Tag Archives: Bellezza

Suor Oberto racconta i 100 anni delle Pie Discepole del Divin Maestro

“Rivolgo un cordiale benvenuto ai pellegrini di lingua italiana. In particolare, saluto le Pie Discepole di Divin Maestro, che celebrano il centenario di fondazione: possa questa ricorrenza essere uno stimolo per rinsaldare gli ideali religiosi e per esprimere in modo sempre più generoso la dedizione a Dio e ai fratelli”: così al termine dell’udienza generale dello scorso 7 febbraio papa Francesco ha espresso il desiderio che il centenario sia occasione di dedizione a Dio.

Le Pie Discepole del Divin Maestro sono un istituto religioso femminile di diritto pontificio, fondato ad Alba (Cuneo) dal beato Giacomo Alberione (1884-1971): dopo aver istituito il ramo maschile e quello femminile dei paolini, volle dare inizio a un ramo di religiose di vita contemplativa che supportasse con la preghiera (soprattutto mediante l’adorazione eucaristica) l’apostolato dei padri e delle suore.

Il 10 febbraio 1924 il beato cuneese diede inizio alla congregazione delle Pie Discepole del Divin Maestro ed il 3 aprile 1947 mons. Luigi Maria Grassi, vescovo di Alba, eresse canonicamente le Pie Discepole in congregazione di diritto diocesano.

Quindi partendo dal saluto papale, a suor Marie Joseph Oberto, componente della congregazione delle Pie Discepole del Divin Maestro e referente dell’équipe della postulazione della famiglia paolina, chiediamo di spiegarci cosa significa dedicare la vita a Dio: “Quando papa Francesco ha augurato che il Centenario sia uno stimolo ‘per esprimere in modo sempre più generoso la dedizione a Dio e ai fratelli’, il pensiero è andato alla Dedicazione di una Chiesa: l’edificio diventa luogo per accogliere chi vuole incontrare Dio, comunicare con Dio. Quindi essere persone dedicate a Dio e ai fratelli è essere a tempo pieno la dimora di Dio, dialogare con Lui ed essere luogo di accoglienza, di contagio per chi avviciniamo”.

In quale modo comunicare l’amore di Dio attraverso la bellezza?

“Nella Genesi la creazione è danza della vita, una sinfonia scritta dalla Parola, ritmata dal ‘vide che era cosa bella/buona’! Dio Creatore è Bellezza e ‘il più bello tra i figli dell’uomo’, cantato dal salmo 44 è Gesù, il Verbo incarnato. Nella nostra missione valorizziamo la bellezza intesa come armonia della vita e via di evangelizzazione. E secondo la nostra Regola di vita ‘nel volto e nella voce del Signore Crocifisso e Risorto contempliamo la Bellezza che salva il mondo e non possiamo tacere ciò che abbiamo visto e ascoltato, perciò comunichiamo l’amore incondizionato di Dio per l’umanità anche attraverso la via della bellezza che promuove l’incontro fra la fede cristiana e le culture del nostro tempo’”.

Nel messaggio quaresimale il papa ha scritto che azione è anche fermarsi in preghiera: come è possibile?

“Un contributo sulla ministerialità nella Chiesa di tutto il popolo di Dio e quindi anche della donna, è stata la proposta di un Convegno interdisciplinare, svoltosi dal 28 gennaio al 3 febbraio: ‘La voce della donna nei ministeri della Chiesa. Un dialogo sinodale’ con obiettivo di ascoltare, con attenzione e rispetto, la voce delle donne in una Chiesa ministeriale e missionaria, in stile sinodale e in dialogo con le altre confessioni cristiane; approfondire il tema e la prassi dei ministeri ecclesiali, in particolare quelli esercitati dalle donne nella Chiesa di ieri e di oggi, secondo gli specifici contesti culturali; avviare processi di trasformazione e generativi che favoriscano scelte coraggiose per la nostra missione nella vita della Chiesa”.

Dove si fonda la vostra spiritualità?

