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Mons. Nosiglia nomina un sacerdote per la Cappella del Guarini

Ieri la Chiesa torinese ha celebrato la memoria liturgica della Sindone nella Cappella del Guarini con l’arcivescovo, mons. Nosiglia, senza esposizione del Telo. Secondo la tradizione si tratta del Lenzuolo citato nei Vangeli che servì per avvolgere il corpo di Gesù nel sepolcro.

5^ domenica: Io sono la vite, voi i tralci

Dopo essersi autodefinito ‘Buon Pastore’, Gesù, parlando di sé, utilizza una seconda immagine presa dal mondo dell’agricoltura: ‘Io sono la vite, voi i tralci’. Gesù si qualifica coma la vera ‘vite’ ed identifica la sua Chiesa come i suoi tralci. E’ una immagine assai significativa: la vite è simbolo di benedizione, di felicità, di fecondità; è simbolo soprattutto di comunione.

I paradossi del cattolicesimo borghese (4). La mancanza di un’autorità nella Chiesa.

Anche nella Chiesa, dove si dovrebbe vivere da figli rivolti ad un Padre, si vive quella tendenza tipica della cultura contemporanea che ha liquidato i padri. E questo non solo perché i figli vogliono fare a meno dei padri, ma anche perché i padri non sanno essere tali. Occorre recuperare il senso dell’avere un’autorità, cioè qualcuno che sappia far crescere, far maturare il popolo di Dio.

San Benedetto nella sua Regola scrive a proposito dell’abate che egli deve giovare più che comandare. Oggi molti, troppi comandano nella Chiesa, ma non giovano. L’autoritarismo è un vizio diffusissimo nella Chiesa. D’altronde come potrebbe essere possibile un nuovo modo di esercitare l’autorità se non ci sono esempi, modelli? E’ questo un campo tutto da esplorare!

Il “successo” popolare di papa Francesco mette in risalto proprio questo: se c’è un leader, che con gesti autentici e parole forti, esprime vicinanza, prossimità, accoglienza, solidarietà, allora egli può permettersi di chiedere a tutti, laici, religiosi, sacerdoti, vescovi, di mettersi sulla strada esigente e radicale del Vangelo.

Il popolo di Dio sa capire quando un pastore è disposto a lasciare le novantanove pecore per andare a trovare la pecora smarrita e, per questo, sa camminare accanto a quel pastore. Questo ragionamento “vale” tanto per la Chiesa universale quanto per la Chiesa locale.

I figli crescono bene, diventando adulti responsabili, se hanno dei buoni padri. Un aspetto sul quale si dovrebbe riflettere di più riguarda proprio il legame tra figli e padre, tra pastore e gregge. Come può un padre pretendere obbedienza, riconoscenza e rispetto se non sa amare il figlio?

Senza mostrare, concretamente, amore verso il figlio, senza mostrare cura appassionata e disinteressata per il proprio figlio, un padre non può offrire immagine migliore di sé se non quella di un piccolo tiranno. Ecco, perché, per san Benedetto, all’abate, a colui che nel monastero detiene l’autorità, occorre giovare più che comandare.

L’amore, la carità, come dice San Paolo, mostra l’autenticità di un dono, anche quello di chi, per volontà di Dio, è chiamato a guidare il suo gregge. L’obbedienza, il rispetto e la riconoscenza dei figli verranno, ma prima ci deve essere amore gratuito per le pecore del gregge affidato.

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Mons. Lorefice: solidali e accoglienti per custodire la casa comune

‘Per amore del mio Signore Gesù Cristo, ho deciso di abitare in questa grotta’: con questa frase di santa Rosalia l’arcivescovo di Palermo, mons. Corrado Lorefice, ha introdotto l’omelia del festino per raccontare l’amore della santa verso Gesù.

La Santissima Trinità è Dio Amore

Oggi siamo chiamati a celebrare la grande festa della Santissima Trinità. La tradizione ha insegnato a relazionarci con un Dio che, essendo Amore, non può risolversi in uno sterile solipsismo, ma necessita di essere relazione. Relazione interpersonale: Padre, Figlio e Spirito Santo.

Cottolengo: l’Amore è più forte

Giuseppe Agostino Benedetto Cottolengo ha fondato la Piccola Casa della Divina Provvidenza e delle congregazioni ad essa collegate: fratelli, suore e sacerdoti del Cottolengo. E’ stato proclamato santo da papa Pio XI nel 1934. La sua memoria liturgica è il 30 aprile ed è considerato uno dei santi sociali torinesi.

Papa Francesco: l’ospitalità ecumenica è una ‘grazia’

Al termine dell’udienza generale odierna papa Francesco ha rivolto un augurio ai popoli orientali, che festeggiano il calendario lunare, invitandoli a pregare per la pace: “Il prossimo 25 gennaio, nell’Estremo Oriente e in varie altre parti del mondo, molti milioni di uomini e donne celebreranno il capodanno lunare. Invio a loro il mio saluto cordiale, augurando in particolare alle famiglie di essere luoghi di educazione alle virtù dell’accoglienza, della saggezza, del rispetto per ogni persona e dell’armonia con il creato. Invito tutti a pregare anche per la pace, per il dialogo e per la solidarietà tra le nazioni: doni quanto mai necessari al mondo di oggi”.

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