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Angelo De Donatis ai pellegrini di Macerata-Loreto: siate fiaccole della pace

“Illustrissimi Presidenti, decine di migliaia di giovani accompagnati da adulti, provenienti da tutta Italia e da vari paesi esteri, hanno partecipato al 45° Pellegrinaggio a piedi Macerata-Loreto, camminando tutta la notte in preghiera per circa trenta chilometri. A conclusione di questo gesto osano rivolgervi questo appello”: così inizia la lettera che i promotori del 45^ pellegrinaggio a piedi da Macerata a Loreto hanno letto domenica mattina davanti a circa 60.000 pellegrini, indirizzata ai presidenti dell’Ucraina, Volodymyr Zelens’kyj, e della Russia, Vladimir Putin.
‘Non voglio maledire la vita tra uno sbadiglio e l’altro: voglio donarla’: la testimonianza di Nicoletta
Pellegrinaggio a piedi Macerata- Loreto, 45 anni di preghiera e ricerca

“Chi cerchi, non che cosa cerchi, perché le cose non bastano per vivere; per vivere occorre il Dio dell’amore… Il bisogno di questo Chi, la ricerca di un amore che dura per sempre, la domanda sul senso della vita, sul dolore, sul tradimento, sulla solitudine. Sono inquietudini di fronte alle quali non bastano ricette e precetti; occorre camminare, occorre camminare insieme, farsi compagni di viaggio… Lo stile di Gesù non è tanto quello di dare risposte ma di fare domande, domande che provocano la vita”.
Papa Francesco: i santi nascono dalla vita della Chiesa

Oltre 1000 pellegrini provenienti da Sotto il Monte e da Concesio sono stati ricevuti in udienza da papa Francesco per ricordare il 60° anniversario della morte di san Giovanni XXIII ed i 60 anni dall’elezione a papa, di san Paolo VI (21 giugno):
“E’ bello incontrare voi, che rappresentate le comunità di origine di due Papi santi, ai quali il Popolo di Dio è tanto affezionato: Giovanni XXIII e Paolo VI. Ed è significativo che questo avvenga in occasione di tre ricorrenze importanti per tutta la Chiesa: il 60° anniversario della Lettera Enciclica ‘Pacem in terris’, della nascita al cielo di papa Giovanni e dell’elezione di papa Montini”.
Papa Francesco ha reso grazie a Dio per aver donato alla Chiesa questi due papi santi: “Siamo qui insieme, dunque, a rendere grazie al Signore perché dalle vostre comunità ha scelto due Santi Pastori che hanno saputo guidare la Chiesa in tempi di grandi entusiasmi e però altrettanto di grandi domande e sfide.
Hanno vissuto come protagonisti l’ondata di nuova vitalità che ha accompagnato il Concilio Vaticano II e hanno dovuto affrontare gravi pericoli come il terrorismo e la ‘guerra fredda’.
E di fronte a tutto questo la storia ci testimonia che sono stati ‘pastori secondo il cuore di Dio’, che hanno saputo cercare la pecora perduta, ricondurre la smarrita, fasciare la ferita, rafforzare quella malata, prendersi cura della grassa e della forte, pascere con giustizia e misericordia”.
E’ un rendimento di grazie per aver tracciato un cammino: “Rendiamo grazie al Signore prima di tutto per averceli donati. Per averli donati alle vostre comunità come figli e fratelli, cresciuti tra le vostre strade, dove hanno lasciato le tracce del loro cammino di santità, al punto che ancora oggi i luoghi della loro presenza sono meta di pellegrinaggio per tanti uomini e donne che vi si recano dall’Italia e dall’estero. Essi trovano da voi conforto e sostegno, e al tempo stesso rendono la vostra terra più viva e ricca nella fede”.
Ma i santi non si costruiscono in laboratorio: “Essi hanno potuto essere grandi Pastori, infatti, prima di tutto perché sulla loro strada hanno incontrato buoni compagni di cammino, testimoni del Vangelo che li hanno aiutati a crescere nella fede, fino ad accendere in loro la luce della chiamata. Prima di tutto le loro famiglie, diverse per estrazione e contesto, ma accomunate dalla stessa solida pietà cristiana, vissuta da una parte nel duro lavoro dei campi e dall’altra nel serio impegno culturale e sociale.
Fratelli e sorelle, vi dico una cosa: Dio non fa i santi in laboratorio, no, li costruisce in grandi cantieri, in cui il lavoro di tutti, sotto la guida dello Spirito Santo, contribuisce a scavare profondo, a porre solide fondamenta e a realizzare la costruzione, ponendo ogni cura perché cresca ordinata e perfetta, con Cristo come pietra angolare. Questa è l’aria che hanno respirato fin da piccoli Angelo e Giovanni Battista a Sotto il Monte e a Concesio, con tutto il bene che ne è derivato: quello che hanno donato e ricevuto!”
E’ un invito a fare tesoro delle proprie radici: “Voglio ripeterlo: fate sempre tesoro delle vostre radici, non tanto per trasformarle in un blasone o in un baluardo da difendere, quanto piuttosto come di una ricchezza da condividere.
La terra si lavora insieme, si lavora per tutti e si lavora in pace; con la guerra, l’egoismo e la divisione si riesce solo a devastarla, come purtroppo stiamo vedendo in tante parti del mondo e in modi diversi. Amare le vostre radici sia dunque per voi amare il Vangelo di Gesù e amare come Gesù ha amato nel Vangelo!
Questo vi insegna la vostra storia di terra e di Chiesa. E dalle vostre radici viene la linfa per andare avanti, per crescere, e anche per dare una storia e un senso della vita ai vostri figli e ai vostri nipoti. Amate le vostre radici, non staccate l’albero dalle radici: non darà frutto. Cercate di progredire sempre in armonia con le vostre radici, in sintonia con le vostre radici”.
Non a caso Bergamo e Brescia sono state scelte per essere ‘Capitale italiana della Cultura’ per questo anno: “E’ un segno in più che ci porta nella stessa direzione. La vera cultura si fa infatti uniti, nel dialogo e nella ricerca comune e, come ci ha insegnato san Paolo VI, mira a condurre ‘attraverso l’aiuto vicendevole, l’approfondimento del sapere, l’allargamento del cuore, a una vita più fraterna in una comunità umana veramente universale’.
La cultura è amante della verità e del bene, per l’uomo, per la società e per il creato. Possiate continuare a coltivarla, prima di tutto nelle vostre case e nelle vostre parrocchie, per portare avanti la missione che ci hanno affidato i due santi Papi a cui avete dato i natali”.
(Foto: Santa Sede)
Da Tolentino ad Andria, la missione di Padre Gabriele per i giovani e le vocazioni
Papa Francesco ai referenti sinodali italiani: il Sinodo è un’esperienza unica
Le donne di Santa Rita, Luciana Daqua, realizzare una famiglia aperta all’accoglienza