“Il Mistero pasquale del Signore Gesù è il cuore della nostra spiritualità apostolica. Lo viviamo in comunione con la Chiesa, nell’itinerario dell’anno liturgico e in tutti gli ambiti della vita quotidiana, alimentandoci alle sorgenti di una spiritualità radicata nell’ascolto della Parola di Dio, nel Mistero eucaristico e nella vita liturgica”.

Qual è l’eredità carismatica del beato Giacomo Alberione?

“Papa Francesco ha ricordato che ‘la differenza non è tra progressisti e conservatori, ma tra innamorati e abituati’. Il beato Giacomo Alberione nel 1924, aveva detto che le Pie Discepole sono nate per l’Adveniat regnum tuum e per vivere questo programma evangelico ha dato una luce valida anche per l’inculturazione nel tempo e nella storia, per non confondere il carisma con le opere di un determinato tempo storico: ‘Da un solo amore nascono i tre apostolati che sono diretti ad un unico fine: l’amore a Gesù che vive nell’Eucaristia, l’amore a Gesù che vive nel sacerdozio, l’amore a Gesù che vive nella Chiesa… e da Gesù Maestro sono illuminati, sono  nutriti, sono guidati’. E a chi chiedeva, dai vari luoghi di missione, che cosa si doveva fare, la risposta era: le invenzioni dell’Amore… inventare, moltiplicare le invenzioni dell’Amore”.

Chi era Madre Scolastica?

“Dal suo ingresso nella nascente Comunità paolina in Alba, Orsola Rivata, che nel 1924 prenderà il nome di suor Scolastica, è stata ‘collaboratrice in Cristo’ di don Alberione che l’ha gradualmente formata e coinvolta per dar vita alle Pie Discepole del Divin Maestro. E’ colei che ha creduto con tenacia e perseveranza quando ancora nulla si vedeva, è la ‘prima fra molte’ che nei 100 anni di storia hanno seguito e servito Gesù Maestro Via, Verità e Vita.

Madre Scolastica è una donna innamorata del Signore e quindi dei fratelli e delle sorelle, una donna che vive la sinfonia del silenzio, che ha imparato a tenere il mondo e tutte le sue vicende con le mani alzate, perché tutti abbiano la vita e la vita in abbondanza.

In occasione del centenario, si è realizzata (in via Portuense 739 – Roma) un’esposizione multimediale e interattiva: ‘Madre Scolastica un percorso oltre il tempo’, per farla sentire come proposta viva e possibile per la santità cristiana nell’oggi (si può visitare prenotando giorno e orario: percorsomadrescolastica@gmail.com). Inoltre, ispirato alla sua vita, è stato proposto l’Oratorio sacro: ‘Voce e silenzio’, con testi e musiche del maestro Marcello Bronzetti ‘ilFedeleAmato’ www.youtube.com/watch?v=UTJNT2LCWTE”.

In cosa consiste la mostra?

“La mostra si svolge in tre momenti. Nel primo incontriamo Orsola che non è ancora entrata nella famiglia paolina, nel secondo vediamo il suo incontro con don Alberione che la invita a fondare con lui una nuova famiglia. Ciò che guida Orsola, che nel frattempo è diventata suor Scolastica, è sempre questo sguardo fisso a Gesù. Una volta che la congregazione vive la sua cittadinanza nella chiesa, nel terzo momento, passiamo a contemplare quello che le Pie Discepole hanno compiuto nei loro cento anni di storia vivendo le direttive di suor Scolastica collaborando in Cristo con don Alberione”.

(Tratto da Aci Stampa)

Giornata per le Vocazioni: chiamati a seminare speranza

“La Giornata Mondiale di Preghiera per le Vocazioni ci invita, ogni anno, a considerare il dono prezioso della chiamata che il Signore rivolge a ciascuno di noi, suo popolo fedele in cammino, perché possiamo prendere parte al suo progetto d’amore e incarnare la bellezza del Vangelo nei diversi stati di vita. Ascoltare la chiamata divina, lungi dall’essere un dovere imposto dall’esterno, magari in nome di un’ideale religioso; è invece il modo più sicuro che abbiamo di alimentare il desiderio di felicità che ci portiamo dentro: la nostra vita si realizza e si compie quando scopriamo chi siamo, quali sono le nostre qualità, in quale campo possiamo metterle a frutto, quale strada possiamo percorrere per diventare segno e strumento di amore, di accoglienza, di bellezza e di pace, nei contesti in cui viviamo”.

