la Benedizione Eucaristica, che ha letto l’omelia di papa Francesco, costretto a riposo dalla sciatalgia, tantoché domani non celebrerà la santa messa, presieduta dal card. Pietro Parolin, ma pronuncerà solo l’Angelus.

Papa Francesco: nella Trinità la bellezza si è fatta carne

Per la seconda volta papa Francesco ha recitato l’Angelus, affacciandosi su piazza san Pietro per salutare i fedeli dalla finestra del Palazzo Apostolico e concludendo la preghiera ha ricordato ai fedeli che la loro presenza “in piazza è segno che in Italia la fase acuta dell’epidemia è superata, anche se rimane la necessità  (ma state attenti, non cantare vittoria prima, non cantare troppo presto vittoria!) di seguire con cura le norme vigenti, perché sono norme che ci aiutano a evitare che il virus vada avanti. Grazie a Dio stiamo uscendo dal centro più forte, ma sempre con le prescrizioni che ci danno le autorità”.

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