“Essere ‘in uscita’ significa per ciascuno di noi diventare, come Gesù una porta aperta”: le parole di papa Francesco in Ungheria avvalorano la scelta fatta quest’anno di assegnare il ‘Riconoscimento Internazionale Santa Rita’, in occasione della festa a lei dedicata, a donne che incarnino il valore del servizio al prossimo.
Papa Francesco ed il patriarca Tawadros II in cammino per l’unità

All’udienza generale di stamattina ha partecipato Tawadros II, patriarca copto ortodosso di Alessandria, giunto a Roma su invito di papa Francesco per commemorare insieme il 50^ anniversario dell’incontro tra san Paolo VI e papa Shenouda III nel maggio 1973, quando i due papi firmarono una Dichiarazione cristologica comune in cui si affermava che la Chiesa cattolica e la Chiesa copta condividevano la ‘stessa fede in Gesù Cristo’.
Amare, cioè saper dire ‘noi’… Un monaco del deserto

A mezza costa della montagna, ai bordi del deserto, un antico monastero. Un monaco, seduto davanti alla porta, là da tempo, sembrava aspettare qualcuno. Era immobile. Quasi per accogliere la brezza leggera, che di solito a quell’ora si presentava… Pensava, forse pregava o, semplicemente, faceva la preghiera più povera e più pura che una creatura possa rivolgere al suo Creatore. Respirava. Il respiro dell’uomo, in ogni religione, sempre serba misteriosamente qualcosa di sacro.
Papa Francesco invita alla missione con cuore ardente

Nella solennità dell’Epifania, dedicata all’infanzia missionaria, papa Francesco ha pubblicato il messaggio per la 97^ giornata mondiale che ha per tema ‘Cuori ardenti, piedi in cammino’: “Per la Giornata Missionaria Mondiale di quest’anno ho scelto un tema che prende spunto dal racconto dei discepoli di Emmaus, nel Vangelo di Luca: ‘Cuori ardenti, piedi in cammino’.