Domenica 21 Il 21 aprile si celebra la 61^ Giornata Mondiale di Preghiera per le Vocazioni sul tema ‘Chiamati a seminare la speranza e a costruire la pace’, come ha scritto nel messaggio papa Francesco, indicandola come ‘bella occasione’: “Penso alle mamme e ai papà che non guardano anzitutto a sé stessi e non seguono la corrente di uno stile superficiale, ma impostano la loro esistenza sulla cura delle relazioni, con amore e gratuità, aprendosi al dono della vita e ponendosi al servizio dei figli e della loro crescita.

Penso a quanti svolgono con dedizione e spirito di collaborazione il proprio lavoro; a coloro che si impegnano, in diversi campi e modi, per costruire un mondo più giusto, un’economia più solidale, una politica più equa, una società più umana: a tutti gli uomini e le donne di buona volontà che si spendono per il bene comune.

Penso alle persone consacrate, che offrono la propria esistenza al Signore nel silenzio della preghiera come nell’azione apostolica, talvolta in luoghi di frontiera e senza risparmiare energie, portando avanti con creatività il loro carisma e mettendolo a disposizione di coloro che incontrano. E penso a coloro che hanno accolto la chiamata al sacerdozio ordinato e si dedicano all’annuncio del Vangelo e spezzano la propria vita, insieme al Pane eucaristico, per i fratelli, seminando speranza e mostrando a tutti la bellezza del Regno di Dio”.

Il pensiero del papa si rivolge anche ai giovani: “Ai giovani, specialmente a quanti si sentono lontani o nutrono diffidenza verso la Chiesa, vorrei dire: lasciatevi affascinare da Gesù, rivolgetegli le vostre domande importanti, attraverso le pagine del Vangelo, lasciatevi inquietare dalla sua presenza che sempre ci mette beneficamente in crisi. Egli rispetta più di ogni altro la nostra libertà, non si impone ma si propone: lasciategli spazio e troverete la vostra felicità nel seguirlo e, se ve lo chiederà, nel donarvi completamente a Lui”.

Tale Giornata di preghiera è fondamentale per riconoscere la propria vocazione nella Chiesa: “La polifonia dei carismi e delle vocazioni, che la Comunità cristiana riconosce e accompagna, ci aiuta a comprendere pienamente la nostra identità di cristiani: come popolo di Dio in cammino per le strade del mondo, animati dallo Spirito Santo e inseriti come pietre vive nel Corpo di Cristo, ciascuno di noi si scopre membro di una grande famiglia, figlio del Padre e fratello e sorella dei suoi simili. Non siamo isole chiuse in sé stesse, ma siamo parti del tutto. Perciò, la Giornata Mondiale di Preghiera per le Vocazioni porta impresso il timbro della sinodalità: molti sono i carismi e siamo chiamati ad ascoltarci reciprocamente e a camminare insieme per scoprirli e per discernere a che cosa lo Spirito ci chiama per il bene di tutti”.

Una vocazione che pone in cammino: “Il senso del pellegrinaggio cristiano è proprio questo: siamo posti in cammino alla scoperta dell’amore di Dio e, nello stesso tempo, alla scoperta di noi stessi, attraverso un viaggio interiore ma sempre stimolato dalla molteplicità delle relazioni. Dunque, pellegrini perché chiamati: chiamati ad amare Dio e ad amarci gli uni gli altri.

Così, il nostro camminare su questa terra non si risolve mai in un affaticarsi senza scopo o in un vagare senza meta; al contrario, ogni giorno, rispondendo alla nostra chiamata, cerchiamo di fare i passi possibili verso un mondo nuovo, dove si viva in pace, nella giustizia e nell’amore. Siamo pellegrini di speranza perché tendiamo verso un futuro migliore e ci impegniamo a costruirlo lungo il cammino”.

Una vocazione che chiama ad essere ‘pellegrini di speranza’: “Essere pellegrini di speranza e costruttori di pace, allora, significa fondare la propria esistenza sulla roccia della risurrezione di Cristo, sapendo che ogni nostro impegno, nella vocazione che abbiamo abbracciato e che portiamo avanti, non cade nel vuoto. Nonostante fallimenti e battute d’arresto, il bene che seminiamo cresce in modo silenzioso e niente può separarci dalla meta ultima: l’incontro con Cristo e la gioia di vivere nella fraternità tra di noi per l’eternità.

Questa chiamata finale dobbiamo anticiparla ogni giorno: la relazione d’amore con Dio e con i fratelli e le sorelle inizia fin d’ora a realizzare il sogno di Dio, il sogno dell’unità, della pace e della fraternità. Nessuno si senta escluso da questa chiamata! Ciascuno di noi, nel suo piccolo, nel suo stato di vita può essere, con l’aiuto dello Spirito Santo, seminatore di speranza e di pace”.

Quindi il messaggio del papa è un invito ad uscire dall’indifferenza nell’esempio di don Oreste Benzi: “Svegliamoci dal sonno, usciamo dall’indifferenza, apriamo le sbarre della prigione in cui a volte ci siamo rinchiusi, perché ciascuno di noi possa scoprire la propria vocazione nella Chiesa e nel mondo e diventare pellegrino di speranza e artefice di pace!

Appassioniamoci alla vita e impegniamoci nella cura amorevole di coloro che ci stanno accanto e dell’ambiente che abitiamo. Ve lo ripeto: abbiate il coraggio di mettervi in gioco! Don Oreste Benzi, un infaticabile apostolo della carità, sempre dalla parte degli ultimi e degli indifesi, ripeteva che nessuno è così povero da non aver qualcosa da dare, e nessuno è così ricco da non aver bisogno di ricevere qualcosa”.

‘La Comunicazione Creativa per lo sviluppo socio-umanitario’ è il saggio  del giornalista Biagio Maimone

Nello shop on line della Casa Editrice TraccePerlaMeta

https://shop.tracceperlameta.org/manualistica/la-comunicazione-creativa-per-lo-sviluppo-socio-umanitario-biagio-maimone-270.html e, nei prossimi giorni, nelle migliori librerie e in tutti gli store online è disponibile il saggio di Biagio Maimone intitolato ‘La comunicazione creativa per lo sviluppo socio-umanitario’, che propone la necessità di un nuovo modello comunicativo che ponga al centro la relazione umana ed, ancor più, l’emancipazione morale ed umana della società odierna.

Sulla scorta della constatazione delle innumerevoli comunicazioni distorte veicolate dai media e da tutti i mezzi di comunicazione, compresi i social, foriere di sottocultura che non può essere consentita in quanto impoverisce la società civile deteriorando le relazioni umane, Biagio Maimone ritiene che non sia più rimandabile la necessità di far vivere un linguaggio scevro da menzogne, da offese e dal turpiloquio.

‘La Comunicazione diventa futuro’ è lo slogan che identifica l’impegno di Biagio Maimone. Egli ritiene, infatti,  che il futuro per essere finalizzato al progresso umano debba far propria una nuova modalità di comunicare che veicoli la pedagogia della vita, della pace, della fratellanza umana, della parola vitale che educa le coscienze dei singoli affinché essi si dirigano sulla strada della vera emancipazione umana, oltre l’impoverimento morale ed anche materiale.

Egli, pertanto, pone in risalto l’importanza della cultura umana da riversare nel contesto della comunicazione ampiamente intesa affinché si pongano le fondamenta di un nuova e migliorativa modalità di trasmettere informazioni affinché esse arricchiscano sempre più l’universo interiore di coloro che le recepiscono alimentandolo con verità e valori morali e spirituali, senza i quali l’essere umano viene deprivato di quei contenuti che ne fanno un soggetto pensante capace di costruire un mondo accogliente in cui viva la legalità e la fratellanza umana e quella bellezza che sgorga dall’animo di chi si è nutrito di cultura umana, unica cultura che consente il miglioramento delle relazioni umane e lo sviluppo socio-umanitario.

Per Biagio Maimone occorre superare  gli stereotipi che sorreggono la comunicazione, sia quella giornalistica, sia quella di ogni altro media, nonchè quella istituzionale, necessariamente legata ai vari ambiti della vita umana e sociale, al fine di creare un nuovo modello comunicativo che prenda le mosse dai suoni, dai colori e dalle voci legati al sentimento, scaturenti dall’interiorità e dalla spiritualità umana.

Dare voce agli infiniti linguaggi depositati nell’intimo di ognuno egli ritiene debba essere l’intento del nuovo comunicatore, animato dalla finalità primaria di educare all’apprendimento di un linguaggio che fondi le sue radici nei valori insiti nell’animo umano. Il linguaggio dovrà divenire, pertanto, vettore di valori e non di offese ed insulti, come sovente si verifica.

Partendo dal linguaggio, ripulito dal desiderio di ferire e ridimensionare l’altro, si potrà anche ricreare la relazione umana, rendendola scevra da conflitti lesivi della dignità dell’interlocutore per orientarla all’ascolto autentico, che è creativo di benefici reciproci. Non meno rilevante sarà la forma che tale nuovo linguaggio dovrà assumere per essere vera espressione del mondo interiore, in cui vivono i valori umani.

Tale forma non potrà che essere la forma che rimanda sia al suono musicale, in quanto esso crea il senso della melodia, intesa come coinvolgimento all’unisono delle varie sensibilità umane, forza reale del linguaggio penetrante e convincente, sia al suono della poesia, da intendersi come modalità sublime di quella dimensione altamente creativa, proprio in quanto sorretta dai valori umani,  che la comunicazione di elevato livello non può esimersi dal fare propria.

Biagio Maimone definisce tale processo comunicativo ‘Comunicazione creativa della dimensione socio-umanitaria’, che potrà essere utilizzato dagli operatori degli Uffici Stampa, dai giornalisti e da chiunque si prefigga l’obiettivo di  rendere la comunicazione una professione di elevato valore morale e sociale. Altisonante ed indicativa di un preciso  impegno concreto è la sua affermazione:

“La Bellezza – non vi è dubbio – tornerà ad essere il volto magnifico della vita. La forza prorompente della Bellezza, che la Parola ha il dovere di trasmettere, sconfigge ogni male! E’ scritto nel Vangelo, è scritto nel cuore degli uomini di Buona Volontà ed è scritto nelle trame vitali dell’esistenza, che nessuno potrà mai distruggere perché esse appartengono alla Vita e la Vita è la ragione stessa dell’esistere umano”.

Partendo da tali principi, riportati nel quarto di copertina del suo libro, Biagio Maimone si accinge a divulgare i contenuti della nuova corrente filosofica a cui egli ha voluto dar vita, denominata ‘Comunicazione socio-umanitaria’.

24 ore per il Signore: al centro la Misericordia

Oggi torna, per l’XI edizione, ‘24 ore per il Signore’, iniziativa quaresimale di preghiera e riconciliazione voluta da papa Francesco che si celebrerà nelle diocesi di tutto il mondo alla vigilia della quarta domenica di Quaresima con il tema tratto da una versetto della Lettera ai Romani di san Paolo: ‘Camminare in una vita nuova’, proponendo alle comunità ecclesiali di prevedere un’apertura straordinaria delle chiese, in modo da offrire ai fedeli l’occasione di sostare in qualsiasi momento in adorazione e l’opportunità di confessarsi.

L’edizione di quest’anno si inserisce nel percorso dell’Anno della Preghiera, e la ‘24 Ore per il Signore’ sarà l’occasione per fare esperienza della preghiera del perdono. Dallo scorso anno, per caratterizzare maggiormente la presenza nelle comunità parrocchiali, papa Francesco presiede la celebrazione nella parrocchia di San Pio V a Roma.

Nell’annunciare l’iniziativa mons. Rino Fisichella, prefetto del Dicastero per l’Evangelizzazione, ha spiegato la scelta della frase ed il sussidio: “Il presente sussidio intende offrire alcuni suggerimenti per consentire alle parrocchie e alle comunità cristiane di prepararsi a vivere questa iniziativa. Si tratta, ovviamente, di proposte che possono essere adattate in base alle esigenze e alle consuetudini locali.

Lo scopo dell’evento è rimettere al centro della vita della pastorale della Chiesa, quindi delle nostre comunità, delle nostre parrocchie, di tutte le realtà ecclesiali, il sacramento della riconciliazione. Questo è il centro del messaggio evangelico: la Misericordia di Dio, che ci dà la certezza che davanti al Signore nessuno troverà un giudice, ma troverà piuttosto un padre che lo accoglie, lo consola e gli indica anche il cammino per rinnovarsi”.

Il sussidio spiega il valore del perdono: “Alla luce della fede cristiana, la bellezza, la ricchezza e il vero significato del perdono possono essere compresi solo nella logica dell’amore di Dio per ogni essere umano. Infatti, se guardiamo solo al rapporto tra gli uomini, il perdono non è qualcosa di spontaneo e naturale”.

Il perdono è liberatorio ed è una grazia di Dio, come afferma il salmo 103: “Tuttavia, anche se difficile, diventa un’esperienza liberatoria se contemplato a partire da Dio. Può essere vissuto da un cuore ferito grazie al potere guaritore e rigenerante dell’amore. Ha la sua fonte primaria in Dio Amore misericordioso.

Non va confuso con una mera scarica di colpe o con un atto legale di amnistia. E’ un atto d’amore gratuito. Non lo si può meritare né comprare… Qui vediamo come il perdono di Dio sia una grazia, un dono d’amore in eccesso, al di là di tutti i calcoli e le misure umane”.

Il perdono è una grazia di vita nuova: “Gli incontri di Gesù rendono il perdono più visibile nelle situazioni concrete della vita delle persone. L’uomo paralitico guarito da Gesù è un emblema dell’uomo perdonato. La guarigione è vista come il segno del perdono: ‘Coraggio, figlio, ti sono perdonati i peccati’; ‘alzati e cammina’.

Gesù lo solleva dal suo fallimento e gli apre la possibilità di camminare di nuovo nella vita con speranza. Nel commovente incontro della peccatrice pubblica con Gesù nella casa di un fariseo, la donna si mette ai piedi di Gesù, li bagna con le sue lacrime e li unge di profumo. Si affida completamente a Gesù con amore e venerazione. Gesù la accoglie così com’è, senza condannarla”.

In conclusione, dopo aver riportato alcune testimonianze, il sussidio riporta la catechesi di papa Francesco sul perdono dello scorso settembre: “Il messaggio di Gesù è chiaro: Dio perdona in modo incalcolabile, eccedendo ogni misura. Lui è così, agisce per amore e per gratuità. Dio non si compra, Dio è gratuito, è tutto gratuità. Noi non possiamo ripagarlo ma, quando perdoniamo il fratello o la sorella, lo imitiamo.

Perdonare non è dunque una buona azione che si può fare o non fare: perdonare è una condizione fondamentale per chi è cristiano. Ognuno di noi, infatti, è un ‘perdonato’ od una ‘perdonata’: non dimentichiamo questo, noi siamo perdonati, Dio ha dato la vita per noi e in nessun modo potremo compensare la sua misericordia, che Egli non ritira mai dal cuore”.

Dal 13 al 17 marzo a Milano SOUL Festival di Spiritualità

Dall’alba alla sera, cinque giorni per fare esperienza dello straordinario nell’ordinario, con protagonisti d’eccezione dalla letteratura alla scienza, dalla filosofia alla musica, fino alla poesia: dal 13 al 17 marzo prende il via a Milano, in luoghi diversi della città, la prima edizione di SOUL Festival di Spiritualità, promosso dall’Università Cattolica del Sacro Cuore e dall’Arcidiocesi di Milano con il patrocinio del Comune di Milano. Tutti gli eventi sono gratuiti previa prenotazione al sito www.soulfestival.it.

Un programma sorprendente con cinquanta incontri e appuntamenti sui temi della spiritualità – fra lezioni e dialoghi, spettacoli e concerti, performance artistiche, laboratori esperienziali, momenti meditativi, attività per le scuole – proposti attraverso la visione di tradizioni spirituali e discipline differenti, e sviluppati attorno al filo conduttore di questa edizione ‘meraviglia, la vigilia di ogni cosa’ dal comitato curatoriale composto da Luca Bressan, Armando Buonaiuto, Valeria Cantoni Mamiani, Aurelio Mottola, con la partecipazione di un illustre comitato scientifico.

Il festival è reso possibile grazie ai Main Partner Intesa Sanpaolo e Humanitas University, al Partner CFMT – Centro di Formazione Management del Terziario e al contributo di Fondazione Cariplo e Fondazione Rocca. Si ringraziano A2A e Comieco e, per la Media Partnership, Rai Cultura, TGR Rai e Radio Marconi.

Ad aprire la manifestazione sarà mercoledì 13 marzo la lecture di Alessandro Baricco Tutto mi meraviglia nell’Aula Magna dell’Università Cattolica e, a concluderla, domenica 17 marzo Una voce come di bambino, dalle Confessioni di Sant’Agostino, con Massimo Popolizio, interprete tra i più stimati della scena teatrale e cinematografica, accompagnato nella Basilica di San Lorenzo Maggiore dai suggestivi canti della tradizione di Taizé.

Tra questi due momenti, un intenso alternarsi di appuntamenti e di interpreti capaci di interrogarsi e dialogare attorno alla spiritualità e alla meraviglia, offrendoci sguardi nuovi e inattesi. Ad ospitarli saranno luoghi significativi e ricchi di suggestione, grazie alla partecipazione di importanti istituzioni culturali, artistiche, educative, sociali, laiche e religiose della città, a partire dai Partner culturali del festival: Fondazione Corriere della Sera, Fondazione Giangiacomo Feltrinelli, Memoriale della Shoah di Milano, Philo – Pratiche filosofiche, Piccolo Teatro di Milano, Triennale Milano:

“Questo Festival intende raccogliere e dare voce a un bisogno espresso da molti soggetti nella città di Milano: ricordare a tutti noi e a questa città che si sta muovendo molto velocemente verso il suo futuro qual è il fondamento senza il quale nulla potrebbe funzionare, qual è l’anima della città, qual è il legame che tiene uniti i diversi popoli che abitano lo spazio urbano. Per la Diocesi questo evento si presenta anche come un grande laboratorio in cui sperimentare nuovi linguaggi e nuovi format per dire un messaggio che custodiamo da secoli e che siamo convinti possa essere anche oggi una buona notizia per tutti”, afferma l’Arcivescovo di Milano mons. Mario Delpini.

“Soul nasce da una felice sintonia fra la nostra Università e la Curia di Milano: insieme abbiamo proposto l’intuizione alla base di Soul ai molti partner che hanno scelto con generosità di accompagnarci in questa avventura.  L’idea è semplice: in questi tempi tumultuosi e difficili, prendersi cura della comunità – in questo caso la Città di Milano – significa riscoprire ciò che è meno evidente e visibile, eppure si svela capace di dare un senso all’esistenza e di richiamarci al bene comune.

La spiritualità in questo contesto si esprime come attenzione a ciò che è peculiare dell’essere umano. La prima edizione del Festival ruota attorno al tema della meraviglia, capace di ridare significato alle routine quotidiane e di far emergere in noi, e in ciò che ci circonda, la bellezza spesso nascosta dall’abitudine e dall’esteriorità”, dichiara il Prof. Franco Anelli, Rettore dell’Università Cattolica del Sacro Cuore.

“È ricchissima di suggestioni e di spunti di riflessione questa edizione d’esordio del Festival Soul, che propone alla città cinque giorni di appuntamenti per concedere a tutti noi la possibilità di stupirci: una possibilità che a volte il solo fermarsi, staccandosi dalla frenesia del quotidiano, ci offre – afferma l’assessore alla Cultura Tommaso Sacchi –. La ricerca di senso, che fa parte della nostra natura di esseri umani, è sottesa ad ogni nostra azione quotidiana: avere l’occasione di riscoprirla in un momento di pausa e di riflessione è un’occasione preziosa, e meravigliosa, per ritrovarsi e affrontare con rinnovata consapevolezza le proprie giornate e i propri progetti”.

Ascoltare, pensare, dialogare, meditare, sperimentare: SOUL Festival di Spiritualità è un progetto che mira a offrire occasioni di riflessione attorno all’“umano che è comune”, colto nelle sue molteplici manifestazioni, in costante dialogo con diverse sensibilità culturali e tradizioni religiose.

Numerose anche le visite guidate e i workshop, come quello con Maia Cornacchia che conduce le persone in due passeggiate dedicate alla meraviglia che sorge nell’attenzione aperta, quelli di fotografia dedicati agli studenti del Liceo Agnesi condotti dal fotografo Pietro Bologna, o ancora il workshop con l’analista filosofa Susanna Fresko, realizzato in collaborazione con Philo – Pratiche filosofiche, che si propone di far sperimentare attraverso pratiche ispirate all’esperienza dello Shabbat la grande valenza spirituale di questa pratica millenaria; Sempre in collaborazione con Philo – Pratiche filosofiche il laboratorio di pratica artistica con il pedagogista e psicologo Uber Sossi, e l’incontro con Massimo Diana e Marina Vicario, per esplorare la pratica della Compagnia di Spiritualità Laica, un’esperienza per coltivare la dimensione spirituale anche per chi non si riconosce in una specifica confessione religiosa.

Il festival è curato da Luca Bressan, Armando Buonaiuto, Valeria Cantoni Mamiani, Aurelio Mottola (ideatore). Si ringrazia il Comitato scientifico: Fausto Colombo, Claudia Mazzucato, Massimo Scaglioni, Silvano Petrosino, Giuseppe Lupo, Anna Maria Fellegara, Ivana Pais, Pierangelo Sequeri, Elena Granata, Francesco Castelli.

Giornata per la vita, la storia e l’impegno di Carlo Casini raccontato dalla figlia Marina

“La vita è sempre più minacciata a tutti i livelli: annientamento dei valori, violenza diffusa, guerre fratricide, povertà, sottosviluppo… Un buio sempre più fitto che avvolge persone, situazioni, la nostra società, il mondo intero; un buio che uccide la speranza nel cuore delle persone, che getta giovani, adulti, bambini e anziani nella paura, nel non senso di vivere. Per noi non deve essere così. Noi non ci possiamo adeguare, non ci possiamo arrendere! Credere alla vita è luce, luce che annulla il buio, luce che è Bellezza. Abbiamo la potenzialità immensa di essere luce perché siamo figli di Dio”:

Papa Francesco: ‘I Care’ per raccontare la bellezza di Dio

Inizio settimana impegnativa per papa Francesco, che nella mattinata ha ricevuto in udienza i 150 membri dell’AIGAV (associazione internazionale dei giornalisti vaticanisti), ringraziandoli per l’informazione che forniscono sulla Chiesa, ben cosciente che essa è una missione e, quindi, una vocazione:

Papa Francesco: l’opera artistica è un atto di carità

Questa mattina papa Francesco ha ricevuto in udienza 300 membri della Fondazione Arena di Verona in occasione del centenario della ‘rinascita’ dell’edificio e del Festival lirico che continua ad ospitare, sottolineando la ‘preziosa’ attività artistica, che tramandano:

Papa Francesco: comunicare Cristo

Ancora qualche problema di salute per papa Francesco, come comunicato dallo stesso questa mattina ad un gruppo di comunicatori francesi, partecipanti al simposio ‘Université des Communicants en Église’: ‘Io vorrei leggere tutto il discorso ma ho un problema, un po’ di bronchite’, che, seppure con la voce affannata, comunque pronunciato i discorsi previsti nelle due precedenti udienze.

151.11.48.50